CONTE, UN PREMIER AL SERVIZIO DI DUE PADRONI?

conte di maio salvini

Prima ancora che il governo Lega-M5S avesse la fiducia delle Camere per insediarsi e iniziare a governare a pieno titolo il paese, già si sprecavano le critiche preconfezionate a quello che le opposizioni e i loro sostenitori mediatici definiscono un governo di destra, se non addirittura di estrema destra. Senza non poche ragioni, visto le prime, infelici dichiarazioni del neo Ministro degli Interni Matteo Salvini sui migranti e sulla Tunisia che, a suo dire, manderebbe in Italia una marea di galeotti, alimentando un incidente diplomatico tra i due paese.

A parte la reprimenda del predecessore di Salvini al Viminale, Marco Minniti, il quale ha invitato il leader leghista a moderare i toni, non essendo più solo un leader di partito ma anche un Ministro della Repubblica, e il biasimo di più di un commentatore politico, anche di parte, sarebbe stato giusto se il monito a Salvini a pesare meglio le parole fosse giunto direttamente dal suo “titolare”, ovvero il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

Purtroppo sulla vicenda Conte non ha proferito parola, accrescendo il legittimo dubbio d’essere subordinato alla volontà dei due vice premier, Di Maio e Salvini, entrambi leader dei partiti che hanno stilato il contratto, alias l’alleanza di governo, M5s-Lega.

Pensare che a Palazzo Chigi sieda un premier teleguidato dai propri vice non depone a favore né del governo né del paese. Cosa dirà o farà Conte se si dovesse trovare al cospetto di una situazione di emergenza nazionale o internazionale dove necessita una sua immediata decisione? Si apparterrà per chiamare al telefono prima Salvini e poi Di Maio, chiedendo loro cosa fare? E se non fossero raggiungibili o avessero opposte visioni sulle decisioni da prendere? Che farà il Premier? Si servirà della monetina o deciderà autonomamente, soprattutto se la scelta suggerita da entrambi i suoi vice non lo convincesse?…

Sarebbe il caso che il Presidente del Consiglio avesse fatto sentire la propria voce, esprimendo un giudizio sulle esternazioni di Salvini, magari dissociandosene, per trasmettere l’idea, prima di tutto ai propri cittadini, che lui è davvero il Presidente del Consiglio, e dunque l’uomo più potente d’Italia dalle cui scelte dipendono le sorti del paese, anziché un burattino manovrato da Di Maio e Salvini, come da più parti si ipotizza. Una sorta di “Ambra” di “NON é la Rai” cui Boncompagni dettava le direttive attraverso l’auricolare.

Il silenzio non è solo degli innocenti o dei saggi ma anche dei servi. Vorremmo capire a quale di queste tre categorie appartiene Conte.

Speriamo che quanto prima il Premier Conte dia mostra della propria autonomia rispetto ai suoi vice. Non fosse altro per acquistare credibilità agli occhi dei cittadini e del mondo intero.

L’idea che l’Italia possa avere un Premier servo di due padroni non è affatto edificante. Anzi è ridicola. Per certi versi addirittura terrificante!

L’ESITO ELETTORALE E’ LA VOCE DEL POPOLO, LO SI RISPETTI

La premessa è d’obbligo: molti degli 11 milioni di italiani, me compreso, che alle ultime elezioni hanno votato M5S, probabilmente si sarebbero astenuti dall’andare alle urne, oppure, se ci fossero andati, si sarebbero turati il naso e avrebbero votato Pd o LeU, oppure avrebbero annullato la scheda, se avessero solo immaginato che, pur di governare, il M5S avrebbe successivamente stipulato un contratto di governo, alias alleanza, con la Lega di Matteo Salvini. Quel Salvini che fino a qualche anno fa ne diceva peste e corna dei meridionali e degli immigrati, con cui in campagna elettorale Di Maio giurava e spergiurava che mai avrebbe fatto un’alleanza.

Ma visto che le cose sono andate come sappiamo, non si capisce perché le opposizioni, Pd in testa, continuino a definire poco meno che fascista questo governo; affermando di aver lasciato un paese migliore rispetto a cinque anni fa, ossia prima che al governo ci andassero loro con l’alternanza a Palazzo Chigi di Letta, Renzi e Gentiloni nell’ordine.

Se lor signori, nei cinque anni che hanno governato, avessero davvero migliorato le condizioni di vita del paese, in particolare quelle dei ceti medio bassi, perché gli italiani non li hanno rivotati, dividendo le proprie preferenze tra M5S e centrodestra? Soprattutto perché due milioni e mezzo di votanti hanno abbandonato il Pd, orientando la propria preferenza verso il M5S?

