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AGIAMO

Post n°1428 pubblicato il 08 Aprile 2009 da ossimora
 
Tag: Utility

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Il tam tam sta crescendo sempre di più. La domanda è semplice e le risposte date finora dalla politica appaiono, in queste ore, sempre più insensate. Perché devono andare sprecati quei 460 milioni di euro per organizzare il voto dei referendum, quando potrebbero essere accorpati con le elezioni europee. Quella cifra potrebbe essere impiegata immediatamente per ricostruire le case degli abruzzesi, le decine di scuole indispensabili per far riprendere l'anno scolastico ai bambini de L'Aquila, rimettere a posto le strade, ristrutturare e rimettere in funzione l'ospedale danneggiato dal terremoto.

Per il sisma abruzzese il governo ieri ha stanziato 30 milioni di euro. Altri fondi si attendono dall'Unione europea, ma chissà quando arriveranno e chissà quanti saranno. Appaiono misure insufficienti paragonate ai 460 milioni preventivati per il referendum che, inoltre, invece sarebbero immediatamente disponibili.

L'Unità rilancia con forza questo appello e in queste ore non siamo gli unici. «Accorpare elezioni e referendum e destinare le somme risparmiate agli italiani colpiti dal terremoto in Abruzzo» dice anche Enzo Marco Letizia, segretario nazionale dell'Associazione nazionale funzionari di polizia, al governo.

Margherita Mastromauro, esponente de Pd barese e imprenditrice, ha già scritto una lettera al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, chiedendo che «i 400 milioni già stanziati per il referendum sulla legge elettorale abbiano un uso utile e alternativo, e siano destinati all'emergenza terremoto». Ricordano la richiesta dei promotori del referendum di abbinare la consultazione alle europee del 6 e 7 giugno, la parlamentare chiede a Napolitano «che attraverso di lei questo paese dimostri la responsabilità di cui molte volte ha dimostrato di essere capace. Che operi uno scatto di lealtà, di solidarietà, di correttezza».

«Quei 400 milioni di euro che, così come destinati, rappresenterebbero un colpevole spreco, indirizzati all'Abruzzo, invece, ci farebbero sentire tutti più vicini e in qualche modo utili ai nostri connazionali colpiti dal terremoto», afferma la parlamentare, per la quale «non sarebbe una vittoria politica, ma un gesto in nome dell'unità nazionale. È un appello al buon senso quello che faccio, signor presidente. Non abbiamo molto tempo. Confido nella sua attenzione e nella sua sensibilità».

Anche il
comitato promotore dei referendum di Giovanni Guzzetta e Mario Segni chiede l'accorpamento degli appuntamenti elettorali.

Insomma, in queste ore nessuno ha voglia dei tatticismi politici di fronte alle immagini e alle storie drammatiche che arrivano dall'Abruzzo. Quello che si chiede allo Stato è una risposta concreta. Quei 460 milioni possono essere un primo, importante, passo.

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