CANCRO DELLA VESCICA – La chemioterapia a base di Cisplatino più Nivolumab come nuovo standard di cura nel tumore alla vescica non-resecabile o metastatico

BMS Logo Social Default Card

I dati dello studio CheckMate-901 supportano Nivolumab ( Opdivo ) più chemioterapia come terapia standard di prima linea nel cancro della vescica non-resecabile o metastatico

La sopravvivenza globale mediana è stata di 21,7 mesi nel braccio trattato con chemioterapia più Nivolumab e di 18,9 mesi nel braccio trattato con la sola chemioterapia

Secondo uno studio presentato al Congresso ESMO 2023, l’aggiunta di Nivolumab alla chemioterapia di prima linea può migliorare gli esiti di sopravvivenza nei pazienti con cancro della vescica non-resecabile o metastatico.

In questo studio i pazienti che hanno ricevuto Nivolumab in aggiunta a Gemcitabina e Cisplatino hanno riportato miglioramenti significativi nella sopravvivenza globale ( OS ) e nella sopravvivenza libera da progressione ( PFS ).

Nivolumab più Gemcitabina e Cisplatino è la prima combinazione di un inibitore del checkpoint impiegato in modo concomitante con la chemioterapia, come trattamento di prima linea, in grado di migliorare la sopravvivenza globale in questo contesto.

Chemioterapia a base di Cisplatino più Nivolumab come nuovo standard di cura

Nei pazienti con carcinoma uroteliale metastatico, spesso si osserva una scarsa durabilità delle risposte con la sola chemioterapia nel contesto del trattamento di prima linea. Questa è stata a lungo una sfida importante nel trattamento dei pazienti affetti da questa malattia difficile da trattare.

Il beneficio in termini di sopravvivenza osservato con Nivolumab ( Opdivo ) in combinazione con la chemioterapia a base di Cisplatino rappresenta un risultato importante per i pazienti con cancro uroteliale poiché è la prima combinazione concomitante di chemio-immunoterapia a dimostrare un tale miglioramento rispetto alle combinazioni standard di cura a base di Cisplatino.

Questi risultati hanno il potenziale di cambiare la pratica clinica e di trasformare il modo in cui vengono trattati i pazienti idonei al Cisplatino.

ENGLISH VERSION

Data support Nivolumab plus chemotherapy as standard frontline therapy in bladder cancer

The median overall survival was 21.7 months in the Nivolumab-chemotherapy arm and 18.9 months in the chemotherapy-alone arm.

Adding Nivolumab to frontline chemotherapy can improve survival outcomes in patients with unresectable or metastatic bladder cancer, according to a study presented at the ESMO Congress 2023.

Patients who received Nivolumab in addition to Gemcitabine and Cisplatin had significant improvements in overall survival ( OS ) and progression-free survival ( PFS ) in this study.

Nivolumab plus Gemcitabine and Cisplatin is the first frontline concurrent checkpoint inhibitor plus chemotherapy combination to improve overall survival in this setting.

The results support Nivolumab plus Cisplatin-based chemotherapy as a new standard of care.

Fonte: ESMO Meeting 2023

Xagena Oncologia

MelanomaOnline.net OncoGinecologia.net OncoImmunoterapia.net OncologiaMedica.net OncologiaOnline.net TumoriOnline.net TumoriRari.net

 

OncologiaMedica.net

CARCINOMA ALLA VESCICA – TAR-210: sistema a rilascio intravescicale di Erdafitinib nel cancro della vescica non-muscolo-invasivo con alterazioni selezionate di FGFR

J&J Medicine

I primi risultati del sistema a rilascio intravescicale di Erdafitinib ( TAR-210 ) hanno mostrato evidenze di attività clinica precoce nei pazienti con cancro alla vescica non-muscolo-invasivo con alterazioni selezionate del recettore del fattore di crescita dei fibroblasti

I primi risultati sperimentali di TAR-210 ( sistema a rilascio intravescicale di Erdafitinib ) sull’uomo hanno evidenziato il potenziale rilascio locale e prolungato di Erdafitinib.
Inoltre, i risultati di fase 1 hanno mostrato un profilo di sicurezza gestibile con tossicità sistemica limitata e risposte complete precoci nei pazienti con cancro della vescica non-muscolo-invasivo ( NMIBC ) a rischio alto e intermedio

Sono stati presentati i primi risultati di uno studio di fase 1, multicentrico, in aperto, che sta valutando la sicurezza e l’efficacia di TAR-210, un sistema di somministrazione intravescicale progettato per fornire il rilascio di Erdafitinib, un inibitore della tirosin-chinasi dei recettori pan-FGFR, nella vescica dei pazienti con cancro della vescica non muscolo-invasivo ( NMIBC ) con alterazioni selezionate del recettore del fattore di crescita dei fibroblasti ( FGFR ).

