Si è spenta ieri l’attrice Cetty Sommella, moglie dell’attore Nando Paone.
A darne notizia l’Assessorato al Turismo del Comune di Pozzuoli con una breve nota sulla sua pagina ufficiale.
Insieme al marito, Cetty aveva fondato a Pozzuoli, negli spazi dell’Art Garage, il Teatro Sala Moliere, allestendovi una scuola di recitazione per giovani attori di cui era molto orgogliosa.

Lutto nel mondo del teatro, è scomparsa Cetty Sommella

Si è spenta ieri l’attrice Cetty Sommella, moglie dell’attore Nando Paone.

A darne notizia l’Assessorato al Turismo del Comune di Pozzuoli con una breve nota sulla sua pagina ufficiale.

Insieme al marito, Cetty aveva fondato a Pozzuoli, negli spazi dell’Art Garage, il Teatro Sala Moliere, allestendovi una scuola di recitazione per giovani attori di cui era molto orgogliosa. […]

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papà

BUON ONOMASTICO PAPÀ

Mio padre si chiamava Ciro, oggi avrebbe festeggiato l’onomastico. Per ricordarlo pubblico degli stralci del romanzo inedito a lui dedicato in cui racconto il dramma che affrontammo quando si ammalò di Alzheimer, alternando la narrazioni della bufera che dovemmo fronteggiare per circa 10 anni, di cui gli ultimi 4 furono un vero incubo, con episodi a mio avviso significativi della sua vita e della nostra al suo fianco.

[…] In vita sua papà di rospi ne aveva dovuti ingoiare tanti. Uno dei più difficili fu sicuramente quando, poco più che ragazzo, fu costretto ad abbandonare gli studi: terminate le scuole di avviamento, iniziò a frequentare l’istituto d’arte per appagare la propria passione per l’arte e il disegno.

Dopo pochi mesi di scuola, il padre, ex sommergibilista, che lavorava come operaio presso un presidio del Ministero della Difesa a Portici, gli comunicò che doveva lasciare la scuola e trovarsi un lavoro per contribuire al sostentamento della famiglia perché con il suo solo stipendio non ce la si faceva a tirare avanti.

Papà era il secondogenito, il primo maschio di quattro femmine e due maschi: seppure a malincuore, obbedì.

Quelle rare volte che affrontavamo l’argomento e gli chiedevo il motivo per cui non avesse cercato di convincere il nonno a lasciargli continuare gli studi, la sua risposta era sempre la stessa:

<< All’epoca era difficile campare, i soldi non bastavano mai. La guerra, oltre alla morte e alla distruzione, aveva seminato tanta fame. Davanti alla necessità, nella vita bisogna sacrificarsi: mettere da parte i sogni e pensare alle cose serie! >>.

Confesso che, ogni volta che gli sentivo ripetere quelle parole, mi veniva da chiedergli:

<< Perché, adoperarsi per la realizzazione di un sogno non è una cosa seria? >>.

Percependo nella sua risposta una leggera sfumatura di amarezza, tacevo per non gravare ulteriormente il tormento del suo animo.

Ho sempre creduto che l’aver dovuto rinunciare all’istituto d’arte per papà avesse rappresentato la più cocente delle delusioni. Più volte mi sono chiesto se in cuor suo fosse mai stato tentato di rispondere al nonno: “Mi dispiace, io voglio continuare a studiare perché sento che quella è la mia strada!”. Ma non l’abbia fatto per il rispetto che nutriva nei suoi confronti e anche perché la situazione finanziaria in famiglia era veramente disastrosa.

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GUZZINI E QUELLA FRASE CHOC CHE TANTI PENSANO MA SI GUARDANO BENE DAL PRONUNCIARE

Chi si è indignato per la frase choc pronunciata da Domenico Guzzini, Presidente di Confindustria di Macerata, durante un convegno online sulla moda – “Vogliamo ripartire. Se muore qualcuno, pazienza” – o è un ingenuo, o male informato, o molto più semplicemente un ipocrita.

