Sul cartoncino risaltava un giovane re biondo con la fronte cinta da una corona ornata da tre stelle. Sedeva

Il ragazzo che danzò con il mare (breve estratto)

Di seguito un breve estratto del mio romanzo IL RAGAZZO CHE DANZÒ edito dalle Edizioni Helicon di cui domenica 14 febbraio è uscita la recensione sul quotidiano La Nazione nella cronaca di Arezzo.

[…] Spostò lo sguardo in un altro punto del prato: strisciando acquattata nell’erba, una volpe si avvicinava minacciosa al passerotto che osservava la madre volare sul ramo. Goffamente l’uccellino prese a saltellare sul campo, allontanandosi quel tanto da lasciare a bocca asciutta il predatore. Innervosita da quell’imprevisto, la volpe agitò la coda, permettendo al passerotto di avvertirne la presenza rapace. Cinguettando, lui cominciò a saltellare nervosamente sull’erba, agitando affannosamente le ali, sotto lo sguardo assassino della volpe sollevatasi sulle zampe per evitare che la preda gli sfuggisse di nuovo. Il suo destino sembrava irrimediabilmente segnato quando, come una saetta, dal cielo in picchiata un falcone si avventò sulla volpe: l’afferrò tra gli artigli e la trascinò con sé per saziare l’appetito dei propri piccoli. […]

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Per quanti amano Pozzuoli e la storia del suo popolo, dagli inizi di gennaio è disponibile su Amazon la nuova edizione di PIETRE AL SOLE di Siglinda Gentile Lopez. La rinnovata veste grafica, curata da Raffaele Lopez, presenta in copertina un disegno del maestro Antonio Isabettini. Di seguito la mia prefazione al libro.

la nuova edizione di “pietre al sole” di siglinda gentile lopez

Per quanti amano Pozzuoli e la storia del suo popolo, dagli inizi di gennaio è disponibile su Amazon la nuova edizione di PIETRE AL SOLE di Siglinda Gentile Lopez. La rinnovata veste grafica, curata da Raffaele Lopez, presenta in copertina un disegno del maestro Antonio Isabettini. Di seguito la mia prefazione al libro.

Questa nuova edizione di PIETRE AL SOLE di Siglinda Gentile Lopez, segue a diciannove anni di distanza la prima e, al momento, unica versione pubblicata nel 2001 da Edizioni Magna Grecia. Un arco di tempo infinito che non rende affatto merito a un libro in cui, attraverso le vicende della protagonista Carmela, si narrano quarant’anni di storia della società italiana e, nel caso specifico, di quella puteolana.

Insegnante in pensione, fin da ragazzina l’autrice coltiva la passione per la scrittura meritandosi l’appellativo di piccola scrittrice. Un soprannome beneaugurante visto il nutrito palmares di premi letterari, per lo più di poesie, che ha vinto nel corso degli anni a testimonianza di quanto fossero in lei connaturate narrativa e poesia. […]

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“LA LETTERA DI GERTRUD”, UN ROMANZO SULL’ANTISEMITISMO E L’ESSERE EBREI

<< La libertà dell’uomo consiste nel poter immaginare se stesso e il mondo diversi da quelli che sono. >>

Questa frase tratta dal romanzo LA LETTERA DI GERTRUD dello scrittore svedese Bjorn Larsson, edito da IPERBOREA, stampata sul retro di copertina, è la chiave di lettura della vicenda di Martin Brenner genetista di successo.

Alla morte della madre, dopo averne sparse le ceneri al vento come da lei richiesto, scoprirà in una lettera recapitatagli dopo il funerale che il suo vero nome non era Maria ma Gerturd ed era un’ebrea scampata all’orrore di Auschwitz.

La scoperta alimenterà in Martin tutta una serie di domande. Soprattutto quando scoprirà che colui che aveva sempre creduto fosse suo padre non lo era. Chi è quello vero? Quante verità gli ha nascosto sua madre e perché? Forse per proteggerlo? Ma da chi o da cosa?

Sposato e con una figlia, quando scopre d’essere ebreo – la discendenza ebraica si trasmette per via matrilineare – Martin continuerà a sentirsi un uomo è basta. La sua esperienza da scienziato gli ha insegnato che geneticamente tutti gli uomini si assomigliano, che un ebreo non è diverso da un palestinese o da un tedesco. Altri sono i fattori che determinano le differenze tra di loro… […]

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salvatore brunetti copertina

