Torn & Frayedsottomarini di superficie |
Dopo che il Parsi fu sparito, avvenne che fossi io colui che le Parche destinarono a prodiere di Achab, quando quel prodiere prese il posto vacante; e sempre io colui che, quando l'ultimo giorno i tre uomini furono sbalzati fuori dalla lancia rollante, fu sbattuto a poppa. Così, galleggiando ai bordi della scena che seguì ed essendone in tutto spettatore, quando il risucchio affievolito della nave affondata mi raggiunse, allora venni trascinato, ma lentamente, verso il vortice che si chiudeva. Quando vi giunsi, si era placato in una pozza di lattea schiuma. In tondo, allora, sempre in tondo a circoli via via più stretti che mi avvicinavano alla bolla nera simile a un bottone, sull'asse di quel cerchio che roteava lento, novello Issione io girai. Infine, toccando quel centro vitale, la bolla nera scoppiò; e allora, liberata dalla sua molla ingegnosa e risalita con gran forza, per la sua leggerezza, alla superficie, la bara-salvagente sfrecciò in tutta la sua lunghezza fuor d'acqua, ricadde, e mi galleggiò accanto. Tenuto su da quella bara, quasi per tutto il corso d'un giorno e d'una notte fluttuai su di un oceano molle e funereo. Inoffensivi, i pescicani mi guizzavano accanto come se avessero un catenaccio alla bocca; i selvaggi falchi marini trascorrevano via col becco inguainato. Il secondo giorno, un veliero si avvicinò e mi raccolse, finalmente. Era la «Rachele» che incrociava raminga e che, tornando sui suoi passi alla ricerca dei figli perduti, trovò solo un altro orfano.
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Casa. I.
Post n°82 pubblicato il 18 Marzo 2016 da call.me.Ishmael
Casa. I. Sollevai, scarno, il braccio, cercando di articolare qualche parola, ma venni subito respinto indietro dal dottor Carson, che non la smetteva di passarmi un panno bagnato sul viso e di sussurrarmi parole di ruvido conforto all'orecchio. "Si tratta certamente di un miracolo" Fece il mio pastore Peter Elbows mentre non la smetteva di tracciare grandi croci davanti al mio letto e di biascicare lunghe preghiere. I miei due vecchi amici, James Frampton e Isaac Doherty, non riuscivano a trattenere la loro gioia e ballavano assieme, con leggerezza, a fianco del mio letto. Mia madre, Veronica, aveva ritratto il vassoio con il pane e la brocca d'acqua, quasi intimidita mentre mio padre, John Silver Thompson se ne stava rigido al suo posto, senza lasciar trapelare la minima emozione malgrado il brillare dei suoi occhietti la dicesse lunga sulla gioia che albergava in lui. Mio nonno materno Caleb Household continuava a misurare avanti e indietro la stanza facendo risuonare il suo pesante bastone da passeggio e gettando, di sguincio, occhiate soddisfatte al mio giaciglio. "Era febbre terzana, figliolo. non so davvero come tu sia riuscito a cavartela". Mormorava il medico sottovoce, in modo che solo Io potessi udirlo. Non intendeva spaventare ulteriormente i miei genitori e i presenti al mio risveglio. Per quanto mi riguardava, ero al settimo cielo, euforico ed esaltato. Con addosso l'argento vivo per avere compreso che la mia avventura nell'arcipelago di San Juan de la Réunion era stato null'altro che un'avventura onirica causata dalla malaria. Abbassai le coperte e appoggiai l il dorso allo schienale del letto. Mi sentivo talmente bene da esigere spiegazioni sulla vita reale che avevo attraversato prima di sprofondare in quel sogno allucinato e febbrile. I presenti insistevano a farmi riposare ma ero irremovibile. Agguantai solo un tozzo di pane e vuotai un sorso d'acqua, poi mi misi a braccia incrociate, attendendo che qualcuno narrasse. