Nella chiesa del Carmine, a Pozzuoli, si è presentato ANCHE IN CARCERE VIENE NATALE di Giovanna Di Francia

Nella chiesa del Carmine, a Pozzuoli, si è presentato ANCHE IN CARCERE VIENE NATALE di Giovanna Di Francia

Di seguito il mio intervento alla presentazione del libro di Giovanna Di Francia ANCHE IN CARCERE VIENE NATALE che si è svolta ieri sera a Pozzuoli presso la chiesa di Santa Maria delle Grazie, meglio nota come chiesa del Carmine, a cui ha partecipato don Manuel Josè Rosa.

Quando fui contattato da Giovanna Di Francia perché l’aiutassi a raccogliere in un libro i post pubblicati sul suo blog in cui raccontava la propria esperienza di volontaria presso la casa circondariale femminile di Pozzuoli, vissi un dejavu. Per un attimo ritornai all’estate del 2006, all’epoca che coordinai un laboratorio di scrittura creativa presso la sezione femminile del carcere minorile di Nisida, raccontando in un diario settimanale sul mio blog quell’esperienza che per me resterà tra le più formative sia come uomo che come appassionato della scrittura. Facendone successivamente un libro, LE MIE RAGAZZE: RAGAZZE ROM SCRIVONO.

Seppure i nostri percorsi ed esperienze sono diversi – Giovanna opera da anni come volontaria presso il carcere di Pozzuoli, dopo aver effettuato un lungo percorso formativo. Io invece, mi approcciai a quell’esperienza sostenuto unicamente dalle mie precedenti esperienze di laboratorio creativo per ragazzi che tenevo presso una libreria di Pozzuoli, dall’entusiasmante idea che la vita mi stesse concedendo la possibilità di dare il mio piccolo contributo all’integrazione sociale di chi aveva sbagliato e dai suggerimenti degli operatori e delle operatrici carcerari che lavoravono a Nisida. E, soprattutto, dalla fiducia in me risposta dal direttore della struttura penitenziaria, il dottor Gianluca Guida. Essendo convinto che tutti nella vita, se sbagliamo, abbiamo diritto a una seconda opportunità, e forse anche a qualcuna in più, ritengo fondamentale il lavoro di quanti come Giovanna sacrificano il proprio tempo per dedicarsi al sostegno e al recupero di chi ha commesso degli errori tanto da meritarsi di essere rinchiuso in una cella, con la consapevolezza che ciò non avvenga. Ma se solo una di quelle tante persone, che nel corso degli anni si incontrano tra quelle fredde mura, riuscisse a reintegrarsi davvero nella società grazie al lavoro dei volontari e al proprio impegno, sarebbe una grande conquista. […]

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Nel momento in cui il caso è diventato pubblico, spesso al vocabolo influencer vi si associa ironicamente quello di deficienters per indicarne i followers, dimenticandosi che deficienters lo siamo stati e lo siamo un po’ tutti: quanti da ragazzi non erano e non sono fan di un attore, di un cantante, di una band musicale, di un calciatore, di un personaggio famoso del quale copiavano e copiano il modo di vestirsi, i comportamenti, il linguaggio, il modo di mangiare e di fumare per illudersi di essere come loro?

Dispiace dirlo, deficienters lo siamo un po’ tutti

Da quando è esploso il Pandoro gate che ha come protagonista in negativo Chiara Ferragni – l’influencer è accusata di pubblicità ingannevole al fine di arricchirsi sulle spalle di quanti avrebbero acquistato un pandoro Balocco dal costo maggiorato convinti che parte del ricavato sarebbe poi andato in beneficenza all’ospedale Regina Margherita di Milano, come lei stessa asseriva in uno spot pubblicitario, mentre in realtà la Balocco aveva già provveduto a versare un obolo di 50 mila euro nelle casse del nosocomio, per cui il restante andava nelle tasche della Ferragni  – ha visto calare, si fa per dire, da oltre 30 milioni a poco più di 29 milioni il numero di followers, ossia di persone che la seguono sui social, imitandola in qualunque cosa faccia e correndo ad acquistare qualunque prodotto pubblicizzi per non sentirsi da meno.

