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ANTONIO CANGIANO PRESENTA I SUOI LIBRI DA LUX IN FABULA

Pozzuoli

Malgrado le festività natalizie siano ormai alle porte, non si arresta il cammino degli eventi culturali calendarizzati da Lux In Fabula per il 2019.

Sabato 14 dicembre, per la rassegna QUATTRO CHIACCHIERE CON L’AUTORE, nella storica sede dell’Associazione a Pozzuoli, in Via Rampe Dei Cappuccini, si è svolto l’incontro con il giornalista/scrittore Antonio Cangiano IL PIACERE DI DE/SCRIVERE.

Da sempre impegnato nella divulgazione storica/archeologica, Cangiano collabora con diversi quotidiani e riviste tra cui il CORRIERE DEL MEZZOGIORNO, IL MATTINO.IT e NATIONAL GEOGRAPHIC.

Dalle sue inchieste sul degrado e abbandono del patrimonio archeologico campano e delle leggende che circondano gli scavi di Pompei sono nati due libri, NON SOLO POMPEI e LA MALEDIZIONE DI POMPEI, che si pregiano rispettivamente della prefazione di giornalisti del calibro di Gian Antonio Stella e del compianto Luigi Necco. […]

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Portrait of Plato. Luni marble. Roman copy after a Greek original of Silanion. Inv. No. MC 1377. Rome, Capitoline Museums, Museum Montemartini.

FEDONE, OVVERO IL PENSIERO ESOTERICO DI PLATONE

Per quanto concerne la società occidentale, unanimemente gli studiosi convengono che la fonte del suo sviluppo socioculturale debba attribuirsi all’antica Grecia e ai suoi pensatori, in particolare Platone e Aristotele. Per quanto riguarda Platone, a distanza di millenni, i suoi dialoghi sono tutt’oggi di un’attualità disarmante tanto che spesso vengono consultati e citati da politici e da sociologi moderni per trarre spunto e avallare le proprie proposte ed idee per migliorare la società.

Riguardo al pensiero platonico, agli albori del cristianesimo molti dei dialoghi sono stata fonte di ispirazione per più di un padre della chiesa nello sviluppo della dottrina cattolica. Del resto, studiando la storia del cristianesimo, risulta evidente, come accade un po’ per tutte le religioni, che anch’essa è la risultante di un sincretismo caratterizzato dalla convergenza e fusione tra loro di aspetti di forme di pensiero antecedenti – prima tra tutte quella dell’antico Egitto – e filosofie, tra cui primeggiano appunto quella platonica e aristotelica e quante da esse derivano.

Non è un caso se Eduard Schuré nel suo famoso saggio  I GRANDI INIZIATI, analizza in successione cronologica, tra le tante vite di grandi uomini di Spirito quelle di Platone, Mosè e Gesù, ipotizzando quale anello di congiunzione tra di loro l’antico Egitto e la sua cultura visto che ognuno di loro, a un certo punto della propria esistenza, si diresse in Egitto per essere educato dai suoi sacerdoti, (per quanto concerne Gesù, più di uno storico è convinto che nella fase della sua giovinezza di cui nulla o poco si conosce, il messia si sia recato in Egitto per apprenderne gli insegnamenti e essere iniziato ai misteri della sua religione).

L’immagine classica della Madonna col bambino in grembo è speculare a quella di Iside con suo figlio Horus. Quel che ci lascia alquanto perplessi è che i padri della chiesa non disdegnavano consultare e citare Platone nonostante tra le sue opere spiccasse Il Fedone in cui è palese la matrice di un insegnamento misteriosofico/pagano: per quale motivo si riconosceva al pensiero greco, e in particolare a quello platonico, tale importanza tanto da estrarne degli stralci su cui strutturare l’insegnamento della propria religione malgrado alcuni scritti dello stesso autore fossero intrisi da evidente paganesimo?

Per quanti sforzi si facciano, andare alle radici di una religione non è affatto semplice, tenuto conto delle dispute che, nel corso dei millenni, si sono succedete tra le varie fazioni per  l’affermazione di un pensiero e di una dottrina, non risparmiando delitti, occultamento e distruzione di documenti dal contenuto compromettente perché in contrapposizione con quanto ufficialmente si voleva attestare affinché non restassero testimoni e testimonianze scomode che mettessero in discussione quella che doveva snodarsi nel tempo come l’unica verità.

