Biomedicina – Medicina di Precisione by Xagena

Pre-ASCO: Carcinoma polmonare non-a-piccole cellule in fase iniziale. I dati dello studio KEYNOTE-671 e le decisioni entro fine anno della FDA su Keytruda

MSD

Keytruda ( Pembrolizumab ) di Merck ( MSD ) ha già una posizione dominante nel carcinoma polmonare non-a-piccole cellule ( NSCLC ) metastatico, ma l’inibitore del checkpoint può avere il predominio anche nella malattia allo stadio iniziale ?

Con KEYNOTE-671, Keytruda si propone sia per il trattamento neoadiuvante preoperatorio che per il trattamento adiuvante postoperatorio. L’Agenzia regolatoria degli Stati Uniti FDA ha già accettato una domanda riguardante questa indicazione e ha fissato una data target per la decisione al 16 ottobre 2023.

Per quanto riguarda la potenziale concorrenza in questa indicazione, AstraZeneca ha recentemente presentato i dati di fase 3 per Imfinzi ( Durvalumab ) nel contesto perioperatorio. Ma i dati della sperimentazione AEGEAN sono probabilmente troppo immaturi per supportare una domanda presso la FDA.

Nello studio AEGEAN, Imfinzi perioperatorio ha ridotto del 32% il rischio di recidiva, progressione o decesso nei pazienti con tumore NSCLC resecabile in stadio da 2 a 3b dopo un follow-up mediano di soli 11,7 mesi. Lo studio ha raggiunto presto l’endpoint primario e il 35% dei pazienti non aveva nemmeno iniziato il trattamento adiuvante.

Opdivo ( Nivolumab ) di Bristol Myers Squibb ( BMS ) ha ottenuto il via libera dalla FDA come trattamento neoadiuvante dopo aver dimostrato che può migliorare la sopravvivenza libera da eventi ( EFS ) del 37% nel tumore NSCLC in stadio da 1b a 3a nello studio CheckMate-816.

In CheckMate-816, Opdivo nel setting neoadiuvante ha registrato un miglioramento assoluto di 18,5 punti percentuali rispetto al controllo, raggiungendo una sopravvivenza EFS a 2 anni del 63,8%.

In AEGEAN, Imfinzi perioperatorio ha fornito 10,9 punti percentuali di miglioramento sul controllo con una sopravvivenza libera da eventi a 2 anni al 63,3%.

I trattamenti neoadiuvanti & adiuvanti sono necessari nei tumore NSCLC in fase iniziale ?

Gli oncologi si sono a lungo chiesti se i trattamenti neoadiuvanti e adiuvanti siano entrambi necessari per il tumore NSCLC in fase iniziale.

Lo studio KEYNOTE-671 non sarà in grado di rispondere a questa domanda per il fatto che ha arruolato diverse popolazioni; lo stesso vale per Opdivo nel setting neoadiuvante.

Sarà necessario progettare uno studio ad hoc per risolvere la questione.

Fonte: Fierce Pharma, 2023

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Tumori ginecologici: cancro all’endometrio recidivante / avanzato

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Cancro dell’endometrio in fase avanzata: i risultati dello studio RUBY potrebbero promuovere Dostarlimab associato alla chemioterapia a terapia di prima linea

 

L’aggiunta dell’immunoterapia con anticorpo anti-PD-1 Dostarlimab ( Jemperli ) alla chemioterapia di prima linea ha migliorato in modo significativo la sopravvivenza libera da progressione ( PFS ) rispetto alla sola chemioterapia nelle pazienti con carcinoma dell’endometrio avanzato o ricorrente.

Questi sono i risultati di un’analisi ad interim dello studio di fase 3 RUBY ( ENGOT-EN6-NSGO/GOG3031 ), presentata all’Annual Meeting della Society of Gynecologic Oncology ( SGO ), e pubblicati su The New England Journal of Medicine ( NEJM ).

Nelle pazienti con tumori caldi ( cioè con dMMR/MSI-H ) trattate con l’immunoterapia ( inibitore del checkpoint immunitario ) in aggiunta alla chemioterapia, è stata osservata una riduzione del 72% del rischio di progressione o morte.

Anche nei tumori freddi è stato riscontrato un moderato effetto dell’immunoterapia sulla sopravvivenza libera da progressione.