I risultati includevano i dati della Coorte 1 [ ( C1 ); pazienti con tumore NMIBC recidivante, non-responsivo al Bacillo di Calmette-Guérin ( BCG ) ad alto rischio ( HR ) ( Ta/T1 di alto grado; solo papillare ) che hanno rifiutato o non erano idonei per la cistectomia radicale ], e Coorte 3 [ ( C3 ); pazienti con tumore NMIBC a rischio intermedio ( IR ) ( Ta/T1 con malattia papillare di basso grado ] con lesioni tumorali visibili.

Al cut-off dei dati del 29 agosto 2023, 43 pazienti erano stati trattati con TAR-210 nelle due coorti. Dei 16 pazienti in C1 con tumore NMIBC ad alto rischio che avevano almeno una valutazione della risposta, l’82% era libero da recidiva ( RF ). La durata media dell’esposizione al trattamento è stata di 3,7 mesi, con il 94% dei 16 pazienti ancora in studio.

Nello studio C3, l’87% dei 27 pazienti che hanno ricevuto almeno una valutazione della risposta con tumore NMIBC a rischio intermedio hanno ottenuto una risposta completa ( CR ). La durata mediana dell’esposizione al trattamento è stata di 4,2 mesi.

Gli eventi avversi correlati al trattamento ( TRAE ) più comuni sono stati gli eventi del tratto urinario inferiore di grado 1/2.

Non si sono verificate tossicità dose-limitanti e nessun decesso.

Due pazienti hanno interrotto lo studio a causa di eventi avversi relativi a sintomi urinari di lieve entità e un paziente ha presentato reazione avversa grave ( pielonefrite e sepsi ).

In conclusione: negli ultimi 50 anni i pazienti con cancro della vescica non-muscolo-invasivo a rischio alto o intermedio hanno visto limitati progressi nel panorama terapeutico, e le opzioni disponibili sono associate a un alto rischio di recidiva e a un significativo carico di effetti collaterali.TAR-210 potrebbe rappresentare una nuova soluzione per i pazienti con cancro localizzato alla vescica.

Il cancro della vescica non muscolo-invasivo è un tumore che si localizza nel tessuto che riveste la superficie interna della vescica. Il muscolo della vescica non è coinvolto.

I pazienti sono classificati in uno di tre gruppi di rischio che descrivono la probabilità che il cancro progredisca, si diffonda ulteriormente o si ripresenti dopo il trattamento: a basso rischio, a rischio intermedio o ad alto rischio.

La cistectomia radicale è attualmente raccomandata per i pazienti con carcinoma della vescica non-muscolo-invasivo che falliscono la terapia con Bacillus Calmette-Guérin ( BCG ), con una sopravvivenza cancro-specifica superiore al 90% se eseguita prima della progressione muscolo-invasiva.

Dato che il tumore alla vescica non-muscolo-invasivo colpisce tipicamente i pazienti più anziani, molti potrebbero non essere disposti o non-idonei a sottoporsi a cistectomia radicale.

Fonte: ESMO ( European Society of Medical Oncology ) Meeting 2023

Xagena Oncologia

MelanomaOnline.net OncoGinecologia.net OncoImmunoterapia.net OncologiaMedica.net OncologiaOnline.net TumoriOnline.net TumoriRari.net

 

OncologiaMedica.net

ESMO – Retifanlimab nel carcinoma endometriale ricorrente con elevata instabilità dei microsatelliti o deficit di riparazione del mismatch

Incyte

Retifanlimab ( Zynyz ) nel carcinoma endometriale ricorrente con elevata instabilità dei microsatelliti o deficit di riparazione del mismatch: risultati finali dello studio POD1UM-101 ( Coorte H )

