Torn & Frayedsottomarini di superficie |
Dopo che il Parsi fu sparito, avvenne che fossi io colui che le Parche destinarono a prodiere di Achab, quando quel prodiere prese il posto vacante; e sempre io colui che, quando l'ultimo giorno i tre uomini furono sbalzati fuori dalla lancia rollante, fu sbattuto a poppa. Così, galleggiando ai bordi della scena che seguì ed essendone in tutto spettatore, quando il risucchio affievolito della nave affondata mi raggiunse, allora venni trascinato, ma lentamente, verso il vortice che si chiudeva. Quando vi giunsi, si era placato in una pozza di lattea schiuma. In tondo, allora, sempre in tondo a circoli via via più stretti che mi avvicinavano alla bolla nera simile a un bottone, sull'asse di quel cerchio che roteava lento, novello Issione io girai. Infine, toccando quel centro vitale, la bolla nera scoppiò; e allora, liberata dalla sua molla ingegnosa e risalita con gran forza, per la sua leggerezza, alla superficie, la bara-salvagente sfrecciò in tutta la sua lunghezza fuor d'acqua, ricadde, e mi galleggiò accanto. Tenuto su da quella bara, quasi per tutto il corso d'un giorno e d'una notte fluttuai su di un oceano molle e funereo. Inoffensivi, i pescicani mi guizzavano accanto come se avessero un catenaccio alla bocca; i selvaggi falchi marini trascorrevano via col becco inguainato. Il secondo giorno, un veliero si avvicinò e mi raccolse, finalmente. Era la «Rachele» che incrociava raminga e che, tornando sui suoi passi alla ricerca dei figli perduti, trovò solo un altro orfano.
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Giorni a terra. XI.
Post n°51 pubblicato il 03 Agosto 2015 da call.me.Ishmael
Giorni a terra. XI. Volai nella mia stamberga senza rendermi nemmeno conto di essermi riuscito a orientare nel gomitolo di viuzze e vicoli che farciva la città vecchia. Salì le scale e mi rifugiai nella mia minuscola stanza gettandomi sul letto con il cuore in gola. Poi estrassi dalla tasca il piccolissimo manufatto e lo esaminai con cura: non era diverso dalla altre statuine che avevo visto lavorate dai fanciulli di San Juan De La Réunion, se non che questo possedeva un'aria violentemente sinistra, e le fattezze del sacro volto rappresentatovi parevano deformate da un ghigno irridente e irritante, qualcosa che potesse ferirvi al solo contatto e visione. Ma ciò che mi sconvolgeva in maniera particolare era le lacrime di sangue che erano scorse lungo le guance e sembravano essersi fuse con il materiale usato per la manifattura dell'oggetto stesso. Provai a grattare furiosamente le strisce ematiche ma ottenni il solo risultato di incidermi le unghie e di digrignare i denti dal dolore. Era perfettamente inutile e lo realizzai ben presto. Le lacrime di sangue non erano state aggiunte in un secondo tempo ma erano perfettamente mescolate al materiale, anzi ne erano parte integrante e rappresentavano una visione alternativa delle rassicuranti madonnine vendute dai giovanissimi artigiani a ogni angolo di strada. Gettai con rabbia la statuetta diabolica in un angolo della stanza e Mi abbandonai sul letto. Era stata una giornata ferale e le immagini dei fanciulli costretti a quel lavoro abominevole si mescolavano al volto di Padre Reynolds, con la sua faccia larga e paciosa, il sorriso largo e la barba di qualche giorno. Uno stereotipo lontanissimo dallo sfruttatore e taglieggiatore di bambini innocenti, eppure non potevo fare a meno di volgere, continuamente, in quella direzione i miei pensieri. Non Mi convinceva la favoletta allungatami dal Pastore sulla rinascita dell'Isola attraverso la fatica dei suoi umilissimi figli, Né vedevo in Lui la garanzia che i ragazzini non sarebbero stati sfruttati ma, forse, l'esatto contrario. Senza accorgermene Mi appisolai e scivolai dalla veglia al sogno. Vidi, uscire dall'acqua creature bizzarre con il volto di quei poveri fanciulli ma il corpo deformato da branchie e pinne grandissime. Vidi Padre Reynolds, nudo e con le pudenda bene in mostra, che additava, davanti a tutti, il terreno su cui stavano sbarcando. Poi quello che sembrava il vecchio String Fellow con l'infame statuetta cosparsa di sangue al posto della testa e una lunga sciabola nella mano sinistra. Infine assistetti allo sbarco di tutto il popolo di San Juan De La Réunion. Gente che ormai non possedeva più nulla di umano. Bizzarri incroci e mostri efferati. Mi svegliai che era mattino e madido di sudore. Ben presto, per rassicurarmi, attribuì al digiuno del giorno precedente le mie visioni. Poi decisi, dopo essermi rinfrescato di mettermi sulle tracce del mio gabbiere, Grant Phillips, per un progetto forse assurdo che mi ballonzolava feroce per il cranio. |
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