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LA PROFESSORESSA PALMIRA FAZIO E IL SUO PROGETTO DI EDUCAZIONE AMBIENTALE ALLA “GADDA” DI QUARTO

Laureata in geologia, insegnante di scienze e matematica alla scuola media dell’Istituto Comprensivo “Gadda” di Quarto, la professoressa Palmira Fazio da anni integra i programmi didattici ministeriali con progetti e attività scolastiche su tematiche ambientali ed ecologiche al fine di formare “cittadini corretti e consapevoli” . Nell’intervista la docente ci parla di alcune attività che sta realizzando in collaborazione con: “Federazione dei Maestri del Lavoro”, Protezione Civile, INGV e patrocinio del comune di Quarto.

Professoressa, il progetto che sta sviluppando riguarda essenzialmente l’ecologia o si estende a un contesto più ampio?

“Le attività rientrano in un contesto educativo più ampio che tende a sensibilizzare gli alunni ad adottare comportamenti corretti a tutela dell’ambiente. Con il patrocinio del Comune di Quarto, la nostra scuola ha aderito al progetto SERR, promuovendo tra gli studenti, la raccolta differenziata. Con la “Federazione Nazionale Maestri del Lavoro”, da svariati anni organizzo dei seminari su “ambiente e inquinamento e sulle fonti di energia”.

È il primo anno che propone questo progetto?

“No, saranno almeno sette anni che si ripete il progetto “insieme con la coscienza del futuro” il cui scopo non è solo quello di fornire conoscenze su temi ambientali, ma anche di offrire ai ragazzi un’esperienza di apprendimento diversa dalla lezione frontale della propria insegnante con professionisti attualmente in pensione insigniti di una importante onorificenza dal Presidente della Repubblica.

La partecipazione costruttiva ai progetti influisce sul giudizio finale dell’allievo?

“Sì, è un’esperienza utile a trecentosessanta gradi”.

Dunque lei questo progetto lo fa rientrare in una sorta di educazione civica…

Civica e ambientale, sì!

Chi sono i suoi collaboratori?

“Con me collaborano tutti i colleghi in quanto si tratta di tematiche trasversali”. […]

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IL MINISTRO SPERANZA, DI NOME E DI FATTO

Intervistato ieri sera da Fabio Fazio a “Che Tempo Che fa?”, il Ministro della Sanità Roberto Speranza, anticipando alcuni dei provvedimenti anti covid previsti nel nuovo DPCM che dovrebbe essere varato questa sera, ha rivelato che tra le norme al vaglio si prevede il divieto agli sport di contatto – leggi calcetto – e una stretta sulle feste private, giustificandola col fatto che “non ha senso tenere i bambini e i ragazzi distanziati in aula se poi si ritrovano senza alcuna misura preventiva a una festa!”.

A quel punto il conduttore gli ha obiettato ciò che qualunque persona dotata di un minimo di capacità cognitiva stava pensando: “Mi scusi Ministro, come farete a controllare le feste private? Mica avete intenzione di entrare in casa della gente!?”.

Al che Speranza ha risposto: “Confidiamo sulle segnalazioni e, soprattutto, sul buonsenso delle persone!”.

Ora, per quanto concerne le segnalazioni, presumendo che il Ministro si riferisse alle delazioni, se da un lato gli spioni troveranno pane per i loro denti, denunciando prontamente quanto accade nelle case dei vicini per paura o perché li hanno semplicemente sulle scatole, levandosi in questo modo qualche sassolino dalle scarpe; dall’altro non si può escludere che quanti li abbiano, i vicini, in simpatia tacciano, lasciando che la festa si svolga regolarmente, magari facendovi partecipare anche i propri figli. […]

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PARTE LA IV EDIZIONE DI FOTOARTinGARAGE: INTERVISTA AL COORDINATORE GIANNI BICCARI

A seguire la mia intervista a Gianni Biccari pubblicata su QuiCampiFlegrei.it

Sabato 3 ottobre, alle ore 17 presso, l’ARTGARAGE di Pozzuoli – Parco Bognar, 21 – con il vernissage della mostra fotografica SOGLIE di Martina Esposito si inaugurerà la IV edizione di FOTOARTinGARAGE curata da Gianni Biccari con la collaborazione di Emma Cianchi, Veronica Grossi e Ylenia Lessoni.

Per l’occasione abbiamo intervistato Gianni Biccari.

Gianni, sabato prossimo si inaugurerà la IV edizione di FotoArtinGarage, una rassegna partita in sordina e che si è andata affermando anno dopo anno, te l’aspettavi?

Ci contavo, seppure non avrei mai sperato nei modi in cui è avvenuto, soprattutto per quanto concerne l’edizione dello scorso anno: durante i vernissage abbiamo registrato sempre un’enorme affluenza di pubblico, probabilmente dovuta al fatto che all’inaugurazione della mostra abbiniamo una sorta di conferenza per presentare il fotografo e spiegarne il genere.