Anche il cristianesimo non è scevro da macchie, come risulta studiandone la storia e leggendo le biografie di alcuni papi i quali non hanno esitato a contravvenire il messaggio di pace del Vangelo pur di fare i propri interessi e quelli della propria famiglia, gettando discredito sulla chiesa. E non è affatto improbabile che più di uno storico ne abbia raccontato artatamente la storia, schierandosi a favore della chiesa, e dunque omettendo nel proprio lavoro tutti quegli aspetti che, se non fossero stati trascurati, di sicuro avrebbero dato un’impronta diversa alla storia della cristianità e allo sviluppo del mondo occidentale, dimostrando che, pur di conquistare il potere, finanche la chiesa di Roma non si è risparmiata dal commettere misfatti! […]

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VECCHIAIA

C’è una realtà che, come la morte, appartiene naturalmente a tutti quanti noi, il suo nome è vecchiaia! Di essa molti acquisiscono consapevolezza solo quando iniziano a patire gli acciacchi fisici, abbiano quaranta o sessanta anni, vedendosi improvvisamente preclusa la possibilità di realizzare ambizioni di qualsiasi genere.

C’è chi si sente vecchio già a trenta anni e chi invece a sessanta ancora ragazzino, indipendentemente dall’aspetto del proprio fisico, perché ha uno spirito precocemente invecchiato o eternamente giovane. Pertanto, seppure l’anagrafe gli imporrebbe di fare o non fare determinate cose, egli reagisce in virtù di come si sente interiormente fregandosene degli anni e di quello che gli altri potrebbero pensare. […]

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DISLESSIA, UN FANTASMA DA ESORCIZZARE CON LO STUDIO E LA PAZIENZA

Era il 14 marzo 2007 quando scrissi queste righe e le pubblicai sul mio blog LA VOCE DI KAYFA. Da allora sono trascorsi più di dodici anni, ma, ascoltando tante persone che si interessano del problema, tuttora la dislessia per molti insegnanti e professori resta un mistero profondo, un labirinto in cui perdersi. Malgrado le istituzioni si siano adoperate con l’istituzione di corsi di formazione e di aggiornamento per fornire degli idonei strumenti di conoscenza a quanti lavorano a contatto con i ragazzi affinché siano in grado di individuare il problema e adoperarsi per risolverlo con il sostegno delle famiglie e di esperti.

Ovviamente ho rivisto e aggiornato il post per dimostrare a quanti credono chissà quale mostro sia la dislessia che trattandosi di un disturbo dell’apprendimento, una volta individuato il problema, basta adottare le terapie e gli strumenti idonei perché un dislessico possa condurre un esistenza normale, ottenendo sia a livello di studi che professionali risultati di rilievo.

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La prima volta che sentii parlare di dislessia fu quando il responsabile del centro medico cui ci aveva indirizzati un’amica psicopedagogista, dopo aver sfogliato i quaderni del mio primogenito Lorenzo che all’epoca frequentava la terza elementare, affermò, nella scrittura del bambino si evincono tratti dislessici.

Notando lo stupore disegnarsi sul viso di mia moglie e sul mio, il dottore ci spiegò che la dislessia è una difficoltà che riguarda la capacità di leggere e scrivere in modo corretto e fluente. Leggere e scrivere sono atti così semplici e automatici che risulta difficile comprendere la fatica di un bambino dislessico. Purtroppo in Italia la dislessia è poco conosciuta, benché si calcoli che riguardi almeno 1.500.000 persone. La dislessia non è causata da un deficit di intelligenza né da problemi ambientali o psicologici o da deficit sensoriali o neurologici. Il bambino dislessico può leggere e scrivere, ma riesce a farlo solo impegnando al massimo le sue capacita e le sue energie, poiché non può farlo in maniera automatica. Perciò si stanca rapidamente, commette errori, rimane indietro, non impara. La difficoltà di lettura può essere più o meno grave e spesso si accompagna a problemi nella scrittura, nel calcolo e, talvolta, anche in altre attività mentali. Tuttavia questi bambini sono intelligenti e – di solito – vivaci e creativi. […]

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APORIA

L’origine della filosofia socratica prende spunto dalla scritta posta sull’ingresso del tempio di Delfi, Conosci te stesso.

