CARCINOMA A CELLULE RENALI – Studio di fase 3 KEYNOTE-564: Pembrolizumab nel setting adiuvante nel carcinoma a cellule renali

MSD

Pembrolizumab ( Keytruda ) è la prima terapia a mostrare un miglioramento statisticamente significativo di sopravvivenza globale ( OS ) come terapia adiuvante nei pazienti con cancro a cellule renali ( RCC ) a più alto rischio di recidiva dopo nefrectomia

ENGLISH VERSION

Pembrolizumab ( Keytruda ) is the first therapy to show a statistically significant improvement in overall survival ( OS ) as adjuvant therapy in patients with renal cell cancer ( RCC ) at a higher risk of recurrence following nephrectomy

Risultati positivi per Pembrolizumab nel setting adiuvante nello studio di fase 3 KEYNOTE-564 nel carcinoma a cellule renali

Sono stati condivisi i risultati positivi di uno studio in fase avanzata di Pembrolizumab ( Keytruda ), una terapia anti-PD-1 in alcuni pazienti con cancro al rene.

Lo studio di fase 3 KEYNOTE-564 ha valutato Pembrolizumab come trattamento adiuvante nei pazienti con carcinoma a cellule renali ( RCC ) a rischio più elevato di recidiva dopo nefrectomia, ( rimozione chirurgica di un rene ).

Secondo i risultati di un’analisi provvisoria, la terapia ha dimostrato un miglioramento statisticamente e clinicamente significativo nella sopravvivenza globale rispetto al placebo e il suo profilo di sicurezza era coerente con quello osservato negli studi precedenti.

I dati sulla sopravvivenza libera da malattia emersi dallo studio KEYNOTE-564, che ha supportato l’approvazione di Keytruda come trattamento adiuvante nei pazienti affetti da carcinoma a cellule renali negli Stati Uniti, nell’Unione Europea e in altri Paesi in tutto il mondo.

Il carcinoma a cellule renali è il tipo più comune di cancro del rene negli adulti e rappresenta circa il 90% di tutte le diagnosi di tumore renale.

La malattia è associata a un alto rischio di recidiva, con fino al 40% dei pazienti di nuova diagnosi che manifestano recidiva entro 5 anni dall’intervento.

Oltre all’RCC, Keytruda detiene approvazioni per il trattamento di un’ampia varietà di tumori, inclusi casi specifici di cancro alla vescica, melanoma e linfoma di Hodgkin.

Questo mese, la terapia è stata approvata dalla Food and Drug Administration statunitense in combinazione con la chemioterapia per il trattamento del cancro delle vie biliari.

L’approvazione, che rappresenta la sesta indicazione sul cancro gastrointestinale per i regimi a base di Keytruda negli Stati Uniti, significa che Keytruda può ora essere utilizzato insieme a gemcitabina e cisplatino per trattare pazienti con casi di malattia localmente avanzati non resecabili o metastatici.

Keytruda è stato recentemente approvato anche negli Stati Uniti come parte di un trattamento combinato per pazienti con cancro ai polmoni in stadio iniziale.

ARTICOLO SU XAGENA

Lo studio di fase 3 KEYNOTE-564 che ha valutato Pembrolizumab ( Keytruda ), una terapia anti-PD-1, ha raggiunto il suo endpoint secondario chiave di sopravvivenza globale ( OS ), per il trattamento adiuvante dei pazienti con carcinoma a cellule renali ( RCC ) a rischio intermedio-alto o alto di recidiva dopo nefrectomia o dopo nefrectomia e resezione di lesioni metastatiche.
Nel corso di una revisione dell’analisi intermedia pre-specificata condotta da un Comitato indipendente per il monitoraggio dei dati, Pembrolizumab ha dimostrato un miglioramento statisticamente e clinicamente significativo della sopravvivenza globale rispetto al placebo.
Il profilo di sicurezza di Pembrolizumab era coerente con quello osservato negli studi precedentemente riportati; non sono stati osservati nuovi segnali di sicurezza. ( CONTINUA SU: https://xagena.it/news/e-nefrologia_it_farmaci/38abae704fb4cdba00a26baa58cb4443.html )

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CANCRO AL RENE – Pembrolizumab ha migliorato significativamente la sopravvivenza globale rispetto al placebo come terapia adiuvante per alcuni pazienti con carcinoma a cellule renali dopo nefrectomia

MSD

Pembrolizumab ( Keytruda ) è la prima terapia a mostrare un miglioramento statisticamente significativo della sopravvivenza globale ( OS ) come terapia adiuvante nei pazienti con carcinoma a cellule renali a più alto rischio di recidiva dopo nefrectomia

I nuovi risultati sulla sopravvivenza globale si basano sul significativo beneficio in termini di sopravvivenza libera da malattia precedentemente riportato dallo studio KEYNOTE-564

Lo studio di fase 3 KEYNOTE-564 che sta valutando Pembrolizumab ( Keytruda ), un inibitore PD-1, ha raggiunto il suo endpoint secondario chiave di sopravvivenza globale ( OS ), per il trattamento adiuvante dei pazienti con carcinoma a cellule renali ( RCC ) a rischio di recidiva intermedio-alto o alto dopo nefrectomia o dopo nefrectomia e resezione di lesioni metastatiche.