L’ipotesi è che la chemioterapia danneggi i meccanismi di riparazione del DNA di questi tumori in modo da renderli più sensibili all’immunoterapia.

La risposta al trattamento con Dostarlimab è risultata elevata nel 25% delle pazienti con dMMR, cioè con tumori endometriali cosiddetti caldi, che presentano un deficit dei meccanismi di riparazione dei mismatch del DNA.

Grazie a questi risultati, GSK l’azienda produttrice dell’anticorpo monoclonale anti-PD1, ha intenzione di presentare alle Autorità regolatorie domanda di ampliamento delle indicazioni di Dostarlimab entro la prima metà del 2023.

L’anti-PD-1, infatti, è già approvato nell’Unione europea come agente singolo per il trattamento di seconda linea delle pazienti con carcinoma dell’endometrio avanzato / ricorrente con dMMR/MSI-H.

In base ai dati dello studio RUBY, Dostarlimab in combinazione con la chemioterapia standard potrebbe essere anticipato come trattamento di prima linea.

Cisplatino con Veliparib o placebo nel tumore mammario triplo negativo metastatico e tumore mammario associato a mutazione BRCA: studio S1416

Gli inibitori della poli-ADP-ribosio polimerasi ( PARP ) sono efficaci nel tumore mammario metastatico associato alla mutazione germinale BRCA1 o BRCA2 ( BRCA1/2 ). Tuttavia, gli studi che hanno valut …


 

Lenvatinib e Pembrolizumab nel carcinoma dell’endometrio avanzato: studio 111/KEYNOTE-146, aggiornamento su efficacia e sicurezza a lungo termine

Lo studio di fase Ib/II in aperto 111/KEYNOTE-146 di Lenvatinib ( Lenvima ) 20 mg al giorno più Pembrolizumab ( Keytruda ) 200 mg una volta ogni 3 settimane ha mostrato un’efficacia promettente e una …


 

Monoterapia con Rucaparib come trattamento di mantenimento nei pazienti con tumore ovarico di nuova diagnosi: studio ATHENA-MONO/GOG-3020/ENGOT-ov45

ATHENA è stato progettato per valutare il trattamento di mantenimento di prima linea con Rucaparib ( Rubraca ) in un’ampia popolazione di pazienti, compresi quelli senza mutazioni BRCA1 o BRCA2 ( BRCA …


 

Identificazione delle pazienti con tumore all’ovaio che hanno ottenuto il massimo beneficio da Bevacizumab in prima linea sulla base della chemiosensibilità intrinseca del tumore: studio KELIM

Nelle pazienti con tumore ovarico di alto grado, sono necessari predittori dell’efficacia di Bevacizumab ( Avastin ) in prima linea. Nello studio ICON-7, una scarsa chemiosensibilità intrinseca del …


 

Fluorouracile e chemioterapia adiuvante dose-dense nei pazienti con cancro al seno in stadio iniziale: studio GIM2

Precedenti analisi dello studio GIM ( Gruppo Italiano Mammella ) 2 hanno dimostrato che l’aggiunta di Fluorouracile ( F ) a Epirubicina, Ciclofosfamide e Paclitaxel ( EC-P ) nelle pazienti con tumore …


 

Passaggio a Fulvestrant e Palbociclib rispetto a nessun passaggio nel cancro alla mammella avanzato con aumento della mutazione ESR1 durante la terapia con inibitore dell’aromatasi e Palbociclib: studio PADA-1

Nel tumore mammario avanzato positivo al recettore degli estrogeni ( ER-positivo ), HER2-negativo, la resistenza acquisita agli inibitori dell’aromatasi spesso deriva da sottocloni mutati di ESR1, che …


 

Irradiazione parziale della mammella versus irradiazione intera della mammella per le pazienti con carcinoma alla mammella in fase iniziale: studio di irradiazione parziale della mammella del Danish Breast Cancer Group

Sulla base del basso rischio di recidiva locale nelle pazienti anziane con tumore mammario dopo chirurgia conservativa seguita da irradiazione dell’intero seno ( WBI ), il Danish Breast Cancer Group h …


 

Inibitori dell’aromatasi versus Tamoxifene in donne in premenopausa con tumore mammario in stadio iniziale positivo al recettore degli estrogeni trattate con soppressione ovarica

