Ne hanno parlato così tanto e bene che alla fine, vinta ogni resistenza da sesto senso, mi sono detta: e che sarà mai? qualcosa capirò anch’io. E invece mi sono bastati dieci minuti per decretare che Everything Everywhere non è un film che fa per me. Del resto, non è un segreto per nessuno: il regista ha confezionato un prodotto per un pubblico giovane, in particolare per quello che è a suo agio nell’esplorare il multiverso e ogni altra realtà parallela.
La frattura tra i boomers e le generazioni che il telefono fisso l’hanno visto solo nei film è insanabile; tuttavia è ingiusto liquidare i primi come quelli che sanno viaggiare solo su binari prestabiliti. Se così fosse, non sarebbero in grado di comprendere una pagina complessa né apprezzerebbero a fondo un brano di musica classica o qualsiasi altra cosa richieda competenze che vanno oltre il know-how di base.
I boomers non sono fluidi e difendono la loro dimensione morale perché conoscono la forza rivoluzionaria d’essere se stessi. A questo punto la domanda è: i giovani, a tempo debito, sapranno fare altrettanto o resteranno invischiati in una dimensione altra che neppure esiste?
Credo che alla fine sia una questione di corsi e ricorsi storici. Chi mai avrebbe immaginato che dopo un secolo ci saremmo di nuovo confrontati (in Europa, cioè a casa nostra) con stravolgimenti epocali? Cambiamenti climatici, crisi economiche, guerre, pandemie, tutte cose che, fino a qualche anno addietro, credevamo da terzo e quarto mondo. Quando la realtà supera la fantasia….
Vero. Dio non voglia che accada il peggio, lo spettacolo che nessun essere umano ha ancora visto.
Abbiamo sempre vissuto nella sana illusione che certe cose fossero lontane da noi nel tempo e nello spazio.
Ovvietà: la realtà supera sempre la fantasia
Sana illusione o falsa convinzione? Chissà…
Tutto scritto nell’ ultimo paragrafo, spettacolare per incisività la frase di ingresso. Clap clap clap 🙂