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LA PROFESSORESSA PALMIRA FAZIO E IL SUO PROGETTO DI EDUCAZIONE AMBIENTALE ALLA “GADDA” DI QUARTO

Laureata in geologia, insegnante di scienze e matematica alla scuola media dell’Istituto Comprensivo “Gadda” di Quarto, la professoressa Palmira Fazio da anni integra i programmi didattici ministeriali con progetti e attività scolastiche su tematiche ambientali ed ecologiche al fine di formare “cittadini corretti e consapevoli” . Nell’intervista la docente ci parla di alcune attività che sta realizzando in collaborazione con: “Federazione dei Maestri del Lavoro”, Protezione Civile, INGV e patrocinio del comune di Quarto.

Professoressa, il progetto che sta sviluppando riguarda essenzialmente l’ecologia o si estende a un contesto più ampio?

“Le attività rientrano in un contesto educativo più ampio che tende a sensibilizzare gli alunni ad adottare comportamenti corretti a tutela dell’ambiente. Con il patrocinio del Comune di Quarto, la nostra scuola ha aderito al progetto SERR, promuovendo tra gli studenti, la raccolta differenziata. Con la “Federazione Nazionale Maestri del Lavoro”, da svariati anni organizzo dei seminari su “ambiente e inquinamento e sulle fonti di energia”.

È il primo anno che propone questo progetto?

“No, saranno almeno sette anni che si ripete il progetto “insieme con la coscienza del futuro” il cui scopo non è solo quello di fornire conoscenze su temi ambientali, ma anche di offrire ai ragazzi un’esperienza di apprendimento diversa dalla lezione frontale della propria insegnante con professionisti attualmente in pensione insigniti di una importante onorificenza dal Presidente della Repubblica.

La partecipazione costruttiva ai progetti influisce sul giudizio finale dell’allievo?

“Sì, è un’esperienza utile a trecentosessanta gradi”.

Dunque lei questo progetto lo fa rientrare in una sorta di educazione civica…

Civica e ambientale, sì!

Chi sono i suoi collaboratori?

“Con me collaborano tutti i colleghi in quanto si tratta di tematiche trasversali”. […]

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INTERVISTA ALLA FOTOGRAFA MARTINA ESPOSITO

A seguire l’intervista alla fotografa Martina Esposito pubblicata su QuiCampiFlegrei.it

Con l’inaugurazione della mostra fotografica SOGLIE di Martina Esposito, sabato 3 ottobre all’ARTGARAGE di Pozzuoli – Parco Bognar, 21 – ha preso il via la IV edizione di FOTOARTinGARAGE coordinata da Gianni biccari, che durerà fino a fine giugno 2021. Per far conoscere al pubblico gli artisti che si alterneranno alla rassegna, ci siamo ripromessi di intervistarli uno per uno durante il vernissage della loro mostra. Con la speranza di mantenere fede a questo impegno, iniziamo con Martina Esposito:  

Martina sei fotografa di professione o fai altro nella vita?

Sono fotografa di professione e tre anni fa ho iniziato un percorso accademico che sto per concludere: la mia ambizione è lavorare con la fotografia come linguaggio d’arte anziché con la fotografia commerciale.

Quindi al momento ti occupi di foto pubblicitarie?

Pubblicità, eventi e cose del genere. Del cerimoniale mi occupo molto poco.

Con Soglie che tipo di fotografie presenti?

Soglie è un progetto completamente diverso da qualsiasi altro che finora abbia fatto, essendomi occupata fino agli inizi di quest’anno di reportage sociali: uno su quattro donne transessuali, raccontate con la mitologia greca; uno sul campo rom di Scampia. Nel momento in cui ci è stata imposta la quarantena, non potendo uscire di casa e muovermi verso gli altri, ho scoperto una dimensione più intima che credo sia la svolta nel mio percorso artistico in quanto il lavoro che è venuto fuori lo reputo molto maturo. […]

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PARTE LA IV EDIZIONE DI FOTOARTinGARAGE: INTERVISTA AL COORDINATORE GIANNI BICCARI

A seguire la mia intervista a Gianni Biccari pubblicata su QuiCampiFlegrei.it

Sabato 3 ottobre, alle ore 17 presso, l’ARTGARAGE di Pozzuoli – Parco Bognar, 21 – con il vernissage della mostra fotografica SOGLIE di Martina Esposito si inaugurerà la IV edizione di FOTOARTinGARAGE curata da Gianni Biccari con la collaborazione di Emma Cianchi, Veronica Grossi e Ylenia Lessoni.