ESMO – Nel corso dell’European Society for Medical Oncology ( ESMO ) Congress 2023, in ambito immuno-oncologico sono stati presentati i risultati finali dello studio POD1UM-101 ” Retifanlimab in Patients with Recurrent Microsatellite Instability-High ( MSI-H ) or Deficient Mismatch Repair ( dMMR ) Endometrial Cancer: Final Results from the POD1UM-101 Study ( Cohort H ) ( Abstract #755P )

Zynyz ( Retifanlimab-dlwr; Retifanlimab ) è un inibitore PD-1, somministrato per via endovenosa. E’ stato approvato negli Stati Uniti per il trattamento dei pazienti adulti con carcinoma a cellule di Merkel ( MCC ) metastatico o ricorrente localmente avanzato. Questa indicazione è stata autorizzata con approvazione accelerata in base al tasso di risposta del tumore e alla durata della risposta. Il proseguimento dell’approvazione per questa indicazione può essere subordinato alla verifica e alla descrizione del beneficio clinico negli studi di conferma.

Fonte: Incyte, 2023

LINK: Retifanlimab nel carcinoma endometriale ricorrente con elevata instabilità dei microsatelliti o deficit di riparazione del mismatch: risultati finali dello studio POD1UM-101 ( Coorte H )

 

Xagena Oncologia

MelanomaOnline.net OncoGinecologia.net OncoImmunoterapia.net OncologiaMedica.net OncologiaOnline.net TumoriOnline.net TumoriRari.net

 

OncologiaMedica.net

LINFOMA FOLLICOLARE – Il Comitato scientifico dell’EMA ha espresso parere positivo su Brukinsa nel linfoma follicolare recidivante o refrattario

BeiGene

Il Comitato scientifico dell’EMA ha raccomandato l’approvazione di Brukinsa ( Zanubrutinib ) più Obinutuzumab come trattamento per i pazienti adulti con Linfoma follicolare che hanno ricevuto almeno due linee terapeutiche precedenti. Brukinsa sarà il primo inibitore di BTK ( inibitori della tirosin chinasi di Bruton ) approvato per il linfoma follicolare

Il linfoma follicolare rimane una malattia incurabile e una sfida continua per gli operatori sanitari. Nonostante i progressi nel panorama terapeutico, i pazienti spesso hanno recidive e sperimentano tempi di risposta più brevi ai trattamenti successivi

Il Comitato per i medicinali per uso umano ( CHMP ) dell’Agenzia Europea per i Medicinali ( EMA ) ha rilasciato un parere positivo raccomandando l’approvazione di Brukinsa ( Zanubrutinib ), un inibitore della tirosin chinasi di Bruton ( BTK ), in combinazione con Obinutuzumab per il trattamento dei pazienti adulti con linfoma follicolare (FL) recidivante o refrattario ( R/R ) che hanno ricevuto almeno due precedenti linee di terapia sistemica.

La raccomandazione del CHMP si basa sui risultati dello studio ROSEWOOD e è supportata dallo studio BGB-3111-GA101-001.

ROSEWOOD è uno studio globale di fase 2 in corso che ha confrontato Brukinsa più Obinutuzumab con Obinutuzumab da solo in 217 pazienti con linfoma follicolare recidivante / refrattario che avevano ricevuto almeno due precedenti linee di terapia sistemica.

Nello studio randomizzato in aperto, il tasso di risposta globale ( ORR ) è stato del 69,0% nel braccio Brukinsa più Obinutuzumab rispetto al 45,8% nel braccio Obinutuzumab ( p = 0,0012 ), con un follow-up mediano di circa 20 mesi.

Brukinsa più Obinutuzumab è risultato generalmente ben tollerato, con risultati di sicurezza coerenti con studi precedenti su entrambi i medicinali.

BGB-3111-GA101-001 è uno studio di fase 1b progettato per valutare la sicurezza, la tollerabilità e l’attività antitumorale di Brukinsa con Obinutuzumab nei partecipanti affetti da tumori linfoidi a cellule B.

Brukinsa è attualmente approvato nell’Unione Europea come monoterapia per il trattamento dei pazienti adulti con leucemia linfatica cronica e come monoterapia per il trattamento dei pazienti adulti con linfoma della zona marginale che hanno ricevuto almeno una precedente terapia a base di anti-CD20.