Nel corso di una revisione dell’analisi intermedia pre-specificata condotta da un Comitato indipendente per il monitoraggio dei dati, Pembrolizumab ha dimostrato un miglioramento statisticamente e clinicamente significativo della sopravvivenza globale, rispetto al placebo.

Il profilo di sicurezza di Pembrolizumab è risultato coerente con quello osservato negli studi precedentemente riportati; non sono stati osservati nuovi segnali di sicurezza.

Questo è il secondo studio su Pembrolizumab in uno stadio precoce del cancro a dimostrare un beneficio in termini di sopravvivenza globale, dopo la recente presentazione dei dati sulla sopravvivenza globale negli stadi precoci ( stadi II, IIIA o IIIB ) del cancro polmonare non-a-piccole cellule dallo studio KEYNOTE-671, presentati al Congresso 2023 della Società Europea di Oncologia Medica ( ESMO ).

I nuovi risultati dello studio KEYNOTE-564 hanno mostrato per la prima volta che una terapia ha dimostrato un beneficio di sopravvivenza statisticamente significativo rispetto al placebo nei pazienti con carcinoma a cellule renali a più alto rischio di recidiva dopo un intervento chirurgico

Come riportato in una precedente analisi ad interim pre-specificata con un follow-up mediano di 23,9 mesi, KEYNOTE-564 ha raggiunto il suo endpoint primario di sopravvivenza libera da malattia ( DFS ), riducendo il rischio di recidiva della malattia o di morte del 32% ( hazard ratio, HR=0,68 [ IC 95%, 0,53-0,87 ]; p=0,0010 ) rispetto al placebo.

Questi risultati sulla sopravvivenza libera da malattia, presentati per la prima volta al Congresso annuale dell’American Society of Clinical Oncology ( ASCO ) del 2021, hanno supportato l’approvazione di Keytruda per il trattamento adiuvante dei pazienti affetti da carcinoama a cellule renali negli Stati Uniti, nell’Unione Europea, in Giappone e in altri Paesi in tutto il mondo.

KEYNOTE-564 è uno studio di fase 3 randomizzato, in doppio cieco che sta valutando Keytruda per il trattamento adiuvante dei pazienti con carcinoma a cellule renali sottoposti a nefrectomia e che presentano rischio intermedio-alto, rischio alto o M1 senza evidenza di malattia .

L’endpoint primario è la sopravvivenza libera da malattia valutata dalla revisione dello sperimentatore, mentre gli endpoint secondari includono la sopravvivenza globale e la sicurezza. Nello studio sono stati arruolati 994 pazienti randomizzati in un rapporto 1:1 a ricevere Pembrolizumab ( 200 mg per via endovenosa il giorno 1 di ogni ciclo di tre settimane per un massimo di 17 cicli ) o placebo ( soluzione salina per via endovenosa il giorno 1 di ogni ciclo di tre settimane fino a 17 cicli ).

Il carcinoma a cellule renali è di gran lunga il tipo più comune di cancro del rene; circa nove diagnosi di cancro del rene su 10 riguardano il carcinoma a cellule renali.

Il carcinoma a cellule renali è circa due volte più comune negli uomini che nelle donne.

La maggior parte dei casi di carcinoma a cellule renali vengono scoperti incidentalmente durante test di imaging per altre malattie addominali. <br>

Il carcinoma a cellule renali è associato a un alto rischio di recidiva, con fino al 40% dei pazienti di nuova diagnosi che manifestano recidiva entro 5 anni dall’intervento.

Negli Stati Uniti, si stima che nel 2023 verranno diagnosticati circa 81.800 nuovi casi di cancro al rene e circa 14.900 decessi dovuti alla malattia. Nel mondo, si stima che siano stati diagnosticati circa 431.000 nuovi casi di cancro al rene e oltre 179.000 decessi dovuti alla malattia nel 2020.

 

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TUMORE AL RENE – Opdivo per via sottocutanea nel trattamento del carcinoma renale a cellule chiare

 

BMS

Opdivo ( Nivolumab ) per via endovenosa ha contribuito a trasformare il trattamento di numerosi tumori solidi negli ultimi dieci anni, tuttavia permane la necessità di ulteriori opzioni di somministrazione per affrontare il carico terapeutico sui pazienti e migliorare l’efficienza dei sistemi sanitari. Opdivo per via sottocutanea, somministrato con una singola iniezione in meno di 5 minuti, offre vantaggi terapeutici sia per i pazienti che per i medici

Sono stati presentati i risultati di uno studio in fase avanzata su una nuova forma iniettabile di Opdivo in alcuni pazienti con cancro del rene.

