face-mask-5819709_960_720

NATALE 2020 TRA MASCHERINE, TAMPONI, VACCINI, SPERANZE E BRUTTE SENSAZIONI

Natale 2019 fu il mio primo natale da disoccupato, speranza e disperazione camminavano a braccetto. Spesso la seconda sopravanzava la prima che, pur a fatica, riusciva a ripristinare gli equilibri riponendosi al suo fianco. A volte addirittura sopravanzandola, soprattutto quando sembrava palesarsi all’orizzonte un’opportunità di lavoro.

All’epoca di covid si parlava con contenuta preoccupazione per via delle notizie che giungevano dalla Cina dove l’epidemia era esplosa mietendo vite umane, ma in occidente sembrava non ve ne fosse traccia. Ascoltando i vari “esperti” che attraverso i media esprimevano le proprie opinioni sulla diffusione del virus, tranquillizzando spettatori e lettori sull’impossibilità che l’infezione potesse diffondersi anche in Italia, la mente era protesa a pianificare il futuro ricco di speranze ma povero di realtà.

Oltre al lavoro avevo in progetto la pubblicazione del mio primo romanzo e, poco prima di Natale, quell’eventualità si realizzò grazie alle Edizioni Helicon cui piacque il manoscritto che avevo loro inviato, dicendosi disponibili a pubblicarlo. Un bel regalo di Natale. Ma soprattutto una bella botta di adrenalina vista la sfiducia che alimentava le mie giornate.

PER LEGGERE LA VERSIONE INTEGRALE DEL POST CLICCARE SU www.vincenzogiarritiello.it

washing-hands-4940148__340

ITALIANI E IL “BUON SENSO DI STA MINCHIA”.

Ogni qualvolta ascolto il Presidente Del Consiglio Giuseppe Conte confidare nel “buon senso degli italiani” per contenere il diffondersi del covid 19, mi coglie un misto di rabbia e ilarità nervosa.

Se oggi ci troviamo in una situazione sempre più drammatica, al di là delle evidenti falle nel sistema organizzativo locale e nazionale per contenere la diffusione del virus – lasciarsi sorprendere dalla prima ondata ci sta, dalla seconda francamente no!, lo dico da cittadino che crede nelle istituzioni -, è inutile negare che la diffusione del virus ha trovato e trova le porte spalancate anche per via di un atteggiamento a dir poco irresponsabile di una buona fetta di connazionali i quali credono che il covid sia una balla creata ad arte dai poteri occulti per renderci sempre di più loro schiavi; oppure poco più di un’influenza che si può tranquillamente curare standosene a casa imbottendosi di antibiotici e tachipirina. […]

PER LEGGERE LA VERSIONE INTEGRALE DEL POST CLICCARE SU www.vincenzogiarritiello.it

f1_0_manifestazione-dei-negazionisti-del-covid

“DI COVIDDI NON CE N’È”… FINO A CHE NON TOCCA A ME.

Tra amici e conoscenti ne ho alcuni che hanno contratto il covid o hanno un parente che si è infettato. Fortunatamente molti di loro ne sono usciti indenni, sottoponendosi semplicemente all’isolamento casalingo. Altri, purtroppo, sono stati costretti a dover ricorrere alle cure ospedaliere.

Il perché di questa disparità di trattamento me lo hanno spiegato alcuni medici di mia conoscenza: “se il virus non ti attacca ai polmoni, i sintomi equivalgono poco più a quelli di una normale influenza e nel giro di un paio di settimane ritorni alla normalità. Se invece hai la sventura che si estenda ai polmoni, devi solo ricoverarti, non hai alternative!”.

Malgrado di queste testimonianze ve ne siano un’infinità – perfino di convinti negazionisti ricredutesi dopo essersi ammalati di covid e essere stati per settimane in terapia intensiva –  tanta gente continua a negare l’esistenza del virus, affermando allegramente “di coviddi non ce n’è!”.

Mi è stato raccontato di un negazionista che candidamente ha confidato di aver avuto in estate la febbre alta per più giorni, senza mai preoccuparsi di fare un tampone per appurare se avesse il covid: “dopo alcuni giorni, sono stato bene! Se anche si fosse trattato del virus, è passato da sé. Che vuoi che sia?”.

