Ieri sera intervistato a Carta Bianca da Bianca Berlinguer, parlando dell’inchiesta CONSIP, nemmeno per un attimo né Renzi né la giornalista hanno accennato al fatto che tra gli indagati per traffico di influenze c’è Tiziano Renzi, papà del segretario del Pd, né che l’ex ad di CONSIP Marroni, posto in quel ruolo dall’allora Premer Renzi, davanti ai pm di Roma ha confermato quanto aveva già dichiarato a quelli di Napoli, ossia di aver avuto la soffiata delle sistemate cimici nel proprio ufficio – sulla scia di questa informazione Marroni fece “bonificare” l’ufficio, mandando all’aria l’indagine – dall’allora sottosegratario alla Presidenza del Consiglio, attualmente Ministro dello Sport, Luca Lotti e dai due generali dei carabinieri Tullio Del Sette e Emanuele Saltalamacchia, a loro volta sotto inchiesta per la diffusione di notizie, tanto da essere stato costretto a dimettersi da chi lì lo aveva posto, il Pd…
Anche ieri sera, malgrado l’insistenza della Berlinguer che lo rintuzzava affinché rispondesse alle domande senza divagare, alla fine, a mio avviso, abbiamo assistito al solito detto e non detto, teso più a confondere le idee ai cittadini che a chiarirle. Soprattutto a quelli che si informano solo attraverso il mezzo televisivo.
Al di là di ciò, va riconosciuto a Renzi il merito di non essersi spinto oltre – parlando ad esempio di complotto o addirittura di colpo di stato, come invece hanno fatto alcuni esponenti del suo partito, e lo stesso Berlusconi commentando la propria estromissione da Palazzo Chigi nel 2011 – in riferimento agli ultimi sviluppi dell’inchiesta CONSIP da cui risulterebbe che alcuni ufficiali dei carabinieri avrebbero manomesso le prove per incastrarlo. Ma di aver espresso massima fiducia al lavoro dei magistrati, all’arma dei carabinieri e ai servizi segreti. Aggiungendo però, giustamente, con fare deciso che chi ha sbagliato pagherà!
Per quanto riguardo la politica, più volte il segretario del Pd, parlando del M5S, ha ribadito “un partito fondato da un pregiudicato”, riferendosi a Grillo condannato in definitiva per omicidio colposo in seguito a un incidente automobilistico in cui perì una coppia di amici… Nessuno in studio, la Berlimnuer o giornalisti presenti gli ha fatto notare che all’epoca del Patto del Nazareno lui, Renzi, non si fece alcuno scrupoli di dialogare con Berlusconi condannato in definitiva a quattro anni per frode fiscale, e proprio per questo decaduto dai pubblici uffici e impossibilitato a sedere in Parlamento per via della Legge Severino approvata dallo stesso centrodestra di cui era leader; nonché indicato dal boss Giuseppe Graviano, intercettato durante un colloquio in carcere con un altro detenuto, quale possibile mandante delle stragi di mafia degli anni 90…
Anche qui il doppiopesismo l’ha fatta da padrone.
RENZI DA BERLINGUER, DETTO E NON DETTOultima modifica: 2017-09-20T12:05:44+02:00da