Messaggi del 24/09/2014

MARIA CARLA racconto (32) di Dino Secondo Barili

Post n°15558 pubblicato il 24 Settembre 2014 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere,

sono frutto di fantasia,

pertanto non hanno  nulla a che vedere

 con persone reali o fatti realmente avvenuti)

32

Maria Carla … a cena col destino

Dice una vecchia canzone: “Voglio vivere così col sole in fronte… e felice canto… beatamente…”. Maria Carla non era nelle condizioni migliori per apprezzare il testo della canzone. Era in ufficio, la radio trasmetteva la canzone a basso volume, ma Maria Carla, il giorno dopo, avrebbe lasciato il lavoro e sarebbe andata in pensione. Quando una persona sta per lasciare il lavoro… da una parte è contenta… dall’altra non lo è affatto. Sa che una parte importante della sua vita se ne è andata. E… poco consolanti sono le parole degli esperti… sui molti anni che una donna ha davanti a sé. “Non sono le aspettative di vita quelle che contano” – diceva dentro di sé Maria Carla – “Quello che conta nella vita … è la qualità… e la qualità è fatta di molte cose. Primo fra tutti: l’amore…” Già, l’amore… Maria Carla si fece un breve esame di coscienza e concluse amaramente che, nella sua vita, d’amore ce ne era stato molto poco. Si… aveva avuto parecchi fidanzati (Luigi, Francesco, Giovanni) … parecchi amici intimi (Raffaele, Giambattista) con i quali aveva fatto dei bei viaggi in Europa, ma un vero “grande amore…amico e compagno” nella vita di Maria Carla non c’era mai stato. Ora, però, era tempo e luogo di darsi da fare, recuperare il tempo perduto. Dal giorno dopo, l’impiegata Maria Carla sarebbe stata libera… padrona del proprio tempo… Da quale parte cominciare? Maria Carla pensò mentalmente alle opportunità. Avrebbe potuto iscriversi ad una Università della Terza Età, ma scartò subito l’idea. Non le andava di chiudersi in un’aula scolastica ad ascoltare “cose” che non la interessavano affatto. Alla neo-pensionata venne in mente di iscriversi ad una compagnia teatrale amatoriale. Aveva sempre desiderato diventare attrice. Ci sono delle “compagnie teatrali amatoriali” che hanno come scopo quella di mettere in scena delle belle e allegre commedie. Per Maria Carla era un’idea allettante (sempre coltivata e mai realizzata)…comunque meritevole di essere presa in considerazione. La neo- pensionata stava meditando sul da farsi, quando la porta dell’Ufficio si aprì ed entrò un signore della sua stessa età. “Lei è la signora Maria Carla? La signora che domani dovrebbe andare in pensione?” L’impiegata guardò il nuovo arrivato con interesse… Aveva un non so che di particolare, di interessante. “Si, sono io” – L’uomo prese posto sulla sedia e spiegò il motivo della sua domanda. “Signora Maria Carla. Sono il Presidente dell’Associazione “… a cena col destino”. Domani sera organizzeremo la consueta cena mensile. Durante la cena verrà sorteggiata un “Una settimana a Parigi”. La donna che vincerà il premio potrà scegliersi il compagno di viaggio di suo gradimento. Cosa ne dice? Sarà dei nostri?” Maria Carla ci pensò un attimo. Perché non rischiare? Così fece. Partecipò alla cena e il “destino” la baciò. Vinse una settimana a Parigi e scelse come compagno di viaggio il più affascinante tra i signori presenti… Aveva ragione la canzone: meglio vivere… col sole in fronte! – Buona giornata a tutti. Dino (32)

 
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I CIBI FATTI IN CASA di Teresa Ramaioli

