dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 10/09/2014
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
531
L’Architetto Andrea e il Ballo di San Valentino
Un anno fa, l’Architetto Andrea, cinquant’anni, Studio affermato in Milano, aveva deciso di festeggiare un San Valentino speciale. Andrea aveva le sue buone ragioni. A cinquant’anni l’Architetto era contendo della sua affermazione professionale, ma era deluso e amareggiato della sua vita sentimentale. Infatti, non parlava mai dei suoi due fallimenti matrimoniali. Preferiva parlare d’arte, di progetti artistici… Il tema donne era tabù. A cinquant’anni, però, molta acqua è passata sotto i ponti. Certe paturnie vengono abbandonate. Si è propensi ad accettare la realtà per quella che e non per quella che viene spesso propagandata. Ecco, quindi, giunto il momento per “lanciarsi nell’arena”. L’Architetto Andrea era un bell’uomo, alto,. fisico atletico, capelli brizzolati…sembrava un attore del cinema. Con le donne, però, era una frana. Il cinquantenne aveva saputo che un’Associazione milanese aveva organizzato il concorso per il “Ballo di San Valentino”. Si trattava di una gara alla quale potevano partecipare solo gli uomini… perché le donne (le ballerine) venivano sorteggiate tra le vincitrici di un concorso di bellezza. Risultato. Il vincitore, oltre ad azzeccare la ballerina giusta, doveva dimostrare abilità non comuni. Andrea in gioventù era stato un ballerino provetto, ma da qualche anno non aveva fatto molti allenamenti. Ora era giunto il momento di riprendere l’antico piacere. Una settimana prima di San Valentino, il cinquantenne, aveva lasciato la gestione dello Studio di Architettura ai suoi Collaboratori e si era dato anima e corpo al ballo. Il concorso si sarebbe svolto in tre serate. La prima veniva sorteggiata la ballerina e qui, Andrea, ebbe la prima sorpresa. Il cinquantenne si trovò in coppia con una venticinquenne, bellissima, alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo… nome: Chimera. Unico difetto… non sapeva ballare. Andrea comprese subito che per vincere non bisogna mai darsi per vinto. In brevissimo tempo l’Architetto trasformò la ragazza in una vera ballerina. Durante la seconda serata venivano scelte le tre coppie finaliste per il “Ballo di San Valentino”. Andrea e Chimera conquistarono il terzo posto, ma la lotta si presentava durissima. Le altre due coppie era formate da provetti ballerini di lungo corso. Persone che “mangiavano ballo” dalla mattina alla sera. Alla fine, però, contava anche la fantasia …e Andrea, con accanto Chimera, di fantasia ne aveva da vendere. Dopo le prime due coppie che avevano raggiunto il massimo dei voti, toccò ad Andrea e Chimera i quali si erano allenati tutta la notte. Chimera era sfinita, ma Andrea la sosteneva e la incitava. Ed è stata la fantasia ad aiutare l’audacia (e l’irresponsabilità) di Andrea il quale, oltre a ballare in modo impeccabile… trasformò la sua ballerina in una “bambola”. La Giuria non ebbe dubbi. I vincitori de il “Ballo di San Valentino” erano loro: Andrea e Chimera i quali si aggiudicarono una Crociera nel Mediterraneo… in prima classe completa di ogni confort. Chimera comprese che Andrea era il suo uomo, l’uomo che aveva le idee chiare. Con l’amore, infatti, non si scherza. La sintonia della coppia è fondamentale. (531)
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TEODORICO
di
Teresa Ramaioli
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ANNAMARIA ...
E
IL RACCONTO DI GIACINTO
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ANNAMARIA ...