Qual è il tuo obiettivo?

Non solo quello di creare un polo di attrattiva fotografica in ambito provinciale, ma soprattutto di avvicinare i puteolani alla fotografia visto che la stragrande maggioranza delle persone che inizialmente partecipavano agli eventi erano per lo più napoletani: devo dire che ci sono riuscito grazie a una sorta di joint venture con altre realtà associative del territorio impegnate nell’organizzazione di eventi culturali di altro genere con le quali ci aiutiamo a vicenda nella diffusione degli eventi. […]

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AL PRATELLO DI POPPI, “LE DONNE ITALIANE” DI UGO FOSCOLO

Martedì 17 agosto a “Il Pratello” di Poppi/AR si è presentato il volume DONNE ITALIENE di Ugo Foscolo, a cura di Andrea Pellegrini; traduzione di Slivia Franzoni; edito dalle Edizioni Helicon nella collana Occhio di Bue curata da Andrea Pellegrini e Michele Rossi; moderatrice della serata la professoressa Cristiana Vettori.

Il libro raccoglie un lungo articolo pubblicato dal Foscolo sul “London magazine” del 1° ottobre 1826, esattamente un anno prima dalla sua morte a Londra il 16 settembre 1827. Si tratta di “un eloquente pamphlet dal tenore europeo ricamato intorno all’anacronistico, eppur vegeto, status delle donne di quello strano mondo occidentale frammentato e in disgrazia che era l’Italia. Costrette a matrimoni di convenienza, le aristocratiche italiane si davano infatti spesso, una volta maritate, al libertinaggio, in cerca d’amore e libertà”, come leggiamo sulla bandella del volume.

In appendice, un breve saggio del curatore dal titolo “Vi ha ingannato, madama, chi mi ha dipinto come un libertino” che, riprendendo una frase del Foscolo, rivela quale fosse lo stile di vita cui era avvezzo l’autore dell’Ortis e Dei Sepolcri. Cosa del tutto inimmaginabile per chi come il sottoscritto considerava e considera il Foscolo una persona triste e malinconica a causa del modo in cui lo si presenta a scuola. Apprendere che l’autore Dei Sepolcri amava la vita e le donne – collezionò una sfilza infinita di amanti, tutte appartenenti all’aristocrazia e dotate di un fine intelletto, tra cui spiccano Teresa Pikler Monti moglie di Vincenzo Monti traduttore dell’Iliade e la contessa Antonietta Fagnani Arese per la quale compose l’”Ode all’amica Risanata” – mi ha suscitato interesse e curiosità, ripromettendomi di approfondirlo sfrondandomi dai preconcetti derivanti dagli studi scolastici.

Personalmente ritengo che l’importanza di questo libricino consista proprio nel far conoscere al pubblico un Foscolo ignoto, introducendolo a pieno titolo tra gli autori femministi ante litteram. […]

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CIAO, SIGNOR FELICE

La telefonata, di quelle che non vorresti ricevere mai, arrivò a fine giugno di quest’anno. Era Alessio Bandinelli, il mio amico enologo di Raggiolo: “Enzo purtroppo devo darti una triste notizia”.

In quell’attimo capii subito cosa stava per riferirmi, non lo lasciai continuare:

“Nonno Felice!?”, mormorai.

“Sì” rispose senza aggiungere altro.

“Quando è successo?”

“Pochi giorni fa”

“Ha smesso di soffrire!” dissi con convinzione.

“Sì, è vero…” ammise con amarezza.

Felice Ristori era nato 93 anni fa. Sposato con Maria Minocchi da cui aveva avuto Lena, l’unica figlia, madre di Alessio; rimasto vedevo circa vent’anni fa, pur vivendo a Firenze, era sempre rimasto legato a Raggiolo, suo paese di origine, dove, non appena le stagioni iniziavano a farsi miti, si trasferiva per raggiungere la famiglia di Alessio al quale lo univa un legame indissolubile che era molto di più del “semplice” rapporto tra nonno e nipote. Chi avesse avuto la fortuna di vederli discutere o camminare insieme avrebbe giurato che quell’uomo anziano dall’aria gioviale e quel giovane alto e robusto fossero amici veri. Negli ultimi due anni a rafforzare la sua voglia di trasferirsi a Raggiolo era sopraggiunta la nascita di Guido, il figlio di Alessio e Susi, con cui Felice faceva lunghe chiacchierate sotto lo sguardo incantato del bambino. […]

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PALMIRA SCALISE FAZIO, LA POETESSA CALABRESE CHE AMAVA I CAMPI FLEGREI: IL RICORDO DEL FIGLIO ROBERTO

Di seguito il articolo sulla poetessa Palmira Scalise Fazio pubblicato su QuiCampiFlegrei.it

Per anni mi sono onorato dell’amicizia del professor Roberto Fazio (nato a Carlopoli in provincia Catanzaro il 1933 e deceduto a Pozzuoli nel 2007). Fu il mio insegnante di educazione fisica al biennio alla fine degli anni settanta. Anni dopo ci ritrovammo a una festa di amici a casa sua: era il papà della fidanzata, poi divenuta moglie, di un mio carissimo amico. Da allora tra di noi nacque una bella amicizia che si consolidò nel tempo, nonostante ci separasse una notevole differenza di età. Era un piacere andarlo a trovare nella sua splendida villa al Parco Ortodonico per trascorrere qualche ora insieme, conversando di poesia e letteratura, o semplicemente per chiacchierare del più e del meno, sorseggiando un bicchierino di whisky o di tequila.