Lo studio di fase 3 CheckMate-67T ha valutato Opdivo per via sottocutanea, co-formulato con la tecnologia della Ialuronidasi umana ricombinante brevettata da Halozyme, rispetto alla forma endovenosa del farmaco nei pazienti con carcinoma a cellule renali a cellule chiare avanzato o metastatico ( ccRCC ) che avevano ricevuto una precedente terapia sistemica.

Opdivo sottocutaneo ha raggiunto i suoi endpoint farmacocinetici e ha anche dimostrato un tasso di risposta obiettiva non-inferiore rispetto alla somministrazione endovenosa, un endpoint secondario chiave dello studio.

Il carcinoma a cellule renali è il tipo più comune di cancro al rene negli adulti, con oltre 430.000 nuovi casi di malattia diagnosticati in tutto il mondo ogni anno, e il tumore a cellule chiare colpisce circa il 70% dei pazienti affetti da carcinoma a cellule renali.

Opdivo è attualmente approvato in più di 65 Paesi, tra cui Stati Uniti, Unione Europea, Giappone e Cina, per una serie di indicazioni come il cancro del polmone, del rene e dello stomaco.

Opdivo ha recentemente ricevuto l’approvazione dalla Food and Drug Administration ( FDA ) statunitense come trattamento adiuvante per adulti e adolescenti di età pari o superiore a 12 anni con melanoma di stadio 2B o 2C completamente resecato.

La decisione ha reso Opdivo, già approvato negli Stati Uniti per l’uso in alcuni pazienti con melanoma, l’unico inibitore PD-1 indicato come trattamento adiuvante per i pazienti idonei con melanoma completamente resecato in stadio 2B, 2C e 3, nonché con melanoma completamente resecato in stadio 4.

Fonte: Bristol Myers Squibb ( BMS ), 2023

 

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CANCRO AL RENE – Michela Murgia: aveva rivelato la sua malattia, un carcinoma ai reni al quarto stadio, in un’intervista ad Aldo Cazzullo lo scorso maggio

Murgia Michela

Era il 6 maggio, quando la scrittrice Michela Murgia rilasciava al Corriere della Sera una lunga intervista in cui, per la prima volta, dichiarava di avere un tumore al rene al quarto stadio. Parlava di mesi di vita, e mesi sono stati: Murgia è venuta a mancare a causa della malattia. “Dal quarto stadio non si torna indietro”, aveva detto rispondendo a una domanda del giornalista. Michela Murgia è morta il 10 agosto

Cancro al rene

Sintomi

Quando presenti, i segnali più frequenti sono la presenza di sangue nelle urine e dolore sordo al fianco o una massa addominale.

Fattori di rischio

Il fumo di sigaretta è il principale fattore di rischio. Atri fattori sono: uso eccessivo di Fenacetina ( il Paracetamolo è il principale metabolita attivo della Fenacetina ); patologia da rene cistico acquisito nei pazienti in dialisi; esposizione ad alcuni mezzi di contrasto radiopachi, amianto, cadmio e prodotti per la conciatura delle pelli e derivati del petrolio; alcune sindromi familiari, in particolare la malattia di von Hippel-Lindau e sclerosi tuberosa

Diagnosi

I tumori al rene vengano spesso individuati quando si trovano ancora confinati all’interno del rene, cioè in fase precoce: in stadio I ( inferiore ai 7 cm ) o in stadio II ( superiore ai 7 cm ).

Si parla di stadio III quando il tumore si è esteso anche alle strutture circostanti. Una peculiarità del carcinoma renale è la sua tendenza ad invadere soprattutto i vasi sanguigni e a essere fortemente vascolarizzato. Questo, però, non pregiudica l’intervento chirurgico, tanto che la maggior parte dei pazienti viene operata con successo.

Cancro al rene metastatico ( IV stadio ) operabile

Quando il tumore raggiunge organi distanti si parla di stadio IV o metastatico. Circa il 25% dei pazienti è metastatico già alla diagnosi, mentre un altro 25% ha recidive e progredisce dopo la chirurgia radicale. “

In passato la malattia al IV stadio veniva definita non-operabile, mentre oggi questo assunto viene messo in discussione quando ci si trova di fronte a pazienti oligometastatici, ossia con poche metastasi ( fino a 3 o 5 )

In alcuni casi è possibile asportare integralmente la malattia anche se in fase metastatica, combinando diverse tecniche ablative ( chirurgia, radioterapia e altri trattamenti locali ). Per questi pazienti, è anche possibile prescrivere l’immunoterapia come terapia adiuvante dopo l’intervento, per ridurre il rischio che possa ricomparire.