Brukinsa è inoltre approvato nell’Unione Europea per il trattamento dei pazienti adulti affetti da macroglobulinemia di Waldenström che hanno ricevuto almeno una terapia precedente o per il trattamento di prima linea di pazienti non idonei alla chemioimmunoterapia.

Il linfoma follicolare è il secondo tipo più comune di linfoma non-Hodgkin ( NHL ), rappresentando il 22% di tutti i casi di linfoma non-Hodgkin.

In tutta Europa, ogni anno viene diagnosticato il linfoma non-Hodgkin a oltre 122.000 persone.

Il linfoma non-Hodgkin è un tumore a crescita lenta ma può diventare più aggressivo nel tempo.

Sebbene il linfoma non-Hodgkin rimanga incurabile, le persone affette da questa condizione possono vivere a lungo. Il tasso di sopravvivenza a 5 anni è di circa il 90% e circa la metà delle persone con diagnosi di linfoma follicolare può convivere con la malattia per quasi 20 anni.

Fonte: BeiGene

Xagena Ematologia

AnemiaOnline.net Ematologia.it Ematologia.net LeucemiaOnline.net LinfomaOnline.net Mieloma.net TrombosiOnline.net |

 

Ematologia.it

CANCRO AL POLMONE – Enhertu approvato in Europa per il cancro polmonare non-a-piccole cellule positivo per HER2 in fase avanzata

AstraZeneca Daiichi-Sankyo

Il cancro al polmone non-a-piccole cellule HER2-positivo ha poche opzioni terapeutiche. Enhertu ( Trastuzumab deruxtecan ) è la prima opzione diretta verso HER2 approvata per la malattia con HER2-positivoEnhertu è stato approvato dalla Commissione Europea ( CE ) come prima terapia diretta contro HER2 per un sottogruppo di pazienti con cancro del polmone

La decisione dell’Autorità di regolamentazione dell’Unione Europea, EMA, si applica specificamente agli adulti con carcinoma polmonare non-a-piccole cellule ( NSCLC ) avanzato i cui tumori sono positivi per HER2, e che richiedono una terapia sistemica dopo chemioterapia a base di Platino con o senza immunoterapia.

L’approvazione fa seguito a una raccomandazione del Comitato per i medicinali per uso umano dell’Agenzia europea per i medicinali ed è supportata dai risultati dello studio di fase intermedia DESTINY-Lung02, in cui Enhertu ha dimostrato un tasso di risposta obiettiva ( ORR ) confermato del 49% e una durata mediana della risposta di 16,8 mesi nei pazienti precedentemente trattati con cancro al polmone non-a-piccole cellule HER2+ avanzato o metastatico.

Il tumore del polmone è il terzo tumore più comunemente diagnosticato in Europa, con oltre 477.000 casi diagnosticati nel 2020.

Il tumore polmonare non-a-piccole cellule rappresenta circa l’85% di tutte le diagnosi di cancro del polmone.

HER2 è una proteina che promuove la crescita, ed è espressa sulla superficie di diversi tipi di tumore. Alcune alterazioni del gene HER2 sono state identificate nei pazienti con tumore NSCLC non-squamoso come bersaglio molecolare distinto, e si verificano fino al 4% dei pazienti con questo tipo di cancro polmonare.

LE ALTRE INDICAZIONI DI ENHERTU

Inoltre, Enhertu è anche approvato nel trattamento di alcuni tumori al seno metastatico e allo stomaco, positiva per HER2

A) Cancro della mammella

– Cancro della mammella HER2-positivo

Enhertu in monoterapia è indicato per il trattamento dei pazienti adulti con cancro della mammella HER2-positivo non-resecabile o metastatico, che hanno ricevuto uno o più precedenti regimi a base di anti-HER2;

– Cancro della mammella HER2-low

Enhertu in monoterapia è indicato per il trattamento dei pazienti adulti con cancro della mammella HER2-low non-resecabile o metastatico, che hanno ricevuto precedente chemioterapia per malattia metastatica o che hanno sviluppato recidiva della malattia durante o entro 6 mesi dal completamento della chemioterapia adiuvante;

B) Cancro dello stomaco

Enhertu in monoterapia è indicato per il trattamento dei pazienti adulti con adenocarcinoma dello stomaco o della giunzione gastroesofagea ( GEJ ) avanzato HER2-positivo, che hanno ricevuto un precedente regime a base di Trastuzumab.

