dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 22/09/2014
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
28
Fabrizio il pescatore e Cleofe, la donna del fiume
Pavia è una città di fiume … il fiume Ticino. Come tale è sempre stata una città di pescatori. Oggi, ci sono ancora parecchi pescatori… ma non più come decine di anni fa. Fabrizio, 50 anni, pavese è un pescatore, figlio di pescatori. In Borgo Ticino, suo padre faceva il pescatore, suo nonno anche… e il suo bisnonno pure. Fabrizio, però, fino a un paio di anni fa …era un pescatore un po’ “sfigato”, nel senso che non era mai riuscito a vincere un premio… anche per gare di ultima categoria. A quarantotto anni, si era sentito finito, disperato, deluso, amareggiato, sfiduciato. Motivo? Aveva partecipato ad una gara di pesca sulla riva del Ticino a Pavia… e non aveva preso neppure un pesce. Cadde in depressione. Diceva spesso: “Mio padre e mio nonno si rivolteranno nella tomba…” Un giorno aveva deciso a farla finita e gettarsi nel fiume! Lo stava per fare veramente quando una mano femminile lo trattenne per la manica della camicia… Fabrizio non aveva mai avuto a che fare con donne… tranne sua madre, ormai vecchia e malandata. La donna che l’aveva trattenuto era Cleofe, conosciuta come la “donna del fiume”. Nessuno sapeva dove abitasse. Qualcuno diceva…”dalle parti di Torre D’Isola”, altri, in una “casottola” in riva al fiume. Difficile anche dare l’età alla donna. Cleofe avrebbe potuto avere sessant’anni, forse no… Fabrizio non aprì bocca. Fu Cleofe a parlare. “Fabrizio perché ti vuoi gettare nel fiume?” Il pescatore si spiegò a fatica: “Perché non valgo niente. Nell’ultima gara… non ho preso neppure un pesce.” –“Non ti sei mai chiesto dove sbagli?” – chiese ancora Cleofe. Fabrizio fece una smorfia, ma reagì: “Mi hanno sempre insegnato che per pescare bisogna avere le attrezzature all’ultima moda… ed io li ho. Nessuno è alla moda come me. Eppure, non riesco a prendere un pesce.” Cleofe aveva capito il soggetto. “E’ lì che sbagli. Vieni a casa mia e ti insegnerò come prendere i pesci.” Fabrizio, non troppo convinto, seguì Cleofe la quale l’accolse in casa, lo fece accomodare sul divano e offrì un buon caffè. Dopo il caffè Cleofe spiegò a Fabrizio il “meccanismo” della pesca. “Mio caro Fabrizio. Per prendere i pesci non servono gli abiti da pescatore all’ultima moda, lunghe canne telescopiche o mulinelli con computer incorporati. servono le esche. I pesci non sanno nulla dei tuoi marchingegni… a loro interessano solo le esche …e le esche devono piacere ai pesci!.Ora, ti preparo le esche e tu potrai prendere quanti pesci vuoi.” Cleofe fece quanto promesso. Fabrizio andò subito al fiume Ticino… Dopo poco tempo, la reticella del pescatore era piena di pesci. Corse trionfante da Cleofe la quale l’aspettava sulla porta di casa. “Cleofe ti do tutti i soldi che vuoi … Mi insegni come preparare esche come le tue?” La donna lo guardò con fare interrogativo. “No, mio caro Fabrizio. Se vuoi possiamo fare un patto. Io ti preparo le esce e tu mi porti i pesci per i pasti della settimana.” Da quel giorno, Fabrizio, il pescatore, si è messo “in pianta stabile” a casa di Cleofe la quale diceva: “L’esca deve piacere al pesce... Se poi piace anche al pescatore… meglio ancora!” - Buona giornata a tutti. Dino (28)
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SPRECARE IN CUCINA ?
di
Teresa Ramaioli
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ANNAMARIA ...
E
LE IMPRESE DELL'EROE
ULISSE ...A PAVIA
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PENSIERI
di
PIERLUIGI VALLI
(via Mail)
Ciao Dino – Ho letto sui giornali di questi giorni che 473mila pensionati italiani hanno lasciato l’Italia per vivere in altre Nazioni. E’ sotto gli occhi di tutti il disagio attuale… ma non mi sembra la soluzione del problema. Il fatto, però, dovrebbe far riflettere i pubblici poteri. Non bisogna tirare troppo la corda… altrimenti si spezza. La “fuga” dei 473mila italiani è un campanello d’allarme. Pierluigi
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MARION ...
E
I PENSIERI SPARSI
(Rispondi) (Rispondi)
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FERRARIORETTA...
