IL FOTOGRAFO DI SCENA GIANNI BICCARI SI RACCONTA

biccari

Di seguito ripropongo in versione integrale l’intervista al fotografo di scena Gianni Biccari pubblicata su www.comunicaresenzafrontiere.it

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Dal 4 al 14 ottobre, escluso il martedì, al PAN – Palazzo delle Arti di Napoli – è in corso la mostra fotografica EMOZIONI E PALCOSCENICO 1988-2018 di Gianni Biccari, curata dallo storico della fotografia Luca Sorbo. Una carrellata di 47 scatti, scelti tra circa quindicimila negativi, con cui l’artista, per anni fotografo di scena, ripercorre la storia del teatro napoletano. Per l’occasione, abbiamo posto alcune domande a Biccari.

Questa mostra celebra la tua attività trentennale di fotografo di scena, perché questa passione per il teatro?

Mi è sempre piaciuto il mondo dello spettacolo ma essendo timido ho trovato un “modo” che mi consentisse di frequentarlo senza confrontarmi direttamente con il pubblico, dandomi nello stesso tempo la possibilità di abbinare fotografia e teatro,  due mie grandi passioni.

Malgrado ti definisci timido, fai parte di una compagnia di teatro amatoriale con cui saltuariamente ti diverti a recitare. Solcare il palcoscenico ti ha aiutato e ti aiuta nella tua attività di fotografo di scena?

Assolutamente sì! Recitando ho imparato i tempi, la mimica, la controscena: tutte cose che quando sono dietro le quinte o ai piedi del palco per fotografare mi aiutano a cogliere il momento topico della recitazione e a immortalarlo nello scatto.

Facciamo un bel passo indietro, come nasce la tua passione per la fotografia?

Alla fotografia mi sono approcciato relativamente tardi, precisamente agli inizi degli anni ottanti quando avevo poco più di vent’anni. Avendo avuto la fortuna di iniziare a lavorare molto giovane, la consapevolezza di poter contare su uno stipendio, senza avere particolari spese quali affitto, bollette in scadenza e quant’altro, poteva indurmi ad adagiarmi sugli allori. Nel momento in cui capii che stavo entrando in questa condizione oziosa, mi dissi che dovevo trovarmi un interesse alternativo al lavoro che mi consentisse di impegnare in maniera costruttiva il tempo libero. Il caso volle che mi capitasse tra le mani un almanacco di fotografia. Sfogliandolo, restai talmente affascinato dalle immagini riprodotte che decisi di provare a mia volta a fotografare. Da allora la fotografia è diventata una seconda pelle che non ho mai più dismesso, contrariamente al mio solito di non terminare ciò che comincio.

Tra le foto esposte, vedo che ci manca quella con Giorgio Albertazzi: non è esposta in quanto Albertazzi non apparteneva alla tradizione del teatro napoletano?

No, il motivo è un altro. Poiché la mostra vuole celebrare il teatro come luogo dove ha vita lo spettacolo, con il curatore della mostra, lo storico della fotografia Luca Sorbo, abbiamo adattato le fotografie allo spazio e abbiamo immaginato che ogni parete fosse un palcoscenico e che le fotografie dialogassero tra loro come in una scena teatrale. Purtroppo la foto di Albertazzi, così come tante altre che, aimè, ho dovuto sacrificare,  non si sposava con questa strategia di allestimento. Ma è sul catalogo insieme alle altre. Mi è doveroso ricordare che il catalogo è impreziosito dalla prefazione di Giulio Baffi. 

Un’altra tua grande passione è la corsa: sei un runner e hai nel tuo palmares tante maratone e mezze maratone terminate. Pensi che correre tanti chilometri e per tanto tempo possa averti temprato alla pazienza e, di conseguenza, possa averti inconsciamente insegnato che bisogna  portare a compimento ciò che si comincia ad ogni costo?

Assolutamente sì. Soprattutto quelle discipline che hai citato e che conosci bene perché anche tu sei un runner con delle maratone all’attivo. La corsa di resistenza ti tempra. Ma non solo: la corsa per me è un pensatoio. Soprattutto quando corro da solo, cosa che si ripete spesso negli ultimi tempi, penso molto, progetto. E proprio durante le mie ultime uscite in solitario ho molto pensato a questa mostra.

All’allestimento della mostra hanno collaborato tua moglie Geny e tuo figlio Matteo, anche lui appassionato di teatro, autore dei video proiettati nei monitor in sala. Possiamo dire che, contrariamente a quanto spesso accade a chi, coltivando una passione, è costretto a sacrificare la famiglia, nel tuo caso la fotografia si è risolta  in ulteriore collante per il consolidamento degli affetti familiari?