Le risposte non possono essere che due:

  1. gli italiani sono talmente masochisti per cui hanno deciso di punire chi ha reso migliore la qualità della loro vita, cominciando dai giovani che hanno deciso di votare M5S o centrodestra perché il precedente governo di centrosinistra aveva risolto la questione della disoccupazione e del precariato, garantendo finalmente loro un lavoro ben retribuito e a tempo indeterminato anziché l’eterna insicurezza del precariato e dunque l’impossibilità a pianificare il proprio futuro;
  2.  stanchi di ascoltare una narrazione dissonante da parte di chi li governava – si raccontava di un paese in leggera ma costante ripresa, a partire dall’economia e dalla lotta alla disoccupazione – rispetto alla realtà che i cittadini vivevano quotidianamente sulla propria pelle, molto probabilmente, preso atto di essere vittime dell’ennesima frode da parte di chi li aveva governati, nel momento in cui ne hanno avuto la possibilità, servendosi del voto, gli italiani hanno deciso di esprimere una preferenza diversa rispetto a cinque anni fa per punire chi ai loro sguardi appariva un incapace e un bugiardo, millantando risultati meravigliosi” che la maggioranza dei degli elettori non vedeva affatto, vivendo con fatica la quotidianità.

Ora che al governo c’è questa strana creatura gialloverde, che le opposizioni e i loro amplificatori mediatici demonizzano come il male assoluto, anziché bocciarne preventivamente l’operato con i “se” e con i “ma” – la storia si fa con i fatti, non con le supposizioni – invece di lanciare velati, ma nemmeno troppo, anatemi all’ignoranza degli elettori per aver affidato il paese nelle mani degli incapaci e dei “fascisti”, sarebbe il caso che lor signori e signore delle opposizioni e i loro cani al guinzaglio del mondo dell’informazione si facessero un esame di coscienza e si chiedessero se l’attuale maggioranza di governo non sia l’espressione del malessere che vivono milioni di connazionali i quali, consapevoli che solo con il voto possono tentare di migliorare le proprie condizioni di vita, e dunque implicitamente affermano di fidarsi comunque ancora della politica, hanno deciso di dare una chance a chi da poco è sulla scena politica nazionale. Fa niente se si tratta di una banda di incompetenti, dilettanti allo sbaraglio e xenofobi.

Se gli esperti che ci hanno governato negli anni precedenti, agli occhi dei cittadini, appaiono come la causa dei loro mali, che altro potevano fare la maggioranza degli elettori? Fidarsi ancora di chi disattese alle promesse fatte?

Con una virata in punta di matita, hanno deciso di provare a cambiare in meglio il corso delle loro vite, votando chi fino al 3 marzo stava all’opposizione.

È ovvio che così come alle urne il 4 marzo hanno punito coloro da cui si sono sentiti traditi e presi in giro, se l’attuale maggioranza di governo non dovesse dimostrarsi all’altezza delle aspettative, non si può escludere che alle prossime elezioni gli italiani voteranno in maniera del tutto diversa, bocciando anche l’attuala maggioranza di governo! Magari tornando a votare chi votavano fino a ieri o non andando per nulla a votare.

Premesso che nel frattempo costoro sappiano rinnovarsi per davvero. E soprattutto sappiano fare tesoro della cocente sconfitta elettorale.

L’esito elettorale è la voce della maggioranza del popolo. Lo si rispetti, seppure non piace, lo impongono le regole della democrazia!

 

NAPOLI, LA TUTELA DELLA SALUTE IN UNA MEDICINA UNICA

Ricevo e pubblico per conto della dottoressa Carla De Ciampis

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Napoli, la Tutela della salute in una medicina unica, dalla scientifica all’olistica, in una due giorni organizzata dal CITS.

Nella splendida cornice della Sala Santa Maria La Nova nell’omonima Piazza, si è concluso il convegno seminario, : Postura psiche denti e medicina olistica, organizzato dal Comitato Italiano per la Tutela della Salute con il patrocinio dell’ASL Napoli 1 e Comune di Napoli 2 Municipalità. I lavori hanno avuto inizio con i saluti del Presidente della 2 Municipalità, Francesco Chirico, il dott. Mario Forlenza, Dir. Generale ASL Napoli 1 e il Presidente Nazionale del Comitato Italiano per la Tutela della Salute, dott. Raffaele Federico, che dal 1983, anno di costituzione del CITS, è impegnato a far confluire tutti gli aspetti medici e culturali in un unico obiettivo la tutela della salute quale unico scopo primario degli operatori del settore.