La maieutica, ossia la capacità di Socrate di condurre l’individuo a mettersi in discussione ponendogli tutta una serie di domande tese a scardinarne le proprie convinzioni fino ad indurlo a dubitarne, acquisendo così la consapevolezza di non sapere, è l’inizio della conoscenza di se stessi.

La giustificazione che Socrate attribuiva alle parole dell’oracolo delfico secondo cui lui, Socrate, era il più sapiente tra gli atenesi, derivava dal proprio “sapere di non sapere”. Da qui la ricerca della conoscenza attraverso la riflessione e lo studio su quanto gli accadeva intorno risultava la conseguenza naturale atta a colmare tale lacuna.

Ma la ricerca, cui Socrate si riferiva, non era intesa in senso scientifico. A riguardo va detto che Socrate si discosta dalla filosofia naturalista che imperava all’epoca, la quale contemplava tra l’altro anche questioni metafisiche come ad esempio la cosmologia, ritenendo che fosse un illuso chiunque credesse di poter scoprire l’origine dell’universo in quanto ciò era possibile solo a quello stesso Dio che lo aveva creato. […]

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antro della sibilla

LA CITTÀ DEI CIMMERI

Il mio nome è Milos, sono primo sacerdote dei Cimmeri, il popolo che ha edificato le proprie città nelle viscere della terra ardente, chiamata Flegrea dagli invasori giunti di là dal mare. L’aggettivo “primo”, diversamente da come potrebbe apparire, non si riferisce al grado del mio ruolo, bensì indica che sono il primo maschio a vestire i paramenti sacri, essendo stati tutti i miei predecessori femmine vergini.

Quando scoprì d’essere incinta di me, dopo che un miscredente abusò di lei mentre era raccolta in preghiera sulla collina, mia madre, Gran Sacerdotessa della Dea, in ogni modo cercò di occultare la gravidanza fasciandosi strettamente il ventre con l’intento di partorirmi di nascosto e affidarmi alle creature del bosco perché nessuno scoprisse il suo peccato.

Una sera, mentre invocava gli spiriti della terra affinché rendessero prospero il raccolto, si accasciò sul sagrato dov’era l’ara sacrificale, premendosi le mani sul ventre in preda alle doglie. Quale oltraggio fu per le vestali che officiavano ai riti scoprire che la Gran Sacerdotessa aveva ceduto all’umana natura. Tuttavia nessuna si dispensò dall’aiutarla a partorire né svelò il suo segreto.

Fino all’età di dodici anni crebbi nel tempio insieme alle vestali, dividendo con loro finanche il sonno. Una notte d’estate fui svegliato da un piacevole languore all’inguine, scoprendomi con un fiume vischioso fluente dal pene in erezione. Pensando si trattasse di una malattia, premurandomi che le pizie non mi vedessero ridotto in quello stato, allarmato corsi da mia madre la quale, dopo avermi accarezzato il viso e pulitemi dolcemente le parti intime con foglie di fico intinte in acqua di fonte per placare l’ansia della gioventù, mi condusse al tempio e, alla luce della luna piena, con un colpo di coltello mi evirò. […]

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NESTORE ANTONIO SABATANO E I CELLAI DI MONTE DI PROCIDA

Vac’ a  piglià ‘o vino dint’ ‘o cellaio è un’espressione che spesso sentiamo ripetere da amici, parenti o conoscenti che posseggono un pezzo di terra nei campi flegrei. Ma cosa sia esattamente il cellaio lo sanno in pochi.

A chiarirci le idee su questa struttura contadina tipica del territorio flegreo ci ha pensato Nestore Antonio Sabatano con il libro I CELLAI DI MONTE DI PROCIDA – ARCHITETTURA RURALE DEI CAMPI FLEGREI edito da AUTORI&EDITORE Monte di Procida che si è presentato a Pozzuoli sabato 30 novembre da LUX IN FABULA nell’ambito della rassegna QUATTRO CHIACCHIERE CON L’AUTORE.

 Attivista dell’associazione ARCHEOFLEGREI nata nel 2012 con il fine di denunciare il degrado del patrimonio archeologico flegreo, nel suo libro Sabatano ha censito i cellai sparsi sul territorio di Monte di Procida,  cercando di raccontarne la storia. Il volume è corredato da un appendice fotografica di immagine in bianco e nero scattate dall’autore per meglio spiegare il lavoro svolto e illustrare attraverso le foto quali sono le caratteristiche di un cellaio. […]
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