Fonte: AstraZeneca & Daiichi Sankyo, 2023

 

Xagena Oncologia

MelanomaOnline.net OncoGinecologia.net OncoImmunoterapia.net OncologiaMedica.net OncologiaOnline.net TumoriOnline.net TumoriRari.net

OncologiaMedica.net

FARMACEUTICO – Acquisizione di Seagen da parte di Pfizer: approvazione da parte della Commissione Europea

Pfizer Nuovo Logo

La Commissione Europea ( CE ) ha approvato in modo incondizionato la proposta di acquisizione di Seagen da parte di Pfizer. L’operazione non solleva problemi di concorrenza nello Spazio Economico Europeo ( SEE )

Acquisendo la tecnologia degli coniugati anticorpo-farmaco ( ADC ) di Seagen, Pfizer diversifica il proprio portafoglio e accelera lo sviluppo e la commercializzazione dei farmaci con la tecnologia di Seagen.

Sulla base della indagine di mercato, la Commissione Europea ha riscontrato che l’incorporazione di Seagen da parte di Pfizer non ridurrebbe in modo significativo la concorrenza nei mercati in cui le attività delle due Società si sovrappongono all’interno del SEE.

Infine, la Commissione ha ritenuto improbabile che l’operazione possa avere un impatto negativo sui prezzi, dato che le offerte delle parti sono differenziate e complementari e che i mercati per il trattamento dei diversi tipi di cancro esaminati sono sufficientemente competitivi.

Seagen ha una posizione di leadership nei coniugati anticorpo-farmaco, con una tecnologia proprietaria.

Il portafoglio di Seagen comprende quattro farmaci approvati, di cui tre sono coniugati anticorpo-farmaco: Adcetris ( Brentuximab vedotin ) per il trattamento dei linfomi, Padcev ( Enfortumab vedotin ) per il carcinoma uroteliale / tumore alla vescica, e Tivdak ( Tisotumab vedotin ) per il cancro della cervice. Il quarto farmaco è Tukysa ( Tucatinib ) per il carcinoma colorettale e della mammella HER2-positivo.

Altri farmaci in avanzato sviluppo clinico sono: Disitamab vedotin nel carcinoma uroteliale HER2-positivo, e Ladiratuzumab vedotin ( associato a Pembrolizumab ) nel carcinoma mammario triplo negativo.

Fonte: EMA 2023

 

Xagena Oncologia

MelanomaOnline.net OncoGinecologia.net OncoImmunoterapia.net OncologiaMedica.net OncologiaOnline.net TumoriOnline.net TumoriRari.net

 

OncologiaMedica.net

ESMO / CANCRO ALLA VESCICA – La combinazione Pembrolizumab e Enfortumab ha ridotto il rischio di morte del 53% rispetto alla chemioterapia nel cancro alla vescica

Astellas

ESMO: la combinazione Enfortumab ( Padcev ) e Pembrolizumab ( Keytruda ) ha il potenziale di essere un ” practice-changing ” nel cancro alla vescica. Studio EV-302: la combinazione Pembrolizumab – Enfortumab ha ridotto il rischio di morte del 53% rispetto alla chemioterapia 

Nello studio condotto su 886 pazienti affetti da cancro alla vescica candidabili alla chemioterapia contenente Cisplatino o Carboplatino, la combinazione Pembrolizumab ( Keytruda ) – Enfortumab ( Padcev ) ha ridotto il rischio di morte del 53% rispetto alla chemioterapia.

Il risultato mediano della sopravvivenza globale ( OS ) per i pazienti in regime combinato è stato di 31,5 mesi, rispetto a 16,1 mesi per quelli in chemioterapia.

La combinazione ha prodotto un successo simile nella sopravvivenza libera da progressione ( PFS ), riducendo il rischio di progressione della malattia o di morte del 55%. I pazienti trattati con il regime combinato hanno vissuto una media di 12,5 mesi senza progressione, contro i 6,3 mesi nel braccio chemioterapia.

