dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 28/09/2014
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
41
Rinalda …e l’intraprendenza delle donne
Sulla intelligenza e l’intraprendenza delle donne non ci sono dubbi. La storia è piena di esempi (esemplari) piccoli e grandi. Non occorre sfogliare i libri di storia… basta guardarsi intorno… cosa accade (ed è accaduto) a Pavia e Provincia… e ovunque. La Rinalda, per esempio, pur essendo vissuta parecchi decenni fa in un paese della Lomellina è ricordata ancora oggi. Il locale porta ancora il suo nome: “Osteria della Rinalda”. Ormai è tutto cambiato, ma alcune persone avanti negli anni ricordano bene la sua storia. Rinalda era figlia unica. Il padre aveva avviato un’Osteria per dare un futuro alla propria figlia com’era in uso a quell’epoca. All’età di ventuno anni Rinalda chiese a suo padre se poteva apportare dei cambiamenti. Il padre si oppose: “Quand son mort mi… ta fe quel che vot. Adess i rob a sten insì e basta” (Quando sono morto io … fai quello che vuoi. Adesso le cose stanno così e basta). La Rinalda ingoiò il rospo e tacque. Alla morte di suo padre, però, rivoluzionò ogni cosa. Rinnovò il locale allargando le finestre per renderle più luminose… Dietro all’Osteria fece costruire un pergolato con l’uva bianca e nera. All’ombra del pergolato pose numerosi robusti tavoli in legno con comode panche. Un luogo romantico… dove mangiare, bere e chiacchierare. In breve l’Osteria ebbe successo. Il carattere spiritoso della Rinalda fece la differenza. L’Osteria era diventata il ritrovo fisso di alcuni commercianti della Lomellina (spendaccioni) i quali, a giorni fissi della settimana, si ritrovano per concludere i loro affari e fare delle favolose abbuffate. Così facevano pure alcuni orafi, i quali, però, per prudenza, annunciavano la loro presenza solo all’ultimo minuto … e con mille precauzioni. Rinalda era sulla bocca di molte persone in Lomellina… e oltre. Parecchi uomini avevano preso una “cotta” solenne per lei, per l’Ostessa. Rinalda, però, era una donna forte e con le idee chiare. Non voleva vincoli. Perciò niente “morosi”, spasimanti o uomini di qualsiasi specie. Diceva: “Non ho nulla contro gli uomini… anzi, mi piacciono, ma sono “tipi” gelosi e non mi permetterebbero mai di essere me stessa. Ogni attività ha le sue peculiarità. Io, Rinalda, devo fare complimenti a tutti gli uomini, miei avventori… Non posso sopportare che ci sia qualcuno dietro le spalle che mi misura le parole in bocca… e ci trova ciò che non c’è. Perciò … niente moroso, niente marito, niente matrimonio” Viene il momento, però, che anche una donna indipendente deve pensarci prima di dire un “no”. Durante un temporale di luglio di tanti anni fa, all’Osteria della Rinalda chiese assistenza il Conte Valentino Dei Valentini… un nome, un programma, anzi, un “impero” in campi e campagne. La Rinalda assistette il Conte Valentino come era sua consuetudine. Questi era appena rimasto vedovo e stava cercando moglie. Come per incanto si innamorò della Rinalda. Questa, però, garbatamente, rifiutò la proposta. “Vede Signor Conte. Non posso accettare l’offerta di diventare sua moglie… perché perderei la mia libertà …la quale non ha prezzo. La libertà è tutta la mia vita.” – Buona giornata a tutti. Dino (41)
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IL MELOGRANO
di
Teresa Ramaioli
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ANNAMARIA ...
E
IL RACCONTO DI GISELLA
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STEFANO BROCCA....
E
I COLORI DELL'AUTUNNO
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MADDAMARK...
E
I RAGAZZI HANNO PAURA DELLE DONNE
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ANNAMARIA...
E
I PENSIERI SPARSI
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MADDAMARK...
E
IL RACCONTO DEL SIGNOR CARLO
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MADDAMARK...
E
LA RIPRESA DEL RITMO
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DONADAM68...
E
I PENSIERI SPARSI
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ANGELAURGESE...