Per l’occasione abbiamo intervistato Gianni Biccari.

Gianni, sabato prossimo si inaugurerà la IV edizione di FotoArtinGarage, una rassegna partita in sordina e che si è andata affermando anno dopo anno, te l’aspettavi?

Ci contavo, seppure non avrei mai sperato nei modi in cui è avvenuto, soprattutto per quanto concerne l’edizione dello scorso anno: durante i vernissage abbiamo registrato sempre un’enorme affluenza di pubblico, probabilmente dovuta al fatto che all’inaugurazione della mostra abbiniamo una sorta di conferenza per presentare il fotografo e spiegarne il genere.

Qual è il tuo obiettivo?

Non solo quello di creare un polo di attrattiva fotografica in ambito provinciale, ma soprattutto di avvicinare i puteolani alla fotografia visto che la stragrande maggioranza delle persone che inizialmente partecipavano agli eventi erano per lo più napoletani: devo dire che ci sono riuscito grazie a una sorta di joint venture con altre realtà associative del territorio impegnate nell’organizzazione di eventi culturali di altro genere con le quali ci aiutiamo a vicenda nella diffusione degli eventi. […]

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Dagli antichi Romani al Medioevo. La storia della cucina nei libri di Anna Abbate. Sabato la presentazione a Napoli

Di seguito l’articolo pubblicato su QuiCampiFlegrei.it

Sabato 19 settembre, alle ore 17, a Napoli,  nel Chiostro di San Domenico Maggiore, per la rassegna letteraria “In-chiostro: Editori e Scrittori incontrano la città” – organizzata in sinergia dalle case editrici “Valtrend”, “inKnot” e “Homo Scrivens”, con la collaborazione dell’ACE (Associazione Campana Editori), in programma dal 3 al 26 settembre –  l’archeologa Anna Abbate, collaboratrice di QuiCampiFlegrei.it, presenterà i volumi di storia e culinaria “Da Apicio… a Scapece” e “Biancomangiare… Il medioevo in tavola”, entrambi editi da Valtrend.

Nel primo volume l’autrice affronta la cucina romana, soffermandosi sulla figura di Marco Gavio Apicio cui si deve un ricco e colorito ricettario tuttora punto di riferimento di molti chef, nonché ideatore della cucina alla scapece basata sull’utilizzo dell’aceto al fine di ammortizzare il cattivo sapore dei cibi in quanto, non esistendo a quel tempo i conservanti ed essendo il sale un lusso che pochi potevano permettersi, bastavano pochi giorni perché la carne e il pesce andassero a male. […]

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POZZUOLI: DUE VOLUMI CURATI DA MAURIZIO ERTO PER CELEBRARE I 50 ANNI DELL’EVACUAZIONE DEL RIONE TERRA

Di seguito il mio articolo pubblicato su QuiCampiFlegrei.it relativo alla presentazione al Rione Terra dell’opera POZZUOLI 1970-2020 curata da Maurizio Erto

Agli inizi di marzo di quest’anno per celebrare i 50 anni dello sgombero del Rione Terra fu organizzata a Palazzo Migliaresi, a Pozzuoli, la presentazione dell’opera editoriale “Pozzuoli 1970-2020” composta dai volumi “La cronaca, la storia, la memoria” e “Le fotografie dello sgombero”, entrambi curati da Maurizio Erto per D’Amico Editore.

Purtroppo anche in questo caso il covid impose agli organizzatori di rinviarla a data da destinarsi, ripiegando su internet con la messa in rete di una breve intervista all’autore caricata su youtube e diffusa sul canale tv di Dialogos comunicazione (per vedere l’intervista cliccare su Dialogos Tv.) […]

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FOGLIE CADENTI

 

Di seguito il racconto pubblicato su QuiCampiFlegrei.it

Sono anni che trascorro le vacanze estive a Raggiolo ma mai mi era capitato d’essere tra gli ultimi villeggianti ad andare via. Ero solito partire poco prima della fine del mese, per cui non avevo mai assistito al mesto rito del suo svuotarsi. Eppure tanti me ne avevano parlato, paragonandolo a una lenta agonia che inizia subito dopo ferragosto, ma di cui prendi consapevolezza solo alcuni giorni dopo, quando incominci a non avere più difficoltà nel parcheggiare l’auto.