Per quanto riguarda il tasso di risposta obiettiva ( ORR ) nello studio EV-302, la combinazione ha innescato una risposta nel 67,7% dei pazienti. Questo rispetto al 44,4% nel braccio chemioterapia.

Anche il profilo di sicurezza della combinazione è risultato migliore, poiché sono stati osservati eventi avversi gravi correlati al trattamento nel 55,9% dei pazienti.

Tra quelli sottoposti a chemioterapia, il 69,5% ha manifestato un evento avverso di grado 3 o peggiore.

Un effetto collaterale importante con Enfortumab come agente singolo è la neuropatia periferica. Nello studio EV-302, è stata osservata una neuropatia periferica di grado 3 o superiore nel 6,8% dei pazienti.

L’evento avverso più comune tra i soggetti trattati con la combinazione sono state le reazioni cutanee, con il 15,5% che ha riscontrato tale complicazione.

Sebbene i dati indichino che la combinazione Keytruda-Padcev possa essere trasformativa, c’è ancora molto da determinare sulla efficacia.

Affinché Padcev-Keytruda diventi lo standard di cura, la combinazione dovrà dimostrare benefici tra i sottogruppi, con risultati che superino quelli ottenuti con la chemioterapia a base di Platino.

Fonte: Fierce Pharma 2023

Xagena Oncologia

MelanomaOnline.net OncoGinecologia.net OncoImmunoterapia.net OncologiaMedica.net OncologiaOnline.net TumoriOnline.net TumoriRari.net

 

OncologiaMedica.net

TUMORE AL RENE – Opdivo per via sottocutanea nel trattamento del carcinoma renale a cellule chiare

 

BMS

Opdivo ( Nivolumab ) per via endovenosa ha contribuito a trasformare il trattamento di numerosi tumori solidi negli ultimi dieci anni, tuttavia permane la necessità di ulteriori opzioni di somministrazione per affrontare il carico terapeutico sui pazienti e migliorare l’efficienza dei sistemi sanitari. Opdivo per via sottocutanea, somministrato con una singola iniezione in meno di 5 minuti, offre vantaggi terapeutici sia per i pazienti che per i medici

Sono stati presentati i risultati di uno studio in fase avanzata su una nuova forma iniettabile di Opdivo in alcuni pazienti con cancro del rene.

Lo studio di fase 3 CheckMate-67T ha valutato Opdivo per via sottocutanea, co-formulato con la tecnologia della Ialuronidasi umana ricombinante brevettata da Halozyme, rispetto alla forma endovenosa del farmaco nei pazienti con carcinoma a cellule renali a cellule chiare avanzato o metastatico ( ccRCC ) che avevano ricevuto una precedente terapia sistemica.

Opdivo sottocutaneo ha raggiunto i suoi endpoint farmacocinetici e ha anche dimostrato un tasso di risposta obiettiva non-inferiore rispetto alla somministrazione endovenosa, un endpoint secondario chiave dello studio.

Il carcinoma a cellule renali è il tipo più comune di cancro al rene negli adulti, con oltre 430.000 nuovi casi di malattia diagnosticati in tutto il mondo ogni anno, e il tumore a cellule chiare colpisce circa il 70% dei pazienti affetti da carcinoma a cellule renali.

Opdivo è attualmente approvato in più di 65 Paesi, tra cui Stati Uniti, Unione Europea, Giappone e Cina, per una serie di indicazioni come il cancro del polmone, del rene e dello stomaco.

Opdivo ha recentemente ricevuto l’approvazione dalla Food and Drug Administration ( FDA ) statunitense come trattamento adiuvante per adulti e adolescenti di età pari o superiore a 12 anni con melanoma di stadio 2B o 2C completamente resecato.

La decisione ha reso Opdivo, già approvato negli Stati Uniti per l’uso in alcuni pazienti con melanoma, l’unico inibitore PD-1 indicato come trattamento adiuvante per i pazienti idonei con melanoma completamente resecato in stadio 2B, 2C e 3, nonché con melanoma completamente resecato in stadio 4.