Il soggetto in questione non è stato minimamente roso dal dubbio di poter aver funto da untore all’epoca, né d’essere tuttora portatore del virus, tanto “di coviddi non ce n’è!”. […]

PER LEGGERE LA VERSIONE INTEGRALE DEL POST CLICCARE SU www.vincenzogiarritiello.it

Roberto_Speranza_daticamera_2018

IL MINISTRO SPERANZA, DI NOME E DI FATTO

Intervistato ieri sera da Fabio Fazio a “Che Tempo Che fa?”, il Ministro della Sanità Roberto Speranza, anticipando alcuni dei provvedimenti anti covid previsti nel nuovo DPCM che dovrebbe essere varato questa sera, ha rivelato che tra le norme al vaglio si prevede il divieto agli sport di contatto – leggi calcetto – e una stretta sulle feste private, giustificandola col fatto che “non ha senso tenere i bambini e i ragazzi distanziati in aula se poi si ritrovano senza alcuna misura preventiva a una festa!”.

A quel punto il conduttore gli ha obiettato ciò che qualunque persona dotata di un minimo di capacità cognitiva stava pensando: “Mi scusi Ministro, come farete a controllare le feste private? Mica avete intenzione di entrare in casa della gente!?”.

Al che Speranza ha risposto: “Confidiamo sulle segnalazioni e, soprattutto, sul buonsenso delle persone!”.

Ora, per quanto concerne le segnalazioni, presumendo che il Ministro si riferisse alle delazioni, se da un lato gli spioni troveranno pane per i loro denti, denunciando prontamente quanto accade nelle case dei vicini per paura o perché li hanno semplicemente sulle scatole, levandosi in questo modo qualche sassolino dalle scarpe; dall’altro non si può escludere che quanti li abbiano, i vicini, in simpatia tacciano, lasciando che la festa si svolga regolarmente, magari facendovi partecipare anche i propri figli. […]

PER LEGGERE LA VERSIONE INTEGRALE DEL POST CLICCARE SU www.vincenzogiarritiello.it

spiaggiacovid

ESTATE 2020: TRA MASCHERINE E NEGAZIONISTI, SAREBBE MEGLIO SE PREVALESSE IL BUONSENSO

L’estate che volge ormai al termine sarà ricordata come quella delle mascherine, dell’amuchina e del distanziamento sociale sotto l’ombrellone. Una stagione dove il buon senso e la follia, la cautela e la sconsideratezza, il rispetto e la violazione delle norme di sicurezza hanno diviso la popolazione tra chi, tanti, crede nell’esistenza del Covid 19 e si è attenuto scrupolosamente alle norme di prevenzione varate dalle autorità per contenere i contagi; chi, pochi, delle norme di prevenzione se n’è fregato convinto che il virus fosse tutta una montatura mediatica messa a punto dai padroni del mondo – leggi Bill Gates – per renderci loro schiavi attraverso la paura al fine di sottometterci e arricchirsi sulle nostre spalle propinandoci il vaccino che, con il pretesto di immunizzarci dal virus, ci inoculerà un microchip che monitorerà ogni nostro spostamento ventiquattrore su ventiquattro, condizionando il nostro modo di pensare a proprio uso e consumo.

Come se tutto ciò in parte già non avvenisse, visto l’uso sconsiderato che molti fanno dei social media, raccontando in tempo reale lo svolgersi della propria quotidianità da mattina a sera – qualcuno trasmettendo addirittura “dirette” video o pubblicando selfie perfino quando va in bagno – e dei telefonini, ormai assurti a vero e proprio ausilio bionico integrato agli arti superiori del corpo umano al punto che molti non riescono a staccarvi le mani e gli occhi nemmeno quando camminano o guidano, con conseguenze spesso nefaste per sé e per gli altri. […]

PER LEGGERE LA VERSIONE INTEGRALE DEL POST CLICCARE su www.vincenzogiarritiello.it

Beppe_Severgnini_-_ijf14_thewholepic14_(cropped)

SEVERGNINI E C. SE NE FACESSERO UNA RAGIONE, AL NORD VIVONO UOMINI NON SEMIDEI DA DIFENDERE A OGNI COSTO

Di seguito la lettera che ho inviato al Mattino di Napoli in cui esprimo alcune considerazioni prendendo spunto dalle affermazioni del giornalista Beppe Severgnini durante la puntata di Otto e Mezzo di mercoledì 15 aprile. Nell’attesa di scoprire se verrà pubblicata, ho deciso di pubblicarla su questo mio spazio virtuale.