Per le donne con tumore mammario in stadio iniziale positivo al recettore degli estrogeni ( ER ), il Tamoxifene adiuvante riduce di un terzo la mortalità per tumore mammario a 15 anni. Gli inibitori …


 

Elacestrant, degradatore selettivo orale del recettore degli estrogeni, rispetto alla terapia endocrina standard per il tumore alla mammella ER+/HER2- in fase avanzata: studio EMERALD

Le pazienti con tumore mammario avanzato pretrattato positivo al recettore per gli estrogeni ( ER ) / negativo al recettore per il fattore di crescita epidermico umano 2 ( HER2 ) hanno una prognosi in …


 

Abemaciclib adiuvante più terapia endocrina nelle pazienti con tumore mammario in fase iniziale ad alto rischio che hanno ricevuto chemioterapia neoadiuvante: analisi dello studio monarchE

Le pazienti selezionate per ricevere la chemioterapia neoadiuvante ( NAC ) sono solitamente quelle a più alto rischio di recidiva ed è necessario trovare migliori opzioni terapeutiche. Sono stati d …


 

Tasso di risposta e sicurezza di un regime neoadiuvante con Pertuzumab, Atezolizumab, Docetaxel e Trastuzumab per le pazienti con tumore mammario in stadio II/III positivo a ERBB2: studio Neo-PATH

L’aggiunta di inibitori del checkpoint immunitario al trattamento anti-ERBB2 ha dimostrato un’efficacia sinergica negli studi preclinici e pertanto merita un’indagine come trattamento neoadiuvante per …


 

Sicurezza ed efficacia dell’inibitore mTOR, Vistusertib, in combinazione con Anastrozolo nei pazienti con tumore dell’endometrio ricorrente o metastatico positivo ai recettori ormonali: studio VICTORIA

Il cancro dell’endometrio è spesso ormono-dipendente e viene trattato con inibitori dell’aromatasi. La deregolazione del percorso PI3K-AKT-mTOR osservata nel tumore dell’endometrio guida la resisten …


 

Effetto di Denosumab aggiunto a 2 diversi regimi di nab-Paclitaxel come terapia neoadiuvante nei pazienti con tumore mammario primitivo: studio GeparX

Denosumab ( Xgeva ) adiuvante potrebbe migliorare la sopravvivenza libera da malattia ( PFS ) nel tumore mammario primario positivo ai recettori ormonali ( HR+ ). Il programma ottimale di nab-Paclit …


 

Terapia di mantenimento con Fuzuloparib nelle pazienti con carcinoma ovarico ricorrente sensibile al Platino: studio FZOCUS-2

Uno studio di fase III ha esplorato l’efficacia e la sicurezza di Fuzuloparib ( precedentemente Fluzoparib; AiRuiYi ) rispetto al placebo come trattamento di mantenimento dopo la risposta alla chemiot …


 

Sopravvivenza senza eventi con Pembrolizumab nel tumore alla mammella triplo negativo in fase iniziale

L’aggiunta di Pembrolizumab ( Keytruda ) alla chemioterapia neoadiuvante ha portato a una percentuale significativamente più alta di pazienti con tumore mammario triplo negativo in fase iniziale che h …

 

I pazienti con cancro presentano una maggiore incidenza di tromboembolia venosa

Il tromboembolismo venoso ( TEV ) associato al cancro è una condizione comune e pericolosa per la vita nei pazienti adulti con tumore.
I pazienti con cancro hanno da quattro a sette volte più probabilità di sviluppare tromboembolismo venoso rispetto ai pazienti non-oncologici

I fattori responsabili dell’aumento dell’incidenza di tromboembolismo venoso associata al cancro includono fondamentalmente il tipo di cancro e il trattamento associato al cancro.

I dati statistici hanno mostrato che il tromboembolismo venoso è stato osservato nell’8.4% di quasi 6 milioni di ricoveri che hanno riguardato 3.146.388 singoli pazienti con cancro negli Stati Uniti in un periodo di quasi due decenni.
L’incidenza del tromboembolismo venoso associato al cancro è in continuo aumento in tutto il mondo.