Basterebbe parlare in privato con un qualsiasi imprenditore, soprattutto piccolo o medio, per sentirsi dire “preferisco morire di covid che di fame”.

Già durante il primo lockdown di marzo ci furono disaccordi tra Governo e Confindustria per le attività da tenere aperte nonostante l’emergenza sanitaria. Il Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia scrisse una lettera al Presidente del Consiglio per chiedere un ampliamento delle attività da tenere aperte.

Sempre in quel periodo sorsero non poche polemiche perché in Lombardia tante erano le fabbriche aperte nonostante la regione risultasse quella messa peggio per la diffusione del virus. […]

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rossi

CIAO, PABLITO!

Avevo da poco compiuto diciott’anni e i mondiali di calcio dell’82 in Spagna li vissi intensamente con gli amici d’infanzia con cui giocavamo insieme a pallone.

Dopo la stentata qualificazione al secondo turno alle spalle della Polonia, per differenza reti contro il Perù e il Camerun, l’Italia capitò in un girone di ferro dove, a detta di tutti – soprattutto dopo le squallide prestazioni della prima fase -, avrebbe funto da ago della bilancia tra Argentina e Brasile per stabilire chi delle due sudamericane sarebbe andata in semifinale.

Due anni prima era scoppiato lo scandalo del calcio scommesse che aveva visti coinvolti diversi calciatori rei di concordare a tavolino i risultati delle partite. Tra questi Paolo Rossi, astro nascente del calcio italiano, simbolo del Lanerossi Vicenza allenato di Giova Battista Fabbri e diretto da Giuseppe Farina, e successivamente del Perugia da cui lo acquistò la Juventus, malgrado lo scandalo e la conseguente squalifica di quasi due anni.

Per quella vicenda Rossi saltò gli Europei dell’80 che si giocarono in Italia, dopo che ai mondiali del 78, in Argentina, si era distinto per le sue doti di velocità, intuito e potenza malgrado il fisico apparentemente gracile. […]

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LEONARDO TRA REALTÀ E MISTIFICAZIONE: IL RAPPORTO TRA GESÙ E MARIA MADDALENA

Dopo aver letto il Codice Da Vinci, ero rimasto catturato dalla trama del romanzo strutturato sul presunto legame amoroso tra Gesù e Maria Maddalena, la quale rappresenterebbe l’incarnazione del femminino divino, da cui sarebbe originata la stirpe Merovingia. Ipotesi secondo molti simbolicamente confermata da Leonardo in alcune sue opere pittoriche.

Corroborato da un interesse verso il femminino divino che da anni mi spinge a studiare le antiche civiltà e le loro mitologie, in particolare quella egizia e suoi dei, sia prima che dopo aver letto il Codice, ho studiato diversi testi inerenti l’argomento.

Tra questi il saggio della Pickenett, (MARIA MADDALENA LA DEA OCCULTA DEL CRISTIANESIMO), coautrice insieme a C. Prince de LA RIVELAZIONE DEI TEMPLARI, opera citata nel romanzo di Brown unitamente al SACRO GRAAL di Baigent, Leigh, Lincoln quale fonte documentaria per affermare la propria tesi.

Ammetto che il saggio della Picknett mi aveva, inizialmente, incuriosito in quanto dà un’immagine di Gesù totalmente diversa da quella che conosciamo. Stando all’autrice il Salvatore sarebbe stato una sorta di rivoluzionario ante-litteram, dedito alla magia sessuale che avrebbe praticato unendosi carnalmente con la Maddalena, sua discepola prediletta.

Per avvalorare questa ipotesi la Picknett cita  i vangeli canonici, quelli apocrifi e gnostici, in particolare quello gnostico di Maria; la Pistis Sophia, un vangelo gnostico scritto in lingua copta in cui, se da un lato si mette in evidenza il ruolo fondamentale della Maddalena nella vita di Gesù e l’alta considerazione che il Cristo aveva di lei – questo è il motivo per cui la Picknett cita la Pistis limitandosi ai versetti relativi.

