Leucemia linfatica cronica e linfoma a piccoli linfociti: Zanubrutinib superiore a Ibrutinib

BeiGene

Zanubrutinib superiore a Ibrutinib nella leucemia linfatica cronica e nel linfoma a piccoli linfociti

Leucemia linfatica cronica

Jennifer R Brown, del Dana-Farber Cancer Institute & University of Harvard: “ Zanubrutinib ( Brukinsa ) non solo migliora il tasso di risposta, ma migliora anche la sopravvivenza libera da progressione rispetto a Ibrutinib, anche nei pazienti con leucemia linfatica cronica ad alto rischio. La sopravvivenza libera da progressione è praticamente il gold standard per l’efficacia, quindi i dati hanno suggerito che Zanubrutinib dovrebbe diventare lo standard di cura in questo contesto. La classe di farmaci inibitori di BTK è risultata trasformativa per la terapia della leucemia linfatica cronica, ma il primo farmaco Ibrutinib ( Imbruvica ) è alquanto difficile da tollerare per molti pazienti, con gli effetti collaterali a livello cardiaco che rappresentano uno dei maggiori problemi. Zanubrutinib ha causato meno eventi avversi e, in particolare, molto meno tossicità cardiaca. ” ( Fonte: NEJM ) LINK a MedicinaNews.it 

English Version

Chronic lymphocytic leukemia

Jennifer R Brown, of Dana-Farber Cancer Institute and Harvard University: “ Zanubrutinib ( Brukinsa ) not only improves the response rate, it also improves progression-free survival compared to Ibrutinib, including in the highest-risk patients. Progression-free survival is pretty much gold standard for efficacy, so the data have suggested that Zanubrutinib should really become the standard of care in this setting. The BTK inhibitor drug class has been transformative for chronic lymphocytic leukemia ( CLL ) therapy, but the first-in-class drug Ibrutinib ( Imbruvica ) is somewhat hard to tolerate for many patients, with cardiac side effects being one of the biggest problems. Zanubrutinib caused fewer adverse events, and in particular, much less cardiac toxicity. ”

 

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Mieloma multiplo recidivato: benefici della combinazione a base di Isatuximab indipendentemente dalle precedenti linee di trattamento

Sanofi.2Analisi dei sottogruppi IKEMA: la combinazione di Isatuximab offre una migliore sopravvivenza libera da progressione nel mieloma multiplo recidivato indipendentemente dalle precedenti linee di trattamento

L’aggiunta di Isatuximab ( Sarclisa ) alla combinazione di Carfilzomib ( Kyprolis ) e Desametasone ( Kd ) crea risposte più profonde e migliora la sopravvivenza libera da progressione ( PFS ) tra i pazienti con mieloma multiplo ( MM ) recidivato o refrattario, indipendentemente dal numero di precedenti trattamenti che un paziente ha ricevuto. Sebbene il numero di mesi di sopravvivenza libera da progressione fosse numericamente maggiore tra i pazienti con 1 precedente linea di terapia, il beneficio relativo di Isatuximab con il regime Kd rispetto al solo regime Kd era statisticamente significativo tra i pazienti con più di 1 precedente linea di terapia.

Questo risultato è emerso analizzando i sottogruppi di pazienti arruolati nello studio di fase 3 IKEMA durante il 64° Meeting annuale dell’American Society of Hematology ( ASH ).

I risultati hanno mostrato che i benefici di Isatuximab supportano l’impiego in combinazione con il regime Kd come trattamento standard per i pazienti con mieloma multiplo recidivante, indipendentemente dalle precedenti linee di terapia, comprese quelle con prima ricaduta.

Isatuximab è un anticorpo monoclonale IgG1 che prende di mira una proteina CD38 sulla superficie delle cellule di mieloma. Si attacca alle cellule che esprimono CD38 e mette in moto una risposta su più fronti del sistema immunitario per distruggere quelle cellule.

I risultati intermedi per IKEMA erano stati presentati durante il Meeting virtuale della European Hematology Association ( EHA ) nel giugno 2020. IKEMA ha confrontato l’uso di Isatuximab associato al regime Kd con il solo regime Kd nei pazienti che avevano ricevuto tra 1 e 3 linee di precedenti terapie; un beneficio di sopravvivenza libera da progressione del 46% è stato osservato nel gruppo Isatuximab.