Post n°15557 pubblicato il 24 Settembre 2014 da dinobarili
 

I CIBI FATTI IN CASA 

di

Teresa Ramaioli

 
iltuonoilgrillo il 24/09/14 alle 17:21 via WEB
CIBI FATTI IN CASA--- I nostri nonni mangiavano ciò che la loro terra produceva, ed erano capaci di preparare tutto. Sapevano coltivare, allevare gli animali, tagliare la legna, farsi i vestiti, curarsi con metodi naturali.Nei paesi esistevano pochi negozi di alimentari . I nostri genitori hanno visto svilupparsi i grandi supermercati e sono rimasti affascinati dalla comodità di comprare il cibo invece che doverlo coltivare con fatica e costante impegno. Noi non dobbiamo più coltivare, ma nemmeno preparare a casa il cibo , perché oggi esistono i ‘piatti pronti’, . Basta comprarlo e mangiarlo! (cosa si mangia?) Con il microonde, bastano pochi minuti e…si mangia! Grazie a questo strumento tecnologico non dobbiamo più perdere tempo a cucinare . Ma siamo sicuri che cucinare sia tempo perso? Ai vecchi tempi il pane si faceva una volta la settimana. Le donne preparavano a casa l’impasto e andavano al forno del paese per cuocerlo tutte insieme. Quel pane durava una settimana perché era fatto con la pasta acida . Anche oggi si possono preparare facilmente in casa: pane, biscotti, torte dolci e salate, pasta fresca, marmellate, verdure , pizza, focacce, gnocchi, ravioli, gelato, caramelle, succhi di frutta e molto altro. Molti diranno: “ci piacerebbe ma non abbiamo tempo”. In verità il tempo c’è, solo che è utilizzato per altre cose, quindi è solo una questione di scelta personale. Un consiglio , quando cuciniamo coinvolgiamo i nostri figli perché per loro è un sano divertimento, è un modo piacevole per stare insieme e una opportunità di conoscere meglio cosa sono i cibi e come si preparano in modo naturale. Ciao Teresa

 
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ANNAMARIA ...E IL RACCONTO DI GERARDA

Post n°15556 pubblicato il 24 Settembre 2014 da dinobarili
 

ANNAMARIA ...

E

IL RACCONTO DI GERARDA

annamariamennitti
annamariamennitti il 24/09/14 alle 18:08 via WEB
L'amore non è solo per le persone belle colte bionde gambe da fine del mondo, uomini dall'aspetto greco ,ricco ecc L'amore è per tutti come fanno specie le donne a dire: Il mio amore lo voglio così, allora non è amore è come se andasse al mercato a scegliere il loro amore al maggior offerente.... Gerarda con il carattere duro ,diciamo che è stata fortunata ad incontrare Orazio l'uomo giusto per lei, ma l'amore scatta all'improvviso per qualsiasi persona bella o brutta e non si guarda il fisico ne la posizione ..scatta e basta CIAO DINO
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 24/09/14 alle 18:53 via WEB
Ciao Annamaria - hai ragione. L'amore è di tutti... però, alcune persone "fanno più chiasso". Buona serata. Dino
(Rispondi)

 
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ANNAMARIA ... E IL RACCONTO DI GERARDA

Post n°15555 pubblicato il 24 Settembre 2014 da dinobarili
 

ANNAMARIA ...

E

IL RACCONTO DI GERARDA

annamariamennitti
annamariamennitti il 24/09/14 alle 13:16 via WEB
La bussola è lo strumento più adatto ad indirizzare il luogo giusto specialmente se ti trovi in aperto mare ti conduce dovunque, e allo stesso modo ti indirizza la via giusta per l'amore...Il viaggio può essere lungo.....ma la bussola te la indirizza bene ciao Dino
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 24/09/14 alle 18:49 via WEB
Ciao Annamaria - bel commento. La bussola è fondamentale per raggiungere la meta. Buona serata. Dino
(Rispondi)

 

 
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ANNAMARIA ...E IL RACCONTO DI CRISTINA E FILIPPO

Post n°15554 pubblicato il 24 Settembre 2014 da dinobarili
 

ANNAMARIA ...