Cancro al rene metastatico ( IV stadio ) non-operabile

Per tutti gli altri casi di carcinoma renale a cellule chiare metastatico in cui non è possibile eseguire interventi locali, è possibile somministrare farmaci antiangiogenici, che contrastano la formazione di nuovi vasi sanguigni, e l’immunoterapia

Incidenza

Il cancro al rene non è un tumore frequente: rappresenta, infatti, solo il 3% di tutti i tumori solidi che colpiscono gli adulti. Nel 2022 ci sono stati 12.600 mila nuovi casi ( 7.800 negli uomini e 4.800 nelle donne ) e si stima che oggi vivano in Italia 144.400 persone che hanno ricevuto una diagnosi in passato ( 97.200 uomini e 47.200 donne ).

Esistono diversi sottotipi di tumore del rene, a seconda delle cellule da cui si sviluppano: il più frequente è il carcinoma renale a cellule chiare, che rappresenta circa il 75% di tutti i casi; ci sono poi carcinomi renali papillari, dei dotti collettori, cromofobi e altri istotipi più rari.

Fonte: la Repubblica

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News su Tumore renale in Oncobase.it

 

ALERT ! Le persone colpite in forma grave da COVID ad aumentato rischio di diagnosi di cancro

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Study Links Severe COVID-19 to Undetected Cancer
People hospitalized with severe COVID-19 are at increased risk of being diagnosed with cancer in the following months, according to new research

 

ALERT ! LE PERSONE COLPITE DA FORMA GRAVE DI COVID PRESENTANO UN RISCHIO ACCRESCIUTO DI DIAGNOSI DI TUMORE

E’ cosa nota che alcuni virus siano causa diretta o indiretta di tumori. Questo è il primo studio a dimostrare che la grave infezione da SARS-CoV-2 può aumentare il rischio di diagnosi di cancro in persone senza forme tumorali manifeste nei 5 anni precedenti.

Il virus SARS-CoV-2 esercita una potente azione immunosoppressiva che potrebbe favorire l’emersione di tumori silenti, oppure provocarne di nuovi in particolare tumori ematologici.

I tumori rilevati nell’indagine sono: cancro al rene, tumori ematologici, cancro al colon e cancro al polmone.

La relazione tra COVID e tumori dovrà essere indagata, soprattutto nel medio e lungo periodo

MAGGIORI INFORMAZIONI A BREVE SU XAGENA

 

 

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Risultati di sopravvivenza globale dallo studio POLO: mantenimento attivo con Olaparib rispetto al placebo per il tumore pancreatico metastatico con mutazione BRCA della linea germinale

Lo studio di fase III POLO ha dimostrato un significativo beneficio in termini di sopravvivenza libera da progressione ( PFS ) per la terapia di mantenimento attiva con Olaparib ( Lynparza ) rispetto …


 

Everolimus aggiunto alla terapia endocrina adiuvante nei pazienti con tumore alla mammella primario ad alto rischio HR-positivo, HER2-negativo

Everolimus ( Afinitor ), un inibitore orale del target della rapamicina nei mammiferi ( mTOR ), migliora la sopravvivenza libera da progressione in combinazione con la terapia endocrina nelle donne in …


 

Furmonertinib versus Gefitinib come terapia di prima linea per i pazienti con tumore al polmone non-a-piccole cellule localmente avanzato o metastatico positivo alla mutazione EGFR: studio FURLONG

Furmonertinib ( Ivesa ) è un inibitore irreversibile, selettivo, di terza generazione della tirosin-chinasi dell’EGFR. Sono state studiate l’efficacia e la sicurezza di Furmonertinib rispetto all’in …


 

Terapia perioperatoria FLOT vs FLOT / Trastuzumab / Pertuzumab per adenocarcinoma esofagogastrico resecabile HER2-positivo

Elevati tassi di risposta patologica completa ( pCR ) e dati di sopravvivenza relativamente buoni sono stati osservati in uno studio di fase II che ha combinato la chemioterapia perioperatoria con Flu …


 

Palbociclib adiuvante per il tumore al seno in fase iniziale: studio PALLAS

Palbociclib ( Ibrance ) è un inibitore della chinasi 4 e 6 ciclino-dipendente approvato per il tumore mammario avanzato. Nel contesto adiuvante, il potenziale valore dell’aggiunta di Palbociclib all …


 

Nivolumab più chemioterapia rispetto a placebo più chemioterapia nei pazienti con tumore gastrico o della giunzione gastroesofagea HER2-negativo, non-trattato, non-resecabile, avanzato o ricorrente: studio ATTRACTION-4

L’effetto antitumorale additivo o sinergico sostenuto degli inibitori del checkpoint immunitario in combinazione con la chemioterapia a base di Oxaliplatino ( Eloxatin ) è stato precedentemente riport …