Fonte: Bristol Myers Squibb ( BMS ), 2023

 

Xagena Oncologia

MelanomaOnline.net OncoGinecologia.net OncoImmunoterapia.net OncologiaMedica.net OncologiaOnline.net TumoriOnline.net TumoriRari.net

 

OncologiaMedica.net

 

TUMORE AL POLMONE – Combinazione Amivantamab e Lazertinib versus Osimertinib nel cancro al polmone non a piccole cellule di nuova diagnosi positivo per mutazione di EGFR

ESMO 2023

Combinazione Amivantamab e Lazertinib di Johnson & Johnson VERSUS Osimertinib di AstraZeneca nel cancro al polmone non a piccole cellule di nuova diagnosi positivo per mutazione di EGFR

Nello studio MARIPOSA, Amivantamab ( Rybrevant ) e Lazertinib ( Leclaza ) hanno ridotto il rischio di progressione o morte del 30% rispetto a Osimertinib ( Tagrisso ) nei pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule ( NSCLC ), di nuova diagnosi, con mutazione nel gene EGFR.

Rispetto al gruppo Osimertinib, il regime Amivantamab – Lazertinib ha migliorato il tempo mediano di sopravvivenza senza progressione della malattia di 7,1 mesi, raggiungendo i 23,7 mesi.

Dallo studio è emerso che la combinazione Amivantamab e Lazertinib potrebbe diventare un nuovo standard di cura di prima linea per il tumore NSCLC in fase avanzata con mutazione di EGFR.

Tuttavia, la sfida a Tagrisso è appena iniziata, e potrebbe rivelarsi lunga. Uno dei parametri decisivi sarà il miglioramento della sopravvivenza globale.

Dalla combinazione Amivantamab e Lazertinib ci si aspetta una migliore sopravvivenza libera da progressione, dato il suo meccanismo d’azione. Lazertinib, come Osimertinib, è un inibitore a piccola molecola di EGFR. Amivantamab è un anticorpo bispecifico EGFRxMET, con MET noto come via di fuga di EGFR.

Per ora, la combinazione Amivantamab e Lazertinib ha mostrato una tendenza incoraggiante verso un’ulteriore estensione della vita dei pazienti, riducendo il rischio di morte del 20% rispetto a Osimertinib, sebbene il numero non abbia raggiunto la significatività statistica.

In precedenza un altro studio di fase 3 chiamato FLAURA2 aveva dimostrato che la combinazione di Osimertinib con la chemioterapia era in grado di ridurre il rischio di progressione o morte del 38% rispetto alla monoterapia con Osimertinib nel tumore NSCLC, coem trattamento di prima linea.

L’aggiunta della chemioterapia a Osimertinib aveva prolungato la sopravvivenza mediana libera da progressione di circa 9 mesi.

Tagrisso è un farmaco orale con buona tollerabilità. Rybrevant, invece, come tutti gli anticorpi bispecifici, ha un profilo di sicurezza meno favorevole.

Fonte: Fierce Pharma, 2023

Xagena Oncologia

MelanomaOnline.net OncoGinecologia.net OncoImmunoterapia.net OncologiaMedica.net OncologiaOnline.net TumoriOnline.net TumoriRari.net

 

OncologiaMedica.net

TUMORE AL POLMONE – L’FDA ha approvato Keytruda per il cancro polmonare non-a-piccole cellule resecabile ( T maggiore o uguale a 4 cm o N+ ) in combinazione con chemioterapia nel setting neoadiuvante / adiuvante

MSD

La FDA ( Food and Drug Administration ) ha approvato Keytruda ( Pembrolizumab ) per il trattamento dei pazienti con carcinoma polmonare non-a-piccole cellule ( NSCLC ) resecabile ( T maggiore o uguale a 4 cm o positivo per linfonodi ) in combinazione con chemioterapia come trattamento neoadiuvante, poi continuato in monoterapia come trattamento adiuvante dopo l’intervento chirurgico

I risultati dello studio KEYNOTE-671 hanno il potenziale di cambiare l’attuale paradigma terapeutico per il cancro polmonare non a piccole cellule resecabile di dimensioni superiori a 4 centimetri o con coinvolgimento linfonodale, offrendo un regime basato sull’immunoterapia che ha dimostrato miglioramenti statisticamente significativi in termini di sopravvivenza globale ( OS ) e sopravvivenza libera da eventi ( EFS ) rispetto a un regime placebo e chemioterapico.

Keytruda continua a cambiare il modo in cui il cancro polmonare non-a-piccole cellule viene trattato nella malattia precoce e metastatica, indipendentemente dall’espressione di PD-L1.