E
LA BUONA DOMENICA
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MADONNA DREYFUS
di
Teresa Ramaioli
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Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
40
Il Signor Pino… uomo tirchio
Oggi, nei paesi, e nelle piccole città (come Pavia), le persone vivono isolate, spesso sole. Il dialogo quotidiano è limitato al massimo. Ecco perché, molte persone affollano il “mercato” del mercoledì e del sabato in Piazza Petrarca a Pavia. Non perché tutte le persone che girano tra i banchetti hanno bisogno di comperare qualcosa… ma “girano” per incontrare qualcuno con cui parlare, salutare, dialogare, scambiare informazioni, fare un po’ di pettegolezzo (gossip, come si dice oggi). Le persone hanno bisogno di scambiarsi informazioni, osservazioni e impressioni…cioè vivere! Mercoledì scorso, al mercato, la Signora Anna Maria cercava di convincere il Signor Giovanni che il suo amico Pino (di quarantacinque anni) si era comportato male con la sua quasi-fidanzata Rachele. Il Signor Giovanni, che non è uno sprovveduto, si è fatto raccontare il fatto. La Signora Anna Maria non aspettava altro. “Da quel che so io, le cose sono andate così. Pino, quarantacinque anni, è Ragioniere presso un Ente pubblico. Ha una buona posizione, e sei mesi fa ha cominciato a fare il filo a Rachele, trent’anni… mia lontana nipote. Da quello che ho saputo dalla Rachele stessa, il Rag. Pino è un tirchio… che più tirchio non si può. E’ scapolo, ha un bel posto, ha modi garbati, ben educato, ma un “regime” di vita rigido come un frate in convento. Infatti, in sei mesi di quasi fidanzamento, il Rag. Pino non ha cambiato il proprio atteggiamento. Pizza al sabato sera in Pizzeria. Domenica… un giretto in auto sulle colline dell’Oltrepò Pavese. Domenica sera film presso una Multisala. Martedì e Giovedì … TV in casa di lei, della Rachele. Quando la mia lontana nipote ha osato chiedere se era possibile fare una gita al mare… il Pino ha risposto che c’è la crisi economica e bisogna risparmiare. Dopo tale affermazione la Rachele non ci ha visto più … e l’ha piantato sui due piedi. Fine della storia”. Il Signor Giovanni che, sprovveduto non è, ascolta spesso le storie di parecchie persone, ed ha ritenuto di esprimere la sua opinione. “Molto spesso alcune donne vedono il mondo a modo loro. Per te, Anna Maria, il Rag. Pino è un tirchio… e la Rachele, secondo te, l’ha piantato proprio perché tirchio… Cosa puoi dirmi, invece, del Michele che abita nei tuoi paraggi? Quarantadue anni. Due anni fa, si è innamorato pazzamente della Ginetta, una bellissima ragazza che voleva fare carriera come modella? Quando si frequentano certi ambienti i soldi “volano come il vento”. Siccome Michele, è un debole, incapace di dire di no ad una donna (specialmente se ne è innamorato), per aiutare Ginetta nella carriera… ha venduto la casa avuta in eredità dai genitori…” – L’Anna Maria, incuriosita, ha chiesto com’è finita … “Male” – rispose il Signor Giovanni – “Quando la Ginetta si accorse che Michele era rimasto al verde … lo ha piantato sui due piedi. Alla differenza tra Pino e Michele … pensaci tu.” - Buona giornata a tutti. Dino (40)
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28 SETTEMBRE 2014
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 28 Settembre 2014 – Domenica - 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
racconti di settembre
757
Gisella e la Tour Eiffel