Lo scandalo ha indotto alcune aziende che utilizzavano l’influencer come testimonial a sospendere la collaborazione. La prima è stata la Safilo Group produttrice di occhiali. A seguire la Coca-Cola; lo stesso starebbe per fare Monnalisa, noto marchio di abbigliamento per bambini. Una caduta d’immagine non da poco per la Ferragni, anche perché pare che lo stesso schema del Pandoro Balocco sarebbe stato adotatto per la vendita delle uova di Pasqua di Dolci Preziosi di cui la stessa Ferragni fu testimonial. […]

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Scorcio del Rione Terra di pozzuoli prima del restauro. Sullo sfondo il Capo Miseno. Anno 1995

NCOPP ‘A TERRA, LE FOTO DI BICCARI RICORDANO IL DRAMMA DEL RIONE TERRA

Serbare la memoria storica di un luogo è fondamentale non solo per attrarre turisti mediante le bellezze paesaggistiche e archeologiche, ma prima di tutto per comprendere ciò che oggi è diventato il suo popolo. Dal modo in cui sono serbate le antiche vestigia di un luogo abbiamo, infatti, modo di intuire quanto i loro eredi hanno rispetto per i propri avi e per se stessi. È come quando, entrando in una casa di estranei, guardandoci intorno, dal modo con cui è arredata e tenuta comprendiamo la qualità delle persone che la abitano.

Ncopp ‘a terra, la mostra fotografica di Gianni Biccari allestita a Pozzuoli nella chiesa di San Liborio, sul Rione Terra, dal 28 dicembre al 7 gennaio, è una rassegna di foto scattate dall’artista flegreo nel 1995, all’epoca in cui da poco era stato allestito il cantiere per la ristrutturazione della Rocca che, a distanza di trent’anni, non è ancora completata. […]

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L’ultima cosa che i suoi occhi stanchi di dolore videro fu lo sguardo commosso dei veterinari che le avevano provate tutte per strapparlo alla morte, dopo le orrende ferite inferte da mani di mostro per appropriarsi della sua pelliccia. Non si sa se per rivenderla o per il semplice gusto di scuoiarlo vivo. Abbandonato agonizzante sul marciapiede, il caso volle che a trovarlo in quelle pietose condizioni fosse un veterinario del canile municipale che subito lo avvolse in una coperta e lo portò in ambulatorio per cercare di curarlo con il sostegno dei colleghi.

IN RICORDO DI LEONE VITTIMA DELLA CRUDELTA’ UMANA

L’ultima cosa che i suoi occhi stanchi di dolore videro fu lo sguardo commosso dei veterinari che le avevano provate tutte per strapparlo alla morte, dopo le orrende ferite inferte da mani di mostro per appropriarsi della sua pelliccia. Non si sa se per rivenderla o per il semplice gusto di scuoiarlo vivo. Abbandonato agonizzante sul marciapiede, il caso volle che a trovarlo in quelle pietose condizioni fosse un veterinario del canile municipale che subito lo avvolse in una coperta e lo portò in ambulatorio per cercare di curarlo con il sostegno dei colleghi.

Per la tenacia con cui l’animale rispondeva alle cure, tradendo la propria voglia di vivere a ogni costo, lo avevano ribattezzato Leone. Fasciato di bende come una mummia, aveva lottato per quattro giorni tra la vita e la morte, alimentando la speranza che ce l’avrebbe fatta a sopravvivere. Purtroppo non fu cosi. Nel momento in cui esalò l’ultimo respiro, mani amorose ne ricomposero il corpo per poi fotografarlo e diffondere la foto sui social a testimonianza che, fortunatamente, nel mondo non vivono solo criminali e mostri. Ma anche anime sensibili che riconoscono agli animali pari dignità degli esseri umani. […]

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Scritto agli inizi del 2000, prendendo spunto da fatti di cronaca vera che registrarono una recrudescenza di riti satanici a Napoli e in provincia con il coinvolgimento di insospettabili professionisti e personaggi della cosiddetta alta società, Signature Rerum affronta la tematica del satanismo e del fascino che il mondo dell'occulto suscita nell'animo di tante persone, dei giovani in particolare, che molto spesso, è proprio il caso di dirlo, scherzano con il "fuoco" senza esserne consapevoli

SIGNATURE RERUM – IL SUSSURRO DELLA SIBILLA

Riccardo viene lasciato dal Monica a poche settimane dal matrimonio. Per affrontare il trauma dell’improvvisa separazione decide di trasferirsi a Bacoli nella villa al mare della sorella. Qui conoscerà Laura, una ragazza piena di vita con la passione per la corsa che lo aiuterà a far chiarezza e a ritrovare lentamente se stesso. Ma Laura nasconde un segreto! Scritto agli inizi del 2000, prendendo spunto da fatti di cronaca vera che registrarono una recrudescenza di riti satanici a Napoli e in provincia con il coinvolgimento di insospettabili professionisti e personaggi della cosiddetta alta società, Signature Rerum affronta la tematica del satanismo e del fascino che il mondo dell’occulto suscita nell’animo di tante persone, dei giovani in particolare, che molto spesso, è proprio il caso di dirlo, scherzano con il “fuoco” senza esserne consapevoli; spesso indotte a farlo da individui privi di scrupoli che sfruttano la loro curiosità e le loro fragilità interiori per i propri loschi fini, introducendole in un mondo governato dal male, da cui è difficile fuggire una volta entrati. Il linguaggio crudo e spregiudicato con cui è scritto non è una forzatura dell’autore ma l’unico che si adatta a questo tipo di storia dove realtà e fantasia si confondono, alimentando il dubbio dov’è che inizia l’una e finisce l’altra . Considerando i miti, le storie e i misteri che li caratterizzano da sempre, l’ambientazione nei Campi Flegrei era la più idonea a questo tipo di storia