Senza dubbio! Senza la mia famiglia non avrei fatto nulla, non avrei avuto nemmeno l’input per immaginare una cosa del genere. E poi sono fortunato perché, oltre a sostenermi moralmente,  mia moglie  e mio figlio collaborano attivamente: con Geny abbiamo assemblato le cornici che vedete esposte in sala; Matteo ha curato i testi e i  video. È stato un bel gioco di squadra, coordinato in maniera magistrale da Luca Sorbo, di cui vado orgoglioso! 

All’inaugurazione della mostra erano presenti molti degli artisti immortalati nelle foto, le reazioni come sono state?

Le reazioni sono state entusiasmanti. Ma il momento in cui ho capito di aver fatto davvero un buon lavoro è stato quando, il giorno dopo, uno di loro, di cui mai farò il nome, mi ha chiamato facendomi i complimenti, rammaricandosi che non avevo messo anche una sua fotografia, dicendo, “però ‘na fotografia mia ‘a putive mettere!” Quando un grande dello spettacolo ti dice una cosa del genere, vuol dire che hai fatto qualcosa di bello! Ovviamente anche a lui ho spiegato il criterio di allestimento e mi sono ripromesso di integrare nei successivi allestimenti della mostra una sua foto: su  trentamila negativi a mia disposizione, per questa esposizione ne ho visionati poco meno della metà. Sono certo che negli altri ci sarà una sua foto che si sposa con il progetto in atto.

Sabato prossimo terrai una sorta di visita guidata in cui spiegherai al pubblico la genesi di ogni singolo scatto, come ti è venuta questa simpatica idea?

Non volevo fare un incontro tradizionale con il pubblico, tipo conferenza, dove, alla lunga, la gente si annoia. Insieme a Luca Sorbo abbiamo pensato che sarebbe stato più interessante parlare di me, della mia esperienza. Ma soprattutto parlare delle fotografie, guardandole e commentandole dal vivo.

L’avvento del digitale ha mandato in pensione il vecchio rollino fotografico. Nostalgia del rollino?

Indubbiamente la plasticità e il disegno della grana della pellicola sono irripetibili anche con il computer. Ma bisogna dire che il digitale ti dà tanti altri vantaggi, soprattutto per la sua versatilità. Tuttavia io credo molto nell’interazione tra digitale e rollino. Io uso molto la commistione tra i due procedimenti, digitalizzo i tanti negativi che ho per poi lavorarci in maniera digitale. Ma solo per migliorali. Non mi piace ritoccare in maniera eclatante una foto. L’istante dello scatto non va alterato! Tuttavia riconosco che l’avvento del digitale ha ammortizzato in maniera enorme i costi di produzione: prima per conoscere la qualità di una foto, dovevi chiuderti in camera oscura, sviluppare e attendere lo sviluppo. Oggi con il digitale, usufruendo di una memorycard puoi archiviare fino a 5 mila scatti e, avviando una sequenza motorizzata di scatti, puoi essere certo che  una buono ci sarà.

Dopo Napoli, la mostra prevede un percorso itinerante, quali città toccherà?

Ad aprile del prossimo anno dovrebbe andare a Orvieto Fotografie, una kermesse di fotografia  internazionale, e siamo in contatto con parecchi festival sia di teatro che di fotografia.

Cosa farà Biccari da grande?

Nel frattempo si deve riposare, l’allestimento di questa mostra mi ha sfiancato. Poi vorrei ricominciare a correre con maggiore assiduità e costanza. Invece, per quanto riguarda la fotografia, ho diverse cose in mente ma per ora non anticipo niente. Lo scoprirete vivendo!  

EMOZIONI E PALCOSCENICO – FOTOGRAFIE DI SCENA DI GIANNI BICCARI

emozioni e palcoscenico fotografie di scena 1988-2018 (1)

Di seguito la versione integrale dell’articolo apparso quest’oggi su comunicaresenzafrontiere inerente la mostra fotografica al PAN Palazzo delle Arti di Napoli delle foto di scena di Gianni Biccari.

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Giovedì 4 ottobre nella Sala Foyer del PAN – Palazzo delle Arti di Napoli, in presenza di un folto pubblico e di tanti attori di teatro si è inaugurata la mostra fotografica Emozioni E Palcoscenico- Fotografie di Scena 1988-2018 di Gianni Biccari.

Un percorso di immagini curato da Luca Sorbo che ripercorre i primi trent’anni di attività da fotografo di scena dell’autore.