E

IL RACCONTO DI CRISTINA E FILIPPO

annamariamennitti
annamariamennitti il 24/09/14 alle 08:38 via WEB
Quante cose devono escogitare gli esseri umani per riaccendere la fiammella che sta per spegnersi....straodinaria quella di Filippo....Si ha bisogno sempre di alimentare l'amore o con i ricordi o con dei nuovi gesti come la sveglia quando si dà la carica.....ciao Dino
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 24/09/14 alle 18:43 via WEB
Ciao Annamaria - hai ragione. Tutti i mezzi sono buoni per "risvegliare gli appetiti". Purtroppo non tutto riesce bene... però, ne vale la pena provare. Buona serata. Dino
(Rispondi)

 

 
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IL TE di Teresa Ramaioli

Post n°15553 pubblicato il 24 Settembre 2014 da dinobarili
 

IL TE 

di

Teresa Ramaioli

 
iltuonoilgrillo il 24/09/14 alle 17:18 via WEB
IL TE'----Il tè nacque in Cina migliaia di anni fa e veniva utilizzato consumandone le foglie come medicinale. Il tè era infatti capace di favorire l'attenzione, la concentrazione, di guarire la depressione e altri malanni. Nel VII sec. d.C., sotto la dinastia Tang il tè divenne la bevanda nazionale cinese, si faceva essiccando le foglie della pianta, per poi pressarle fino ad avere dei panetti duri, facili da trasportare (nidi o mattonelle). Per ottenere la pozione veniva staccato dal blocco una minima quantità di prodotto, frantumato nel mortaio, e poi bollito in acqua con altri ingredienti come sale, zenzero, buccia d'arancia, latte e qualche volta cipolle. Ancora oggi in alcune aree di Tibet, Mongolia e India il tè è preparato quasi allo stesso modo. Da qui in poi molti popoli ne iniziarono la coltivazione e il consumo, ognuno seguendo i propri usi e costumi. In Europa questa bevanda sbarcò intorno al 1610 grazie ai mercanti della Compagnia delle Indie orientali olandese, dapprima riservato solo ai nobili e alle classi sociali più ricche( per il prezzo proibitivo) , pian piano diventò più acquistabile e il suo consumo si diffuse anche al resto della popolazione. Proprio perchè era legato a grandi interessi economici, il nobile infuso fu causa anche di conflitti e di battaglie, ricordiamo il "Boston Tea Party", quando nel 1773 i coloni inglesi che abitavano nel Nuovo Mondo, si ribellarono alla loro madre patria e per protesta buttarono a mare 340 casse di tè. Fu la scintilla che provocò la guerra di indipendenza delle colonie e l'inizio di tutti gli eventi che portarono ala nascita degli Stati Uniti d'America.Tutti i numerosissimi tipi di tè derivano da un'unica pianta che appartiene al genere Camellia della famiglia delle Theaceae. I ceppi originari si trovavano solo in Cina, denoninata Camellia Sinensis e in India, denoninata Camellia Assamica. Oggi esistono piantagioni in molte parti del mondo. Ciao a tutti gli amici del blog Teresa

 
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COMMENTO DI PAOLA110

Post n°15552 pubblicato il 24 Settembre 2014 da dinobarili
 

COMMENTO DI PAOLA110

PAOLA11O
PAOLA11O il 24/09/14 alle 15:12 via WEB
Salve buon pomeriggio, possa il Signore, dare alle nostre famiglie la gioia di essere uniti nella pace.
(Rispondi)

 
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PENSIERO DEL GIORNO

Post n°15551 pubblicato il 24 Settembre 2014 da dinobarili
 

PENSIERO DEL GIORNO

“La vita non è gioco…

ma se lo fosse…

…è meglio

“giocare”

tutti i giorni”

Dino

 

 

 
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FABIO E FABIANA racconto (31) di Dino Secondo Barili