L’approvazione segna la sesta indicazione per Keytruda nel tumore NSCLC. Le altre cinque indicazioni per Keytruda nel cancro al polmone non a piccole cellule includono:

1) in combinazione con Pemeterxed e chemioterapia con Platino per il trattamento di prima linea di pazienti con tumore NSCLC metastatico non-squamoso, senza aberrazioni tumorali genomiche di EGFR o ALK;

2) in combinazione con Carboplatino e Paclitaxel oppure Paclitaxel legato alle proteine per il trattamento di prima linea dei pazienti con tumore NSCLC squamoso metastatico;

3) come agente singolo per il trattamento di prima linea dei pazienti con tumore NSCLC che esprimono PD-L1 [ percentuale di cellule tumorali che evidenziano espressione per PD-L1 ( TPS ) 1% o superiore ] come determinato da un test approvato dalla FDA, senza aberrazioni tumorali genomiche di EGFR o ALK, e rappresenta lo stadio III in cui i pazienti non sono candidati alla resezione chirurgica o alla chemioradioterapia definitiva, o metastatici;

4) come agente singolo per il trattamento di pazienti con tumore NSCLC metastatico i cui tumori esprimono PD-L1 ( TPS 1% o superiore ) come determinato da un test approvato dalla FDA, con progressione della malattia durante o dopo chemioterapia contenente Platino. I pazienti con aberrazioni tumorali genomiche EGFR o ALK dovrebbero avere una progressione della malattia con la terapia approvata dalla FDA per queste aberrazioni prima di ricevere Keytruda;

5) come agente singolo per il trattamento adiuvante dopo resezione e chemioterapia a base di Platino per i pazienti adulti con tumore NSCLC in stadio IB ( T2a 4 cm o superiore ), II o IIIA.

ENGLISH VERSION

Patients with earlier stages of non-small cell lung cancer: Keytruda ( Pembrolizumab ) approved by FDA

FDA ( Food and Drug Administration ) has approved Keytruda based on Pembrolizumab for treatment of patients with resectable ( T greater than or equal to 4 cm or N+ ) non-small cell lung cancer ( NSCLC ) in combination with chemotherapy as neoadjuvant treatment, then continued as a single agent as adjuvant treatment after surgery

The results in the KEYNOTE-671 trial have the potential to change the current treatment paradigm for resectable non-small cell lung cancer that is greater than four centimeters or has lymph node involvement, by offering an immunotherapy-based regimen that has demonstrated statistically significant improvements in overall survival and event-free survival compared to a placebo and chemotherapy regimen.

Keytruda continues to change the way non-small cell lung cancer is treated across earlier and metastatic disease regardless of PD-L1 expression.

The approval marks the sixth NSCLC indication for Keytruda. The five other indications for Keytruda in NSCLC include:

1) in combination with Pemetrexed and Platinum chemotherapy for the first-line treatment of patients with metastatic nonsquamous NSCLC, with no EGFR or ALK genomic tumor aberrations;

2) in combination with Carboplatin and either Paclitaxel or Paclitaxel protein-bound for the first-line treatment of patients with metastatic squamous NSCLC;

3) as a single agent for the first-line treatment of patients with NSCLC expressing PD-L1 [ tumor proportion score ( TPS ) 1% or more ] as determined by an FDA-approved test, with no EGFR or ALK genomic tumor aberrations and is stage III where patients are not candidates for surgical resection or definitive chemoradiation, or metastatic;

4) as a single agent for the treatment of patients with metastatic NSCLC whose tumors express PD-L1 ( TPS 1% or more ) as determined by an FDA-approved test, with disease progression on or after Platinum-containing chemotherapy. Patients with EGFR or ALK genomic tumor aberrations should have disease progression on FDA-approved therapy for these aberrations prior to receiving Keytruda; and

5) as a single agent for adjuvant treatment following resection and Platinum-based chemotherapy for adult patients with stage IB ( T2a 4 cm or more ), II, or IIIA NSCLC.

Xagena Oncologia

MelanomaOnline.net OncoGinecologia.net OncoImmunoterapia.net OncologiaMedica.net OncologiaOnline.net TumoriOnline.net TumoriRari.net

 

OncologiaMedica.net

1 4 5 6 7 8 413