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IL VENTO DEL DESTINO, di Martina Fiorenza, edito da Kindle e disponibile su Amazon, è un gradevole racconto di poco più di 50 pagina che si lascia leggere piacevolmente come se bevessimo una bibita fresca e dissetante. Ambientata alla fine degli anni trenta, la storia narra le vicende di Ester ed Eva, due ragazzine polacche di origine ebrea costrette a vivere la tragedia dell’olocausto.

IL VENTO DEL DESTINO, di Martina Fiorenza

IL VENTO DEL DESTINO, di Martina Fiorenza, edito da Kindle e disponibile su Amazon, è un gradevole racconto di poco più di 50 pagina che si lascia leggere piacevolmente come se bevessimo una bibita fresca e dissetante. Ambientata alla fine degli anni trenta, la storia narra le vicende di Ester ed Eva, due ragazzine polacche di origine ebrea costrette a vivere la tragedia dell’olocausto.

Scritto in prima persona – la voce narrante è Ester –, a quanti avranno la fortuna di leggerlo, il libro stupirà per la freschezza e maturità di linguaggio, per la capacità dell’autrice di immedesimarsi nel personaggio dando voce a Ester – in gergo tecnico ciò si chiama punto di vista -, per la descrizione degli ambienti e quella psicologica dei personaggi, per i dialoghi bene impostati da far sorgere il dubbio che davvero chi scriva non abbia vissuto quella tragica vicenda.

Vi chiederete perché il libro vi “stupirà”. Vi stupirà perché l’autrice ha solo quattordici anni: Martina si è licenziata quest’anno all’IC 3° Gadda di Quarto. In un’epoca dove sempre più ragazzi hanno integrato il telefonino al proprio corpo facendone un’appendice insostituibile, nutrendosi non solo di libri ma sempre più di meme e messaggi di fantomatici influencer, servendosi della scrittura quasi unicamente per chattare e scambiarsi messaggi sui social in maniera spesso sgrammaticata e telegrafica, trovarsi al cospetto di una ragazzina che già può vantare un interessante curriculum da scrittrice, agli occhi dei più sembrerà un’anomalia.  Non lo è certo per il sottoscritto che per anni ha tenuto a Pozzuoli laboratori di scrittura creativa per ragazzi, integrando a queste esperienze un laboratorio di scrittura presso la sezione femminile del carcere minorile di Nisida. […]

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Diversi sono i dipinti e le opere d’arte dove, nel corso dei secoli, la Maddalena è stata ritratta incinta.  Uno tra i più famosi è sicuramente quello di Piero della Francesca presente ad Arezzo, nella chiesa di San Francesco, appartenente al ciclo degli affreschi denominato Storia della Vera Croce.

A Napoli sulle tracce di Maria Maddalena

 

Un’amica cui è noto il mio interesse per la figura di Maria Maddalena mi ha telefonato chiedendomi se fossi a conoscenza della presenza a Napoli, precisamente in via Bartolomeo Capasso, nel complesso monastico benedettino di San Sossio e San Severino tanto caro agli angioini, di due dipinti che ritraggono due madonne gravide

Al mio diniego ha risposto che mi avrebbe inviato le foto dei quadri. Nel momento in cui le ho ricevute, osservandole con attenzione, seppure le immagini fossero sfocate, mi sono reso conto che effettivamente sia la Madonna sulla mezza luna sia quella distesa sotto la deposizione hanno il pancione.

L’assunzione nella chiesa dei SS Severino e Sossio

A quel punto l’ho richiamata per chiederle come ne fosse venuta a conoscenza. Ha risposto che glieli aveva segnalati un suo amico che ne era venuto a conoscenza durante una visita guidata, aggiungendo: “tra breve la chiesa verrà chiusa per improrogabili lavori di restauro perché dalla volta cadono calcinacci e da alcuni pilastri si sono staccate le decorazioni. Se ci tieni a vederli dal vivo, affrettati”. […]

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Venerdì 10 marzo a Quarto, nella sala Giancarlo Siani di Casa Mehari, si è presentato il mio ultimo romanzo L’Ultima Notte (Edizioni Helicon), rielaborazione dell’omonimo racconto pubblicato nel 1997 con Tommaso Marotta Editore. Relatori la dottoressa Barbara Melcarne e il giornalista Ciro Biondi.