Post n°15550 pubblicato il 24 Settembre 2014 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere,

sono frutto di fantasia,

pertanto non hanno  nulla a che vedere

 con persone reali o fatti realmente avvenuti)

31

Fabio, Fabiana … e funghi porcini

Il mondo dei cercatori di funghi porcini… è un mondo a parte. Non sembra vero, ma ancora oggi, i cercatori di funghi porcini della Valle del Ticino (a Pavia e dintorni) si sentono investiti di una “missione”: non far conoscere a nessuno il “loro segreto”. Sono esseri solitari, sospettosi, riservati, taciturni… non dicono “dove e come” si trovano i funghi. Fabio, cinquant’anni, bancario, appartiene a quella “schiera speciale di cercatori di funghi”. Suo padre era cercatore di funghi… suo nonno pure… e il suo bisnonno anche. Quando si apre la stagione della raccolta funghi porcini, Fabio, viene preso da un “ves, ves” (frenesia, eccitazione) ed è il primo a chiedere al Capo Ufficio le ferie “a giornate singole”… secondo il calendario della raccolta funghi. Una passione trasmessagli da suo padre…il quale, a cinque anni, per la prima volta, lo portò nel bosco. Da allora, Fabio non ha perduto una stagione “a funghi”… e le stagioni sono sempre state una diversa dall’altra. Due anni fa, per esempio, Fabio si è innamorato (pazzamente) di Fabiana, una sua “nuova” collega d’ufficio…(vent’anni di meno). Anche Fabiana si era innamorata di Fabio… ma fu un amore tribolato. Fabiana non riusciva a capire come si potesse essere dei “maniaci dei funghi porcini” in quel modo. Quando le persone sono al primo innamoramento si cercano e vogliono sempre essere nel posto dove si trova l’altro… “l’oggetto del desiderio” … l’altra metà del cielo… Due anni fa, Fabiana, dopo aver preso una solenne cotta per Fabio cominciò ad avere dei dubbi sul “vero amore” di Fabio… Alla stagione dei funghi porcini…il bancario cominciò a chiedere singole giornate di ferie e ad avere comportamenti strani. Fabio si assentava improvvisamente senza dire dove andava e cosa faceva. Spegneva il telefonino e non si faceva trovare. Per un “vero cercatore di funghi porcini” è cosa normale…. “Non dire dove si è stati” fa parte dei segreti del bosco. Infatti, racconta una leggenda che coloro che svelano il luogo dove nascono i funghi porcini… “perdono per sempre” la capacità di trovarli. I veri cercatori di funghi sono pure “scaramantici” … cioè hanno dei rituali ai quali obbediscono ciecamente. Uno di questi rituali consiste nell’entrare nel bosco sempre con “il piede sinistro” e sempre con una “mela rossa” in tasca. Fabio, aveva tutte queste manie… che Fabiana non riusciva assolutamente a capire… Anzi, si era messa testa che Fabio avesse… un amore segreto. Un giorno, presa dalla gelosia, Fabiana, senza farsi vedere, segui Fabio mentre entrava nel bosco… Per un “cercatore di funghi porcini” è un gioco accorgersi di essere “pedinati”. Fabio non sapeva che fosse Fabiana a seguirlo. Come gli aveva insegnato suo padre, fece in modo di condurre l’inseguitrice in un dedalo di sentieri dal quale era impossibile uscire. Fabiana, infatti, si perse nel bosco. Vagò per una notte intera… terrorizzata dalla paura. Quando, al mattino, Fabiana ritrovò finalmente la strada di casa… non volle più saperne di Fabio e giurò a sé stessa che non si sarebbe mai più innamorata di “un cercatore di funghi porcini” della Valle del Ticino – Buona giornata a tutti. Dino (31)

 
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DISEGNO DI TERESA RAMAIOLI

Post n°15549 pubblicato il 24 Settembre 2014 da dinobarili
 

DISEGNO DI TERESA RAMAIOLI

"Buon Giovedì ...a tutti"