Quando arrivavo, dopo avermi accolto alla porta con l’immancabile sorriso, mi faceva strada nell’enorme ed elegante studio dalle pareti tappezzate di diplomi pergamenati celebranti il valore poetico della madre, la poetessa Palmira Fazio Scalise (nata a Castagna, Catanzaro nel 1894 e deceduta a Quarto nel 1984). In un angolo, una foto autografata di D’Annunzio con dedica alla madre con cui il vate tenne un breve carteggio quando lei era giovane incoraggiandola nel continuare a scrivere versi.  […]

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LA BLUES WOMAN ELDA SALEMME SI RACCONTA

Di seguito vi propongo la mia intervista alla cantautrice Elda Salemme pubblicata su quicampiflegrei.it

L’appuntamento con la cantautrice/chitarrista Elda Salemme è a Bacoli nell’attico di famiglia da cui si ammira lo splendido panorama del golfo di Pozzuoli. Classe 1987, Elda ha un curriculum di tutto rispetto: è stata fondatrice del trio vocale al femminile The Drops; ha collaborato con Walter Maioli nel progetto di ricerca sonora ancestrale “Oriental Blues” e in “Synaulia”, spettacolo di musica e danze dell’Antica Roma; è presente nell’album italo-portoghese Mar Da Lua di Mimmo Epifani con la sua versione polivocale di Tarantella Del Gargano; ha scritto per Rah.ma il branoUNA STORIA DA RACCONTARE, vincitore di molti premi in Italia, tra cui “Miglior Inedito” e “Primo Classi­ficato” al Festival della Canzone 2017. Dal 2012 insegna Canto Moderno e Chitarra Base con la passione e la curiosità che accompagnano una continua e instancabile ricerca.

Elda, nonostante tu sia nipote dell’attore/regista Vincenzo Salemme, hai orientato la tua vena artistica verso un campo diverso rispetto a quello che ci si poteva attendere, ovvero il teatro e il cinema, perché?

È stata una scelta naturale. Fin da piccola il mio spazio emotivo, in cui coltivavo la vera me stessa, ha trovato nella musica il suo ambiente naturale. Ritengo che l’arte sia la voce dell’anima, l’espressione della propria interiorità. Se questa voce l’avessi falsata per fini opportunistici, avrei di riflesso tradita me stessa e la mia sensibilità. Il teatro e il cinema mi piacciono, ma il mio mondo è la musica e la canzone; è lì che trovo la mia vera dimensione artistica. Inoltre la musica si è rivelata un’ottima medicina per alleviare, metabolizzare e sublimare le sofferenze e il dolore della vita.

Dunque anche tu ritieni che per un artista la sofferenza sia un concime indispensabile per dare vita al proprio estro creativo?

L’artista che non soffre non penso possa creare. E la sofferenza di un artista è rapportata al suo grado di sensibilità. Più sei sensibile, più soffri, più dai corpo al tuo dolore attraverso l’arte. Per quanto mi riguarda sensibilità-sofferenza-arte sono una triade imprescindibile l’una dall’altra. […]

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L’OMAGGIO DI NICOLA DRAGOTTO A GIORDANO BRUNO

Alla domanda se fosse possibile partecipare alle celebrazioni commemorative di un caposaldo della filosofia mondiale qual è Giordano Bruno senza citarlo né fare il minimo accenno a una delle sue opere, istintivamente verrebbe da rispondere “no!”. Soprattutto se il luogo concessoti per eseguire la performance artistica è il chiostro di San Domenico Maggiore dove Bruno studiò quando era un giovanissimo domenicano.

“Solo un folle”, verrebbe da dire, “si azzarderebbe a farlo!”

Ebbene, se davvero così fosse, quel folle esiste: il suo nome è Nicola Dragotto.

Artista imprestato all’avvocatura, da oltre vent’anni impegnato a proporre nei teatri italiani e nei luoghi di cultura i suoi spettacoli di teatro canzone, lunedì 11 maggio 2020 per il maggio dei monumenti dedicato ai 420 anni dalla scomparso del nolano, nella suggestiva atmosfera del chiostro di San Domenico Maggiore, Dragotto ha recitato un ampio spaccato del suo spettacolo IL ROVESCIO DEL MONDO per la regia di Franco Maione. […]

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