Creato da sweet.sensation il 15/12/2006

Healing Hand

She’s a cold, dark night in the dead of winter

 

 

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L'Epopea di Gilgamesh

Post n°143 pubblicato il 15 Maggio 2008 da sweet.sensation
 






L'Incontro con Huwawa


Gilgamesh non si rese conto se fosse desto o stesse ancora dormendo. Non era certo se ciò che vedeva fosse sogno o realtà.


Ebbi una visione davvero spaventosa
Il cielo strideva, la terra tuonava.
Anche se ormai era quasi l'alba, scese una profonda oscurità.
Improvvisamente si vide un lampo, una fiammata potente.
Le nuvole si gonfiarono, pioveva morte.
Poi la luce svanì, il fuoco si spense.
E di tutto ciò che era caduto, restò solo cenere.


Era uno shem.

Il dio Shamash aveva lanciato un segnale: era il momento di svanzare.

Gilgamesh si rese conto di non essere lontano dal Luogo dell'Atterraggio, ma era altrettanto conscio del fatto che occorreva affrontare prima Huwawa.
Ma una volta vinto il mostro, sarebbe stata placata la sua sete di immortalità: avrebbe trovato lo shem che gli avrebbe permesso di ascendere tra le divinità.

Enkidu conosceva un varco ed al mattino i due si misero in cammino. Sapevano che era di cruciale importanza evitare il contatto con gli alberi che uccidevano come armi.

Enkidu trovò la porta, ma appena tentò di accedervi, fu ricacciato indietro da una forza invisibile. Per dodici giorni rimase immobilizzato, come paralizzato.
Nel mentre Gigamesh fece una scoperta: aveva scovato un tunnel che conduceva nella foresta.

Il suo ingresso era celato da alberi e cescpugli ed il suo ingresso era bloccato da rocce e terreno.

Mentre Gilgamesh tagliavo gli alberi, Enkidu (che nel frattempo si era riavuto dalla temporanea paralisi) provvedeva a rimuovere terreno e rocce. Non appena il varco fu liberato, i due lo attraversaroso, trovandosi davanti ad uno spettacolo magnifico.
Riuscivano a scorgere nitidamente la Montagna di Cedro ove risiedeva la dimora di Inanna.


Tra gli alti cedri si snodava il sentiero che attraversava la foresta e che era solito percorrere Huwawa.

Ma proprio nel momento in cui si stavano addentrando, furono sopraffatti dal terrore. Huwawa aveva udito il loro arrivo.


Chi è costui che ha violato i miei boschi e tagliato i miei cedri?


Scoperta la presenza dei due estranei, la voce del mostro tuonò morte e maledizione per gli intrusi.


Siete così piccoli che vi considero come tartaruga e testuggine.
Se vi dovessi ingoiare il mio stomaco non sarebbe soddisfatto.
Quindi morderò il tuo collo e la tua gola, Gilgamesh
e lascerò il tuo corpo agli uccelli della foresta ed alle bestie feroci.


In preda alla paura, i due compagni videro apparire il mostro. Era possente, i denti erano quelli di un drago, la sua faccia quella di un leone inferocito, il suo avanzare quello di una sorgente impetuosa. Dalla sua fronte partiva un fascio radiante che divorava alberi e cespugli.

Alla potenza omicida della sua arma, nessuno poteva sfuggire...


 
 
 
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