Torn & Frayedsottomarini di superficie |
Dopo che il Parsi fu sparito, avvenne che fossi io colui che le Parche destinarono a prodiere di Achab, quando quel prodiere prese il posto vacante; e sempre io colui che, quando l'ultimo giorno i tre uomini furono sbalzati fuori dalla lancia rollante, fu sbattuto a poppa. Così, galleggiando ai bordi della scena che seguì ed essendone in tutto spettatore, quando il risucchio affievolito della nave affondata mi raggiunse, allora venni trascinato, ma lentamente, verso il vortice che si chiudeva. Quando vi giunsi, si era placato in una pozza di lattea schiuma. In tondo, allora, sempre in tondo a circoli via via più stretti che mi avvicinavano alla bolla nera simile a un bottone, sull'asse di quel cerchio che roteava lento, novello Issione io girai. Infine, toccando quel centro vitale, la bolla nera scoppiò; e allora, liberata dalla sua molla ingegnosa e risalita con gran forza, per la sua leggerezza, alla superficie, la bara-salvagente sfrecciò in tutta la sua lunghezza fuor d'acqua, ricadde, e mi galleggiò accanto. Tenuto su da quella bara, quasi per tutto il corso d'un giorno e d'una notte fluttuai su di un oceano molle e funereo. Inoffensivi, i pescicani mi guizzavano accanto come se avessero un catenaccio alla bocca; i selvaggi falchi marini trascorrevano via col becco inguainato. Il secondo giorno, un veliero si avvicinò e mi raccolse, finalmente. Era la «Rachele» che incrociava raminga e che, tornando sui suoi passi alla ricerca dei figli perduti, trovò solo un altro orfano.
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Post n°16 pubblicato il 22 Settembre 2014 da call.me.Ishmael
Quindicesimo giorno di navigazione Fu quando giungemmo a mezza costa dello scosceso vallone che udimmo qualcosa che non avremmo mai pensato di sentire al termine di quella sventurata giornata. Si trattava chiarissimamente di spari e provenivano dalla pianura ove più abitata era l'isola. Non si trattava di raffiche di fucileria rabbiosa ma di spari isolati e simili a esplosioni di colubrine. "Che il cielo mi danni se questi non sono scoppi di vecchi moschetti! Il mio vecchio ne tiene una collezione e talvolta mi fece sparare con uno di quegli archibugi. Mai ne dimenticherò il rinculo e il contraccolpo. E di questo, per l'inferno, si tratta!". rimasi allibito e non faticai ben presto a concordare con il mio gabbiere Smithson. I colpi non erano in nulla simili alle secche detonazioni delle nostre armi. Sembravano, al contrario, provenire da qualche arcipelago remoto del passato. Un sabba mirabolante di antichissime spingarde, rimesse a nuovo e spolverate per celebrare chissà quale nuova diavoleria che in quella terra, scordata da Dio, aveva luogo. "Reynolds" Urlai ferocemente "E ora come si spiega questo?". IL pastore, che al momento delle prime detonazioni si era gettato ventre a terra, rialzò il capo silenziosamente. Nonostante la sua posizione non fosse delle più coraggiose, il suo viso era fermo e gli occhi selvaggiamente circonfusi da cerchi bollenti. "è come ci attendevamo. LUI al segnale convenuto li ha liberati ed ora stanno compiendo strage per ogni dove nell'isola. Si sono sparpagliati ovunque quei vecchi demoni e ora stanno ultimando il loro laido dovere." Fu a quel punto che persi definitiva mente le staffe e me ne pento ancor oggi. Mi lanciai senza riflettere o contenermi sul Pastore e lo afferrai barbaramente per la collottola. Lo scossi dall'alto verso il basso più e più volte, urlandogli sul volto tutta la mia indignazione e rabbia. Poi, dopo avere concluso il mio sfogo lo scaraventai contro un miserabile alberello che sorgeva, unico e penoso nell'arido terreno semidesertico della Discesa. Ero irriconoscibile. Ancora una di quelle sorprese e contraffazioni della Verità, e avrai fatto giustizia con la mia sciabola di tutte le menzogne che Padre Reynolds ci aveva ammanito dal momento del nostro sbarco. "Rimettiamoci in marcia, prete. Adesso!". E portaci da questo Frate. Che finalmente il mistero abbia a svelarsi e che le lerce macchinazioni avvenute a nostra insaputa si manifestino, alla fine. Io e la mia gente temiamo meno il centro della Pugna che i vigliacchi Inganni". Senza aggiungere motto il Pastore si rifece eretto e si pose alla sommità della nostra piccola colonna per guidarci, senza più esitazioni, verso il romitaggio di quello strano personaggio che pareva galleggiare sopra i nostri pensieri e dentro le nostre più recondite paure. Fu in quella maniera che percorremmo almeno due miglia, allontanandoci sempre più dall'eco delle detonazioni e di quelle che ci parevano grida lontane e smorzate. Giungemmo alfine a uno spettrale avvallamento nel terreno, tanto più simile a un pozzo e quanto più somigliante al rifugio di un anacoreta in vena di stordire i suoi rari visitatori con le forti impressioni che solo la Natura selvatica può offrire. Si trattava di una crepa ben infissa fra pietre giallognole e bianche, la quale digradava in modo sorprendente verso la vena perpendicolare di un ruscello che sprofondava, a sua volta, nelle viscere del Basamento portante in granito e rimbalzava sugli spuntoni sporgenti sino a fare perdere l'idea che dentro quel balzo orrendo potesse decidersi a vivere un uomo, per quanto santo e dedito alle macerazioni dell'Isolamento. Una spettrale serie di gradini concentrici e sbalzati da una nuda vena di quarzo recava verso il basso, mentre lo scroscio del ruscelletto rombava nelle nostre orecchie nel mentre che avevamo deciso, senza alcuna remora, di discendere nelle viscere di quella bizzarra magione.
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Inviato da: cassetta2
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Inviato da: several1
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Inviato da: Indicativoimperfetto
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