DIARIO CORALE

del

25 settembre 2014

 
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PENSIERI SPARSI DEL 24 SETTEMBRE 2014

Post n°15548 pubblicato il 24 Settembre 2014 da dinobarili
 

PENSIERI SPARSI DEL 24 SETTEMBRE 2014

“L’amore è una bussola…

 che non sbaglia mai”

Dino

 
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GERARDA E ORAZIO racconto (753) di Dino Secondo Barili

Post n°15547 pubblicato il 24 Settembre 2014 da dinobarili
 

24 SETTEMBRE 2014

ALMANACCO DI STORIA PAVESE

Trivolzio – 24 Settembre 2014 – Mercoledì - 12.00

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

racconti di settembre

753

Gerarda e Orazio

Un anno fa, nel mese di settembre, la Dott. Gerarda, quarant’anni, Dirigente di una Agenzia Commerciale a Milano aveva “discusso” con la sua amica, coetanea e collega Jenny. La discussione era andata un po’ sopra le righe e Gerarda si era accorta di avere usato un linguaggio un po’ crudo. Del resto ogni persona ha il suo carattere. Jenny aveva il moroso da parecchi anni… Gerarda, no. La discussione era nata proprio intorno al moroso. Ha provocarla era stata Jenny, la quale aveva iniziato male il suo dire. “Gerarda non ti capisco. Una bella ragazza come te… alta, bionda, occhi azzurri, e gambe da fine del mondo… Come mai non hai ancora un moroso? Da quello che so io, è il terzo corteggiatore che rifiuti… Si può sapere cosa vuoi dalla vita?” La quarantenne aveva avuto una giornata impegnativa. Aveva bisogno di “prendersela” con qualcuno. Jenny aveva abboccato all’amo. “Jenny, non farmi parlare. Io non sono come te… dolce e conciliante. L’uomo che desidero è un vero uomo. Con una forte personalità, ma che non mi dia ordini… Lui fa gli affari suoi… ed io i miei” Jenny si era sentita punta sul vivo…”Perché, secondo te, pendo dalle labbra del mio moroso? Se vuoi avere un buon rapporto con un uomo devi conciliare molte cose…” A quel punto Gerarda era andata oltre. “Jenny… non cerco un moroso qualsiasi … voglio un Dio… un Dio greco, di quelli che si vedono riprodotti in statue di certi Musei della Magna Grecia… alto, bellissimo, intelligente, raffinato…e ricchissimo. O quello, o niente!” Jenny non aveva osato rispondere. Il discorso era sconfinato nel mondo delle illusioni e non voleva perdersi in un mondo irreale. Aveva solo pensato che a Gerarda era dato di volta il cervello…e non avrebbe mai trovato ciò che cercava… Sarebbe stata una gran bella donna… sola… e ma decisamente nubile. Settembre di un anno fa, Gerarda, aveva capito che Jenny l’aveva giudicata male… non era proprio quel tipo. Anche Gerarda aveva un anima … Era un po’ troppo caparbia anche se sapeva ciò che voleva. Per esempio. Aveva rifiutato parecchie avances di cinquantenni sposati … perché volevano solo divertirsi. Aveva scartato decisamente gli uomini che non avevano garanzie economiche concrete… Insomma, si era difesa come aveva potuto… in attesa della grande occasione… quella che capita una sola volta nella vita. Un altro esempio era dato dal fatto che Gerarda prendeva parte a tutte le iniziative promosse dalla sua Agenzia Commerciale, sia dal punto di vista propagandistico, sia in quello più strettamente confidenziale … come le cene tra Dirigenti e Clienti importanti. Lo faceva per ampliare la propria cerchia di conoscenze personali interessanti… ma senza mai esporsi troppo. Nel suo ambiente di lavoro, Gerarda, era soprannominata “la Sfinge”… perché nessuno era in grado di leggere cosa passasse nel sua testa. Invece, nella testa di Gerarda passava un pensiero… incontrare l’uomo dei sogni, l’uomo che le avrebbe dato la felicità totale. Nel mese di settembre di un anno fa, Gerarda ha dovuto recarsi a Roma parecchie volte per ragioni di lavoro. Doveva accompagnare, come esperta di settore, una delle figlie del maggior azionista della Società dalla quale dipendeva, la Dott. Michela. Con Michela,Gerarda si era trovata bene. Faceva dei bei discorsi scanzonati e rilassanti. Nulla di difficile e impegnativo… da comuni amiche coetanee che parlavano di tutto un po’… senza un nesso logico. Tra Gerarda e Michela nacque una bella e dichiarata simpatia, di quelle che lasciano il segno… e se ne sente la mancanza … quando non ci sono. Michela ha voluto a tutti costi che Gerarda passasse alcuni giorni nella Tenuta di Famiglia in Toscana… una Villa da mille e una notte. Michela si sentì baciata dalla fortuna. Tuttavia, non sapeva come muoversi in un ambiente che non aveva mai frequentato. Che fare? Ne parlo con il suo amico sceneggiatore, Giacomino, un vulcano di idee. “Gerarda… devi vestirti più semplicemente che puoi… e semplice devi rimanere. Inoltre… semplifica tutto. Rapporti umani compresi. Le cose complicate non hanno futuro” Gerarda aveva preso alla lettera le raccomandazioni dell’amico Giacomino. Nella Villa della Famiglia di Michela in Toscana, la quarantenne si trovò benissimo … quasi fosse casa sua. La società, però, è fatta a strati, a livelli. Ogni strato ha le sue “fisime” e le sue preoccupazioni…Michela, aveva un fratello, Orazio, il quale era un Dio greco come figura fisica… ma aveva difficoltà a legare con le donne. La Famiglia era preoccupata. Orazio, cinquant’anni, scapolo, era destinato a guidare “l’impero economico della famiglia”. Se avesse imbroccato male l’altra metà del cielo… ci sarebbero stati guai per tutti. Ora, però, c’era Gerarda… una donna bellissima, alta, bionda, occhi azzurri, gambe da fine del mondo…ed un carattere d’acciaio… Il Destino ha fatto il resto. Gerarda si è trovata al centro di un’infinità di interessi. Ognuno dei componenti la Famiglia cercava di tirare la “coperta” dalla propria parte. Gerarda, però, aveva una bussola: l’amore. Una bussola che non sbaglia mai. ” - Questo è il racconto 753, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino

 
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LA LAVAGNA MAGICA di Teresa Ramaioli

Post n°15546 pubblicato il 24 Settembre 2014 da dinobarili
 

LA LAVAGNA MAGICA

di

Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo il 23/09/14 alle 18:26 via WEB
La lavagna magica forse è meno famosa della Barbie, del Monopoli, dello Scarabeo,della Lego ma è pur sempre un gioco da 150 milioni di modelli venduti in tutto il mondo. Era il 12 luglio 1960 quando è stato messo in commercio, in Ohio, il primo modello con il nome di Etch-a-sketch. Questo gioco, tra i più apprezzati dai genitori (è poco rumoroso, portatile e creativo), ha origini europee, francesi per l'esattezza. A inventarlo nello scantinato di casa è stato, alla fine degli anni '50, l'ingegnere André Cassagnes, che lo ha presentato nel 1959 alla Fiera internazionale del giocattolo di Norimberga. In quell'occasione L'Ecran Magique (lo schermo magico) non riscosse grande successo: non era chiaro quale divertimento si potesse trarre da uno schermo rivestito internamente di polvere d'alluminio sul quale disegnare muovendo - ma solo in verticale o in orizzontale - una punta interna, grazie a due manopole bianche. A intuire la potenzialità dell'Ecran fu invece, l'anno successivo, un' azienda statunitense: aveva capito che era il gioco ideale per liberare la creatività dei bambini e realizzare la loro passione per il disegno senza bisogno di carta e matite, e senza sporcarsi mani, abiti e mura domestiche. Andò immediatamente a ruba, diventando in pochi anni il prodotto di punta dell'azienda . La mia lavagna magica era rossa, gioco formidabile…Ciao Teresa Ramaioli