Due giornate fitte di argomentazioni, incentrate sull’obiettivo condiviso tra i relatori della medicina tradizionale e i relatori della medicina olistica: la Tutela della Salute dell’individuo.

La postura come espressione del nostro vissuto, comporta, per il dott. Luigi Barbati odontoiatraposturologo, lamentato un problema dal paziente, un’analisi non solo strettamente tecnica, ma, nonostante la mancanza di patologie alla mascella e ai denti, è opportuno avere una visione di insieme, in quanto la causa del fastidio può essere, addirittura, ritrovata in un malfunzionamento di un altro organo. La postura, inoltre, rappresenta la risposta alle sollecitazioni della vita, cui il corpo si adatta.

I denti, ad esempio, conservano una memoria psico-emozionale della nostra vita, a volte un “mal di denti” può essere la coscienza di una questione irrisolta o nascosta nel subconscio ed è stato questo il tema trattato dalla Fisioterapista, dott.ssa Nicoletta Brusciani, che ha posto l’accento sulla Saggezza dei Denti.

L’argomento del Dott. Dario Aquilina, psicoterapeuta, la Mascella come luogo di controllo con riferimento alla contrazione della mascella che provoca effetti psicogeni estesi ,come risultato negativo del suo uso. In prospettiva il controllo della stessa ha evidenziato l’aspetto favorevole nelle terapie psico-corporie portando il soggetto ad un miglioramento emotivo e della qualità della vita. Il viso può essere anche non “simmetrico” riferisce la dott.ssa Giovanna Esposito che affrontando la tematica della Mandibola e la Lingua ne ha dimostrato la relativa connessione sulla colonna vertebrale.

L’equilibrio è il centro del benessere psicofisico afferma il dott. Gaetano Pisano, odontoiatra, che mette in relazione per la diagnosi una visita ortottica con una visita posturale.

Durante il seminario, la dott.ssa Carmela Di Maio, pediatra ASL Napoli 1 Centro, ha messo in risalto la relazione madre -figlio nella postura materna e le notevoli interazioni che consentiranno il bambino “di muoversi nel mondo”. Analogamente il linguaggio del corpo esprime le nostre emozioni e stati d’animo che la psicologa dott.ssa Elena De Rosa dimostra la sua stretta relazione con la comunicazione empatica con gli altri individui.

Le relazioni della medicina olistica hanno avuto anche la partecipazione del pubblico che ha seguito con divertimento e interesse, spaziando dalle arti marziali di origini cinesi del Maestro di THAI CHI ,Gaetano Musella sui benefici su ossa muscoli e articolazioni; al dott. Raffaele Federico, istruttore di SHIATSU ha affrontato la postura relativamente ai meridiani muscoli tendinei e i punti trigger ; alla neuropatia e rilassamento neuromuscolare illustrato dal dott. Francesco Borrelli, Naturopata, al Dott. Domenico Credo, operatore olistico, che ha coinvolto il pubblico spiegando l’importanza di una giusta seduta; fino al massaggio del corpo : la riflessologia e benessere stimolando i punti riflessi di piedi e mani del dott. Ciro Arciello, riflessologo plantare e il massaggio e le tecniche di rilassamento dell’agopressione su “tappetino chiodato” che ha spiegato, Marilena Orsini, massaggiatrice, beneficiano di due attività contemporanee la stimolazione dei punti di agopuntura e trigger lungo il percorso dei meridiani.

Carla de Ciampis

VIVI SANO, MANGIA CAMPANO

 

 

Ricevo e pubblico per conto della dottoressa Carla De Ciampis dell’ufficio stampa della Casa del Consumatore di Napoli

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Casa del Consumatore chiude il suo ciclo informativo, presso l’Istituto Andrea Torrente, del progetto  “Vivi sano, mangia Campano” , finalizzato alla promozione della corretta educazione alimentare.

 Il giorno 30 maggio presso l’Istituto Andrea Torrente, Casoria, l’Associazione nazionale dei Consumatori: Casa del Consumatore, ha concluso il ciclo di presentazione del  progetto “Vivi sano, mangia Campano” realizzato nell’ambito del Programma Generale di intervento della Regione Campania Mise 7.