 

Trastuzumab versus trattamento trimodale per adenocarcinoma esofageo con sovraespressione di HER2: studio NRG Oncology/RTOG 1010

Trastuzumab ( Herceptin ) è un anticorpo monoclonale contro HER2 ( noto anche come ERBB2 ). L’obiettivo principale dello studio NRG Oncology/RTOG-1010 era stabilire se Trastuzumab migliorasse la sop …


 

Esiti migliori nei bambini con neuroblastoma ad alto rischio di nuova diagnosi trattati con chemioimmunoterapia con anticorpo hu14.18K322A

Si è valutato se la combinazione di un anticorpo monoclonale umanizzato anti-disialoganglioside ( hu14.18K322A ) durante la terapia migliori la risposta precoce e gli esiti nei bambini con neuroblasto …


 

Impatto di Pembrolizumab rispetto alla chemioterapia come terapia di seconda linea per il cancro esofageo avanzato sulla qualità di vita correlata alla salute nello studio KEYNOTE-181

Nello studio di fase III KEYNOTE-181 su pazienti con tumore esofageo ( EC ) avanzato, la monoterapia con Pembrolizumab ( Keytruda ) ha prolungato la sopravvivenza globale rispetto alla chemioterapia c …


 

Oxaliplatino 3 mesi versus 6 mesi con 6 mesi di fluoropirimidina come terapia adiuvante nei pazienti con tumore del colon in stadio II/III

La combinazione di Oxaliplatino ( Eloxatin ) e fluoropirimidina per 6 mesi è una delle opzioni standard per la terapia adiuvante per i tumori del colon-retto ( CRC ) ad alto rischio in stadio II e III …


 

Terapia adiuvante a base di Oxaliplatino e Fluoropirimidina per 3 o 6 mesi per tumore del colon in stadio III: studio ACHIEVE

Lo studio di fase III ACHIEVE condotto in Giappone è stato uno dei sei studi prospettici inclusi nella collaborazione IDEA ( International Duration Evaluation of Adjuvant Therapy ), che ha determinato …


 

Efficacia e sicurezza di Telaglenastat più Cabozantinib rispetto a placebo più Cabozantinib nei pazienti con carcinoma a cellule renali avanzato: studio CANTATA

Il metabolismo disregolato è un segno distintivo del carcinoma a cellule renali ( RCC ). La glutaminasi è un enzima chiave che alimenta la crescita del tumore convertendo la glutammina in glutammato. …


 

Effetto di Apatinib più Doxorubicina liposomiale pegilata versus Doxorubicina liposomiale pegilata da sola sul tumore ovarico ricorrente resistente al Platino: studio APPROVE

Vi sono sostanziali esigenze terapeutiche insoddisfatte nelle pazienti con tumore ovarico ricorrente, resistente al Platino ( PROC ) e dovrebbero essere esplorate nuove strategie terapeutiche. Sono …


 

Valutazione del trattamento con Talazoparib e Avelumab nei pazienti con tumore dell’endometrio con riparazione del mismatch competente

Sebbene l’attività di Pembrolizumab ( Keytruda ) e Lenvatinib ( Lenvima ) sia convincente, non ci sono biomarcatori di risposta e la maggior parte dei pazienti non-tollera, non-risponde o sviluppa res …


 

Ramucirumab e Pembrolizumab rispetto allo standard di cura nel tumore al polmone non-a-piccole cellule avanzato precedentemente trattato con immunoterapia: studio Lung-MAP S1800A

La resistenza all’inibizione del checkpoint immunitario ( ICI ) nel tumore polmonare non-a-piccole cellule ( NSCLC ) avanzato rappresenta un importante problema irrisolto. La combinazione di inibito …

2023 GU Cancers Symposium: Dati a 3 anni della combinazione Opdivo & Cabometyx nel carcinoma a cellule renali

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American Society of Clinical Oncology 2023 Genitourinary Cancers Symposium

Carcinoma renale avanzato di prima linea: Opdivo in combinazione con Cabometyx ha prodotto una sopravvivenza duratura con oltre 3 anni di follow-up nello studio CheckMate -9ER

Sono stati riportati i risultati positivi di follow-up a 3 anni di uno studio di fase 3 su Opdivo ( Nivolumab ) in combinazione con Cabometyx ( Cabozantinib ) nel carcinoma a cellule renali ( RCC ) avanzato, il tipo più comune di cancro del rene negli adulti.

Più di 431.000 nuovi casi di carcinoma a cellule renali vengono diagnosticati a livello globale ogni anno, e 179.000 decessi si verificano a causa della malattia.

Il carcinoma a cellule renali è circa due volte più comune negli uomini rispetto alle donne, con i più alti tassi di malattia in Nord America e in Europa. Alla diagnosi, fino al 30% dei pazienti presenta carcinoma a cellule renali in fase avanzata o metastatica.