Il tromboembolismo venoso associato al cancro è un’importante causa di morbilità per i pazienti oncologici.
L’embolia polmonare è una delle complicanze che può portare al ricovero in Unità di terapia intensiva ( UTI ) per i pazienti affetti da cancro.
Il tromboembolismo venoso è la seconda causa di mortalità tra i pazienti con cancro dopo la progressione della malattia.
Un’indagine su larga scala negli Stati Uniti ha rivelato che la mortalità intraospedaliera è stata osservata nel 5.5% dei pazienti oncologici senza diagnosi di tromboembolismo venoso, mentre nel 15.0% di quelli con tromboembolismo venoso, incluso il 19.4% con embolia polmonare.

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Cancro dell’esofago a istologia squamosa in fase avanzata: Tislelizumab, un nuovo immunoterapico

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Tislelizumab, un nuovo immunoterapico anti-PD-1, nel carcinoma esofageo a cellule squamose in fase avanzata

Tislelizumab è un anticorpo monoclonale umanizzato IgG4 anti-PD-1 specificamente progettato per ridurre al minimo il legame a FcγR ( recettore Fc-gamma ) sui macrofagi. Negli studi preclinici, è stato dimostrato che il legame a FcγR sui macrofagi compromette l’attività antitumorale degli anticorpi PD-1 attraverso l’attivazione del processo di distruzione, mediata dai macrofagi anticorpo-dipendente, delle cellule effettrici T.Lo studio di fase III RATIONALE 302 ha arruolato 512 pazienti da 11 Paesi con carcinoma dell’esofago squamoso avanzato non-operabile o metastatico, e già trattati.
Tislelizumab è stato confrontato con la chemioterapia e, per la prima volta, si è evidenziato un miglioramento della sopravvivenza globale ( OS ).
CONTINUA: https://xagena.it/news/medionline_farmaci/f1037e48fb24a77a55dc0b9ab2f67f66.html

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Carcinoma a cellule squamose della cavità orale non-trattato: Nivolumab o Nivolumab più Ipilimumab nel setting neoadiuvante

Sono necessari nuovi approcci per migliorare gli esiti nei pazienti con carcinoma a cellule squamose del cavo orale. L’immunoterapia neoadiuvante somministrata prima dell’intervento chirurgico e la …


 

Effetto dell’inibizione del checkpoint immunitario combinata rispetto alla migliore terapia di supporto da sola nei pazienti con tumore del colon-retto avanzato: studio Canadian Cancer Trials Group CO.26

L’inibizione del checkpoint immunitario come agente singolo non ha mostrato attività nel tumore colorettale refrattario avanzato ( CRC ), ad eccezione di quei pazienti che presentano un’elevata instab …


 

Gestione ottimizzata di Nivolumab e Ipilimumab nel carcinoma a cellule renali avanzato: studio OMNIVORE

Nello studio di fase II OMNIVORE di adattamento della risposta è stata studiata l’applicazione razionale del blocco del checkpoint immunitario nel carcinoma a cellule renali ( RCC ). Sono stati arr …


 

Afatinib più Cetuximab rispetto al solo Afatinib per il trattamento di prima linea del tumore polmonare non-a-piccole cellule con mutazione in EGFR: risultati finali dallo studio SWOG S1403

In precedenza era stato dimostrato che l’inibitore irreversibile dei recettori tirosin-chinasici ( TKI ) della famiglia ErbB, Afatinib ( Giotrif ), più l’anticorpo monoclonale EGFR Cetuximab ( Erbitux …


 

Sorafenib adiuvante per carcinoma a cellule renali a rischio intermedio o alto di recidiva: studio SORCE

SORCE è uno studio internazionale, randomizzato, in doppio cieco, a tre bracci, di Sorafenib ( Nexavar ) dopo l’asportazione chirurgica di carcinoma a cellule renali ( RCC ) primitivo che presenta un …


 

Ivosidenib nel glioma avanzato con mutazione nel gene dell’isocitrato deidrogenasi 1

I gliomi diffusi sono tumori cerebrali maligni che includono gliomi di grado inferiore ( LGG ) e glioblastomi. La trasformazione del glioma di basso grado in un grado tumorale più elevato è tipicament …


 

Attività di Bemcentinib, un inibitore di AXL, associato a Pembrolizumab nel carcinoma al polmone non-a-piccole cellule, precedentemente trattato

Uno studio di fase 2 ha dimostrato che il trattamento di combinazione di Pembrolizumab ( Keytruda ) più Bemcentinib, un inibitore di AXL, è risultato ben tollerato e ha dimostrato attività antitumora …


