Creato da e_d_e_l_w_e_i_s_s il 16/06/2012

C'est la Vie

Il bello, il brutto ... e il così così

 

« Una profezia diventata realtàCronaca di un anniversario »

Eppure ci si era vestiti di speranze

Post n°707 pubblicato il 11 Gennaio 2019 da e_d_e_l_w_e_i_s_s
 

 

nell'augurarci vicendevolmente un mare di cose belle per questo anno che s'è appena affacciato.
Quello vecchio s'era concluso faticosamente.
Questo nuovo non si è aperto diverso né poteva farlo :  non è certo il buttare il vecchio calendario   e neppure  il brindare allo scoccare della mezzanotte a ribaltare lo scenario collettivo.

Però  tutti noi viviamo   anche di speranze e tante volte ci si agghinda l'animo e la mente di leggerezza e di quella sana voglia di buono.
Umano, normale, sano atteggiamento.

Invece , lo riporta l’Ansa, il 42% di noi mostra un crescente atteggiamento di preoccupazione e sfiducia nei confronti del futuro sostenendo  che neppure le feste appena passate siano state così rigeneranti da lavar via i brutti pensieri e le pesanti apprensioni.
























Un 2019 partito senza energia, fiacchi dentro, rinsecchiti fra tormenti   e poca spensieratezza.

Quasi 7 italiani su 10 hanno paura di perdere il lavoro
Un italiano su 3 teme che la crisi economica aumenti  condizionando anche il tran tran quotidiano e la vita di coppia.


Risultati esageratamente   pessimistici? 

o


invece vi ci ritrovate un po’  in questa foto degli italiani 2019?

 

 
Rispondi al commento:
gianor1
gianor1 il 15/01/19 alle 20:34 via WEB
La situazione statale, non solo in Italia, attraversa una modificazione repentina e l'urgenza di una sua trasformazione è sollecitata spesso e quasi universalmente. Aumenta il costo per il benessere dei cittadini, la mobilità internazionale mette in crisi gli equilibri perchè manca la solidarietà e la visione del futuro. I cambiamenti demo economici dei flussi migratori. E' obbligatoria una lenta politica da realizzare con continui piccoli passi, che avrebbero però logica solo (o soprattutto) se inquadrati all’interno di un disegno coerente e di lungo respiro. Non facile, in una società che crede ai “no Vax”, alle minacce di invasione degli immigrati, e, in generale, a chi urla di più. Gian
 
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