INTERVISTA AL DIALETTOLOGO SALVATORE BRUNETTI, INSIGNITO DEL PREMIO VIRGILIANO 2020

Classe 1937, giornalista, dialettologo e saggista, Salvatore Brunetti, pur essendo puteolano doc, per anni ha svolto la propria attività culturale a Napoli dove ha frequentato salotti letterari, venendo a contatto con poeti, scrittori, uomini di teatro tra cui Roberto De Simone. Ha pubblicato IL MISTERO DI MARIANGELA, SCRIVERE IL DIALETTO NAPOLETANO, DIALETTO PUTEOLANO e VOCABOLARIO PUTELOANO – ITALIANO, questi ultimi due editati con New Media Press, curati dall’associazione culturale Lux In Fabula. Per la sua attività divulgativa del dialetto puteolano è stato insignito del Premio Virgiliano 2020. Il suo ultimo lavoro VOCABOLARIO PUTEOLANO – ITALIANO è stato stampato in edizione limitata di 100 copie, ognuna corredata con una cartolina riproducente il Tempio di Serapide opera dell’artista Veronica Longo che ne ha curato anche la grafica. Non essendo al momento disponibile in libreria, chi fosse interessato più ordinarlo direttamente a LUX In Fabula, Rampe Cappuccini n. 5/80078-Pozzuoli; tel.: 328 6670977 – info@luxinfabula.it

Salvatore per te il 2021 inizia con degli ottimi auspici: grazie ai tuoi studi e alle tue pubblicazioni sul dialetto puteolano, sei stato insignito del Premio Virgiliano 2020, te l’aspettavi?

No, assolutamente. È stata una sorpresa, naturalmente gradita. Ringrazio gli organizzatori per l’onore che mi hanno voluto concedere.

Salvatore oltre a essere uno studioso del dialetto puteolano, prima di tutto lo sei del napoletano, come nasce questa tua passione?

Da giovane, lavorando a Napoli nei pressi di via Toledo, per anni ho frequentato salotti culturali napoletani. Quando il pomeriggio finivo di lavorare, uscivo dall’ufficio e andavo in questi ambienti dove si discuteva sul dialetto napoletano. Ebbi così la possibilità di conoscere scrittori, poeti e cantanti famosi. Alla fine degli incontri, molti regalavano ai presenti i loro libri. Leggendoli, notai delle divergenze notevoli nel modo di scrivere in napoletano da parte di ognuno di loro. A stupirmi di più fu che molti di loro, pur abitando nello stesso quartiere, e dunque conoscendosi da una vita, anche se parlavano in dialetto allo stesso modo, scrivevano in napoletano diversamente l’uno dall’altro. Questo particolare mi incuriosì talmente che decisi di approfondire il napoletano per capire quale fosse il modo corretto di scriverlo. A quel punto, dopo aver a mia volta studiato una ventina di autori, decisi di redigere una sorta di compendio in cui indicavo quelle che secondo me erano le direttive giuste per scrivere in napoletano. […]

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“CIVILTÀ SOMMERSE”, MITO E REALTÀ

Il 16 gennaio 2002 il ministro indiano per la Scienza e la Tecnologia ha reso noti i primi risultati relativi alla datazione con il carbonio 14 dei manufatti provenienti dalle città sommerse nel golfo di Cambay: ebbene, tali manufatti risalgono a 9500 anni fa, 5000 anni prima di qualsiasi città riconosciuta dagli archeologi.

Così  lo scrittore/studioso inglese Graham Hancock conclude il suo libro Civiltà Sommerse, dopo un excursus  di circa 900 pagine in cui accompagna il lettore in giro per il mondo alla scoperta dei tanti siti archeologici sommersi che, a suo dire e a detta di autorevoli studiosi, si sarebbero inabissati, o comunque sarebbero stati ricoperti dal mare in un arco di tempo che va tra i 17000 e i 7000 anni fa a seguito della fine dell’ultima era glaciale, con relativo innalzamento del mare fino a 120 metri e conseguente inabissamento di città costiere; richiamando alla mente il mito del diluvio universale e quello di Atlantide, il misterioso continente scomparso a seguito di un tremendo cataclisma di cui per la prima volta parlò Platone.

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“SOGNI RUBATI”, L’ULTIMO DECENNIO FASCISTA A POZZUOLI RACCONTATO DA SIGLINDA GENTILE LOPEZ

Ambientato tra Pozzuoli, la penisola sorrentina e la Marsica nel decennio 1935-1945, epoca in cui si consolida il fascismo e scoppia la tragedia della guerra, Sogni rubati di Siglinda Gentile Lopez, edito da MEF, è la narrazione dettagliata e a tratti cruda, di una società perennemente in conflitto tra quanti sostengono Mussolini e chi invece lo contesta e contrasta mettendo a repentaglio la propria vita e la sicurezza della propria famiglia pur di osteggiare le brutture del fascismo culminanti nelle leggi razziali  e nell’adesione al conflitto bellico al fianco di Hiltler.

Sullo sfondo di questo agghiacciante scenario, si intrecciano le storie di uomini e donne che, nonostante la repressione, la persecuzione agli ebrei e l’incubo della guerra, lottano con tutte le forze per dare corpo ai propri sogni e alle proprie ambizioni.