I risultati dell’analisi dello studio CheckMate -9ER, che rappresenta il follow-up più lungo riportato in qualsiasi studio di fase 3 con un regime a base di immunoterapia e di inibitore della tirosin-chinasi in questa popolazione, hanno mostrato benefici sostenuti in termini di sopravvivenza e tasso di risposta rispetto a Sunitinib ( Sutent ).

La combinazione Opdivo e Cabometyx ha continuato a mostrare una riduzione del 30% del rischio di morte e un miglioramento della sopravvivenza globale ( OS ) mediana rispetto a Sunitinib. Inoltre, la sopravvivenza globale mediana è migliorata di 11.8 mesi rispetto ai precedenti dati tagliati a 32.9 mesi di follow-up mediano.

Anche i benefici della sopravvivenza libera da professione ( PFS ) sono stati sostenuti, con il trattamento combinato che ha continuato a raddoppiare la sopravvivenza mediana senza progressione rispetto a Sunitinib.

Sono stati mantenuti anche il tasso di risposta obiettiva ( ORR ), la durata della risposta ( DoR ) e i tassi di risposta completa ( CR ) rispetto a Sunitinib.

Inoltre, un’analisi dei biomarcatori ha mostrato che i miglioramenti nella sopravvivenza mediana senza progressione e nella sopravvivenza globale sono stati mantenuti con la combinazione di Opdivo e Cabometyx indipendentemente dallo stato PD-L1.

Fonte: Bristol Myers Squibb ( BMS ), Exelixis e Ipsen, 2023

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Aggiornamento in Oncologia by Xagena

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Pembrolizumab versus placebo come terapia adiuvante nel melanoma in stadio IIB o IIC completamente asportato: studio KEYNOTE-716

Pembrolizumab ( Keytruda ) prolunga la sopravvivenza libera da progressione ( PFS ) e la sopravvivenza globale ( OS ) tra i pazienti con melanoma avanzato e la sopravvivenza libera da recidiva ( RFS ) …


 

Abiraterone più Prednisone aggiunto alla terapia di deprivazione androgenica e a Docetaxel nel tumore prostatico sensibile alla castrazione metastatico de novo: studio PEACE-1

L’attuale standard di cura per il tumore alla prostata metastatico sensibile alla castrazione integra la terapia di deprivazione androgenica con Docetaxel, terapia ormonale di seconda generazione o ra …


 

Sacituzumab govitecan nel carcinoma mammario metastatico HR-positivo, HER-negativo

Il tumore mammario metastatico endocrino-resistente positivo al recettore ormonale ( HR+ ) e negativo al recettore del fattore di crescita epidermico umano 2 ( HER2- ) viene trattato con chemioterapia …


 

Cabozantinib più Atezolizumab versus Sorafenib per il carcinoma epatocellulare avanzato: studio COSMIC-312

Cabozantinib ( Cabometyx ) ha mostrato attività clinica in combinazione con inibitori del checkpoint nei tumori solidi. Lo studio COSMIC-312 ha valutato Cabozantinib più Atezolizumab ( Tecentriq ) r …


 

Niraparib più Nivolumab o Niraparib più Ipilimumab nei pazienti con tumore pancreatico avanzato Platino-sensibile

È stato proposto di stabilire alternative alla chemioterapia permanente per i pazienti con carcinoma pancreatico avanzato per affrontare la resistenza alla chemioterapia e la tossicità cumulativa. G …


 

Cemiplimab neoadiuvante per il carcinoma cutaneo a cellule squamose in stadio da II a IV

In uno studio pilota che ha coinvolto pazienti con carcinoma cutaneo a cellule squamose, un’alta percentuale di pazienti ha avuto una risposta patologica completa con l’uso di due dosi di Cemiplimab ( …


 

Effetto di Serplulimab in prima linea versus placebo aggiunto alla chemioterapia sulla sopravvivenza nei pazienti con carcinoma polmonare a piccole cellule in stadio esteso: studio ASTRUM-005

Gli inibitori di PD-L1 combinati con la chemioterapia hanno cambiato l’approccio al trattamento di prima linea nei pazienti con tumore al polmone a piccole cellule in stadio esteso ( ES-SCLC ). Non …


 

Nivolumab e Nivolumab / Ipilimumab di salvataggio nei pazienti naive-al-trattamento con carcinoma renale a cellule chiare in fase avanzata: studio HCRN GU16-260-Coorte A

È stato determinato il valore dell’espressione di PD-L1 come biomarcatore predittivo dell’efficacia della monoterapia con Nivolumab ( Opdivo ) nei pazienti naive-al-trattamento con carcinoma renale a …


 

