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LEONARDO TRA REALTÀ E MISTIFICAZIONE: IL RAPPORTO TRA GESÙ E MARIA MADDALENA

Dopo aver letto il Codice Da Vinci, ero rimasto catturato dalla trama del romanzo strutturato sul presunto legame amoroso tra Gesù e Maria Maddalena, la quale rappresenterebbe l’incarnazione del femminino divino, da cui sarebbe originata la stirpe Merovingia. Ipotesi secondo molti simbolicamente confermata da Leonardo in alcune sue opere pittoriche.

Corroborato da un interesse verso il femminino divino che da anni mi spinge a studiare le antiche civiltà e le loro mitologie, in particolare quella egizia e suoi dei, sia prima che dopo aver letto il Codice, ho studiato diversi testi inerenti l’argomento.

Tra questi il saggio della Pickenett, (MARIA MADDALENA LA DEA OCCULTA DEL CRISTIANESIMO), coautrice insieme a C. Prince de LA RIVELAZIONE DEI TEMPLARI, opera citata nel romanzo di Brown unitamente al SACRO GRAAL di Baigent, Leigh, Lincoln quale fonte documentaria per affermare la propria tesi.

Ammetto che il saggio della Picknett mi aveva, inizialmente, incuriosito in quanto dà un’immagine di Gesù totalmente diversa da quella che conosciamo. Stando all’autrice il Salvatore sarebbe stato una sorta di rivoluzionario ante-litteram, dedito alla magia sessuale che avrebbe praticato unendosi carnalmente con la Maddalena, sua discepola prediletta.

Per avvalorare questa ipotesi la Picknett cita  i vangeli canonici, quelli apocrifi e gnostici, in particolare quello gnostico di Maria; la Pistis Sophia, un vangelo gnostico scritto in lingua copta in cui, se da un lato si mette in evidenza il ruolo fondamentale della Maddalena nella vita di Gesù e l’alta considerazione che il Cristo aveva di lei – questo è il motivo per cui la Picknett cita la Pistis limitandosi ai versetti relativi.

Peccato che nella Pistis, si condannano sia la pratica sessuale come strumento di iniziazione, sia l’omosessualità – l’autrice lascia inoltre intendere, neppure tanto velatamente, che Gesù non disdegnasse le pratiche omosessuali. […]

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CHI ERA MARIA MADDALENA?

Di seguito l’articolo pubblicato su QuiCampiflegrei.it

Tra i tanti santi celebrati dal calendario cristiano una delle figure più controverse, se non in assoluto la più ambigua, è certamente Maria Maddalena che si celebra il 22 di luglio.

Di lei non si sa nulla, né chi fosse né da dove provenisse. Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, nel loro saggio LA RIVELAZIONE DEI TEMPLARI, Sperling & Kupfer Editore, gli studiosi Lynn Picknett e Clive Prince sostengono che, contrariamente a quanto afferma la tradizione, la Maddalena non proveniva dalla città di Magdala ubicata sulle rive del lago di Tiberiade in quanto, all’epoca dei fatti narrati dai vangeli, nei documenti romani relativi ai censimenti nelle città delle provincie dell’Impero, a quel tempo in Palestina non compariva nessuna città con questo nome. Sembra invece che in Egitto ne esistesse una con un nome assonante. Per cui gli autori non escludono che Maria Maddalena fosse egiziana, azzardando che possa essere stata una sacerdotessa di Iside visto che in molti luoghi dove sorgevano templi dedicata alla dea egiziana successivamente furono edificate chiese in suo onore… […]

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MARIA MADDALENA, LA SANTA SCOMODA

Di seguito l’articolo su Maria Maddalena pubblicato su quicampiflegrei.it

In questo mio breve scritto che appartiene alla raccolta di racconti e di pensieri RAGGIOLO, UNO SCORCIO DI PARADISO IN TERRA, dedicata a Raggiolo, il borgo nel casentino toscano, in provincia di Arezzo, dove ormai da anni trascorriamo le vacanze estive, sono racchiuse le riflessioni suscitatemi su Maria Maddalena dalla visita che feci alcuni anni fa al Santuario della Verna, ripromettendomi di ampliarle non appena ne avessi modo.

Seppur consapevole che in molti potrebbero suscitare perplessità, decisi di renderle pubbliche considerandole spunto di riflessione  e di approfondimento su temi tuttora controversi legati alla storia della cristianità e, in particolare, alla figura di Maria Maddalena!

Ci sono al mondo luoghi pregni di atmosfera e spiritualità che rapiscono l’anima proiettandola in un ambiente surreale. Uno di questi è sicuramente il Santuario della Verna nel casentino toscano, situato a 1128 mt sul versante meridionale del monte Penna detto anche monte della Verna. Di proprietà del conte Orlando Cattani di Chiusi, nel 1213 fu donato dallo stesso conte a San Francesco e ai suoi compagni in quanto, essendo immerso nella natura rigogliosa e selvaggia, lontano dalla civiltà, era adatto alla contemplazione praticata dai fraticelli: “ Io ho in Toscana uno monte divotissimo il quale si chiama monte della Vernia, lo quale è molto solitario e salvatico ed è troppo bene atto a chi volesse fare penitenza, in luogo rimosso dalle gente, o a chi desidera fare vita solitaria. S’egli ti piacesse, volentieri Io ti donerei a te e a’ tuoi compagni per salute dell’anima mia”.