 

Pembrolizumab come monoterapia di prima linea per carcinoma squamocellulare cutaneo non-resecabile

Sono state valutate l’efficacia e la sicurezza di prima linea di Pembrolizumab ( Keytruda ) in monoterapia in pazienti con carcinoma cutaneo a cellule squamose ( CSCC ) non-resecabile. I pazienti, …


 

Risposte durevoli con Enfortumab Vedotin nei pazienti con carcinoma uroteliale localmente avanzato o metastatico sottoposti in precedenza a immunoterapia ma non a chemioterapia contenente Platino, e non-idonei al Cisplatino

I risultati di una seconda coorte di pazienti dello studio di fase 2, EV-201, ha evidenziato che il coniugato anticorpo-farmaco ( ADC ) Enfortumab vedotin ( Enfortumab vedotin-ejfv, Padcev ) ha indott …


 

Efficacia di Selpercatinib nel tumore polmonare non-a-piccole cellule positivo alla fusione RET

Le fusioni RET sono fattori oncogeni nell’1-2% dei carcinomi polmonari non-a-piccole cellule ( NSCLC ). Nei pazienti con tumore NSCLC positivo alla fusione RET, l’efficacia e la sicurezza dell’inibi …


 

Studio ALEX: dati aggiornati sulla sopravvivenza globale e sulla sopravvivenza libera da progressione nei pazienti con carcinoma polmonare non-a-piccole cellule ALK-positivo, naive-al-trattamento, in stadio avanzato

Lo studio ALEX aveva dimostrato un miglioramento significativo della sopravvivenza libera da progressione ( PFS ) con Alectinib ( Alecensa ) rispetto a Crizotinib ( Xalkori ) nel carcinoma al polmone …


 

Pembrolizumab più chemioterapia superiore alla sola chemioterapia nel carcinoma esofageo avanzato

I risultati dello studio di fase 3 KEYNOTE-590 hanno dimostrato che l’aggiunta di Pembrolizumab ( Keytruda ) alla chemioterapia ha migliorato la sopravvivenza globale ( OS ), la sopravvivenza libera d …


 

Cemiplimab prolunga la sopravvivenza globale nel carcinoma al polmone non-a-piccole cellule con elevata espressione di PD-L1

La monoterapia con Cemiplimab ( Libtayo ), un anticorpo monoclonale completamente umano che ha come target PD-1, ha esteso la sopravvivenza globale ( OS ) rispetto alla chemioterapia con doppietta a b …


 

Studio PRINCEPS – Carcinoma polmonare non-a-piccole cellule resecabile: Atezolizumab come neoadiuvante

Dallo studio di fase II PRINCEPS, non sono emersi nuovi eventi avversi inattesi, nessuna tossicità maggiore e nessun danno chirurgico dopo un ciclo di terapia neoadiuvante con Atezolizumab ( Tecentriq …


 

Pembrolizumab o placebo più Etoposide e Platino come terapia di prima linea per il tumore del polmone a piccole cellule in stadio esteso: studio KEYNOTE-604

La monoterapia con Pembrolizumab ( Keytruda ) ha mostrato attività antitumorale in pazienti con carcinoma polmonare a piccole cellule ( SCLC ). Lo studio KEYNOTE-604 randomizzato, in doppio cieco, d …

Xeloda – Xagena Search: Notizie ed Aggiornamenti sui Farmaci by Xagena.it

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Le Nuove Frontiere dell’Oncologia: GSK sta sviluppando anticorpi diretti a 3 checkpoint immunitari

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LE NUOVE FRONTIERE DELL’ONCOLOGIA: COLLABORAZIONE TRA GSK & iTEOS THERAPEUTICS

L’accordo tra GSK e iTeos Therapeutics riguarda lo sviluppo e la commercializzazione di EOS-448, un anticorpo monoclonale ( mAb ) anti-TIGIT in fase 1 di valutazione nel trattamento antitumorale

TIGIT, parte dell’asse del checkpoint CD226, è un recettore proteico presente sulle cellule immunitarie che svolge un ruolo nella soppressione del sistema immunitario.

Grazie a questo accordo GSK sarà l’unico produttore ad avere anticorpi mirati a tutti e tre i checkpoint noti: TIGIT ( tramite EOS-448 ), CD96 ( tramite GSK’608 ) e PVRIG ( tramite GSK-562 ).