E
LE SCELTE
(Rispondi) (Rispondi)
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Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
11
Claudio… e una settimana a Alassio
Sono parecchie le persone che ricordano con piacere i bei momenti passati con una persona (se uomo… una donna; se donna … un uomo). Tra queste si può annoverare sicuramente Claudio, un bel cinquantenne che, dopo aver visto i primi capelli grigi, imbiancargli la chiama bionda… ha avuto momenti di sconforto. Fu, allora, che si ricordò di Valentina, una splendida ragazza, conosciuta durante una vacanza ad Alassio, una delle spiagge più belle della riviera ligure… Il fatto era accaduto cinque anni prima (lui 45 anni, lei 25). Anche, allora, Claudio stava uscendo da una crisi “con un’altra metà del cielo”. Per “rianimarsi” aveva pensato di concedersi una vacanza. In un primo momento voleva rimanere in ufficio, dove l’andirivieni delle persone, alleviava la solitudine (interiore)… Poi, su insistenza di una collega, Caterina, si era convinto che, il miglior antidoto per dimenticare, era quello gettarsi anima e corpo in un nuovo turbinio di attività. Fu la stessa Caterina che, dopo il consiglio, aveva steso un densissimo programma di impegni. Per il cinquantenne in crisi, si trattava di un “tour de force”… continue passeggiate in diverse ore del giorno e della notte… lungo la lunghissima e affollatissima spiaggia di Alassio che non permette a nessuno di fermarsi… neanche un momento. Caterina, inoltre, era stata categorica: “Devi seguire il programma alla lettera… senza mai mancare ad un orario stabilito”. La collega fu talmente convincente che Claudio obbedì. I primi due giorni ad Alassio passarono in un volo. Dopo notti in cui il bel cinquantenne aveva trascorso… “contando le pecore”, finalmente poteva chiudere gli occhi ed alzarsi rilassato. Il terzo giorno, però, Claudio si rese conto che ad Alassio non aveva visto nulla… se non… la sabbia e l’acqua del mare. Come immagini da portare a casa (e in ufficio)… erano proprio poche. Claudio, quindi, si avventurò nell’animata stradetta dentro al borgo antico… il “budello” di Alassio … Fu qui che, nell’indescrivibile andirivieni delle persone, si “scontrò” con una bellissima ragazza la quale aveva fatto un brusco movimento. Era “cascata” tra le braccia di Claudio… il quale, anziché, ricevere un sorriso di ringraziamento per l’aiuto prestato, ricevette un violento rimbrotto… La ragazza era arrabbiatissima. “Non è così il modo di comportasi. Potrei denunciarlo per molestie sessuali.” Claudio si sentì in colpa e cercò di giustificarsi. “Cosa ho fatto di male? L’ho aiutata a rialzarsi.” La discussione andò avanti per qualche minuto… poi, i due si calmarono. Si presentarono… “io, Claudio…” “io, Valentina”. Decisero di fare pace e prendere un ottimo caffè. Da quel momento fu tutto un crescendo di … piacere. Per Claudio, Valentina era il massimo che un uomo potesse desiderare. Per il bel cinquantenne, la ripresa (mentale) fu immediata e i giorni passarono tra baci, abbracci, sospiri … e molto di più… Ma come tutte le cose belle… la vacanza ebbe fine. Valentina doveva tornare a Milano… Entro il mese di settembre, un mercoledì, si sarebbe sposata. E per Claudio fu una nuova tragedia… e un bel ricordo… (cinque anni dopo). – Buona giornata a tutti. Dino (11)
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PENSIERI SPARSI DEL 10 SETTEMBRE 2014
“L’amore è come un treno…
non importa quando passa.