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Mieloma multiplo: i bisogni insoddisfatti e le nuove terapie immuno-mediate

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Quali bisogni insoddisfatti per il mieloma multiplo ?

Ci sono molte domande che devono ancora avere risposta: qual è la gestione ottimale dei pazienti ad alto rischio ? Come gestire i pazienti con fragilità significativa ? Per quanto tempo è necessario continuare il trattamento ? Quando impiegare le immunoterapie, in particolare le terapie con cellule CAR-T e gli anticorpi bispecifici ? I pazienti affetti da mieloma continuano ad avere ricadute, quali sono i meccanismi di resistenza ?

What unmet needs still exist in the multiple myeloma space as a whole ?

There are a lot of questions that still need to be asked: What is the optimal management of high-risk patients ? How do we approach patients with significant frailty ? How long do we need to continue treatment ? Where exactly do we place these immunotherapies, especially the CAR T-cell therapies and bispecifics, with a view of bringing them closer to the earlier stages of the disease ? Patients with myeloma continue to relapse, so we need to understand the mechanisms of resistance better, and a lot more needs to be learned about the biology of the disease as a whole

Aggiornamenti sulle nuove classi di terapie immuno-mirate

Elranatamab, un anticorpo bispecifico mirato a BCMA

Gli anticorpi bispecifici sembrano essere una classe di farmaci molto promettente. Promettenti sono i dati per Elranatamab, un anticorpo bispecifico mirato a BCMA, in una popolazione di pazienti pesantemente pretrattati con una mediana di 5 precedenti linee di terapia [ MagnetisMM-1 ]. Quasi l’80% di questi pazienti era refrattario di tripla classe, e i tassi di risposta erano compresi tra il 50% e il 60%, a seconda dei sottogruppi di pazienti esaminati. Nel sottogruppo di pazienti che erano stati precedentemente esposti allo stesso agente, sembra mantenere l’efficacia, anche se a un livello leggermente inferiore. La tossicità era quella prevista, con il 60-70% dei pazienti con sindrome da rilascio di citochine, nella maggior parte di grado 1 o 2. E’ stata osservata una certa tossicità ematologica, in particolare neutropenia e trombocitopenia. Non c’era tossicità neurologica significativa, ma in tutti i bispecifici, è stato riscontrato un segnale per un aumento del rischio di infezione che deve essere meglio delineato.

Talquetamab, un anticorpo bispecifico mirato a GPRC5D

Data l’esistenza di diversi agenti mirati anti-BCMA, c’è molto interesse nell’esplorare bersagli alternativi. Sono stati presentati i dati aggiornati dallo studio MonumenTAL-1 riguardante Talquetamab, un farmaco di Janssen, che è un anticorpo bispecifico mirato a GPRC5D, che ha esaminato un’ampia coorte di pazienti con malattia refrattaria, prevalentemente, a tripla classe, e anche pazienti che hanno visto più linee di terapia. Talquetamab sembra essere piuttosto attivo, con un tasso di risposta quasi del 50-60% e anche una durata della risposta abbastanza ragionevole in questa popolazione di pazienti.

Modakafusp alfa, una proteina di fusione anticorpo anti-CD38 e Interferone alfa-2b

In termini di altre terapie, sono stati presentati i dati di uno studio su Modakafusp alfa, che è un anticorpo monoclonale anti-CD38 legato a Interferone alfa-2b, in una popolazione di pazienti molto pesantemente pretrattata. Ci sono stati tassi di risposta di circa il 40% al 50%, specialmente quando si osservano sottogruppi di pazienti che non erano stati precedentemente esposti ad alcuni degli agenti più recenti, e la tossicità è apparsa essere prevalentemente ematologica.

What updates have there been in newer classes of immune-targeted therapies ?

Bispecific antibodies seem to be a very promising class of drugs. Data for Elranatamab, which is a BCMA-targeted bispecific antibody, in a heavily pretreated patient population with a median of 5 prior lines of therapy [ MagnetisMM-1 ] were presented. Nearly 80% of these patients were triple-class refractory, and the response rates were 50% to 60%, depending on the subgroups of patients they’re looking at. In the subgroup of patients who have previously been exposed to the same targeted agent, it appears to retain efficacy, albeit at a slightly lower level. The toxicity was as predicted, with 60% to 70% of patients with cytokine release syndrome. Most of them had grade 1 or 2. There was some hematological toxicity, particularly neutropenia and thrombocytopenia. There was no significant neurological toxicity, but across all bispecifics, a signal for increased risk of infection was seen.