Peccato che nella Pistis, si condannano sia la pratica sessuale come strumento di iniziazione, sia l’omosessualità – l’autrice lascia inoltre intendere, neppure tanto velatamente, che Gesù non disdegnasse le pratiche omosessuali. […]

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LELLO ARTIACO, IL DECANO DEI RUNNER PUTEOLANI

Con 29 maratone all’attivo e un infinito numero di 10 e 21 km, Raffaele Artiaco, classe 1953, è il decano dei runner puteolani. Nel suo palmares spiccano le SIX MARATHON, (Abbott World Marathon Majors), le sei maratone più importanti del mondo che ne fanno una piccola leggenda vivente nel panorama sportivo flegreo: New York, Berlino, Londra, Chicago, Tokyo, Boston.

Praticante dello sport da che era ragazzo – in gioventù ha giocato a calcio nelle giovanili del Napoli -,la passione per la corsa scoppia nel 2005 grazie a due amici, Enzo Di Bonito e Enrico Daniele, che lo convincono a seguirli nelle loro sgambate mattutine fino ad avvicinarlo all’agonistica, partecipando nel 2006 alla sua prima maratona a New York […]

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MAURO BIGLINO E LE SUE TEORIE SULLA BIBBIA, LA CREZIONE DELL’UOMO E LA REINCARNAZIONE

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In LA BIBBIA NON PARLA DI DIO edizioni Mondadori, e nella trilogia LA BIBBIA È UN LIBRO DI STORIA edita da UNO Mauro Biglino, con trascorsi da traduttore per le Edizioni Paoline, mettendo a frutto le proprie conoscenze dell’ebraico anticotestamentario, mediante un attento e approfondito studio etimologico e filologico, ripropone la tesi, già espressa dallo studioso azero Zecharia Sitchin il quale ne IL PIANETA DEGLI DEI,  sostiene che le origini dell’umanità debbano attribuirsi all’intervento di una razza aliena proveniente da un altro pianeta che periodicamente – per la precisione ogni 3600, ossia quando il loro pianeta raggiungerebbe il perigeo, la distanza minima dalla terra – “scenderebbe” sulla terra per raccogliere minerali necessari al proprio sostentamento tecnologico e nello stesso tempo per compiere vari esperimenti, tra cui quello che avrebbe determinato nella notte dei tempi l’origine dell’uomo, scegliendo tra gli animali che la popolavano quello più affine a se stessi per caratteristiche fisiologiche, traendovi alcune cellule e mischiandole con quelle tratte da soggetti della propria razza, dando origine all’uomo, il quale sarebbe un ibrido animale/alieno, per servirsene come schiavo.

Tale esperimento sarebbe riuscito talmente bene al punto che gli alieni, affascinati dalla bellezza delle loro creature, vennero rapiti dal desiderio di possederle carnalmente – unione di cui si parla nella bibbia quando si racconta degli eloim, angeli (?), i quali, attratti dalla bellezza delle figlie e dei figli degli uomini, decisero di unirsi carnalmente a loro – originando una razza di ibridi metà umani e metà alieni di cui trattano i miti di tutte le antiche civiltà. Uno di questi ibridi sarebbe Achille, l’eroe troiano, figlio dell’umano Peleo re dei Mirmidoni e della ninfa nereide Teti.

