Americani misogini? Sì, anche il prossimo presidente sarà un uomo

   Sulla piattaforma digitale Hulu è presente il documentario Hillary, sulla ex Segretario di Stato Clinton; la regista, Annette Burnstein, spiega la disfatta dell’ex first-lady alla presidenziali del 2016 contro Donald Trump in questi termini: “Essere donna l’ha penalizzata e la sua vicenda ci aiuta a comprendere la situazione attuale. Ai tempi in cui Hillary era una ragazza, era impossibile pensare che una donna potesse governare gli Stati Uniti. Basti un esempio: al liceo si candidò a presidente della sua classe. Fu sconfitta da uno studente che le propose di nominarla segretario, cioè di fare il lavoro al posto suo. Oggi i preconcetti, consci e inconsci, non sono cambiati e c’è un giudizio costante nei confronti delle candidate, urla troppo non sorride abbastanza“.

   Per quanto riguarda l’attualità più stringente, i non misogini avevano sperato che questa volta a sfidare Trump ci sarebbero state due senatrici: Elizabeth Warren e Kamala Harris, ma a contendersi la candidatura sono rimasti due uomini: Joe Biden e Bernie Sanders. Tuttavia si può ancora ragionevolmente sperare in una vice, meglio se nera perché la sua candidatura sarebbe vantaggiosa in termini di voti. Tre i nomi attualmente in ballo: Kamala Harris (che sostiene Biden), l’avvocatessa Stacey Abrams e Val Demings che ha condotto la procedura di impeachment contro Trump.

   Nella foto, a sinistra, Tulsi Gabbard che è stata esclusa dal dibattito pubblico del 15 marzo tra candidati del suo partito. A destra Hillary Rodham Clinton. Tra le due non corre buon sangue.