LA DEMOCRAZIA E’ IN AGONIA

E alla fine, tanto che fecero, la 18° legislatura partirà, se partirà, con un governo a tempo determinato imposto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella il quale, preso atto che dopo sessanta giorni dall’esito del voto, non esiste una maggioranza parlamentare in grado di garantire la formazione di un esecutivo politico, stanco delle vane rassicurazioni di Salvini, Di Maio di essere pronti a governare insieme o col PD – questa ultima possibilità la sosteneva il leader grillino come alternativa a Salvini – ha deciso di intervenire in prima persona per dare al paese un governo con scadenza a dicembre 2018, nemmeno fosse uno yogurt.

Sempre che tale governo trovi il sostegno parlamentare – Di Maio ha già fatto sapere che il M5S non sosterrà alcun governo tecnico o del Presidente – diversamente si dovrà andare nuovamente al voto. Quando? Non si sa! Stando a quanto si legge o si ascolta, Salvini e Di Maio vorrebbero andare alle elezioni già a luglio, dando vita a una sorta di ballottaggio tra Lega e M5S. Cosa impossibile in quanto non si rispetterebbero i 60 giorni necessari previsti dalla legge per il preavviso elettorale da dare agli italiani all’estero. E poi ci sarebbe il pericolo che cadendo le urne in piena estate, ciò scoraggi gli italiani dal recarsi ai seggi, incrementando ulteriormente il numero degli astenuti, sempre più il primo partito italiano.

La seconda la seconda soluzione sarebbe quella di votare in autunno. Ma anche questa non andrebbe bene in quanto entro quella data bisogna varare la finanziaria per scongiurare l’aumento dell’IVA. Meglio dunque un governo che duri fino alla fine dell’anno, giusto per portare avanti le incombenze internazionali e finanziarie e poi andare al voto, magari nella prossima primavera se non prima.

Ok, vada per questa scelta. Ma con quale legge elettorale, visto che perfino molti che votarono la fiducia al rosatellum oggi attribuiscono lo stallo politico in corso all’attuale legge elettorale?

La sensazione è che, una volta insediatosi, il cosiddetto governo del Presidente durerà più del previsto; almeno fino a quando i partiti sconfitti dalle urne il 4 marzo, FI e PD, non riusciranno a rifondarsi e a riacquistare credibilità nel proprio elettorato, recuperando parte dei milioni di voti persi confluiti nella Lega e nel M5S.

Tuttavia c’è da scommettere che, tra i due vincitori, chi avrà vita dura sarà il M5S, seppure con i numeri che ha può fare un’opposizione intransigente, mettendo in seria difficoltà il governo quando si tratterrà di votarne i provvedimenti in Parlamento. Per quanto concerne la Lega, invece, è presumibile che Salvini ingoi il rospo e segua, senza colpo ferire, Berlusconi, tenuto conto che, dopo le reiterate promesse di dare in breve tempo un governo al paese con l’appoggio del M5S, il leader leghista ha dovuto rivedere la propria decisione visto che Di Maio non ne vuole sapere di fare un governo con dentro FI, mentre Berlusconi non solo non vuole saperne del M5s ma non vuole essere subalterno a Salvini né a chiunque vorrebbe imporre le proprie scelte politiche senza tenere conto di quelle dell’ex cavaliere.

L’unica certezza è che, alla fine, qualunque governo si faccia, sarà un governo che non rifletterà la volontà espressa nelle urne.

Ma ormai noi italiani ci stiamo sempre più abituando che la nostra volontà elettorale venga disattesa ogni qualvolta infrange gli interessi dei partiti di vecchio stampo o contrasti i dettami dell’Europa, dei mercati e delle lobby, ( vedi alcuni referendum tipo quello per l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, da lì abolito dalla volontà popolare e da lì ripristinato sotto forma di rimborsi elettorali dai partiti; quello che decretò che l’acqua doveva restare pubblica e invece l’hanno comunque privatizzata; quello per le trivellazioni a mare, osteggiato sia dal Presidente della Repubblica Napolitano sia da quello del Consiglio Renzi; il referendum del 4 dicembre 2016 che bocciò la riforma costituzionale Boschi/Renzi e che, malgrado tutto, i partiti, Pd in testa, vorrebbero invece realizzare a ogni costo perché, a loro dire, sarebbe necessaria per il bene del paese…).

Con buona pace per la democrazia che in Italia sta lentamente assumendo sempre più i contorni di mera un’utopia!