Settembre è il mese delle riflessioni. Una persona è spinta a riflettere su tutto e su ogni cosa. Sarà perché il ventitre settembre si passa dalla stagione estiva a quella autunnale? Può darsi. L’autunno si trova nei colori della natura quasi all’improvviso. Per esempio… nel colore delle foglie della vite e dell’uva… che sta per essere colta. Una gamma di colori infiniti… che li comprende tutti o quasi. I colori fanno riflettere. Un anno fa, alla fine del mese di settembre è stato così anche per la Dott. Gisella, quarant’anni, single, bellissima... Dirigente di una Agenzia Commerciale a Milano, abitante a Pavia. La Dott. Gisella non aveva nulla da rimproverarsi dei suoi quarant’anni… Le era andato quasi tutto bene. Il quasi è d’obbligo perché nella vita di Gisella c’era un vuoto… l’amore. La verità era molto complessa. Durante il periodo dell’Università, Gisella si era innamorata di un Professore e ci aveva fatto una malattia. E’ stato un amore travagliato. Lei vent’anni, lui quaranta … all’epoca di fatti. Il Professore si chiamava Donato …e come regola non voleva farsi vedere in giro insieme a Gisella. La cosa andò avanti per un paio d’anni… poi, Gisella si era iscritta ad un’altra Università… e il “primo amore” era finito… come tanti “primi amori”... con un nulla di fatto. Un anno fa, però, Gisella si trovava ad un Corso di Aggiornamento a Torino per conto della sua Agenzia Commerciale. Tra gli esperti chiamati a rispondere alle domande degli iscritti al Corso c’era Donato, il Prof. Donato, il suo primo amore… Per cortesia, Donato e Gisella dovevano almeno salutarsi e lo hanno fatto. Ormai erano passati vent’anni… Cosa c’era di male? Lui sessant’anni, lei quaranta… Gisella più bella che mai… alta, bionda, occhi azzurri, e gambe da far tremare i polsi a qualsiasi uomo. Anche se il Prof. Donato era un luminare esperto nella sua materia … non poteva rimanere insensibile di fronte ad un simile bellezza. Ovvio, che il sessantenne ha fatto di tutto per trovarsi sempre a portata di Gisella la quale ha cominciato a riflettere e farsi delle domande. Ormai il Corso di Aggiornamento aveva preso una piega diversa rispetto a quello che pensava la Dirigente dell’Agenzia Commerciale milanese. Ora, aveva a che fare con il suo primo amore. Non poteva evitare di porsi le considerazioni… sull’età dell’uomo… sui capelli radi, anzi, quasi pelato… gli occhiali spessi da quasi miope… sull’andatura non proprio da persona che frequenta palestre per tenersi in forma… Per non parlare del corpo leggermente appesantito. Donato, però, dopo aver visto Gisella si era ringalluzzito. Approfittando di un momento in cui i due erano rimasti a tu per tu… ne ha approfittato per lanciare l’esca… “Gisella perché non approfittiamo di questa occasione per cenare insieme?” Per Gisella è stata una domanda abbastanza prevedibile. Nei confusi anni del loro complicato rapporto ci sono stati anche dei momenti indimenticabili… Ora, però, erano passati vent’anni… e quel sogno era svanito nel tempo. Gisella volle essere gentile. “Donato quegli anni sono lontani … anni luce. Non credo che una cena risolverebbe il problema. Ormai tu sei tu…e io sono io. A volte basta il ricordo di ciò che c’è stato” Donato aveva capito che indietro non si torna. La mente di Gisella aveva altre aspettative… Infatti, Gisella, da due settimane era in contatto con un Dirigente di una Azienda Commerciale francese, il cinquantenne Dott. Francois, alto e bello come voleva lei. C’era stato un primo incontro per ragioni di lavoro …e Francois era stato letteralmente ammagliato da Gisella. Prima della fine dell’incontro l’uomo aveva già fatto le avances e tra i due c’era stato lo scambio dei numeri di cellulare. Da quel momento il telefonino era in continuo movimento. Tra un telefonino e l’altro c’era una girandola di messaggi da far perdere il ben dell’intelletto. Ora, c’era pure una novità. Al termine del Corso di Aggiornamento Francois sarebbe giunto a Torino con la sua Ferrari per prendere Gisella per una vacanza… Dove? A Parigi, naturalmente… sei giorni tutti per loro e baci appassionati sulla Tour Eiffel. Gisella sentiva già il fuoco bruciarle dentro… Il primo amore stava bene dov’era… tra i ricordi. Questo è il racconto 757, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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LE NOCI
di
Teresa Ramaioli
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EST.LA.BELLA.EPOQUE...
E
LA BUONA DOMENICA
un abbraccio, Liliana(Rispondi) (Rispondi)
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COMMENTO DI PAOLA110
(Rispondi)
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