Given that there’s a plethora of anti-BCMA targeted agents, there’s a lot of interest in exploring alternate targets. Updated data from the MonumenTAL-1 trial of Talquetamab, which is an GPRC5D-targeted bispecific, looking at a large cohort of patients with triple-class refractory disease predominantly, and also patients who have seen multiple lines of therapy. The drug seems to be quite active, with almost a 50% to 60% response rate and also a pretty reasonable durability of response given this patient population.

In terms of other therapeutics, data from a trial of Modakafusp alfa, which is an anti-CD38 targeted monoclonal antibody bound to an attenuated Interferon, in a very heavily pretreated patient population, were presented. There were response rates of about 40% to 50%, especially when you look at subgroups of patients who have previously not been exposed to some of the newer agents, and toxicity appeared to be predominantly hematologic.

Source: ASH ( American Society of Hematology ) Meeting, 2022

 

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Farmaci per il Mieloma multiplo

AMGEN: Kyprolis ( Carfilzomib )

BMS / CELGENE: Abecma ( Ide-Cel ) [ Terapia CAR-T anti-BCMA ]; Pomalyst ( Pomalidomide )

GSK: Blenrep ( Belantamab mafoditin )

JANSSEN: Carvykti ( Cilta-Cel; terapia CAR-T anti-BCMA ); Tecvayli ( Teclistamab, anticorpo bispecifico BCMAxCD3 ); Darzalex ( Daratumumab ) & Darzalex Faspro ( Daratumumab sottocutaneo ); Velcade ( Bortezomib )

MENARINI: Nexpovio ( Selinexor )

PFIZER: Elranatamab ( non in commercio )

SANOFI: Sarclisa ( Isatuximab; anticorpo anti-CD38 )

TAKEDA: Ninlaro ( Ixazomib )

Mieloma multiplo esposto a tripla classe: Ide-cel aumenta la sopravvivenza libera da progressione rispetto alle terapie standard

 

BristolMyersSquibb

Mieloma multiplo: sulla base dei risultati di KarMMa-3, Idecabtagene vicleucel è la prima e unica terapia CAR-T a dimostrare di essere superiore rispetto ai regimi standard nel mieloma multiplo recidivato e refrattario esposto a tripla classe in uno studio di fase 3 randomizzato e controllato

Nelle prime linee di trattamento per il mieloma multiplo, vengono spesso utilizzati regimi costituiti da agenti immunomodulatori, inibitori del proteasoma e anticorpi monoclonali anti-CD38 per la gestione della malattia. Tuttavia, in molti pazienti esposti alla tripla classe, il mieloma multiplo può recidivare o diventare refrattario. Sono necessarie nuove opzioni di trattamento.

I risultati dello studio KarMMa-3 con Idecabtagene vicleucel ( Ide-cel; Abecma ) hanno chiaramente dimostrato il vantaggio di un uso precoce di una terapia con cellule CAR T nel fornire una più lunga sopravvivenza libera da progressione per i pazienti con mieloma multiplo recidivato e refrattario rispetto agli attuale regimi standard.

Secondo Sergio Giralt, Memorial Sloan Kettering Cancer Center ( New York; Stati Uniti ), per i pazienti con mieloma multiplo recidivante esposti a tripla classe, la sopravvivenza libera da progressione mediana è di soli 4.6 mesi e non esiste un approccio terapeutico standard stabilito che fornisca risposte durature. Nello studio KarMMa-3, Idecabtagene vicleucel ha mostrato efficacia in una popolazione con malattia storicamente difficile da trattare, con un significativo miglioramento della sopravvivenza libera da progressione e risposte profonde e durature.

Questi risultati di KarMMa-3 introducono il potenziale per questa terapia con cellule CAR T anti-BCMA di diventare uno standard di cura nelle prime fasi del trattamento per il mieloma multiplo recidivato e refrattario.

Abecma è una terapia con cellule CAR T diretta contro l’antigene BCMA

 

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ENGLISH VERSION

In earlier lines of treatment for multiple myeloma, regimens consisting of immunomodulatory agents, proteasome inhibitors, and anti-CD38 monoclonal antibodies are often used to help manage the disease. However, in many patients who are triple-class exposed, multiple myeloma can relapse or become refractory. New treatment options are needed.