Tutto dipende
dalla decisione di prenderlo”
Dino
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10 SETTEMBRE 2014
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 10 Settembre 2014 – Mercoledì - 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
racconti di settembre
739
Il matrimonio del Dott. Giacinto
Settembre è il mese delle grandi decisioni. E’ stato così per molte persone, uomini e donne. Ognuno ha avuto i suoi motivi e le sue ragioni. Anche il Dott. Giacinto un anno fa. Il Dott. Giacinto, però, aveva alle spalle una storia un po’ complicata. Cinquant’anni, single, Dirigente di una Agenzia Commerciale a Milano, abitante a Pavia era da dieci anni innamorato pazzo di una residente nel suo stesso Palazzo dove abitava in Pavia. Una bellissima quarantenne di nome Veronica. Quando la vide la prima volta, dieci anni prima, lei aveva trent’anni e lui quaranta. Anche allora era settembre. Il Dott. Giacinto, come la vide se ne innamorò e lo disse pure all’interessata. “Veronica non ho mai incontrato una donna favolosa come te” Da quel giorno Giacinto non ha perso di vista Veronica la quale non ha mai risposto ad una richiesta di appuntamento. Quando si dice mai… è proprio mai. Eppure Giacinto si incantava ogni volta che la vedeva. All’amico Flavio aveva confidato la sua passione. “Flavio, Veronica mi fa impazzire. Ogni volta che la vedo mi manda in estasi. Mi sembra di sognare” Flavio guardava l’amico. Sorrideva e… “Ma glie lo hai detto che ti piace? Che vorresti uscire con lei?” Giacinto ogni volta aspettava la domanda. “Certo che glielo detto… ma lei fa finta di non sentire… e parla d’altro” A quel punto Flavio concludeva il discorso. “Se fossi io, l’avrei cancellata dalla mente … da un pezzo” Intanto erano passati dieci anni e il Dott. Giacinto era ancora li, innamorata pazzo (da dieci anni). Comunque, un anno fa, era settembre e aveva deciso. Si sarebbe sposato. Con chi? Forse con Veronica… suo unico pensiero. Veronica, la sua vicina di appartamento. Alta, bionda, occhi azzurri …e gambe da fine del mondo. Una mattina dei primi di settembre di un anno fa, il Dott. Giacinto, decise di chiamarla al telefono per spiegarle la situazione. “Veronica, scusa se ti disturbo. Ho deciso di sposarmi” Veronica si mostrò sorpresa. “Con chi?” Giacinto fece finta di tossire. Poi…”Con te… se sei disponibile?” Veronica si è messa ridere. “Va bene che il mondo è cambiato, ma… se non siamo nemmeno fidanzati…” Per Giacinto è stato già un successo. In dieci anni non era mai riuscito ad avere la risposta ad una sola domanda. Aveva avuto fortuna. Poteva continuare il discorso. “Veronica possiamo fidanzarci oggi, e sposarci tra un mese o due…” La quarantenne non rispose subito. Attese qualche istante, poi…”Giacinto ti ringrazio per la tua cortesia… comunque è un discorso troppo lungo e impegnativo. Ti invito a casa mia per una cena questa sera alle venti…” Per Giacinto è stato come toccare il cielo con un dito. Si vide già vincitore… Alla sera puntuale, il Dott. Giacinto si presentò a casa di Veronica con un mazzo di rose rosse. Era il minimo che potesse fare. Veronica non era sola. C’era anche sua sorella Valentina… di due anni più giovane, e meno bella della quarantenne. Giacinto subodorò qualcosa. Infatti, durante una cena gustosissima, Veronica avanzò la proposta di un possibile fidanzamento tra Giacinto e Valentina. Le spiegazioni non erano necessarie e la quarantenne non era disposta a darne. Da quel momento il discorso aveva preso un’altra piega. Giacinto si era trovato bene con le due sorelle e nella mente del cinquantenne cominciò a prendere corpo un eventuale fidanzamento con Valentina. D’altro canto Valentina era disponibilissima, dolce, gentile, con una marcia in più… Ci sapeva fare. Era una donna normale che manteneva con Giacinto un rapporto normale da donna a uomo. Quando la cena ha avuto termine Giacinto e Valentina avevano già deciso. Si sarebbero fidanzati. E così è stato. Valentina, però, era l’opposto di Veronica …dolce, cordiale …e disponibile sempre … ogni volta che Giacinto sentiva il desiderio di averla tra le braccia, la donna era a sua disposizione. Dopo poche settimane, il cinquantenne, si pentì di aver inseguito per tanti anni un’illusione… come Veronica. Aveva speso dieci anni del sua vita… in cambio di niente. Ora aveva Valentina, qualcosa di unico, di assoluto. Del resto è sempre così. Una persona non pensa mai che, cambiando strada, le cose potrebbero migliorare. Spesso la paura dei