RENZI VA A FONDO CON I MIGRANTI

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Alcune settimane fa, intervistata dalla direttrice de Il Giornale di Brescia Nunzia Vallini, parlando degli infiniti sbarchi di migranti sulle nostre coste, Emma Bonino, senza mezzi termini, ha dichiarato: “Siamo stati noi a chiedere che gli sbarchi avvenissero  tutti in Italia, anche violando Dublino”.

Precisamente a chiederlo sarebbe stato l’allora governo Renzi il cui Ministro degli Esteri all’epoca era  l’attuale Premier Paolo Gentiloni.

A una simile affermazione ci si aspettava l’immediata smentita dei diretti interessati, ovvero Renzi, Gentiloni  e renziani vari. Invece silenzio di tomba.

Viceversa le opposizioni, in questo caso i Cinque Stelle, preso atto delle dichiarazioni della Bonino, hanno voluto vederci chiaro: alcuni giorni fa una loro delegazioni ha incontrato i rappresentanti di Frontex, l’Agenzia europea della guardia costiera e di frontiera, che avrebbero confermato quanto già anticipato dalla Bonino.

In una conferenza stampa datata 12 luglio 2017 – di cui però in televisione non v’è traccia, malgrado, come si evince dal video pubblicato sulla pagina facebook del M5S, tanti erano i giornalisti e le televisioni presenti – il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, candidato in pectore del M5S alla Presidenza del consiglio, comunica ai giornalisti che una delegazione del M5S ha incontrato Frontex la quale ha confermato “che l’Italia ha accettato e autorizzato gli sbarchi esclusiva menti nei propri porti”. Aggiungendo: “Renzi ci ha venduti come nazione per 80 euro. Ha autorizzato l’utilizzo dei porti italiani per gli sbarchi dei migranti in cambio di flessibilità europea per dare i suoi bonus.”

Ovviamente l’affermazione di Di Maio è riferita agli 80 euro che il governo Renzi distribuì in busta paga a milioni di italiani poco prima delle elezioni europee che, guarda caso, il Pd poi vinse con oltre il 40% di preferenze, doppiando il M5s che si fermo a poco più del 20”. In pratica gli 80 euro sarebbero stati una sorta di voto di scambio con cui Renzi si sarebbe ingraziato gli elettori per riceverne in cambio voti. Ma che, alla lunga s’è rivelato un boomerang sia per lui che per quanti li ricevettero visto che molti, proprio a seguito degli 80 euro in più in busta paga, hanno superato la soglia di guadagno annua prevista per riceverli e quindi hanno dovuto successivamente renderli in una colpo solo, ripromettendosi di non votare mai più Pd.

Poiché da sempre forte è la tensione tra Pd e M5S, c’è da scommettere che se le affermazioni di Di Maio fossero opinabili molti renziani e membri del governo non avrebbero perso tempo a  screditarlo, magari ironizzando sulla sua incapacità di interpretare le e-mail – quando scoppiò il caso Muraro, Di Maio dichiarò di non aver letto bene la mail in cui gli si comunicava che l’allora Assessore all’ambiente Paola Muraro della giunta Raggi era indagata – e sulla sua ignoranza storica – in un post su face book, parlando del prossimo referendum costituzionale e del tira e molla di Renzi nello stabilirne la data, paragonando l’allora Pemier con il dittatore cileno Pinochet, Di Maio collocò quest’ultimo in Venzuela.

Ma in questo caso contestare Di Maio significherebbe dare del bugiardo sia alla Bonino che a Frontex che, sentendosi accusati di mentire, certamente non rimarrebbero in silenzio, adducendo prove incontrovertibili delle responsabilità di Renzi Premier nella questioni sbarchi. Per cui meglio evitare di smuovere ulteriormente acque già agitate. Magari utilizzando come strategia il silenzio. Quello stesso silenzio della Boschi alle affermazioni di De Bortoli che nel suo ultimo libro scrive che l’allora Ministro delle Riforme incontrò l’ad di Unicredit Federico Ghizzoni affinché valutasse di rilevare Banca Etruria, il cui papà del Ministro era vicepresidente, in gravi difficoltà.

La Boschi ha sempre negato quanto riferito da De Bortoli, annunciando di querelarlo. Ma finora, della querela, non v’è traccia. E in tanti sono pronti a scommettere che mai arriverà perché, se arrivasse, per difendersi, il giornalista dovrà presentare ai giudici i documenti che confermano quanto ha scritto, screditando la Boschi che in un audizione parlamentare negò di essersi mai interessata di Banca Etruria.

Ma alimentare uno scontro politico sulla questione sbarchi significa soprattutto rischiare una crisi di governo, visto che all’epoca dei fatti denunciati dalla Bonino e confermati da Frontex, Ministro degli Esteri era l’attuale Premier Paolo Gentiloni e quello degli Interni l’attuale Ministro degli Esteri Angelino Alfano.

Possibile che all’epoca nessuno dei due si oppose alla volontà di Renzi, facendogli presente che quell’accordo era un suicidio per il paese?

Se Renzi e il Pd accettassero uno scontro aperto con il M5S sulla vicenda sbarchi rischierebbero un colossale autogol che spalancherebbe la vittoria elettorale al M5S.

Per cui meglio per Renzi andare in televisione e in Piazza a presentare il suo libro Avanti.

Fa niente se all’interno, parlando dei migranti, la ricetta per risolvere il problema degli sbarchi proposta  dall’ex Premier  è la stessa dal leader leghista  Salvini: aiutiamoli a casa loro.

Slogan che ha suscitato non poche critiche e ironie dato che in un primo tempo era stato proposto ufficialmente dal Pd; poi cancellato ma ripreso integralmente dalla Lega Nord.

Dopo il danno la beffa!

RENZI VA A FONDO CON I MIGRANTIultima modifica: 2017-07-16T08:27:57+02:00da kayfakayfa