Results from the KarMMa-3 study with Idecabtagene vicleucel ( Ide-cel; Abecma ) have clearly demonstrated the benefit of earlier use of a CAR T cell therapy in providing the longest progression-free survival for patients with relapsed and refractory multiple myeloma compared to current standard regimens.

According to Sergio Giralt, Memorial Sloan Kettering Cancer Center ( New York; U.S. ),

for relapsing triple-class exposed multiple myeloma patients, median progression-free survival is just 4.6 months and there is no established standard treatment approach that provides durable responses. In KarMMa-3 study, Idecabtagene vicleucel has shown efficacy among a population with historically difficult-to-treat disease, with a significant improvement in progression-free survival and deep and lasting responses.

These results from KarMMa-3 introduce the potential for this anti-BCMA CAR T cell therapy to become a standard of care earlier in the treatment course for relapsed and refractory multiple myeloma.

Abecma, a first-in-class anti-BCMA CAR T cell therapy that has shown clear clinical benefit across lines of therapy for patients with triple-class exposed relapsed and refractory multiple myeloma to provide the best chance for lasting disease control.

Based on results from KarMMa-3, Idecabtagene vicleucel is the first and only chimeric antigen receptor ( CAR ) T cell therapy to demonstrate superiority over standard regimens in triple-class exposed relapsed and refractory multiple myeloma in a randomized, controlled phase 3 trial.

KARMMA-3: KEY POINTS / PUNTI CHIAVE

Ide-cel ha migliorato significativamente la sopravvivenza libera da progressione ( PFS ) rispetto ai regimi standard.

La sopravvivenza libera da progressione mediana è stata di 13,3 vs 4,4 mesi.

 

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Nuovi farmaci per il mieloma multiplo: Nexpovio a base di Selinexor

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MHRA: piena autorizzazione all’immissione in commercio per Nexpovio in combinazione con Bortezomib e Desametasone per il trattamento dei pazienti adulti con mieloma multiplo che hanno ricevuto almeno una precedente terapia

L’Agenzia MHRA ( Medicines and Healthcare Products Regulatory Agency ) del Regno Unito ( UK ) ha concesso la piena autorizzazione all’immissione in commercio per Nexpovio ( Selinexor ), un inibitore orale di prima classe dell’exportina 1 ( XPO1 ), in combinazione con Bortezomib ( Velcade ) una volta alla settimana e Desametasone a basso dosaggio ( SVd ) per il trattamento di pazienti adulti affetti da mieloma multiplo che hanno ricevuto almeno una terapia precedente.

L’approvazione si basa sui risultati dello studio di fase 3 BOSTON che ha dimostrato che il regime SVd una volta alla settimana ha determinato una riduzione statisticamente significativa del rischio di progressione della malattia o morte rispetto al regime standard di Bortezomib più Desametasone ( Vd ) due volte alla settimana.

I risultati dello studio BOSTON erano stati pubblicati su The Lancet (Grosicki, et al.) nel novembre 2020.

CONTINUA SU: https://farmaci.xagena.it/707ab73422e213d6c39597e2078c565e.html

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Decision Making in Ematologia: l’importanza dei contenuti nell’assunzione delle decisioni terapeutiche