Presentazione de “L’Ultima Notte” a Casa Mehari

Venerdì 10 marzo a Quarto, nella sala Giancarlo Siani di Casa Mehari, si è presentato il mio ultimo romanzo L’Ultima Notte (Edizioni Helicon), rielaborazione dell’omonimo racconto pubblicato nel 1997 con Tommaso Marotta Editore. Relatori la dottoressa Barbara Melcarne e il giornalista Ciro Biondi.

 

Prologo

Dal ripiano del tavolo la lampada illuminava l’interno della casa affacciata sul mare, proiettando sulla parete

l’ombra del vecchio pescatore assorto a scrivere su un quaderno. Quando finì rilesse, avvolto in una nuvola di fumo che gli usciva dalle narici, con le sopracciglia corrucciate, schiacciando sulle assi del pavimento il mozzicone del sigaro: L’amore ha il potere di fissare il passato in eterno presente.

Dopo aver letto, l’uomo trasse un profondo respiro. Chiuse il quaderno, si alzò e andò alla finestra per osservare, attraverso i vetri graffiati dalla pioggia, l’imperversare della tempesta. Un fulmine tracciò nell’aria una scarica luminosa. Il bagliore squarciò le tenebre, illuminando in lontananza il mare ingrossato infrangersi sulla scogliera. L’assordante boato di un tuono fece tremare i vetri. Dal fondo del cortile si levò l’abbaiare di Julab, il suo cane. Il vecchio pescatore sorrise pensando all’animale con cui da tempo condivideva la solitaria esistenza. Lo aveva trovato una mattina di molti anni prima, mentre, dopo una mareggiata, camminava lungo la spiaggia per vedere cosa vi avesse depositato il mare. Dal relitto di una barca riverso sulla riva giungeva un guaire. Si era avvicinato al rottame: all’interno vi era un cucciolo tutto bagnato e impaurito. “E tu chi sei?” aveva domandato tirandolo fuori, mentre per quanto di loro competenza. lo accarezzava per calmarlo. L’aveva chiamato Julab e da quel giorno divenne l’unica sua compagnia. L’ennesimo fulmine lacerò le tenebre seguito da un tuono più fragoroso del precedente. L’uomo non poté fare a meno di rabbrividire: pur essendo nato e avendo vissuto sempre sull’isola, non ricordava una burrasca tanto violenta. “Forse è un segno”, pensò. Scrollando il capo, si andò a sdraiare sul letto accostato alla parete ad angolo con la finestra. […]

 

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Al Petronio di Pozzuoli San Valentino all’insegna della scrittura dei sentimenti

Al “Petronio” di Monterusciello, San Valentino all’insegna della scrittura dei sentimenti

Quando mi fu proposto di incontrare, insieme alla scrittrice Annamaria Varriale, un gruppo di studenti dell’IPSEOA Petronio di Pozzuoli che, prendendo spunto dai nostri romanzi e raccolte di poesia – ERAVAMO TANTO RICCHI e la silloge poetica L’INCERTO VOLO DELL’ANIMA, editi dalla Varriale; L’ULTIMA NOTTE, il mio ultimo romanzo -, avesse per tema La Scrittura dei Sentimenti, aderii con entusiasmo. Avendo coordinato in passato laboratori di scrittura creativa per ragazzi in scuole e librerie di Pozzuoli e uno presso il carcere minorile di Nisida con un gruppo di ragazze rom, sapevo quanto fosse stimolante lavorare con i giovani. Per cui l’idea di parlare con loro di amore, soprattutto dopo che avevano letto i nostri libri, non solo mi piaceva ma mi incuriosiva: quali sarebbero state le loro considerazioni sull’amore visto che, al pari di libertà, è un vocabolo di cui da sempre se ne fa un abuso indiscriminato? […]

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Venerdì 10 marzo a Quarto, nella sala Giancarlo Siani di Casa Mehari, si è presentato il mio ultimo romanzo L’Ultima Notte (Edizioni Helicon), rielaborazione dell’omonimo racconto pubblicato nel 1997 con Tommaso Marotta Editore. Relatori la dottoressa Barbara Melcarne e il giornalista Ciro Biondi.

Presentazione de L’ULTIMA NOTTE

Video

Sabato 21 gennaio 2023 a Pozzuoli, nella sala consiliare di Palazzo Migliaresi, si è presentato il mio nuovo romanzo L’ULTIMA NOTTE.

In rappresentanza delle istituzioni il vicesindaco/assessore alla cultura prof. Filippo Monaco.

Relatori: prof. Nicola Magliulo; prof. Ernesto Salemme

Moderava la scrittrice Annamaria Varriale

Introduzione del giornalista, dottor Ciro Biondi