EOS-448 è attualmente in fase di valutazione in uno studio di fase 1 in aperto in pazienti con tumori solidi avanzati. Sono stati pianificati studi di combinazione di EOS-448 con l’inibitore PD-1 Jemperli ( Dostarlimab ) a partire dal 2022.

L’immuno-oncologia ha trasformato la cura del cancro, ma meno del 30% dei pazienti risponde al trattamento con gli attuali inibitori del checkpoint immunitario.

GSK ritiene che le combinazioni di un inibitore PD-1, TIGIT, CD96 e PVRIG potrebbero diventare importati approcci terapeutici per molti pazienti oncologici.

Altre aziende farmaceutiche hanno in sviluppo farmaci anti-TIGIT, tra queste Roche.

A gennaio 2021, la Food and Drug Administration ( FDA ) statunitense ha emesso una designazione di terapia fortemente innovativa ( BTD ) per l’anticorpo monoclonale anti-TIGIT Tiragolumab in combinazione con l’inibitore PD-L1 Atezolizumab ( Tecentriq ) nel setting di prima linea nel trattamento dei pazienti con carcinoma al polmone non-a-piccole cellule ( NSCLC ) metastatico, con un’elevata espressione di PD-L1 e nessuna mutazione di EGFR o ALK. ( Xagena )

Fonte. GSK

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Tumore alla prostata con mutazione di BRCA o di altri geni coinvolti nei meccanismi di riparazione del DNA: Olaparib

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Novità nel trattamento del cancro alla prostata

I dati dello studio di fase III PROfound, presentati nell’ambito del Congresso virtuale ESMO, hanno mostrato come Olaparib ( Lymparza ) riduca il rischio di morte del 31% rispetto a Enzalutamide o Abiraterone nel trattamento dei pazienti con tumore della prostata metastatico resistente alla castrazione, dopo progressione da un precedente trattamento con un nuovo farmaco ormonale, e con mutazione di BRCA o di altri geni coinvolti nei meccanismi di riparazione del DNA. PROfound è il primo studio di fase III a dimostrare una rilevante efficacia clinica degli inibitori di PARP in questa condizione e pone le basi per l’adozione di un approccio, noto come medicina di precisione, che permetterà, attraverso l’esecuzione di un test, di poter offrire un trattamento personalizzato anche ai pazienti affetti da tumore della prostata.

Lo studio di fase III PROfound

Cancro alla prostata: Olaparib riduce il rischio di morte del 31% nei pazienti con malattia metastatica resistente alla castrazione e mutazione BRCA1/2 o ATM

Dallo studio di fase III PROfound è emerso come Olaparib ( Lynparza ) sia l’unico inibitore di PARP a dimostrare un beneficio di sopravvivenza globale ( OS ) nei pazienti con cancro alla prostata resistente alla castrazione.
Il beneficio è risultato statisticamente e clinicamente significativo in sopravvivenza globale (OS) per Olaparib rispetto a Enzalutamide o Abiraterone nel trattamento dei pazienti affetti da tumore della prostata metastatico resistente alla castrazione ( mCRPC ) e con mutazione dei geni BRCA1/2 o ATM, geni di riparazione della ricombinazione omologa ( HRRm ).
I pazienti arruolati nello studio erano andati in progressione dopo una precedente linea di trattamento con nuovi farmaci ormonali, Enzalutamide e/o Abiraterone. CONTINUA: http://urologia.xagena.it/farmaci/f0bc49a48370642aac2e13d6db960830.html

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Olaparib – FarmaExplorer.it: Aggiornamenti sui Farmaci da Xagena

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Olaparib

Olaparib nei pazienti con tumore alla prostata metastatico resistente alla castrazione con aberrazioni del gene di riparazione del DNA: studio TOPARP-B

Il tumore della prostata resistente alla castrazione metastatico è arricchito dalle aberrazioni del gene DDR ( DNA Damage Response )….