Sorvolando sull’indiscusso aspetto contemplativo del luogo, che facilmente può alimentare un senso di misticismo perfino in animi refrattari alla meditazione spirituale, credo meriti una considerazione il fatto che la prima celletta in cui San Francesco si ritirava in preghiera lì sul monte era dedicata a Maria Maddalena; figura ambigua nel pantheon cattolico dato che – nonostante fu la prima persona cui Gesù si manifestò subito dopo la resurrezione, riconoscendole in questo modo un ruolo importante rispetto a tutti gli altri apostoli, Pietro incluso – da sempre per la Chiesa di Roma Maria Maddalena è stata oggetto di illazioni o ingiurie al punto che nel 591 papa Gregorio Magno l’identificò nell’adultera salvata da Gesù dalla lapidazione. E seppure nel 1969, dopo il Concilio Vaticano II, la Chiesa ridiscusse, negandola, tale identificazione, a tutt’oggi essa resta viva nell’immaginario collettivo – senza che le autorità ecclesiastiche prendano una posizione netta per riabilitarla pubblicamente agli occhi dei fedeli. Tuttavia recentemente l’autorevole figura di monsignor Ravasi ha sconfessato l’abbinamento Maddalena- prostituta. […]

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IL MISTERO DI RENNES LE CHATEAU E IL PRESUNTO LEGAME AMOROSO TRA GESÙ E MARIA MADDALENA

Per cercare di comprendere quello che da oltre cinquant’anni è unanimemente riconosciuto come IL MISTERO DI RENNES LE CHATEAU bisogna partire dall’assioma secondo cui ogni leggenda si fonda su un briciolo di verità.

Rennes le Chateau è un paesino della Francia meridionale, situato nella regione della Linguadoca, ai confini con i Pirenei, dove nel 1888, durante dei lavori di restauro della chiesa del paese dedicata a Maria Maddalena, il parroco Bérenge Saunière avrebbe rinvenuto in uno dei basamenti concavi su cui poggiava la lastra di pietra dell’altare delle pergamene molto antiche su cui sarebbero trascritti rispettivamente i nomi dei re Merovingi che si sono succeduti dall’inizio della dinastia e delle frasi in latino scritte in un codice segreto che svelerebbero il segreto che avrebbe poi consentito all’abate Saunière di arricchirsi così tanto al punto non soltanto di restaurare la chiesa, ma addirittura di edificare una vera e propria struttura abitativa denominata Villa Betania con torre annessa battezzata Torre Magdala in onore di Maria Maddalena in cui allestire una ricca biblioteca. Come però abbia fatto l’abate a decriptare il codice per interpretare le frasi resta a sua volta un mistero…

Cosa avesse esattamente scoperto Saunière di così misterioso non è dato saperlo. Tuttavia è dal 1967 che si parla ufficialmente de IL MISTERO DI RENNES LE CHATEAU. A farne menzione per la prima volta fu il giornalista Gerarde de Sede ne L’OR DE RENNES, un saggio scritto a “quattro” mani con Pierre Plantard fantomatico personaggio che sarebbe appartenuto al misterioso Priorato di Sion, fondato nel 1099 da Goffredo di Buglione a sua volta diretto discendente dei Merovingi, il cui scopo sarebbe quello di riportare sul trono di Francia i discendenti della dinastia Merovingia di cui Plantard sarebbe stato discendente.Nel L’OR DE RENNES si ipotizza la presenza nella zona di Rennes le Chateau di un ricco tesoro rinvenuto da Saunière. Si tratterebbe o del tesoro di Gerusalemme trafugato dall’Imperatore Tito agli ebrei durante il sacco di Gerusalemme del 70 DC e successivamente depredato ai romani dai visigoti di Alarico durante il saccheggio di Roma del 410 DC che lo avrebbero sepolto nei pressi di Rennes le Chateau; oppure del tesoro di Bianca di Castiglia.

Secondo altri – tra cui Michael Baigent, Richard Leigh, Herny Lincoln autori del best-seller IL SANTO GRAAL – le presunte pergamene rinvenute da Saunière non si riferivano a un tesoro “materiale” bensì a un tesoro spirituale. Ovvero Saunière avrebbe rinvenuto le prove inconfutabili che la dinastia dei re Merovingi derivava direttamente da Gesù di Nazareth. Così come non si può escludere che il sacerdote avesse scoperto addirittura la tomba del Messia o quanto meno ritrovato quella di Maria Maddalena che, come avrebbero attestato le pergamene in suo possesso, sarebbe stata la sposa di Gesù e madre dei suoi figli dai quali sarebbe originata la stirpe Merovingia.  […]

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