L’evento è stato realizzato con la collaborazione dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno Portici, Napoli e con la collaborazione dell’ ASL Napoli 2 Nord.

L’incontro formativo ha visto per i saluti di benvenuto l’intervento del Professore, Vincenzo Pepe, che ha rappresentato il Preside Giovanni De Rosa e della Presidente, Dominique Testa di Casa Del Consumatore Campania, a cui hanno fatto seguito le lezioni della dott.ssa Annachaira Coppola e Dott. Biagio Di Micco.

Intesa e proficua mattinata per gli alunni di alcune sezioni dell’Istituto A. Torrente, guidati dai docenti Silvana Di Martino e Morena Fusco, che sono stati coinvolti sull’argomento : Vuoi conoscere quello che mangi?.

La dottoressa, Annachiara Coppola, in rappresentanza dell’Istituto Zooprofilattico ha catturato l’attenzione dei presenti illustrando, la storia e il valore della dieta mediterranea. Inoltre ha presentato il progetto, dell’Istituto Zooprofilattico, QRCode Campania in materia di sicurezza alimentare, tutela della salute dei consumatori e la tracciabilità degli alimenti acquistati.

Un excursus sui cibi da evitare, bevande sconsigliate, comportamenti alimentari corretti e di prevenzione è stato l’intervento del dott. Biagio Di Micco, Dirigente Medico ASL Napoli 2 Nord, che ha ribadito il ruolo fondamentale della famiglia nell’insegnamento dell’educazione alimentare, in quanto ai giovani i pasti vengono preparati, cucinati, e quindi somministrati.

L’intervento dell’ Avvocato Salvatore Mancino, Casa del Consumatore, ha riguardato il ruolo dell’ Associazioni dei consumatori e le finalità del progetto: “Vivi sano, mangia Campano” destinatari i giovani e le famiglie.

 

Carla De Ciampis

Ufficio Stampa

Casa del Consumatore

E’ L’ORA DEL GOVERNO DEL CAMBIAMENTO, SPERIAMO IN BENE…

E’ proprio vero, le vie del Signore sono infinite. Quando ormai nessuno più ci sperava nella possibilità che,  dopo quasi 90 giorni dalle elezioni, potesse prendere vita un governo politico targato Lega-M5S, soprattutto dopo i fatti drammatici di domenica sera – il no del Presidente Mattarella al professor Savona quale  titolare del dicastero dell’economia; il niet di Salvini alla sostituzione di quello di Savona con un altro nome; remissione del mandato del Premier incaricato, l’illustre sconosciuto professor Giuseppe Conte; la successiva minaccia di impeachment del Capo dello stato da parte di Di Maio; Salvini che si dice arrabbiato ma contrario all’impeachment e pronto ad andare a nuove elezioni; la convocazione per l’indomani al Quirinale di Carlo Cottarelli cui Mattarella ha intenzione di affidare il compito di formare un governo neutrale che guiderà il paese fin dopo l’estate se non avesse la fiducia del Parlamento, fino a febbraio 2019 se invece la fiducia l’avesse – ecco che ieri la matassa s’è improvvisamente sbrogliata e il governo M5S-Lega, alias del cambiamento, alias dei populisti, alias dei sovranisti, alias degli antieuropeisti, alias dei dilettanti, alias degli incompetenti, alias chi più ne ha più ne metta, presieduto dal professor Giuseppe Conte, oggi alle 16 giurerà al Quirinale.

Una svolta assolutamente inattesa ma che non può che far felici quei 17 milioni di italiani che il 4 marzo divisero i propri voti tra M5S (11 milioni) e Lega (6 milioni). Senza contare quelli che votarono Fi e FdI, consentendo alla coalizione di centrodestra di vincere le elezioni con oltre il 36% di preferenze. Ma tuttavia di non poter governare causa una legge elettorale, il rosatellum, di puro stampo proporzionale, senza premio di maggioranza, che favoriva le coalizioni. Secondo i maligni chi la partorì, l’allora capo gruppo alla Camera del Pd Ettore Rosato, lo fece con l’intento di favorire dopo il voto una possibile alleanza Pd-FI, dando per scontato che il Pd avesse preso più del 20 % e FI si sarebbe affermato primo partito della coalizione di centrodestra.

Purtroppo per chi aveva presupposto tale scenario, essendo le cose risoltesi in maniera totalmente diversa, con il Pd al 18% e FI secondo con il 13 %, dietro alla Lega al 17 %, il 5 marzo, a scrutini ancora in corso,  già iniziarono a prefigurarsi scenari di ingovernabilità che solo un’alleanza M5S-Lega o M5S-Pd avrebbero potuto evitare.

