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Juliet Berto: "Bisogna tenere a mente il colore della propria ferita per farlo risplendere al sole"
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Appunti di lettura 2022
Post n°2252 pubblicato il 04 Febbraio 2022 da ossimora
Giuseppe Lupo Breve storia del mio silenzio Marsilio romanzo Un racconto d'infanzia ; un episodio speciale , raro e particolare è quello che ispira e da cui prende il via la narrazione ( ed il titolo stesso del libro candidato al premio Strega nel 2020 ). Un bimbo di quattro anni quando nasce "sorellina" perde completamente le parole, ammutolisce e si chiude in un silenzio totale. Le parole diventano nemiche , non vogliono e non riescono ad uscire , si bloccano in gola. La famiglia , attenta , cerca in tutti i modi di comprendere , si preoccupa, si rivolge agli specialisti ; pian piano le parole tornano e saranno proprio le parole a segnare tutta l'esperienza successiva della vita dell'autore , perchè si tratta di un racconto certamente autobiografico. Interessante il confine che segna il passaggio dalla fanciullezza in Lucania , l'Appennino profondo , contraddistinto sopratutto dalle figure dei genitori , entrambi maestri , cultori della letteratura, animatori culturali della propria famiglia ma del paese stesso attraverso un 'associazione che organizzava incontri con personalità della cultura e della scuola ed in cui nasce l'ammirazione per il poeta Sinisgalli . Alla gioventù ed eta adulta trascorsa in Lombardia , più precisamente a Milano "illuminista "come la raccontava sempre il padre. L'università le passeggiate per Milano e l'irrompere delle parole : un mondo nuovo, la letteratura . Le parole di altri . L'America e gli scrittori americani I tanti libri letti . Fino alle laurea ed il primo romanzo pubblicato . La forza di riprendersi in pieno le amate parole. ...se qualcuno mi avesse chiesto cosa li avesse fatti innamorare avrei risposto che era stata colpa degli abecedari appesi ai muri , dalla A di ape alla Z di zebra : detta così sembrerebbe una storia superficiale invece aveva una radice solida perchè fare scuola per entrambi era un modo per sostenere le impalcature del mondo... .quando si lamentava con mio padre perchè riempiva lo studio di libri ,diceva :"E' questo il sugo che lasceremo ai figli ?"...Raffaele ripeteva una filosofia tutta sua ."I libri sono cibo " .Hai visto mia madre , avrei continuato a dire fra me e me , pure sta volta ci ha azzeccato! ...a dimostrazione che la memoria non è forza di accumulo ma selezione , anche solo di un'inezia , di una virgola , di un'ombra dentro una caos di ricordi destinati ... Ripercorrevo passo dopo passo le linee di quella magnifica architettura della mente che è la fede nelle cose invisibili , divise da una questione di tempo oppure tangibili nel loro appartenere ai desideri di cui si nutre la memoria L'acqua continua ad attrarre i miei passi non soltanto quella su cui Milano poggiava i piedi ma anche quella che Leonardo da Vinci aveva cercato di imbrigliare nelle chiuse , immaginando una città di porti e canali , dondolante come gli orecchini di una donna. Ricordare e dimenticare sono due esercizi per addomesticare il tempo ; questo credo volesse farmi intendere mia madre ... Certo era la modernità la più grande favola a cui credeva... vado allo scaffale , estraggo "Le città invisibili" , apro e leggo." Le immagini della memoria , una volta fissate con le parole si cancellano . Scriviamo ciò che è destinato a essere cancellato , scriviamo per dimenticare . "
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