EmatoBase.2

EMATOBASE.it – DECISION MAKING IN EMATOLOGIAL’IMPORTANZA DEI CONTENUTI NELL’ASSUNZIONE DELLE DECISIONI TERAPEUTICHE

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1 – Asciminib [ LINK: //https://lnkd.in/d8mME7Ku ]
2 – Axicabtagene ciloleucel [ LINK: https://lnkd.in/eZtrm_ew ]
3 – Belantamab mafodotin [ LINK: https://lnkd.in/eVFpP4MR ]
4 – Brentuximab vedotin [ LINK: https://lnkd.in/dNwZJNPj ]
5 – Brexucabtagene autoleucel [ LINK: https://lnkd.in/dDW8ZyeX ]
6 – Carfilzomib [ LINK: https://lnkd.in/eCYwd_ys ]
7 – Epcoritamab [ LINK: https://lnkd.in/dgBd2DNb ]
8 – Fedratinib [ LINK: https://lnkd.in/dsTTz3Nc ]
9 – Glofitamab [ LINK: https://lnkd.in/dr4QinPu ]
10 – Ibrutinib [ LINK: https://lnkd.in/dARjbKFT ]
11 – Isatuximab [ LINK: https://lnkd.in/epAgJuMu ]
12 – Lenalidomide [ https://lnkd.in/eFxf_aN3 ]
13 – Lisocabtagene maraleucel [ LINK: https://lnkd.in/dEXumKq2 ]
14 – Loncastuximab tesirina [ LINK: https://lnkd.in/djeMuBnC ]
15 – Momelotinib [ LINK: https://lnkd.in/dDndWwP5 ]
16 – Mosunetuzumab [ LINK: https://lnkd.in/dPpsCdHc ]
17 – Polatuzumab vedotin [ LINK: https://lnkd.in/dGG7b33t ]
18 – Pomalidomide [ LINK: https://lnkd.in/dx4zMt4M ]
19 – Ropeginterferone alfa-2b [ LINK: https://lnkd.in/dNuDaDFC ]
20 – Teclistamab [ LINK: https://lnkd.in/dGDZGe_6 ]
21 – Tisagenlecleucel [ LINK: https://lnkd.in/dvEhZvrB ]
22 – Daratumumab [ LINK: https://lnkd.in/dNipUqik ]

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Storia dell’Ematologia: gli IMiD, Agenti immunomodulanti di Celgene

Celgene

IMiD, Agenti immunomodulanti

Gli agenti IMiD ( ImmunoModulatory imide Drugs ) sono piccole molecole sviluppati da Celgene. Si tratta di composti disponibili per via orale per il trattamento di alcuni tumori ematologici.

Si ipotizza che gli agenti IMiD agiscano tramite meccanismi di azione multipli. Hanno dimostrato di aumentare l’attivazione e la proliferazione delle cellule T e la proliferazione della proteina IL-2 e l’attività delle cellule T CD8+ effettrici.

Gli agenti IMiD hanno dimostrato inoltre di influire sulla stimolazione e sull’espressione delle cellule Natural Killer ( NK ), agendo sia dall’interno dell’ambiente cellulare, per stimolare il sistema immunitario ad attaccare le cellule tumorali, sia attaccando direttamente queste ultime.

Oltre alle proprietà immunomodulanti, si ipotizza che gli agenti IMiD presentino un’attività antitumorale e antiangiogenica. Il portafoglio di agenti IMiD di Celgene è diventato un fattore fondamentale nella ricerca sul mieloma multiplo, con un numero sempre crescente di studi su questi composti come elementi di combinazione in diverse contestualizzazioni della malattia.

DAL TALIDOMIDE ALLA LENALIDOMIDE E ALLA POMALIDOMIDE

Il Talidomide, sviluppato dalla società tedesca Grünenthal, entrò sul mercato europeo alla fine degli anni ’50 come una sorta di farmaco miracoloso.

All’epoca, il Talidomide veniva prescritto come sedativo e come trattamento per l’asma, l’ipertensione e l’emicrania, tra le altre condizioni. È stato anche commercializzato nelle donne in gravidanza per curare la nausea mattutina.

Era considerato così sicuro che in Germania era disponibile senza prescrizione medica.

Ma solo pochi anni dopo è diventato chiaro che questo farmaco miracoloso era, in realtà, estremamente pericoloso. Si è scoperto che il Talidomide causa gravi difetti alla nascita. Migliaia di bambini sono nati in Europa con arti simili a pinne.

Il Talidomide fu ritirato dal mercato in Europa e altrove, e non è mai stato approvato per la vendita dalla Agenzia regolatoria FDA negli Stati Uniti.

Il farmaco è stato relegato per decenni nei libri di testo come un ammonimento sulla regolamentazione lassista dei farmaci, e non molto altro.

Poi, all’inizio degli anni ’90, i ricercatori che lavoravano sull’AIDS scoprirono che il Talidomide era in grado di potenziare una parte del sistema immunitario, sulla base di un precedente lavoro che aveva mostrato un ruolo del Talidomide nella lebbra.

Vedendo il potenziale commerciale, Celgene mostrò interesse per il Talidomide, brevettandolo con il nome di Thalomid Celgene.

Nel 1998 Celgene ottenne dalla FDA l’approvazione di Thalidomid come trattamento per la lebbra.