cambiamenti è inspiegabile. Ormai era fatta. Giacinto avrebbe sposato Valentina. E così è stato. Ai primi di dicembre di una anno fa, Giacinto e Valentina erano felicemente insieme … nell’appartamento del cinquantenne. Non era passato un mese… Un giorno di gennaio, Giacinto era in Piazza della Vittoria a Pavia. Stava pensando di prendere un caffè quando vide avvicinarsi Veronica, ormai sua cognata. “Veronica, ho voglia prendere un caffè… vuoi tenermi compagnia?” La quarantenne accettò. Dopo il caffè sono nati i soliti discorsi. Veronica, però, era diventata una Sfinge. Giacinto cercò di sondarne le ragioni. Veronica sbottò… “Se tu avessi atteso solo qualche mese …avrei accettato io… di sposarti” Tra i due scese il silenzio. Nessuno dei due aveva voglia di andare oltre. - Questo è il racconto 739, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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IL PAESE DEI CAMPANELLI
di
Teresa Ramaioli
Il paese dei campanelli----In un’immaginaria isola olandese è ambientato il Paese dei Campanelli. Questo nome è dovuto dal fatto che su ogni casa c’è un piccolo campanello. La leggenda narra che se una moglie tradisce il marito, il campanello della casa in questione suonerà e tutti verranno a sapere quello che è successo. Anche se nessuno li ha mai sentiti suonare, gli abitanti non hanno il coraggio di dimostrare il contrario. Tutto, nel paese dei campanelli, resta tranquillo fino all’arrivo di una nave militare inglese, costretta all’attracco nel porto dell’isola da un incendio sviluppatosi a bordo. Gli ufficiali scendono a terra e… accade l’inevitabile! Hans, il comandante, fa suonare il campanello con Nela, Tom lo fa suonare con BonBon e La Gaffe, per un imperdonabile errore, con Pomerania, la donna più brutta del paese. La Gaffe purtroppo combina un’altra gaffe arrivano sull’isola le mogli degli ufficiali e, senza colpa, rifanno suonare i campanelli con mariti di Nela, BonBon, Elena e Pomerania. La leggenda narra che se un giorno ogni cento anni i campanelli resteranno muti, non suoneranno mai più. TUTTI sono avvertiti, nessuno vuole trasgredire, ma c’è La Gaffe che, suo malgrado, riesce a rovinare tutto. Gli ufficiali ripartono con le mogli e sull’isola per altri cento anni esisterà ancora l’incubo dei campanelli. Ciao Teresa
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ANNAMARIA ...
E
IL RACCONTO DI ELISA
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ANNAMARIA ...
E
I PENSIERI SPARSI
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COMMENTO DI IOSONOLAVITA1
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ANTONIO SCARPA
di
Teresa Ramaioli
ANTONIO SCARPA----Molte e notevoli per importanza ed originalità del contenuto sono le opere che Scarpa diede alle stampe. Il suo lavoro nel campo dell'anatomia fu tanto rilevante che diverse parti del corpo umano prendono ancora oggi il suo nome, nella nomenclatura medica internazionale. L'anatomia sviluppata da Scarpa a Pavia non fu fine a sé stessa ma a base e servizio della fisiologia e della chirurgia. Fu amico di Alessandro Volta, con il quale viaggiò in Europa e frequentò gli ambienti scientifici di Londra, Vienna e Parigi. La sua fama gli fece ottenere la Legion d'Onore e l'elezione a membro della Royal Society e delle principali accademie scientifiche europee. Quando Napoleone nel 1805 visitò l'Università di Pavia ricevette l'omaggio del corpo docente, ma non trovando Scarpa tra i professori chiese dove mai egli fosse. Gli venne risposto che non avendo prestato giuramento al nuovo governo aveva dovuto rinunciare al posto. Al che il sovrano replicò: E che importano i rifiuti del giuramento e le opinioni politiche? Il dottor Scarpa onora l'università e i miei stati. Quando gli venne finalmente presentato gli disse: Quali che siano i vostri sentimenti io li rispetto ma non posso tollerare che voi restiate separato da un istituto di cui siete l'ornamento. Un uomo come voi deve come un bravo soldato morire sul campo di battaglia. E lo rinominò nel corpo docente dell'università. L'anno successivo gli fu restituito anche l'incarico di rettore. La sua testa è conservata in formalina presso il Museo per la storia dell'Università di Pavia. Nessuno sa perché fu mozzata. Forse fu un singolare atto di omaggio come sostenne il Panizza, suo successore: "La testa degli uomini grandi dovrebbe essere sempre conservata poiché l'uomo sta tutto nella sua testa".Ciao Teresa
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