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“DELITTO AL TEMPIO DI SERAPIDE. UN GIALLO AMBIENTATO NELLA POZZUOLI ESOTERICA

Di seguito la recensione al mio nuovo romanzo DELITTO AL TEMPIO DI SERAPIDE (Edizioni Helicon) su QuiCampiFlegrei.it

Ci mancava un giallo ambientato a Pozzuoli. Finalmente lo abbiamo grazie allo scrittore flegreo Vincenzo Giarritiello.

Città ricca di suggestioni millenarie, Pozzuoli è la scenario naturale in cui ambientare una storia intrisa di intrigo e mistero. Un luogo che non ha nulla da invidiare alla Vigata di Montalbano, alla Napoli del commissario Ricciardi e dei Bastardi di Pizzo Falcone, alla città di Aosta di Nero Schiavone, alla Parigi del commissario Maigret, alla Londra di Sherlock Holmes e a tante altre città di famosi detective di romanzi gialli di ieri e di oggi. Pozzuoli ha una sua personalissima storia ed era giusto che in un racconto fungesse da protagonista anziché da comprimaria alla città di Napoli.

DELITTO AL TEMPIO DI SERAPIDE (Edizioni Helicon) si apre con il rinvenimento del cadavere martoriato da pugnalate di una donna nuda all’interno del macellum, meglio noto come Tempio di Serapide. 

A indagare sul delitto sarà il commissario Antonio Costa del commissariato di Pozzuoli, coadiuvato dall’ispettore Procolo Caiazzo. Tutti gli indizi fanno presumere che la vittima fosse di origini slave e possa essere stata uccisa durante una messa nera.

Partendo da queste tracce Costa e Caiazzo indagheranno nella comunità slava tra Pozzuoli e Napoli; faranno la conoscenza di Nunziatina, una veggente che vive nelle campagne di Cigliano, e della signorina Franchini, una donna pregna di fascino, amante dell’occulto e degli uomini giovani; loro malgrado si troveranno faccia a faccia con personaggi della Napoli bene alla ricerca di forti emozioni praticando giochi erotici particolari; si confronteranno con i pescatori del porto di Pozzuoli che, nella loro semplicità, si riveleranno un valido sostegno nel corso delle indagini.

Scritto in un linguaggio asciutto e veloce, supportato da dialoghi convincenti dove spesso il napoletano spadroneggia, il romanzo si interseca nelle strade e nelle piazze del capoluogo flegreo con ripetuti sconfinamenti a Napoli, toccando spesso il Rione Terra nelle cui grotte la fervida fantasia dell’autore fa celebrare, in un passato lontano, rituali magici per evocare il demonio e dare vita ai morti.

L’abbinamento alla seria e professionale figura del commissario Costa con quella ruspante e machista dell’ispettore Caiazzo si rivela un gustoso cocktail in grado di strappare più di un sorriso al lettore, facendo sorgere il dubbio su chi dei due è la spalla dell’altro. Le leggere venature erotiche che arricchiscono il romanzo sono conseguenza del carattere irriverente di Caiazzo, amante delle donne e dei piaceri della vita che, nella sua ruvidità, al momento opportuno sa rivelarsi uomo garbato e ricco di charme in grado di fare presa su qualsiasi tipo di donna.    

La trama lineare e avvincente del romanzo, in cui le sorprese si incalzano intervallandosi con spaccati sulla vita privata di Costa e della sua compagna Lucia, accompagnerà il lettore verso l’imprevedibile epilogo che, a seguito dei tanti tasselli disposti dall’autore lungo il percorso narrativo come pezzi di un puzzle da ricomporre, gli apparirà possibile seppure incredibile.

Siamo certi che questa non sarà la prima e unica avventura che vedrà come protagonisti Costa e Caiazzo del commissariato di Pozzuoli.

foto di copertina

ALLA RICERCA DELLA PIETRA FILOSOFALE: DAI TEMPLI EGIZI, ALLE CATTEDRALI GOTICHE, ALLA CAPPELLA DI SAN SEVERO

Nella nota introduttiva al suo romanzo NOTRE DAME DE PARIS datata 20 ottobre 1832, riproposta nell’edizione italiana del 1951 edita da Rizzoli, lo scrittore francese Victor Hugo, rivolgendosi ai lettori, commentando l’aggiunta nel romanzo di tre capitoli inediti, scrive: ecco finalmente l’opera sua intera, come la vagheggiò, come la fece, buona o cattiva, duratura o caduca, ma quale egli la vuole. I capitoli ritrovati avranno indubbiamente uno scarso valore agli occhi di quanti, molto giudiziosamente del resto, null’altro cercarono in Notre-Dame di Parigi se non il dramma e il romanzo. Ma, forse, ci sono altri lettori che non trovarono inutile indagare il pensiero estetico e filosofico celato in questo libro; persone che, leggendo Notre-Dame di Parigi, si sono compiaciute di scoprire sotto il romanzo qualcosa di diverso dal romanzo stesso, e di seguire, ci si consentano queste espressioni un po’ ambiziose, il sistema dello storiografo e lo scopo dell’artista, attraverso la creazione, quale che sia, del poeta.[…]