E
LA BELLEZZA DELL'IMPREVISTO
(Rispondi) (Rispondi)
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COMMENTO
DI
TERESA RAMAIOLI
(Rispondi)
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PENSIERO DEL GIORNO
“Il coraggio di fantasticare … è anche coraggio di vivere… perché fa sognare le persone” Dino
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Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
27
La Prof. Roberta… e il ripostiglio segreto
La Prof. Roberta, docente di lettere alle medie, era abituata ai cambiamenti. Quasi… ci aveva fatto il callo. Ogni anno le veniva assegnata una sede di insegnamento diversa. Ora, giunta all’età di trentacinque anni, dopo aver viaggiato parecchio, aveva avuto la sede definitiva: Pavia. Finalmente poteva guardarsi intorno e cercare un appartamento ammobiliato come piaceva a lei (…in attesa di averne uno di sua proprietà). Pavia è una “cittadina antica…a misura d’uomo”…. nel senso che si può girare tranquillamente a piedi tra palazzi le cui strutture edilizie contengono elementi appartenenti a millenni fa. Inoltre, la Prof. Roberta aveva le sue “manie”. Dopo aver trovato l’appartamento desiderato, aveva un “rito” da compiere: appendere un quadro… Appendere un quadro? – dirà qualche lettore. Si, appendere un quadro! Ogni persona ha i suoi “riti scaramantici” e la Docente di lettere non era diversa dagli altri comuni mortali. Non c’era nulla di speciale. Il quadro glielo aveva dato suo padre Paolo (lui stesso Professore di Lettere) il quale l’aveva introdotta ai “riti scaramantici”. Si dice infatti, che quando si prende possesso di una nuova abitazione (per un breve o un lungo periodo) … la prima cosa da fare è “appendere un quadro”, il tuo quadro. Il quadro diventa così la “tua presenza permanente” sul luogo dove abiti… anche quando non sei presente in casa. Il quadro di Roberta era un acquarello che ritraeva il Ponte Coperto di Pavia. Dopo aver ricevuto le chiavi ed essere entrata nell’appartamento, la Docente di Lettere, prese chiodi e martello e si diede da fare. Il quadro, come negli appartamenti che aveva abitato in precedenza, doveva stare sulla parete della camera dove dormiva…sopra al letto. Roberta scelse la posizione esatta e cominciò a picchiettare, con le nocche della mano destra, la parete per controllarne la consistenza. Fu in quel momento che notò un “vuoto” dentro la parete. La curiosità fece il resto. La Professoressa fece pressione sull’intonaco. Questi si aprì… lasciando intravedere un “piccolo ripostiglio segreto”. Per mezzo di una torcia elettrica osservò l’interno. C’era un quaderno consunto dall’umidità… ma perfettamente leggibile. Roberta rimase colpita dal fatto che la copertina del quaderno recava la stessa identica immagine del “suo quadro” con il Ponte Coperto di Pavia… Quel quadro le era stato regalato da suo padre. La prima pagina del quaderno, poi, lasciò allibita la Professoressa di Lettere. Diceva. “Oggi è il 28 settembre 1782. Quando leggerai questa nota saranno passati più di due secoli, il mondo e la società sarà cambiata… ma a leggere per prima questa annotazione sarai tu Roberta. Io, mi chiamo Giuseppe e sono un tuo antenato per via materna. Fai ciò che ti dico. Oggi stesso, alle ore 10, vai sul Ponte Coperto di Pavia, all’altezza della Chiesetta. Incontrerai due uomini ben vestiti, di mezza età. Uno di essi porterà un ombrello rosso. Chiedi loro: “Che ora è?”. L’uomo che risponderà alla tua domanda … diventerà tuo marito… e sarai felice e fortunata”. Dopo aver letto l’’annotazione sul quaderno, Roberta guardò l’orologio… erano le nove e trenta. Si vestì in fretta. Corse al Ponte Coperto e alle 10 precise, davanti alla Chiesetta, incontrò due uomini di mezza età elegantemente vestiti. Un di essi portava un ombrello rosso. Chiese l’ora… Il resto è la conferma di quanto scritto nel quaderno… Questo avvenne un anno fa… a Pavia. – Buona giornata (27)
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PENSIERI SPARSI DEL 21 SETTEMBRE 2014
“L’amore è come il treno…
bisogna prenderlo quando arriva…
e non lasciarselo scappare”
Dino
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22 SETTEMBRE 2014
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 22 Settembre 2014 – Lunedì - 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
racconti di settembre
751
Maurizia e Ulisse… l’uomo dei sogni