Secondo Sitchin il pianeta degli alieni era chiamato dai sumeri Nibiru e lo associavano a Marduk re del loro pantheon. […]

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loren

PORTANDOMI DENTRO QUESTA MAGIA, L’OMAGGIO DI PAOLO LUBRANO AI SETTANT’ANNI DI CARRIERA DI SOPHIA LOREN

Quando si parla di Pozzuoli alla mente non vengono solo il mare, i pescatori e le loro reti, il Rione Terra, la Solfatara, il tempio di Serapide, l’anfiteatro Flavio e altri luoghi e monumenti che caratterizzano il capoluogo flegreo. Quando si parla di Pozzuoli sovviene il nome e, soprattutto, l’inconfondibile bellezza di una donna: Sophia Loren, incarnazione vivente del cinema mondiale; romana di nascita ma puteolana d’adozione, avendo vissuto la propria infanzia e parte della giovinezza in casa dei nonni materni in Via solfatara n. 5.

Per celebrarne i settant’anni di carriera, il produttore puteolano Poalo Lubrano, che ha il privilegio di conoscerla di persona, le ha dedicato un’accurata biografia, PORTANDOMI DENTRO QUESTA MAGIA edita da Cultura Nova.

Che non si tratti della solita biografia celebrativa fitta di date e aneddoti ma povera di emozioni perché scritta in maniera asettica, bensì di un vero e proprio romanzo la cui protagonista è una ragazza del popolo che grazie al talento, alla bellezza e al sostegno della madre riesce a sfondare nel mondo del cinema, divenendone un’icona indiscussa, lo si intuisce dallo stile calibrato e musicale, in alcuni tratti addirittura poetico, con cui l’autore ripercorre la vita di Sophia dall’infanzia alla consacrazione hollywoodiana. […]

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IL MARESCIALLO ROCCA 4

BUON VIAGGIO, MARESCIALLO ROCCA

Giusto il tempo per dispiacerci della scomparsa di Sean Connery, l’inimitabile James Bond dello schermo, con tutto il rispetto per gli attori che dopo di lui hanno interpretato il ruolo di 007, ed ecco che la vita ci priva di un altro monumento dello spettacolo.

Nel giorno del suo ottantesimo compleanno ci lascia Gigi Proietti.

Attore di teatro, cinema e televisione, così come in Connery il pubblico identificava James Bond, in Proietti la gente riconosceva il Maresciallo Rocca, protagonista dell’omonima fortunatissima serie televisiva andata in onda su RAI UNO dalla fine degli anni novanta fino agli inizi del duemila, a cui Proietti diede il volto. […]

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PAOLA DE MICHELI E QUELLO 0,1% DI CONTAGI CHE NON GIUSTIFICA IL CAOS TRASPORTI

In origine a essere marchiati come untori furono i runner: anche se corressero a tarda da sera o al mattino presto, da soli o in gruppetti distanziati di due metri l’uno dall’altro, c’era chi, nascosto dietro ai vetri delle case, non appena ne vedeva qualcuno, subito lo riprendeva con lo smart phone e ne diffondeva le immagini sui social mettendolo alla gogna pubblica. Poi correva a telefonare alle forze dell’ordine per denunciarlo, attendendone pazientemente l’arrivo da dietro ai vetri per assistere al fermo.

Dopo i runner, a macchiarsi del marchio di untori toccò a palestre, piscine e tutti quei luoghi dove si svolgevano le attività sportive. Poi fu la volta di ristoranti, bar, pub, discoteche e quei locali dove la gente si ritrovava per trascorrere un momento di aggregazione, bevendo o mangiando tra amici.

Infine fu la volta di musei, cinema, teatri, biblioteche, scuole di ogni ordine e grado e di tutte le attività commerciali, lasciando aperte solo quelle che vendevano beni di prima necessità, impedendo alle persone di uscire di casa, se non in casi di comprovata necessità.

Tutti accettarono, seppure a muso duro, le restrizioni perché consapevoli che quello era l’unico modo per arginare il contagio.

Per non penalizzare chi andava a lavoro o era costretto a doversi spostare per forza maggiore, si lasciarono in essere i mezzi pubblici, riducendone drasticamente la capienza, senza però preoccuparsi di aumentarne le corse tanto, con l’esiguo numero di gente in strada, quelli in circolazione bastavano e avanzavano. […]

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