Alcuni anni dopo l’arrivo sul mercato di Thalomid, Celgene modificò la molecola togliendo un atomo di ossigeno e aggiungendo un atomo di azoto, creando un nuovo gruppo amminico. L’azienda chiamò il nuovo farmaco Revlimid, e il principio attivo Lenalidomide.

Nel 2006, Celgene fu abile ad espandere il mercato del Thalomid – e successivamente del Revlimid – ottenendo l’approvazione come “farmaco orfano” per promuoverlo come uno dei pochi farmaci in grado di rallentare il progresso del mieloma multiplo.

La designazione di farmaco orfano conferì alla società incentivi fiscali speciali e diritti esclusivi sul mercato per Thalomid per 7 anni.

ENGLISH VERSION

Thalomid is Celgene’s brand name for Thalidomide, which hit the market in Europe in the late 1950s as a sort of miracle drug.

Back then, Thalidomide was prescribed as a sedative and as a treatment for asthma, hypertension and migraines, among other conditions. It was also marketed to pregnant women to treat morning sickness. It was considered so safe that in Germany, it was available without a prescription.

But just a few years later it became clear this wonder drug was, in reality, wildly dangerous. It turned out to cause severe birth defects. Thousands of babies were born in Europe with flipper-like limbs.

Thalidomide was pulled off the market in Europe and elsewhere and was never approved for sale by the FDA in the United States. The drug was relegated for decades to textbooks as a cautionary tale about lax drug regulation and not much more.

Then, in the early 1990s, AIDS researchers found that Thalidomide boosted a part of the immune system, based on earlier work that suggested a role for Thalidomide in leprosy.

Seeing commercial potential, Celgene pulled Thalidomide out of the pharmaceutical dustbin and dubbed it Thalomid. It got approval from the FDA in 1998 as a treatment for leprosy.

A few years after Thalomid hit the market, Celgene altered it a bit by removing an oxygen atom and adding a nitrogen atom, creating a new amino group. The company called the new drug Revlimid ( Lenalidomide ).

In 2006, Celgene was able to expand the market for Thalomid — and later Revlimid — by winning “orphan drug” approval to sell it as one of the only drugs that could slow the progress of multiple myeloma. The orphan drug designation gave the company special tax incentives and exclusive rights to the market Thalomid for seven years. ( Source: NPR )

REVLIMID ( Lenalidomide )

Revlimid ha le seguenti indicazioni terapeutiche

a) Mieloma multiplo – Revlimid come monoterapia è indicato per la terapia di mantenimento dei pazienti adulti con mieloma multiplo di nuova diagnosi sottoposti a trapianto autologo di cellule staminali. Revlimid in regime terapeutico di associazione con Desametasone, o Bortezomib e Desametasone, o Melfalan e Prednisone è indicato per il trattamento dei pazienti adulti con

mieloma multiplo non precedentemente trattato che non sono eleggibili al trapianto. Revlimid, in associazione con Desametasone, è indicato per il trattamento dei pazienti adulti con mieloma multiplo sottoposti ad almeno una precedente terapia.

b) Sindromi mielodisplastiche – Revlimid come monoterapia è indicato per il trattamento dei pazienti adulti con anemia trasfusione-dipendente dovuta a sindromi mielodisplastiche ( MDS ) a rischio basso o intermedio-1, associate ad anomalia citogenetica da delezione isolata del 5q, quando altre opzioni terapeutiche sono insufficienti o inadeguate.

c) Linfoma mantellare – Revlimid come monoterapia è indicato per il trattamento dei pazienti adulti con linfoma mantellare recidivato o refrattario

d) Linfoma follicolare – Revlimid in associazione con Rituximab ( anticorpo anti-CD20 ) è indicato per il trattamento dei pazienti adulti con linfoma follicolare ( grado 1-3a ) precedentemente trattato.

IMNOVID ( Pomalidomide )

Imnovid ha le seguenti indicazioni terapeutiche

Mieloma multiplo

a) Imnovid, in associazione con Bortezomib e Desametasone, è indicato nel trattamento dei pazienti adulti con mieloma multiplo sottoposti ad almeno una precedente terapia comprendente Lenalidomide.

b) Imnovid, in associazione con Desametasone, è indicato nel trattamento dei pazienti adulti con mieloma multiplo recidivato e refrattario, sottoposti ad almeno due precedenti terapie, comprendenti sia Lenalidomide che Bortezomib, e con dimostrata progressione della malattia durante l’ultima terapia.

