vecchiaia

VECCHIAIA

C’è una realtà che, come la morte, appartiene naturalmente a tutti quanti noi, il suo nome è vecchiaia! Di essa molti acquisiscono consapevolezza solo quando iniziano a patire gli acciacchi fisici, abbiano quaranta o sessanta anni, vedendosi improvvisamente preclusa la possibilità di realizzare ambizioni di qualsiasi genere.

C’è chi si sente vecchio già a trenta anni e chi invece a sessanta ancora ragazzino, indipendentemente dall’aspetto del proprio fisico, perché ha uno spirito precocemente invecchiato o eternamente giovane. Pertanto, seppure l’anagrafe gli imporrebbe di fare o non fare determinate cose, egli reagisce in virtù di come si sente interiormente fregandosene degli anni e di quello che gli altri potrebbero pensare. […]

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DISLESSIA, UN FANTASMA DA ESORCIZZARE CON LO STUDIO E LA PAZIENZA

Era il 14 marzo 2007 quando scrissi queste righe e le pubblicai sul mio blog LA VOCE DI KAYFA. Da allora sono trascorsi più di dodici anni, ma, ascoltando tante persone che si interessano del problema, tuttora la dislessia per molti insegnanti e professori resta un mistero profondo, un labirinto in cui perdersi. Malgrado le istituzioni si siano adoperate con l’istituzione di corsi di formazione e di aggiornamento per fornire degli idonei strumenti di conoscenza a quanti lavorano a contatto con i ragazzi affinché siano in grado di individuare il problema e adoperarsi per risolverlo con il sostegno delle famiglie e di esperti.

Ovviamente ho rivisto e aggiornato il post per dimostrare a quanti credono chissà quale mostro sia la dislessia che trattandosi di un disturbo dell’apprendimento, una volta individuato il problema, basta adottare le terapie e gli strumenti idonei perché un dislessico possa condurre un esistenza normale, ottenendo sia a livello di studi che professionali risultati di rilievo.

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La prima volta che sentii parlare di dislessia fu quando il responsabile del centro medico cui ci aveva indirizzati un’amica psicopedagogista, dopo aver sfogliato i quaderni del mio primogenito Lorenzo che all’epoca frequentava la terza elementare, affermò, nella scrittura del bambino si evincono tratti dislessici.

Notando lo stupore disegnarsi sul viso di mia moglie e sul mio, il dottore ci spiegò che la dislessia è una difficoltà che riguarda la capacità di leggere e scrivere in modo corretto e fluente. Leggere e scrivere sono atti così semplici e automatici che risulta difficile comprendere la fatica di un bambino dislessico. Purtroppo in Italia la dislessia è poco conosciuta, benché si calcoli che riguardi almeno 1.500.000 persone. La dislessia non è causata da un deficit di intelligenza né da problemi ambientali o psicologici o da deficit sensoriali o neurologici. Il bambino dislessico può leggere e scrivere, ma riesce a farlo solo impegnando al massimo le sue capacita e le sue energie, poiché non può farlo in maniera automatica. Perciò si stanca rapidamente, commette errori, rimane indietro, non impara. La difficoltà di lettura può essere più o meno grave e spesso si accompagna a problemi nella scrittura, nel calcolo e, talvolta, anche in altre attività mentali. Tuttavia questi bambini sono intelligenti e – di solito – vivaci e creativi. […]

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APORIA

L’origine della filosofia socratica prende spunto dalla scritta posta sull’ingresso del tempio di Delfi, Conosci te stesso.

La maieutica, ossia la capacità di Socrate di condurre l’individuo a mettersi in discussione ponendogli tutta una serie di domande tese a scardinarne le proprie convinzioni fino ad indurlo a dubitarne, acquisendo così la consapevolezza di non sapere, è l’inizio della conoscenza di se stessi.

La giustificazione che Socrate attribuiva alle parole dell’oracolo delfico secondo cui lui, Socrate, era il più sapiente tra gli atenesi, derivava dal proprio “sapere di non sapere”. Da qui la ricerca della conoscenza attraverso la riflessione e lo studio su quanto gli accadeva intorno risultava la conseguenza naturale atta a colmare tale lacuna.

Ma la ricerca, cui Socrate si riferiva, non era intesa in senso scientifico. A riguardo va detto che Socrate si discosta dalla filosofia naturalista che imperava all’epoca, la quale contemplava tra l’altro anche questioni metafisiche come ad esempio la cosmologia, ritenendo che fosse un illuso chiunque credesse di poter scoprire l’origine dell’universo in quanto ciò era possibile solo a quello stesso Dio che lo aveva creato. […]

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