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Olaparib versus chemioterapia non-Platino nei pazienti con tumore ovarico recidivante sensibile al Platino e una mutazione della linea germinale BRCA1/2: studio SOLO3

Uno studio di fase II ha mostrato l’attività delle capsule di Olaparib ( Lynparza ) versus Doxorubicina liposomiale pegilata nei…

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Studio SOLO3: Olaparib superiore alla chemioterapia nel carcinoma ovarico pesantemente pretrattato

I risultati dello studio SOLO3 hanno mostrato che per i pazienti pesantemente pretrattati con carcinoma ovarico con mutazione BRCA, Olaparib…

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Attività di Olaparib nel carcinoma alla prostata resistente alla castrazione metastatico con difetti nei geni coinvolti nella risposta al danno al DNA

Dallo studio di fase 2 TOPARP-B, è emerso che Olaparib ( Lynparza ) ha dimostrato attività nei pazienti pesantemente pretrattati…

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Olaparib di mantenimento per tumore al pancreas metastatico con mutazione germinale BRCA

I pazienti con una mutazione germinale BRCA1 o BRCA2 costituiscono un piccolo sottogruppo tra coloro che sono affetti da tumore…

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Olaparib e l’inibitore PI3K alfa-specifico Alpelisib per le pazienti con tumore ovarico epiteliale

Sulla base del lavoro preclinico, la combinazione di inibitori della poli-ADP-ribosio-polimerasi ( PARP ) con farmaci che inibiscono la via…

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Il mantenimento con Olaparib migliora la sopravvivenza libera da progressione nel tumore al pancreas BRCA+ metastatico

Lo studio da fase 3 POLO ha mostrato che la terapia di mantenimento con Olaparib ( Lynparza ), un inibitore…

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Olaparib più Bevacizumab come mantenimento di prima linea nel cancro all’ovaio

Olaparib ha mostrato significativi benefici clinici come terapia di mantenimento nelle donne con tumore ovarico avanzato di nuova diagnosi con…

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Letrozolo

Letrozolo preoperatorio per carcinoma duttale postmenopausale positivo al recettore degli estrogeni in situ: studio Alliance

La terapia endocrina primaria per il carcinoma duttale in situ ( DCIS ) come potenziale alternativa alla chirurgia è stata…

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Letrozolo rispetto a Clomifene citrato per sterilità inspiegabile

È stata stimata l’efficacia clinica, determinata mediante un test di gravidanza positivo, del Letrozolo ( Femara ) rispetto al Clomifene…

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Letrozolo neoadiuvante più Taselisib versus Letrozolo più placebo nelle donne in postmenopausa con tumore alla mammella in fase precoce ER-positivo, HER2-negativo: studio LORELEI

Il trattamento neoadiuvante basato sulla terapia endocrina per il tumore mammario luminale consente di esaminare in modo efficace nuove combinazioni…

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OncoBase.itNuovi farmaci in oncologia

Degarelix neoadiuvante versus Triptorelina nei pazienti in premenopausa che ricevono Letrozolo per tumore alla mammella endocrino-responsivo localmente avanzato

È stata valutare l’attività endocrina in termini di soppressione della funzione ovarica ( OFS ) di Degarelix ( Firmagon ),…

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Palbociclib in aggiunta a Letrozolo come terapia neoadiuvante nel tumore mammario precoce positivo al recettore degli estrogeni: studio PALLET

Gli inibitori CDK4/6 sono utilizzati per il trattamento del tumore mammario metastatico positivo al recettore degli estrogeni ( ER+ )…

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Letrozolo adiuvante e Tamoxifene da solo o sequenziale nelle donne in postmenopausa con tumore mammario positivo al recettore dell’ormone: follow-up a lungo termine dello studio BIG 1-98

Il tumore al seno luminale ha una lunga storia naturale, con recidive che si protraggono oltre 10 anni dopo la…

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FarmaExplorerImmunoterapia Oncologica

Letrozolo dopo terapia a base di inibitori dell’aromatasi nel tumore mammario in postmenopausa

La durata ottimale della terapia estesa con inibitori dell’aromatasi nei pazienti con tumore mammario in postmenopausa è sconosciuta. Nello studio…

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Anastrozolo adiuvante rispetto a Exemestane rispetto a Letrozolo in prima linea o dopo 2 anni di Tamoxifene nel cancro al seno endocrino-sensibile: studio FATA-GIM3

Vi è incertezza sul programma ottimale di trattamento adiuvante del carcinoma mammario con inibitori dell’aromatasi e nessuno studio ha confrontato direttamente i tre inibitori dell’aromatasi Anastrozolo ( Arimidex…

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