Con una scrittura asciutta e lineare, priva di sussulti emotivi – diversamente da quella che caratterizza il suo primo romanzo Pietre al sole dove invece il coinvolgimento emozionale del narratore lo si percepisce chiaramente – con il sostegno di un lungo lavoro di ricerca storica, senza mai cadere nella retorica, attraverso le vicende delle famiglie Franchi e Caravella – la prima dichiaratamente anti; la seconda schierata con il regime, in particolare le donne che intravedono nei gerarchi la chiave per il successo sociale e artistico e quindi vi si concedono sfacciatamente, incuranti di ridicolizzare il capofamiglia la cui nomea di cornuto uomo molle è nota a tutti –  la Gentile ricama un romanzo storico nella migliore tradizione del genere, accedendo i riflettori sulla Pozzuoli dell’epoca; mettendone in risalto le svariate storture e contraddizioni; rendendo omaggio a quanti persero la vita a causa del fascismo e della guerra, citando nomi e cognomi. […]

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PALAZZO VECCHIONE MAGLIONE, “UNA DIMORA FILOSOFALE IN POZZUOLI”

A molti il termine Dimore Filosofali dirà poco o nulla. Viceversa dirà tanto agli studiosi e agli appassionati di ermetismo, alchimia in particolare: LE DIMORE FILOSOFALI è il titolo di una delle opere del famoso alchimista francese Fulcanelli vissuto nel ventesimo secolo.

Nelle Dimore Filosofali, esaminando i fregi in bassorilievo e i dipinti che decorano gli esterni e gli interni di alcune antiche e nobili case dispiegate sul territorio francese e belga, lo studioso cerca di dimostrare che quegli addobbi furono realizzati seguendo gli stessi canoni legati all’antica tradizione iniziatica, dove nulla era lasciato al caso, con cui nel remoto passato vennero edificati i templi e in epoca più recente le cattedrali gotiche.

Mediante quelle statue e disegni i decoratori, nella fattispecie gli scalpellini, mentre scolpivano e dipingevano, seminavano indizi attinenti al cammino che l’uomo avrebbe dovuto compiere per realizzare la Grande Opera – la trasmutazione del piombo in oro simboleggiante il passaggio dallo stato materiale a quello spirituale –  che solo gli iniziati alla tradizione sacra sarebbero in grado riconoscere, comprendere e realizzare.

Molti anni dopo, seguendo la stessa logica del Fulcanelli, la compianta storica flegrea Lina Sansone Vagni, dopo aver pubblicato nel 1992 il suo ineguagliabile capolavoro sulla figura di Raimondo di Sangro Principe di San Severo, nel 1994 diede alle stampe un libricino dal titolo eloquente UNA DIMORA FILOSOFALE IN POZZUOLI, edito da Bastogi. […]

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IN LIBRERIA “DIALETTO PUTEOLANO” DI SALVATORE BRUNETTI

Edito per la prima volta nel 2019 con il contributo di Lux in Fabula – all’epoca ne furono stampate cento copie, ognuna autografata dall’autore -, DIALETTO PUTEOLANO di Salvatore Brunetti è finalmente in libreria in una nuova edizione riveduta e corretta edita da NEW MEDIA PRESS.

Il testo, novità assoluta nel suo genere, fu scritto su insistenza del maestro Roberto De Simone dopo che lo stesso aveva avuto modo di apprezzare il precedente lavoro di Brunetti sul dialetto napoletano.

Il volume è strutturato come un vero e proprio testo di grammatica: si parte dall’analisi dell’alfabeto, passando per la coniugazione dei verbi, finendo in appendice con testi esplicativi.

Nel “prologo” si spiega il motivo dell’utilizzo delle lettere straniere: “j (gei) al posto della i italiana” per evitare “che più vocali si trovino strettamente legate in successione, nel dichiarato intento di rendere più fluida la parola”. Oppure, a proposito degli accenti: “nel dialetto puteolano il ricorso all’accento scritto è spesso imprescindibile per le numerose parole dalla dubbia pronuncia, che in quanto dialettali sono poco conosciute al di fuori dei propri ambiti”. […]

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L’ULTIMA NOTTE, STORIA DI UN RACCONTO NATO PER CASO

All’epoca in cui scrissi L’ultima Notte, non avevo ancora compiuto 18 anni. Come tanti ragazzi della mia età, tra le mie fantasie erotiche nutrivo quella di vivere una storia d’amore con una bella donna molto più grande di me che mi iniziasse ai segreti dell’amore.

Fu così che, solleticato da questa idea trasgressiva, battei a macchina un racconto di nove cartelle che, insieme a molti altri, per oltre dieci anni decantò in una cartellina nel cassetto della scrivania.

Quando agli inizi dell’estate del 1996 acquistai il mio primo computer, decisi di trascrivere sui floppy i racconti di quando ero ragazzo.

Non appena iniziai a copiare L’ultima Notte, dopo le prime due pagine, mi bloccai davanti allo schermo come ipnotizzato.

All’improvviso percepii che quel racconto doveva “respirare”, che meritava molto più spazio, che la storia d’amore tra il giovane Kayfa e l’esperta Miryam doveva essere narrata in maniera estesa.

Così come meritava molto più spazio la figura di Omar, il pescatore egiziano che, con la propria saggezza, cercherà di dissipare i dubbi del protagonista sull’amore e sulla vita. […]

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