Le 47 foto che compongono l’allestimento della mostra sono il risultato di una lunga e faticosa cernita iniziata con la visualizzazione di circa 15 mila negativi, che, come spiega lo stesso Biccari durante la presentazione del catalogo nella Sala Pan, è andata via via riducendosi fino alla scelta delle foto visibili che ritraggono in momenti di intensa recitazione artisti quali Lina Sastri, Mariano Rigillo, Aldo Giuffré, Nando Paone, Peppe Barra, Massimo Ranieri, Luisa Conte e tanti altri che hanno fatto la storia moderna del teatro napoletano.

Gli scatti di Biccari hanno un forte impatto evocativo, in quanto sanno cogliere l’istante in cui i volti degli attori assumono “maschere” di un’espressività travolgente a testimonianza della loro grandezza. Questo aspetto viene messo in risalto da Luca Sorbo, il quale sottolinea come l’intensità espressiva degli scatti di Biccari derivi certamente dall’innata passione verso il teatro che il fotografo nutre fin da bambino. Non a caso, tutt’ora, quando ha tempo, Gianni frequenta una compagnia amatoriale divertendosi a solcare il palcoscenico in veste d’attore.

Passione che ha saputo trasmettere al figlio Matteo, membro del laboratorio teatrale di Nando Paone e Cetti Sommella all’ArtGarage di Pozzuoli, nonché autore dei due brevi video che presentano la mostra nei monitor allestiti nella sala espositiva. Va inoltre ricordato l’apporto organizzativo di Genny, moglie dell’artista.

biccari palco(Gianni Biccari, al centro della foto, mentre sfoglia il catalogo della mostra; alla sua destra Luca Sorbo, a sinistra il figlio Matteo) 

Meritano di essere citate le parole con cui Biccari ha concluso la presentazione del catalogo: “Lo dico senza voler apparire presuntuoso, mi piace pensare che questa mia mostra possa servire ad arricchire il patrimonio culturale e teatrale della mia città.”

Sabato 13 ottobre, alle ore 17, è prevista un incontro/visita guidata in compagnia dell’autore il quale ripercorrerà, con l’ausilio di Luca Sorbo, ogni singolo scatto spiegandone la generazione emozionale e tecnica.

La mostra sarà visitabile fino al 14 ottobre 2018, dal lunedì al sabato dalle 9,30 alle 19,30; la domenica dalle 9,30 alle 14.

Successivamente è previsto un percorso itinerante in altre città italiane.

FUSIONE CANTINE MEDITERRANEE – PODERE DON GIOVANNI, BRAND D’INTESA Più CHE D’IMPRESA

marchio podere cantine

Se comunemente intraprendenza, coraggio, follia, cinismo, una buona dose di fortuna, (nella vita quella non manca mai), sono qualità imprescindibili per fare impresa, in alcuni casi, seppure sempre più rari, la fiducia e il rispetto reciproco tra gli uomini, sono alla base per dare vita a una realtà imprenditoriale finalizzata alla fusione di due distinti marchi entrambi sinonimo di qualità, come è il caso delle cantine “Podere don Giovanni” e “Cantine Mediterranee”, rispettivamente di proprietà di Giovanni Severino e Vincenzo Napolitano.

La presentazione alla stampa di questa partnership è avvenuta domenica 30 settembre nei locali di Podere don Giovanni, a Borgo di Sipicciano, frazione di Galluccio in provincia di Caserta, alle pendici del vulcano di Roccamonfina, nell’incantevole scenario del parco regionale di “Roccamonfina – Foce del Garigliano”, ai confini con il basso Lazio.

Alla presenza di Luigi Farina, direttore di Spaghetti Italiani, organizzatore dell’evento; del sindaco di Galluccio, Francesco Lepore, e di Salvatore Martino, agronomo del podere, la storia di questo matrimonio di impresa è narrata dal giovane, in senso anagrafico, viticoltore Vincenzo Napolitano il quale, senza remore, racconta l’emozione che provò quando ricevette la telefonata con  cui Giovanni Severino accettava la sua proposta di mettersi in società, dando prova di fiducia in un’epoca in cui, in nome degli affari, le persone tendeno sempre di più a scannarsi.

presentazione sindaco

A conferma del rispetto dovuto al socio più “anziano”, Vincenzo sciorina i numeri che fanno di Podere don Giovanni una realtà imprenditoriale di tutto rispetto: l’azienda si estende su un territorio di 10 ettari dove sorgono oliveti e vigneti da cui si ricava aglianico e falanghina. Per la precisione su ogni ettaro sono piantate ben 5200 piante. Inizialmente l’azienda Severino produceva solo olio biologico; dal 2008 s’è dedicata alla produzione di vini. Cantine Mediterranee, forte della sua presenza sul mercato dal 1946, produce una vasta varietà di vini  e grappe, nonché lo “Spuma 66”, bianco e rosato, che si accompagna alla pizza e a piatti sfiziosi. Ubicata sul territorio vesuviano, Cantine Mediterranee produce anche il lacrima cristi.

filari

I due marchi producono complessivamente circa ottocentomila bottiglie all’anno.