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Portrait of Plato. Luni marble. Roman copy after a Greek original of Silanion. Inv. No. MC 1377. Rome, Capitoline Museums, Museum Montemartini.

FEDONE, OVVERO IL PENSIERO ESOTERICO DI PLATONE

Per quanto concerne la società occidentale, unanimemente gli studiosi convengono che la fonte del suo sviluppo socioculturale debba attribuirsi all’antica Grecia e ai suoi pensatori, in particolare Platone e Aristotele. Per quanto riguarda Platone, a distanza di millenni, i suoi dialoghi sono tutt’oggi di un’attualità disarmante tanto che spesso vengono consultati e citati da politici e da sociologi moderni per trarre spunto e avallare le proprie proposte ed idee per migliorare la società.

Riguardo al pensiero platonico, agli albori del cristianesimo molti dei dialoghi sono stata fonte di ispirazione per più di un padre della chiesa nello sviluppo della dottrina cattolica. Del resto, studiando la storia del cristianesimo, risulta evidente, come accade un po’ per tutte le religioni, che anch’essa è la risultante di un sincretismo caratterizzato dalla convergenza e fusione tra loro di aspetti di forme di pensiero antecedenti – prima tra tutte quella dell’antico Egitto – e filosofie, tra cui primeggiano appunto quella platonica e aristotelica e quante da esse derivano.

Non è un caso se Eduard Schuré nel suo famoso saggio  I GRANDI INIZIATI, analizza in successione cronologica, tra le tante vite di grandi uomini di Spirito quelle di Platone, Mosè e Gesù, ipotizzando quale anello di congiunzione tra di loro l’antico Egitto e la sua cultura visto che ognuno di loro, a un certo punto della propria esistenza, si diresse in Egitto per essere educato dai suoi sacerdoti, (per quanto concerne Gesù, più di uno storico è convinto che nella fase della sua giovinezza di cui nulla o poco si conosce, il messia si sia recato in Egitto per apprenderne gli insegnamenti e essere iniziato ai misteri della sua religione).

L’immagine classica della Madonna col bambino in grembo è speculare a quella di Iside con suo figlio Horus. Quel che ci lascia alquanto perplessi è che i padri della chiesa non disdegnavano consultare e citare Platone nonostante tra le sue opere spiccasse Il Fedone in cui è palese la matrice di un insegnamento misteriosofico/pagano: per quale motivo si riconosceva al pensiero greco, e in particolare a quello platonico, tale importanza tanto da estrarne degli stralci su cui strutturare l’insegnamento della propria religione malgrado alcuni scritti dello stesso autore fossero intrisi da evidente paganesimo?

Per quanti sforzi si facciano, andare alle radici di una religione non è affatto semplice, tenuto conto delle dispute che, nel corso dei millenni, si sono succedete tra le varie fazioni per  l’affermazione di un pensiero e di una dottrina, non risparmiando delitti, occultamento e distruzione di documenti dal contenuto compromettente perché in contrapposizione con quanto ufficialmente si voleva attestare affinché non restassero testimoni e testimonianze scomode che mettessero in discussione quella che doveva snodarsi nel tempo come l’unica verità.

Anche il cristianesimo non è scevro da macchie, come risulta studiandone la storia e leggendo le biografie di alcuni papi i quali non hanno esitato a contravvenire il messaggio di pace del Vangelo pur di fare i propri interessi e quelli della propria famiglia, gettando discredito sulla chiesa. E non è affatto improbabile che più di uno storico ne abbia raccontato artatamente la storia, schierandosi a favore della chiesa, e dunque omettendo nel proprio lavoro tutti quegli aspetti che, se non fossero stati trascurati, di sicuro avrebbero dato un’impronta diversa alla storia della cristianità e allo sviluppo del mondo occidentale, dimostrando che, pur di conquistare il potere, finanche la chiesa di Roma non si è risparmiata dal commettere misfatti! […]

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