Ascoltandoli, provavo a immaginarmi la tristezza con cui Raggiolo, che ad agosto si popola di oltre mille anime, nel giro di pochi giorni torna alle proprie scarne decine di abitanti. Ancor di più provavo a immaginarmi il silenzio che vi avrebbe regnato una volta che si sarebbe svuotato; soprattutto al mattino quando il buongiorno delle giornate estive è scandito dal rumore delle motoseghe e dei decespugliatori già in piena attività subito dopo l’alba per sfruttare il fresco del mattino e la luce del giorno.

Quest’anno, dopo essere rientrato a casa il 23 agosto, sono dovuto ritornarvi il 28. Se nell’andare via si respirava la malinconia dell’abbandono, quando vi ritornai, gli ampi spazi vuoti lungo i margini della strada, fino a qualche giorno prima occupati dai veicoli in sosta, apparivano come tanti gusci di uova appena schiuse i cui pulcini avevano preso il largo verso mondi sconosciuti. Questo significava che il paese era pronto a riacquistare la propria anima solitaria, silenziosa e densa di aromi naturali diffusi nell’aria che hanno contribuito renderlo uno dei borghi più belli d’Italia. […]

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LA PUTTANA

La donna giaceva nuda sul letto, lo sguardo inespressivo fisso al soffitto. L’uomo si dimenava su di lei con moto crescente, affannandole l’alito puzzolente sul viso. Con un ultimo, violento sussulto, le riversò nel ventre il proprio piacere. Quindi, spossato e sudato, le cadde addosso a peso morto.

Senza fiatare, con un violento strattone lei si liberò di lui, si alzò e rivestì.

“Tieni” disse l’uomo dandole quattro soldi.

“Ne mancano due” rispose, fissando le monete nel palmo della sua mano.

“Quattro soldi sono più che sufficienti vista la brevità dell’atto!”

“La durata striminzita non è dipesa da me…” disse con ironia. Da sotto la veste trasse il piccolo pugnale puntandoglielo contro.

Con rabbia l’uomo prese dalla borsa legata alla cintola altre due monete.

“Puttana!” mormorò sprezzante, gettandole le monete sul pavimento ai suoi piedi.

Lei fece spallucce e si chinò a prenderle: quel sostantivo non la offendeva, era una seconda pelle.

Aveva iniziato il mestiere all’età di undici anni, non appena le erano venute le prime regole. Nonostante fosse poco più che bambina, già da tempo il suo corpo aveva assunto i tratti distinti e provocanti della femminilità. Ai suoi genitori, una misera coppia di contadini nubiani migrati da Migdul, in Egitto, in Galilea, non era sfuggito il modo lussurioso con cui gli uomini la guardavano. Tra questi vi era un mercante che, non appena poteva, cercava un pretesto per passare da loro solo per ammirarla, attratto dalla sua pelle nera come l’ebano. Quando il sangue si arrestò, la madre la truccò, le pettinò i lunghi capelli corvini che le ricadevano sulle spalle a mo’ di scialle e la vestì da donna, invitando il mercante a pranzo. Quando questi la vide, la sua lussuria diventò incontenibile. Senza mezzi termini offrì loro cinquanta denari perché gli fosse concesso il privilegio di schiudere per primo quel fiore del mistero. Da allora gli uomini un’infinità di avvicendarono nel suo letto come api su un fiore profumato. Perfino gli stranieri vi giungevano apposta per regalarsi un momento di piacere con “la puttana nera”, come la chiamavano in paese. […]

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perché

NELLA VITA C’È SEMPRE UN PERCHÉ

Camminava da oltre un’ora sul sentiero che costeggiava il fiume, diretto nel punto in cui le acque si incrociavano con quelle dell’altro canale che scendeva dal versante opposto della montagna.

Prima di avviarsi aveva consultato il servizio meteo per accertarsi di essere colto di sorpresa dal maltempo: indicava tempo sereno!

La fitta boscaglia, che come un ombrello copriva la strada d’acqua gettando una fitta ombra tutt’intorno, gli impedì di avvedersi dei minacciosi nuvoloni che si ammassarono in cielo. Le prime gocce d’acqua sul capo e sul viso annunciarono il temporale.

Le violente sferzate di pioggia, solo in parte mitigate dalle fitte foglie degli alberi, lo infradiciarono. Si guardò intorno alla ricerca di un riparo: nulla!

Deviò all’interno della foresta, sperando di imbattersi in un rifugio di pastori e cacciatori o in un antro.  Quando aveva ormai perso ogni speranza, dal fondo della foresta intravide un bagliore. Man mano che vi si avvicinava, la luce diventava sempre più distinta. Di lì a poco, al suo sguardo si delineò una baita dal camino fumante.

