Con la presentazione del romanzo storico di Enza D’Esculapio LA TENUTA DEI MELOGRANI (Homo Scrivens), venerdì 24 giugno, presso la biblioteca comunale di Bacoli “PLINIO IL VECCHIO”, si è conclusa la prima edizione della rassegna culturale LA MUSA FLEGREA, ideata e condotta dalla scrittrice/poetessa Annamaria Varriale, con la collaborazione del poeta Giuseppe Vetromile.

“LA MUSA FLEGREA” dà appuntamento al prossimo autunno.

Con la presentazione del romanzo storico di Enza D’Esculapio LA TENUTA DEI MELOGRANI (Homo Scrivens), venerdì 24 giugno, presso la biblioteca comunale di Bacoli “PLINIO IL VECCHIO”, si è conclusa la prima edizione della rassegna culturale LA MUSA FLEGREA, ideata e condotta dalla scrittrice/poetessa Annamaria Varriale, con la collaborazione del poeta Giuseppe Vetromile.

Nata con l’intento di miscelare tra loro linguaggi culturali apparentemente diversi quali poesia e narrativa, al fine di dimostrare che le diversità hanno un loro filo conduttore che le rende simili tra loro, la rassegna ha visto la partecipazione di un nutrito gruppo di artisti e letterati: Lello Agretti e Nicola Magliulo con “Passacaglia“; Aldo Putignano e Serena Venditto con “PETROSINO, il Terrore della Mano Nera“;- Giuseppe Vetromile e Nicola Magliulo con “ESERCIZIO ALL’ESISTENZA” – i giovani poeti di Rivista Letteraria Mosse di Seppia con “VERSI VEGETALI”; Enza D’Esculapio e Chiara Tortorelli con “LA TENUTA DEI MELOGRANI “, Anita Pavone con il monologo “LL’ADDORE D’ ’O MARE”. […]

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Quando la neve cade, lo fa in silenzio. Una forma di pudore che si addice al  suo candore. Se poi lo fa di notte, nessuno se ne accorge. Solo quando, una volta svegli, si alzano le persiane se ne acquisisce consapevolezza perché si ha la sorpresa di ritrovarsi in uno scenario dove il paesaggio multicolore che fino al giorno prima animava la montagna, ha lasciato spazio a quella tinta uniforma che richiama alla mente le vesti degli angeli, la purezza dei fanciulli, la virtù delle vergini.

Raggiolo innevata, una candida poesia

Quando la neve cade, lo fa in silenzio. Una forma di pudore che si addice alla sua sincerità. Se poi lo fa di notte, nessuno se ne accorge. Solo quando, una volta svegli, si alzano le persiane se ne acquisisce consapevolezza perché si ha la sorpresa di ritrovarsi in uno scenario dove il paesaggio multicolore che fino al giorno prima animava la montagna, ha lasciato spazio a quella tinta uniforme che richiama alla mente le vesti degli angeli, la purezza dei fanciulli, la virtù delle vergini. Ed è allora che, guardandoti intorno, hai la sensazione di vivere in una dimensione surreale, dove il tempo sembra essersi fermato e il paradiso trasferitosi in terra.

Osservando il paesaggio immacolato ti sembra di ritrovarti davanti a un foglio di carta su cui una mano d’artista ha cancellato in più punti il disegno che lo ravviva, svelandone la naturale purezza. E allora è come se percepissi la tua anima sussurrare una semplice parola, “casa”, perché quello scenario le ricorda la sua patria divina. Quella patria cui, si dice, ritornerà quando avrà concluso il proprio cammino terreno. Ovviamente se si crede nell’esistenza e nell’immortalità dell’anima. Diversamente si resterà ammaliati da quello scenario così come accade quando si ammira un’opera d’arte, magari chiedendosi chi ne sia l’artefice per complimentarsi con lui. […]

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