L’obiettivo della fusione, come Vincenzo continua  a spiegare, è quello di fare rete, veicolo indispensabile, al giorno d’oggi, alle piccole imprese per farsi conoscere e resistere sul mercato. Le ambizioni della partnership mira a conquistare sempre di più il mercato estero – Cantine Mediterranee è già presente in Cina, in India, in vari Paesi europei e negli USA – con l’intento di rendere più agevole e meno dispendiosi i costi agli acquirenti, in quanto questo tipo di marketing consente agli imprenditori di interloquire con un’unica realtà commerciale in grado di offrire loro più prodotti, evitando di essere costretti a dover comprare da più fornitori  con l’onere di dover acquistare anche ciò che non serve perché spesso l’acquisto di un prodotto è vincolato a quello di un altro, riducendo considerevolmente i costi.

Al termine della presentazione della fusione commerciale tra le due aziende, di cui al momento resta segreto il nome del nuovo brand, c’è stata una breve visita alle cantine di Podere don Giovanni, che sarà sede della nuova azienda, e una passeggiata tra l’immensa distesa di filari di viti da cui si ricava l’aglianico. Quindi è seguito un buffet allestito dallo chef stellato Antonio Arfé.

arfé

A questo punto non ci resta che attendere la nascita del nuovo marchio e apprezzarne i prodotti.

Se davvero  “il buongiorno si vede dal mattino”, c’è da scommettere che, a breve, un nuovo nettare degli dei allieterà i nostri palati!

NAPOLI, LA TUTELA DELLA SALUTE IN UNA MEDICINA UNICA

Ricevo e pubblico per conto della dottoressa Carla De Ciampis

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Napoli, la Tutela della salute in una medicina unica, dalla scientifica all’olistica, in una due giorni organizzata dal CITS.

Nella splendida cornice della Sala Santa Maria La Nova nell’omonima Piazza, si è concluso il convegno seminario, : Postura psiche denti e medicina olistica, organizzato dal Comitato Italiano per la Tutela della Salute con il patrocinio dell’ASL Napoli 1 e Comune di Napoli 2 Municipalità. I lavori hanno avuto inizio con i saluti del Presidente della 2 Municipalità, Francesco Chirico, il dott. Mario Forlenza, Dir. Generale ASL Napoli 1 e il Presidente Nazionale del Comitato Italiano per la Tutela della Salute, dott. Raffaele Federico, che dal 1983, anno di costituzione del CITS, è impegnato a far confluire tutti gli aspetti medici e culturali in un unico obiettivo la tutela della salute quale unico scopo primario degli operatori del settore.

Due giornate fitte di argomentazioni, incentrate sull’obiettivo condiviso tra i relatori della medicina tradizionale e i relatori della medicina olistica: la Tutela della Salute dell’individuo.

La postura come espressione del nostro vissuto, comporta, per il dott. Luigi Barbati odontoiatraposturologo, lamentato un problema dal paziente, un’analisi non solo strettamente tecnica, ma, nonostante la mancanza di patologie alla mascella e ai denti, è opportuno avere una visione di insieme, in quanto la causa del fastidio può essere, addirittura, ritrovata in un malfunzionamento di un altro organo. La postura, inoltre, rappresenta la risposta alle sollecitazioni della vita, cui il corpo si adatta.

I denti, ad esempio, conservano una memoria psico-emozionale della nostra vita, a volte un “mal di denti” può essere la coscienza di una questione irrisolta o nascosta nel subconscio ed è stato questo il tema trattato dalla Fisioterapista, dott.ssa Nicoletta Brusciani, che ha posto l’accento sulla Saggezza dei Denti.

L’argomento del Dott. Dario Aquilina, psicoterapeuta, la Mascella come luogo di controllo con riferimento alla contrazione della mascella che provoca effetti psicogeni estesi ,come risultato negativo del suo uso. In prospettiva il controllo della stessa ha evidenziato l’aspetto favorevole nelle terapie psico-corporie portando il soggetto ad un miglioramento emotivo e della qualità della vita. Il viso può essere anche non “simmetrico” riferisce la dott.ssa Giovanna Esposito che affrontando la tematica della Mandibola e la Lingua ne ha dimostrato la relativa connessione sulla colonna vertebrale.