Atezolizumab con terapia anti-HER2 neoadiuvante e chemioterapia nel tumore alla mammella in fase iniziale HER2-positivo: studio IMpassion050

La combinazione dello standard di cura ( Pertuzumab – Trastuzumab, chemioterapia ) con l’immunoterapia contro il tumore può potenziare l’immunità antitumorale, l’attività citotossica e gli esiti dei p …


 

AENEAS: uno studio randomizzato di fase III di Aumolertinib rispetto a Gefitinib come terapia di prima linea per il carcinoma polmonare non-a-piccole cellule localmente avanzato o metastatico con delezione dell’esone 19 di EGFR o mutazioni L858R

Aumolertinib ( Ameile ) è un nuovo inibitore della tirosin-chinasi del recettore del fattore di crescita epidermico ( EGFR ) di terza generazione approvato in Cina. Lo studio di fase III AENEAS in …


 

Pembrolizumab versus placebo come terapia adiuvante post-nefrectomia per il carcinoma renale a cellule chiare: studio KEYNOTE-564, analisi di follow-up a 30 mesi

La prima analisi ad interim dello studio KEYNOTE-564 ha mostrato una sopravvivenza libera da malattia migliorata con Pembrolizumab ( Keytruda ) adiuvante rispetto al placebo dopo l’intervento chirurgi …


 

Nivolumab più Cabozantinib rispetto a Sunitinib nel trattamento di prima linea per il carcinoma a cellule renali avanzato: studio CheckMate 9ER

Nell’analisi primaria di CheckMate 9ER, Nivolumab ( Opdivo ) più Cabozantinib ( Cabometyx ) ha mostrato una sopravvivenza libera da progressione ( PFS ), una sopravvivenza globale e ( OS ) una rispost …


 

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Cabozantinib in combinazione con Atezolizumab nei pazienti con tumore prostatico metastatico resistente alla castrazione: studio COSMIC-021

I pazienti con tumore prostatico metastatico resistente alla castrazione hanno poche opzioni di trattamento dopo una nuova terapia ormonale ( Abiraterone o Enzalutamide ). È stato valutato Cabozanti …


 

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L’assegnazione casuale al braccio di pressione sanguigna sistolica intensiva ( SBP ) ( inferiore a 120 mm Hg ) nello studio SPRINT ( Systolic Blood Pressure Intervention Trial ) ha comportato una ridu …


 

Effetto dell’abbassamento intensivo della pressione arteriosa sul danno dei tubuli renali: studio ACCORD

L’assegnazione casuale alla riduzione della pressione arteriosa ( BP ) intensiva ( BP sistolica inferiore a 120 mm Hg ) rispetto a un target di pressione meno intensiva ( BP sistolica inferiore a 140 …


 

Diabete di tipo 2 incidente tra gli individui con insufficienza renale cronica: studio CRIC

Pochi studi hanno esaminato il diabete mellito di tipo 2 ( T2DM ) nella malattia renale cronica ( CKD ). Sono stati presi in esame i tassi e i fattori di rischio per diabete di tipo 2 nella nefropatia …


 

Modalità di dialisi e fibrillazione atriale incidente nei pazienti anziani con malattia renale allo stadio terminale

La fibrillazione atriale è comune nei pazienti con insufficienza renale sottoposti a dialisi di mantenimento. Non è chiaro se l’incidenza della fibrillazione atriale differisca tra i pazienti in emo …


 

Variazione dell’albuminuria e successivo rischio di malattia renale allo stadio terminale

Il cambiamento dell’albuminuria come endpoint surrogato per la progressione della malattia renale cronica è fortemente supportato dalla plausibilità biologica, ma mancano evidenze empiriche a sostegno …


 

Variazione dell’albuminuria come endpoint surrogato per la progressione della malattia renale

Il cambiamento dell’albuminuria ha una forte plausibilità biologica come endpoint surrogato per la progressione della malattia renale cronica, ma mancano evidenze empiriche a sostegno della sua validi …


 

Confronto tra nefrectomia citoriduttiva immediata versus posticipata nei pazienti con carcinoma a cellule renali con metastasi sincrone trattati con Sunitinib: studio SURTIME

Nella pratica clinica, ai pazienti con carcinoma a cellule renali metastatico primario ( mRCC ) viene offerta la nefrectomia citoriduttiva ( CN ) seguita da terapia mirata, ma la sequenza ottimale di …


 

Storia di malattia renale infantile e rischio di malattia renale allo stadio terminale negli adulti

Il rischio a lungo termine associato alla malattia renale infantile senza progressione a malattia renale cronica durante l’infanzia non è ben definito. È stato stimato il rischio di futura malattia …


 

Il cambiamento della funzione renale è associato a mortalità per qualsiasi causa e alle malattie cardiovascolari

La valutazione attuale sulla relazione tra la variazione sequenziale della velocità di filtrazione glomerulare stimata ( eGFR ) e gli esiti clinici è ancora incoerente. È stata studiata l’associazio …