Celgene è stata acquistata da BMS nel 2019. Nel luglio 2022 BMS ha completato la fusione con Celgene. La fusione per incorporazione tra le due aziende ha dato vita a una tra la pipeline più ampie e diversificate nel mondo farmaceutico

BMS

 

 

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Forum Ematologico – Efficacia della combinazione Zanubrutinib e Obinutuzumab nel linfoma follicolare

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Linfoma follicolare recidivato o refrattario: efficacia della combinazione Zanubrutinib e Obinutuzumab

La terapia di combinazione Zanubrutinib ( un inibitore BTK; Brukinsa ) e Obinutuzumab ( un anticorpo monoclonale anti-CD20; Gazyvaro ) ha portato a una riduzione del rischio di progressione della malattia o di morte del 49% rispetto al solo Obinutuzumab.

Il tasso di risposta globale ( ORR ) è stato quasi del 70% nel braccio trattato con la combinazione contro il 45.8% nel braccio trattato con Obinutuzumab ( P = 0.0017 ).

Il 37.2% dei pazienti trattati con la combinazione ha raggiunto una risposta completa ( CR ), rispetto al 19.4% dei pazienti trattati con il solo Obinutuzumab ( P = 0.0083 ).

La sopravvivenza mediana senza progressione è risultata più che raddoppiata nel gruppo dei pazienti trattati con Zanubrutinib più Obinutuzumab, rispetto ai pazienti trattati con Obinutuzumab in monoterapia ( 27.4 versus 11.2 mesi; hazard ratio, HR=0.51; P = 0.004 ).

Il tasso di mantenimento della risposta a 18 mesi è stato del 71% con Zanubrutinib più Obinutuzumab, contro il 54.6% con Obinutuzumab, in monoterapia.

Sulla base di questi risultati, ha dichiarato Pier Luigi Zinzani, Ematologia presso l’Istituto di Ematologia Seràgnoli dell’Università di Bologna, e viste le limitate opzioni terapeutiche disponibili per i pazienti con linfoma follicolare recidivato o refrattario, questa combinazione rappresenta una potenziale nuova opzione.

Fonte: European Hematology Association ( EHA ) Annual Meeting, 2022

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Forum Ematologico – Nuovi farmaci per la mielofibrosi, un raro tumore ematologico: Momelotinib

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Momelotinib per il trattamento della mielofibrosi: lo studio clinico di fase 3 MOMENTUM ha soddisfatto tutti gli endpoint primari e secondari chiave di efficacia

Momelotinib è un potenziale nuovo medicinale con un meccanismo d’azione differenziato che potrebbe affrontare le esigenze insoddisfatte dei pazienti affetti da mielofibrosi con anemia.

L’ Agenzia regolatoria degli Stati Uniti, FDA ( Food and Drug Administration ) ha assegnato la data del 16 giugno 2023 per il Prescription Drug User Fee Act ( PDUFA ).

La domanda di autorizzazione all’immissione in commercio NDA ( New Drug Application ) si basa sui risultati degli studi chiave di fase III, compreso lo studio cardine MOMENTUM, che ha soddisfatto tutti gli endpoint primari e secondari chiave, inclusi il punteggio totale dei sintomi ( TSS ), il tasso di indipendenza dalla trasfusione ( TI ) e il tasso di risposta splenica ( SRR ).

I dati dell’analisi primaria dello studio MOMENTUM sono stati presentati all’Annual Meeting dell’American Society of Clinical Oncology [ ASCO ] del 2022 e al Congresso ibrido 2022 della European Hematology Association [ EHA ].

MOMENTUM è uno studio clinico globale, randomizzato, in doppio cieco di fase III di Momelotinib rispetto a Danazolo nei pazienti con mielofibrosi che erano sintomatici e anemici ed erano stati precedentemente trattati con un inibitore di JAK approvato dalla FDA. Lo studio è stato progettato per valutare la sicurezza e l’efficacia di Momelotinib nel trattamento e nella riduzione dei principali segni distintivi della malattia: sintomi, trasfusioni di sangue ( dovute all’anemia ) e splenomegalia ( ingrossamento della milza ).

L’endpoint primario di efficacia dello studio era la riduzione del punteggio TSS del 50% nei 28 giorni immediatamente precedenti la fine della settimana 24 rispetto al TSS di base, utilizzando il modulo di valutazione dei sintomi della mielofibrosi.