L’equilibrio è il centro del benessere psicofisico afferma il dott. Gaetano Pisano, odontoiatra, che mette in relazione per la diagnosi una visita ortottica con una visita posturale.

Durante il seminario, la dott.ssa Carmela Di Maio, pediatra ASL Napoli 1 Centro, ha messo in risalto la relazione madre -figlio nella postura materna e le notevoli interazioni che consentiranno il bambino “di muoversi nel mondo”. Analogamente il linguaggio del corpo esprime le nostre emozioni e stati d’animo che la psicologa dott.ssa Elena De Rosa dimostra la sua stretta relazione con la comunicazione empatica con gli altri individui.

Le relazioni della medicina olistica hanno avuto anche la partecipazione del pubblico che ha seguito con divertimento e interesse, spaziando dalle arti marziali di origini cinesi del Maestro di THAI CHI ,Gaetano Musella sui benefici su ossa muscoli e articolazioni; al dott. Raffaele Federico, istruttore di SHIATSU ha affrontato la postura relativamente ai meridiani muscoli tendinei e i punti trigger ; alla neuropatia e rilassamento neuromuscolare illustrato dal dott. Francesco Borrelli, Naturopata, al Dott. Domenico Credo, operatore olistico, che ha coinvolto il pubblico spiegando l’importanza di una giusta seduta; fino al massaggio del corpo : la riflessologia e benessere stimolando i punti riflessi di piedi e mani del dott. Ciro Arciello, riflessologo plantare e il massaggio e le tecniche di rilassamento dell’agopressione su “tappetino chiodato” che ha spiegato, Marilena Orsini, massaggiatrice, beneficiano di due attività contemporanee la stimolazione dei punti di agopuntura e trigger lungo il percorso dei meridiani.

Carla de Ciampis

VIVI SANO, MANGIA CAMPANO

 

 

Ricevo e pubblico per conto della dottoressa Carla De Ciampis dell’ufficio stampa della Casa del Consumatore di Napoli

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Casa del Consumatore chiude il suo ciclo informativo, presso l’Istituto Andrea Torrente, del progetto  “Vivi sano, mangia Campano” , finalizzato alla promozione della corretta educazione alimentare.

 Il giorno 30 maggio presso l’Istituto Andrea Torrente, Casoria, l’Associazione nazionale dei Consumatori: Casa del Consumatore, ha concluso il ciclo di presentazione del  progetto “Vivi sano, mangia Campano” realizzato nell’ambito del Programma Generale di intervento della Regione Campania Mise 7.

L’evento è stato realizzato con la collaborazione dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno Portici, Napoli e con la collaborazione dell’ ASL Napoli 2 Nord.

L’incontro formativo ha visto per i saluti di benvenuto l’intervento del Professore, Vincenzo Pepe, che ha rappresentato il Preside Giovanni De Rosa e della Presidente, Dominique Testa di Casa Del Consumatore Campania, a cui hanno fatto seguito le lezioni della dott.ssa Annachaira Coppola e Dott. Biagio Di Micco.

Intesa e proficua mattinata per gli alunni di alcune sezioni dell’Istituto A. Torrente, guidati dai docenti Silvana Di Martino e Morena Fusco, che sono stati coinvolti sull’argomento : Vuoi conoscere quello che mangi?.

La dottoressa, Annachiara Coppola, in rappresentanza dell’Istituto Zooprofilattico ha catturato l’attenzione dei presenti illustrando, la storia e il valore della dieta mediterranea. Inoltre ha presentato il progetto, dell’Istituto Zooprofilattico, QRCode Campania in materia di sicurezza alimentare, tutela della salute dei consumatori e la tracciabilità degli alimenti acquistati.

Un excursus sui cibi da evitare, bevande sconsigliate, comportamenti alimentari corretti e di prevenzione è stato l’intervento del dott. Biagio Di Micco, Dirigente Medico ASL Napoli 2 Nord, che ha ribadito il ruolo fondamentale della famiglia nell’insegnamento dell’educazione alimentare, in quanto ai giovani i pasti vengono preparati, cucinati, e quindi somministrati.

L’intervento dell’ Avvocato Salvatore Mancino, Casa del Consumatore, ha riguardato il ruolo dell’ Associazioni dei consumatori e le finalità del progetto: “Vivi sano, mangia Campano” destinatari i giovani e le famiglie.

 

Carla De Ciampis

Ufficio Stampa

Casa del Consumatore