 
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ULISSE MARAZZANI di Teresa Ramaioli

Post n°15545 pubblicato il 24 Settembre 2014 da dinobarili
 

ULISSE MARAZZANI 

di

Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo il 23/09/14 alle 18:37 via WEB
Ulisse Marazzani nacque a Stradella il 10 gennaio 1868 e morì a Vigevano il 5 gennaio 1951. Seguì gli studi classici in un istituto retto da religiosi. Proveniva da una famiglia benestante che gli consentì di proseguire con gli studi universitari a Torino, dove si laureò in medicina e chirurgia, con il massimo dei voti.Fece le prime esperienze professionali nel bergamasco, per poi imbarcarsi come medico di bordo, visitando anche l'Estremo Oriente. Lasciata la navigazione assunse la condotta medica di Ozzero. Nel 1894 ottenne un posto all'ospedale civile di Vigevano, quale assistente chirurgo. L'indiscusso valore professionale, le doti di cuore e di carattere, l'esercizio della medicina con spirito di missione, ne fecero subito una figura assai popolare. L'amicizia che strinse col Dott. Magugliani e il Maestro Divari nel periodo di Ozzero, lo portarono ad aderire al Partito Socialista Italiano e, nel giro di pochi anni, a diventare uno dei rappresentanti più stimati e amati della città. Nel 1899 si presentò candidato alle elezioni del Consiglio Comunale e venne eletto. Dal 9 settembre 1902 fu sindaco di Vigevano, il primo sindaco socialista. Si dimise il 19 gennaio1903. Assunse nuovamente l’incarico dì primo cittadino il 23 novembre 1903 e nuovamente rassegnò le dimissioni nella seduta consiliare del 22 novembre 1904. Nel 1908, con la morte dell'onorevole Giuseppe Bonacossa, fu candidato alle elezioni politiche straordinarie fu eletto al primo scrutinio. Fu il primo deputato della sinistra al Parlamento, rappresentante del collegio di Vigevano. Nel 1910 si dimise dall’incarico parlamentare, preferendo la sua professione e l'amministrazione della sua città. Copri per diversi anni, cariche amministrative negli enti locali del comune. Tra le molte sue attività politiche si ricorda in particolare quella riguardante la scuola. Gli edifici scolastici erano insufficienti e, quelli esistenti, obsoleti. La nascita delle moderne industrie, con il conseguente incremento della popolazione dovuto al trasferimento della forza del lavoro dalla campagna alla città, aggravarono notevolmente il problema dell’edilizia scolastica che fu oggetto dell’impegno dell’amministrazione guidata dal Marazzani. In breve tempo si riuscì a risolvere l'annosa questione in modo assai soddisfacente. Nel 1902 venne deciso di erigere due complessi scolastici (le attuali scuole elementari "Vidari" e "Regina Margherita", queste ultime ancora definite da molti “le scuole nuove”).. Non solo l'edilizia scolastica fu a cuore del Dott. Marazzani, ma anche il disagio della classe insegnante, come risulta da un manoscritto de1 1902 nel quale biasimava il rimbalzare dalle responsabilità fra il Governo e le amministrazioni comunali sullo stato economico della categoria dei docenti. Alla sua morte, la straordinaria partecipazione di cittadini al suo funerale fu la testimonianza più eloquente della considerazione e dell'affetto dei Vigevanesi verso chi spese la vita al servizio della comunità. – Ciao a tutti gli amici del blog-Teresa Ramaioli

 
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