Gli endpoint secondari chiave includevano il tasso di indipendenza dalla trasfusione per 12 settimane immediatamente prima della fine della settimana 24 con livelli di emoglobina 8 g/dl e il tasso di risposta splenica basato su una riduzione del volume splenico del 35% alla settimana 24 versus basale.

I pazienti sono stati randomizzati in un rapporto 2:1 per ricevere Momelotinib o Danazolo ( n=130 e n=65, rispettivamente ).

Dopo 24 settimane di trattamento, i pazienti in trattamento con Danazolo sono stati autorizzati a passare a Momelotinib. Il crossover precoce con Momelotinib era disponibile per la progressione splenica confermata.

Lo studio ha arruolato 195 pazienti in 21 Paesi.

Momelotinib è un potenziale nuovo medicinale con un meccanismo d’azione differenziato, con capacità inibitoria lungo tre vie di segnalazione chiave: Janus chinasi ( JAK ) 1 e JAK2 e recettore dell’activina A, tipo I ( ACVR1 ).

L’inibizione di JAK1 e JAK2 può migliorare i sintomi costituzionali e la splenomegalia.

Inoltre, l’inibizione diretta di ACVR1 porta a una diminuzione dell’epcidina circolante, che è elevata nella mielofibrosi e contribuisce all’anemia.

La mielofibrosi è un raro tumore del sangue che deriva da una alterazione del trasduttore del segnale JAK e attivatore della segnalazione della proteina di trascrizione, ed è caratterizzato da sintomi costituzionali, splenomegalia e anemia progressiva.

La mielofibrosi colpisce circa 20.000 pazienti negli Stati Uniti, con circa il 40% dei pazienti già anemico al momento della diagnosi, e quasi tutti i pazienti svilupperanno anemia nel corso della vita.

I pazienti richiedono spesso trasfusioni e più del 30% interromperà il trattamento a causa all’anemia. L’anemia e la dipendenza dalle trasfusioni sono fortemente correlate a una prognosi sfavorevole e a una ridotta sopravvivenza.

Fonte: GSK, 2022

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Forum Ematologico: Linfoma follicolare recidivante o refrattario dopo 2 o più linee di terapia sistemica: Kymriah, una terapia CAR-T

Novartis Oncology

Kymriah nel linfoma follicolare recidivante o refrattario dopo 2 o più linee di terapia sistemica

A) Il 68% dei pazienti che hanno ricevuto Kymriah ( Tisagenlecleucel ) nello studio ELARA ha avuto una risposta completa, con un tasso di risposta complessivo dell’86%, con un buon profilo di sicurezza

B ) Benefici clinici sostenuti dal trattamento Kymriah: tra i pazienti che hanno ottenuto una risposta completa, l’85% era ancora in risposta a 12 mesi

C) Kymriah può essere somministrato in regime ambulatoriale, offrendo una maggiore flessibilità e riducendo potenzialmente l’onere della terapia per i pazienti e i loro team di assistenza

D) Kymriah è ora approvato in tre indicazioni e rimane l’unica terapia cellulare CAR-T approvata sia per l’adulto che in ambiente pediatrico

Kymriah è indicato per il trattamento di:

• Pazienti pediatrici e giovani adulti fino a 25 anni di età inclusi con leucemia linfoblastica acuta

( LLA ) a cellule B che è refrattaria, in recidiva post-trapianto o in seconda o ulteriore recidiva;

• Pazienti adulti con linfoma diffuso a grandi cellule B ( DLBCL ) in recidiva o refrattario dopo

due o più linee di terapia sistemica;

• Pazienti adulti con linfoma follicolare (LF) in recidiva o refrattario dopo due o più linee di

terapia sistemica

ENGLISH VERSION

a) 68% of patients receiving Kymriah in the ELARA trial experienced complete response, with an 86% overall response rate, along with a remarkable safety profile

b) Sustained clinical benefit from Kymriah treatment demonstrated – of patients who achieved a complete response, 85% were still in response at 12 months

c) Kymriah can be administered in the outpatient setting, offering increased flexibility and potentially reducing the burden of therapy for patients and their care teams

d ) Kymriah is now approved in three indications and remains the only CAR-T cell therapy approved in both adult and pediatric settings

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