Egregio Direttore,

nella puntata di Otto e Mezzo del 15 aprile u.s. Beppe Severgnini esprimeva la propria indignazione contro quanti starebbero dimostrando compiacimento per il disastro sanitario scoppiato in Lombardia, e poi diffusosi in tutto il paese, dimostrando in questo modo mancanza di rispetto verso le migliaia di morti e i loro famigliari. […]

PER LEGGERE LA VERSIONE INTEGRALE DELLA LETTERA CLICCARE QUI

Immagine gentilmente concessa da Roberto Braibanti

COVID 19: E SE LA NATURA SI STESSE DIFENDENDO DALL’UOMO?

Cancellare gli anni orribili, quegli anni che hanno segnato in negativo l’esistenza di ognuno di noi, è il sogno di tutti. Sarebbe bello se potessimo munirci di un cancellino per cassare i momenti bui della vita, facendo finta che non fossero mai esistiti. Lasciando il ricordo solo di quelli belli che ci hanno regalato piacevoli emozioni.

Così come un’adeguata dose di veleno è necessaria per curare determinate malattie altrettanto necessari, seppure non piaccia, sono i momenti negativi per la crescita dell’uomo. Secondo alcuni addirittura questi ultimi sarebbero più utili in quanto, lacerando l’animo con la sofferenza, avrebbero la funzione di indurlo a riflettere sul proprio operato e a cercare di ravvedersi e migliorarsi.

Tutto ciò va bene fino a quando i momenti negativi sono conseguenza di un agire errato del singolo individuo rispetto alla società e alle persone che frequenta. Per quanto invece riguarda la pandemia in corso che sta costringendo gli abitanti dell’intero pianeta a barricarsi in casa per contenere il contagio, leggendo e ascoltando le tante dichiarazioni di illustri esperti, nessuno si sbilancia su quale possa esserne la causa scatenante. Si opta dalla probabile manipolazione in laboratorio di un virus appartenete alla famiglia covid reso più aggressivo e resistente di quanto originariamente non fosse iniettandolo in un pipistrello, a quella che si tratti di un virus sconosciuto di origine naturale che possa essersi alimentato attraverso lo smog. […]

PER LEGGERE LA VERSIONE INTEGRALE DEL POST CLICCARE QUI

fermateilmondo

IL MONDO SI È FERMATO, E ORA?

Chi di noi almeno una volta vita, insoddisfatto della quotidianità, non ha pronunciato la fatidica frase, “fermate il mondo, voglio scendere!”?

Bene, ora che il mondo si sta fermando per davvero a causa di un virus che si propaga in maniera veloce e inarrestabile da un continente all’altro, costringendoci a stare segregati negli scompartimenti per evitare il diffondersi del contagio, tutti, nessuno escluso, stiamo riscoprendo il valore dei rapporti umani reali. L’importanza di una passeggiata, di una carezza, di un bacio, di uno sguardo, di una parola scambiati dal vivo anziché via chat come per più persone era ormai diventata prassi comune.

Ora che, simile a un treno in prossimità della stazione, il mondo sta tirando il freno, in tanti leviamo spaventati gli sguardi dagli smartphone – assurti fino a pochi giorni fa a unica ragione di vita essendo lo scorrere delle nostre giornate scandito dai continui squilli dei messaggi in arrivo sulle varie chat di gruppo e dalle conversazioni con gli amici, dalle email di lavoro, dalla lettura di un quotidiano o di un libro, dalla visione di un film mentre siamo in viaggio – per guardare con spavento la triste realtà che stiamo vivendo, chiedendoci dove siamo, che succede, che fine faremo!?

Paradossalmente in un momento così drammatico per l’umanità stiamo scoprendo cosa significa umanità! Pur se forzatamente, la necessità di stare tappati in casa ci sta facendo riscoprire, se non addirittura scoprire, il valore delle persone, della famiglia, degli amici, degli sconosciuti i cui sguardi incrociavamo di sfuggita fino a ieri mentre camminavamo per strada e che oggi cerchiamo con disperazione per non sentirci soli.  […]

PER LEGGERE LA VERSIONE INTEGRALE CLICCARE QUI