Visto che il Pd non ne volle sapere di attuare una collaborazione con i grillini, lo stesso dicasi per Salvini nei confronti di Renzi, M5S e Lega, veri vincitori delle elezioni, decisero di provare a dar vita a un governo giallo/verde. E quando sembrava ci fossero riusciti, la mannaia del Quirinale si abbatté sul nome di Savona, mandando tutto all’aria, scatenando un putiferio istituzionale.

Cosa sia improvvisamente successo tra lunedì e mercoledì sera perché  i tre protagonisti di questa surreale querelle -M5S, Lega e Quirinale – trovassero un accordo, garantendo al paese un governo politico, non è dato saperlo, e forse mai lo sapremo.

Di certo il governo che oggi pomeriggio giurerà al Quirinale e domani presenzierà ai festeggiamenti della Festa della Repubblica, non nasce sotto una buona stella. Le polemiche e le incognite che lo accompagnano sono tante. Soprattutto in virtù dell’evidente ingenuità politica di alcuni dei suoi protagonisti. Mi riferisco ai grillini e in particolare al vice Premier, nonché Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Luigi di Maio il quale domenica sera evocava addirittura l’impeachment per Mattarella, dopo averlo tanto elogiato nei giorni addietro; per poi successivamente scusarsi con il Capo dello Stato, proponendo lo spostamento di Savona dal Mef al ministero per i rapporti con l’Europa. Prendendo in questo modo in contropiede Salvini già in campagna elettorale per sfruttare i sondaggi che danno la Lega in crescita esponenziale rispetto a FI e lo stesso M5S.

Se dovessimo dare ascolto alle tante cassandre che quotidianamente dai giornali e dagli schermi televisivi lanciano le loro nefaste profezie sul dove condurrà il paese il cosiddetto governo del cambiamento, meglio sarebbe se espatriassimo, come molte di loro dissero che avrebbero fatto se alle elezioni avesse vinto il M5S.  Ebbene, seppure il M5S è al governo, questi presaghi di sventura sono tuttora in patria, ben radicati sulle poltrone dei loro giornali o su quelle degli studi televisivi che li ospitano quasi ogni giorno.

Come giustamente qualcuno sostiene, un governo va giudicato per quello che fa, non per quello che potrebbe fare. Se dopo 25 anni di alternanza centrodestra-centrsinistra, la maggioranza degli italiani ha sentito la necessità di sfoltire gli scranni parlamentari dai soliti deretani per rinfoltirli con quelli nuovi di molti grillini e leghisti alla loro prima esperienza, un motivo dovrà pur esserci!?

Se prima il centrodestra a guida Berlusconi e poi il centrosinistra a guida Renzi avessero agito per il bene del paese e, soprattutto, dei cittadini, la stragrande maggioranza degli italiani  non li avrebbe rivotati anziché indirizzare il proprio voto altrove o non andando proprio a votare?

Possibile che le cassandre non riescano ad accettare tale palese verità? Possibile che non capiscano che così come gli elettori hanno bocciato il Pd e FI, se non li soddisfacesse, alle prossime elezione bocceranno anche l’attuale maggioranza parlamentare? Possibile che lor signori e signore non si capicitino che agli occhi della maggioranza degli elettori il male minore, al momento, sono proprio il M5S e la Lega?

Si chiedessero perché? Magari facendo un giro per le periferie o delle stazioni centrali, sempre più terre di nessuno, invase da immigrati clandestini, prostitute, spacciatori, criminali della peggiore specie  la cui presenza è sinonimo di insicurezza per gli abitanti di quelle zone. Oppure vadano nelle fabbriche a parlare con gli operai il cui salario rasenta la miseria; parlassero con i pensionati sempre più impoveriti; provassero a dialogre con i giovani in cerca di un lavoro, costretti a lavare i piatti, con tutto il rispetto per la categoria dei lavapiatti, per garantirsi un minimo di indipendenza economica. Parlassero con chi si è laureato con 110 e lode ed è costretto a espatriare per vedersi riconosciuto il proprio titolo anziché restare in Italia a lavorare in un call center per 6/700 eruo al mese!

Se il governo del cambiamento manterrà o meno le promesse scritte sul contratto di governo lo sapremo solo vedendolo all’opera.

Da questo lo giudicheremo, non certo dalle nefaste profezie di chi riconosceva in Renzi il salvatore della patria!