LA DEMOCRAZIA E’ IN AGONIAultima modifica: 2018-05-08T14:20:19+02:00da kayfakayfa
  1. La volontà popolare manda i parlamentari alla camera, non i ministri al governo, né tantomeno il capo del governo, quindi siamo in pieno rispetto della Costituzione. È anche qualora Mattarella dovesse imporre un capo del governo e il governo (quindi i ministri) che non fossero espressione diretta dei gruppi presenti in Parlamento, questo non li esimerebbe dal richiedere la fiducia delle Camere, che se fosse data darebbe prova di responsabilità. Ma come hanno fatto sapere sia Salvini, che quell’altro genio politico di Di Maio, non se ne farà nulla… perché a loro non interessa il bene del paese, ma la poltrona, e andare a votare con questa legge elettorale sarebbe un ballottaggio fra i due. Una scommessa che comunque vada perderemo noi cittadini. Ma è quello che vogliono entrambi. Salvini perché spera di recuperare quel 2% che gli manca, Di Maio perché ha dichiarato di aver cominciato la campagna elettorale, mostrando come i partiti che volevano il bene del Paese si sono tirati indietro. Dimenticando di dire che loro non hanno fatto eccezione, anzi sono stati i più incoerenti di tutti, ma confida sulla cattiva memoria dei cittadini per colmare il 6% che gli manca…ma non sono nemmeno sicuro che lo voglia fare…

  2. Caro amico, naturalmente non sono d’accordo con te. La volontà popolare si esprime nei seggi che i partiti hanno al Parlamento e al senato, e fino a quando ci sarà un governo che riceverà la fiducia delle due camere, questo rispecchierà la volontà degli elettori, o almeno l’interpretazione che ne daranno i partiti. Non capisco in cosa dovrebbe manifestarsi la “democrazia” in una situazione come questa. La legge elettorale ha le sue colpe, sicuramente, ma non dimentichiamo che la compagine politica italiana è messa abbastanza male, ahinoi. In un paese in cui c’è un’appuntamento elettorale o referendario mediamente 1,5 volte l’anno, la visione programmatica dei partiti non va oltre queste date, è successo anche adesso, con Salvini che aspettava le regionali in Molise e Friuli, perché anche le elezioni circoscrizionali hanno valore politico…se le vinci, se invece le perdi politicamente non valgono. Vogliamo parlare di quell’altro genio della politica Di Maio? Inascoltabile lui e i suoi colleghi di partito, tante le cxxxxxee che dice e promette. Il discorso sarebbe lungo… troppo lungo, Alla fine entrambi pensano di totnare al voto il più presto possibile, scommettendo su chi supererà il 40% e siederà a palazzo Chigi. Di Maio ha dichiarato di essere in campagna elettorale… Siamo una democrazia parlamentare, ci si accorda e si governa… forse bisognerebbe spiegarlo a Di Maio… che crede di essere un furbacchione, un vecchio volpone della politica, ma non si rende conto che buona parte dei voti presi sono per di protesta e non di convinzione…e sono i più pericolosi perché si perdono facilmente.

    • Caro Rizzieri, con tutta franchezza, le tue critiche verso il M5S mi sembrano, seppure legittime, alquanto precostituite. Negli ultimi 25 anni al governo abbiamo avuto di tutto e di più e guarda in che casini è finito il paese? E oggi, gli stessi responsabili di questo disastro, soprattutto sociale, hanno il barbaro coraggio di ricusare il M5S di incapacità, definendo una iattura se andasse al governo? Ma siamo seri! Peggio di come stiamo non credo che potremmo stare! Fermo restando che l’atteggiamento di Di Maio, soprattutto in queste ore, mi sa tanto di chi le sta provando tutte di andare a ogni costo al governo pur di evitare di restare con un pugno di mosche. Come avevo precedentemente scritto. ribadisco che avrei preferito che il M5S si ponesse all’opposizione, lasciando il governo al centrodestra. Ma mi rendo conto che il primo partito di maggioranza relativa non può esimersi dalla responsabilità di governare. Il pericolo è che a voler forzare il “gioco”, e soprattutto le regole del gioco, stilando un contratto di governo con una forza politica la quale, seppure ha diversi punti in comune in base al proprio programma di governo, appartiene alla vecchia politica ed è alleata di una forza politica fondata e guidata da un sospettato di rapporti con la mafia ed essere tra i mandanti delle stragi di mafia degli anni 90, francamente mi lascia molto perplesso. Speriamo in bene!