All’epoca in cui scrissi L’ultima Notte, non avevo ancora compiuto 18 anni. Come tanti ragazzi della mia età, tra le mie fantasie erotiche nutrivo quella di vivere una storia d’amore con una bella donna molto più grande di me che mi iniziasse ai segreti dell’amore.
Fu così che, solleticato da questa idea trasgressiva, battei a macchina un racconto di nove cartelle che, insieme a molti altri, per oltre dieci anni decantò in una cartellina nel cassetto della scrivania.
Quando agli inizi dell’estate del 1996 acquistai il mio primo computer, decisi di trascrivere sui floppy i racconti di quando ero ragazzo.
Non appena iniziai a copiare L’ultima Notte, dopo le prime due pagine, mi bloccai davanti allo schermo come ipnotizzato.
All’improvviso percepii che quel racconto doveva “respirare”, che meritava molto più spazio, che la storia d’amore tra il giovane Kayfa e l’esperta Miryam doveva essere narrata in maniera estesa.
Così come meritava molto più spazio la figura di Omar, il pescatore egiziano che, con la propria saggezza, cercherà di dissipare i dubbi del protagonista sull’amore e sulla vita. […]
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