Nel mese di settembre la luce del giorno si accorcia. E’ una cosa impercettibile… ma ha la sua importanza. Un anno fa, la Dott. Maurizia ne aveva la sensazione fisica…e se ne lamentava spesso con la sua amica e coetanea Fabrizia. Un sabato mattina del mese di settembre di un anno fa, Fabrizia, reagì. “Maurizia è inutile che continui a fartene un cruccio. A settembre le giornate cominciano ad accorciarsi fino a dicembre… poi, le stesse giornate, si allungano portando nuova luce a primavera. E’ così ogni anno. In natura tutto è perfetto… siamo noi, come genere umano, che ci facciamo tanti problemi inutili. Se tu osservi la giornata… estate e inverno, è sempre, però, di ventiquattro ore. Ecco perché ogni persona dovrebbe utilizzare bene il proprio tempo a disposizione… “ Sembrava che Maurizia avesse capito… ma non era così. Le vere ragioni per cui Maurizia si lamentava erano altre. La Dott. Maurizia, quarant’anni, alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo, pur avendo un invidiabile posto di Dirigente di una Agenzia Commerciale a Milano, non era soddisfatta della vita. Le mancava l’amore, l’amore vero, il grande amore… quello che riempie la testa di emozioni… e accende le speranze ogni mattina quando una persona si sveglia. Maurizia aveva avuto un moroso qualche anno prima, ma la relazione era naufragata. Non era l’uomo che faceva al caso suo. Maurizia, a quarant’anni, aveva in mente un uomo… alto, moro, capelli ondulati che scendevano lungo la schiena, occhi scuri e penetranti, fisico da far tremare i polsi… elegante, intelligente, raffinato…e ricchissimo. L’amica Fabrizia era al corrente dei gusti ricercarti dell’amica. “Maurizia, tu… ti sei fatta delle idee strane sugli uomini. Un uomo così…come quello che si trova nella tua testa… non esiste. Non esiste a Milano con un milione e mezzo di abitanti…e tanto meno a Pavia con settantamila abitanti. Potresti, forse, trovarlo a New York con dieci milioni di abitanti…” Fabrizia, senza volerlo, aveva gettato l’amo. Maurizia raccolse il suggerimento e lo fece suo. Appena rientrata in Ufficio a Milano si informò sulle missioni all’estero della sua Agenzia Commerciale. C’era in programma un Master a New York per il mese di ottobre di un anno fa. La Dott. Maurizia, fece e disfece fino a quando non riuscì ad entrare nella ristretta lista dei partecipanti al Master… Ora, non c’era altro da fare che aspettare il corso degli eventi. La quarantenne ha avuto un gran da fare per prepararsi al Master… Ma, il suo vero obbiettivo, era incontrare l’uomo della sua vita, il grande amore… Anzi, si era fatta un rigido programma. Aveva evidenziato sulla guida turistica di New York i luoghi da visitare per incontrare l’uomo dei sogni… Il Master è andato benissimo. I luoghi visitati … pure. Ma… dell’uomo dei sogni … neppure l’ombra. A New York c’erano dieci milioni di abitanti… luoghi bellissimi e lussuosissimi, ma le persone non erano diverse di quelle che si incontrano a Milano ogni giorno. Al ritorno, Maurizia è rimasta un po’ delusa. Non voleva credere ai propri occhi. Ne parlò con l’amica Fabrizia, in Piazza della Vittoria a Pavia … prendendo il caffè. “Fabrizia… sono delusa. Pensavo che il tuo suggerimento di andare a New York fosse risolutivo… invece, niente. E’ stato bello. Ho visto tantissime cose, ma dell’uomo dei sogni… nemmeno l’ombra” Fabrizia reagì.”Maurizia… nella vita è tutta questione di fortuna, questione di Destino. Tu puoi andare anche in Cina… ma se le cose devono accadere …accadono anche stando comodamente a Pavia…” Le due amiche, Maurizia e Fabrizia si lasciarono per tornare ognuna alla propria abitazione. Maurizia camminava adagio, sconsolata lungo Strada Nuova in mezzo ad una folla di persone che si muoveva in ordine sparso. Saltando di qua e di là. La quarantenne non vedeva le persone… inseguiva solo i pensieri che affollavano la sua mente. Giunta davanti alla sua abitazione si accorse che la porta dell’appartamento accanto al suo era aperta. Quell’appartamento era sfitto da moltissimo tempo. Maurizia si incuriosì. Tergiversò… per vedere chi fosse il nuovo inquilino. In quell’istante comparve un uomo, alto, moro, occhi scuri e penetranti, capelli ondulati che scendevano lungo la schiena, fisico da far tremare i polsi, … elegante, intelligente, raffinato… e ricchissimo... sui cinquant’anni. Maurizia per poco non svenne. Pensò al miracolo… ma l’uomo dei suoi sogni era lì davanti a lei … in carne ed ossa… che l’affascinava con il suo sorriso ammaliatore. Ormai, non c’erano più scuse. Uno dei due doveva parlare. “Mi chiamo Ulisse… ho preso in affitto questo appartamento per conoscere la donna più bella di Pavia… la Dott. Maurizia. Volevo proporle un viaggio intorno al mondo sulla mia nave da crociera…” Cosa poteva fare la quarantenne Maurizia? Cadde tra le braccia del uomo dei suoi sogni… l’unico che poteva garantirle … tutto e di più. - Questo è il racconto 751, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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FRANCESCO I E LA ZUPPA ALLA PAVESE
di
Teresa Ramaioli
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ANNAMARIA...
E
IL RACCONTO DI ATTILIO
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ANNAMARIA ...
E
I PENSIERI SPARSI
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ANNAMARIA ...
L'AMORE
E
L'ANELLO DI RE FRANCESCO I
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MARION ...
E
LA ZUPPA ALLA PAVESE
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