 

Inibitori della pompa protonica associati a frattura dell’anca nei pazienti in emodialisi

Uno studio ha mostrato che l’assunzione di inibitori della pompa protonica può aumentare il rischio di frattura dell’anca nei pazienti con malattia renale all’ultimo stadio sottoposti a emodialisi. …


 

Idratazione profilattica per proteggere la funzionalità renale dal mezzo di contrasto iodato intravascolare nei pazienti ad alto rischio di nefropatia indotta da mezzo di contrasto

La soluzione salina intravascolare è raccomandata nelle linee guida della pratica clinica per prevenire la nefropatia indotta dal mezzo di contrasto nei pazienti con compromissione della funzionalità …


 

Tassi di insufficienza cardiaca, malattia coronarica e ictus nelle malattie renali croniche

Le malattie cardiovascolari sono la principale causa di morbilità e mortalità nei pazienti con malattia renale cronica ( CKD ).  È importante comprendere i contributi relativi dati dai tipi di e …


 

Gestione ed esiti di infarto miocardico con sopraslivellamento ST nei pazienti sottoposti a trapianto di rene

Il trapianto di rene è associato alla riduzione del rischio di infarto del miocardio nei pazienti con malattia renale cronica ( CKD ) che necessitano di dialisi a lungo termine ( malattia renale croni …


 

Impatto della ridotta velocità di filtrazione glomerulare e proteinuria sulla sopravvivenza dei pazienti con carcinoma renale

Un gruppo di lavoro internazionale ha raccomandato la classificazione della malattia renale cronica in base a causa, velocità di filtrazione glomerulare e albuminuria. I dati sui pazienti chirurgici …


 

Rischio di cancro nei pazienti con malattia del rene policistico

I dati per il rischio di cancro solido nei pazienti con malattia del rene policistico sono scarsi. Pertanto, uno studio di coorte a livello nazionale a Taiwan ha stabilito il rischio oncologico nei pa …

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Studio TERRAIN: Enzalutamide aumenta maggiormente la sopravvivenza libera da progressione rispetto a Bicalutamide nel carcinoma della prostata resistente alla castrazione metastatico

I risultati dello studio di fase 2 TERRAIN di Enzalutamide ( Xtandi ) versus Bicalutamide ( Casodex ) nel carcinoma della prostata resistente alla castrazione ( CRPC ) metastatico sono stati pubblica …

Farmaci antiepilettici con attività di inibizione dell’istone deacetilasi riducono il rischio di cancro alla prostata

Precedenti studi suggeriscono che i farmaci antiepilettici con proprietà inibitorie dell’istone deacetilasi ( HDAC ) possono avere effetti preventivi sul cancro alla prostata. È stata valutata l’ass …

Tumore prostata

La terapia di combinazione con Tamsulosina e Tolterodina non migliora il disagio da stent ureterale rispetto a Tamsulosina da sola

Il disagio da stent ureterale è un problema postoperatorio significativo per molti pazienti. Nonostante l’uso di narcotici e alfa-bloccanti i pazienti spesso presentano sintomi del tratto urinario i …

Efficacia, sicurezza e qualità di vita con terapia a basse dosi di bacillo di Calmette-Guérin per cancro della vescica non-muscolo invasivo

La dose ottimale di bacillo di Calmette-Guérin intravesicale per il trattamento del cancro della vescica non-muscolo invasivo è controversa. Uno studio ha valutato se la terapia di induzione con una …

Tumore rene

Radio-223 dicloruro: sicurezza nel lungo periodo negli uomini con carcinoma alla prostata e metastasi ossee sintomatiche

Il Radio-223 dicloruro ha mostrato una buona sicurezza nel lungo periodo nel trattamento degli uomini con tumore alla prostata resistente alla castrazione ( CRPC ) e metastasi ossee. Nello studio d …

Studio KEYNOTE-052: biomarcatori e risposta al trattamento con Pembrolizumab nei pazienti con carcinoma uroteliale avanzato non-trattati con Cisplatino

Pembrolizumab ( Keytruda ) ha indotto risposte clinicamente rilevanti e durature nei pazienti con carcinoma uroteliale avanzato che non erano adatti per il trattamento con Cisplatino, in base ai dati …

FarmaExplorerImmunoterapia Oncologica

Studio SPARTAN, Apalutamide, un inibitore del recettore degli androgeni, migliora la sopravvivenza libera da metastasi di oltre due anni nei pazienti con carcinoma alla prostata resistente alla castrazione non-metastatico

Nuovi risultati sono stati presentati all’American Society of Clinical Oncology Genitourinary Cancers Symposium ( ASCO GU ) a San Francisco ( Stati Uniti ), e sono state simultaneamente pubblicate su …

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