La raggiunse e iniziò a picchiare con insistenza il pugno sulla porta. Dall’altro lato udì il rumore del chiavistello, l’uscio si aprì con un forte cigolio. Davanti gli si parò uomo anziano: alto, i radi capelli bianchi impomatati, gli occhi azzurro ghiaccio, vestito elegantemente in abito di ottima fattura dal taglio vetusto. [… ]

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CHI ERA MARIA MADDALENA?

Di seguito l’articolo pubblicato su QuiCampiflegrei.it

Tra i tanti santi celebrati dal calendario cristiano una delle figure più controverse, se non in assoluto la più ambigua, è certamente Maria Maddalena che si celebra il 22 di luglio.

Di lei non si sa nulla, né chi fosse né da dove provenisse. Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, nel loro saggio LA RIVELAZIONE DEI TEMPLARI, Sperling & Kupfer Editore, gli studiosi Lynn Picknett e Clive Prince sostengono che, contrariamente a quanto afferma la tradizione, la Maddalena non proveniva dalla città di Magdala ubicata sulle rive del lago di Tiberiade in quanto, all’epoca dei fatti narrati dai vangeli, nei documenti romani relativi ai censimenti nelle città delle provincie dell’Impero, a quel tempo in Palestina non compariva nessuna città con questo nome. Sembra invece che in Egitto ne esistesse una con un nome assonante. Per cui gli autori non escludono che Maria Maddalena fosse egiziana, azzardando che possa essere stata una sacerdotessa di Iside visto che in molti luoghi dove sorgevano templi dedicata alla dea egiziana successivamente furono edificate chiese in suo onore… […]

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GIUSEPPE PETRARCA E LA SUA “NOTTE NERA”

Di seguito l’intervista pubblicata su QuiCampiflegrei.it

Giovedì 9 luglio a Pozzuoli, nello splendido scenario di Terrazza Lopez con vista sul Tempio di Sarapide, si è presentato il romanzo NOTTE NERA di Giuseppe Petrarca, edito da HOMO SCRIVENS. Dopo l’intervento introduttivo del dottor Carmelo Cicala, proprietario dell’Hotel Neronensis, di cui la “terrazza” è parte integrante, che ha illustrato agli ospiti in sala i progetti in cantiere per il futuro, la serata è stata ufficialmente aperta dal giornalista Ciro Biondi il quale, dopo aver presentato i relatori, ha passato la parola allo scrittore Pino Imperatore presente in qualità di relatore. Sono intervenute: Anna Copertino, Enza D’Esculapio, Ginella Palmieri; letture di Liliana Palermo. A fine serata, durante l’elegante convivio offerto dalla padrona di casa Pasqualina Petrarca, ne abbiamo approfittato per porre alcune domande all’autore.

Giuseppe, Notte Nera è il tuo quarto poliziesco. Ai tuoi romanzi incominci a lavorare solo dopo che hai la trama ben strutturata in mente o le storie si sviluppano man mano che le scrivi?

Io ripeto sempre quel che diceva Giorgio Manganelli: l’autore scrive sotto dettatura. A volte lo scrittore scrive al di fuori di se stesso, della propria esistenza, della propria esperienza personale, in mondi sconosciuti. Ecco perché poi i personaggi prendono strade diverse. Siamo noi che in qualche modo creiamo delle storie che poi nel tragitto narrativo cambiano completamente. Io credo che tutto quello che si scrive all’inizio, anche per quanto concerne le storyboard, ossia le tavole su cui strutturare la storia, non vengono poi seguite pedissequamente. Man mano che vai avanti nella scrittura c’è uno stravolgimento, un itinere continuo ed è questa la cosa più straordinaria che fa della scrittura un’avventura affascinante.

Si dice che scrivere un giallo equivale a impostare e poi risolvere un problema matematico: devi avere tutti i dati per poi riuscire ad arrivare al risultato finale. Quando apponi la parola fine alla storia, vieni mai colto dal dubbio che manchi qualche elemento per renderla credibile come avresti voluto che fosse?

Poiché i miei sono dei gialli atipici in quanto, seppure in maniera maldestra, utilizzo l’architrave del noir – colpi di scena, suspense – perché mi piace accattivare il lettore con le mie storie, in realtà affronto tematiche di fondo etico/sociale che riguardano un po’ tutti noi, per cui, alla fine la soluzione del caso è relativa rispetto ai dubbi che posso aver infuso nel lettore riguardo i mali della società, essendo la storia il pretesto attraverso cui ho modo di affrontare i veri temi che mi interessano. […]

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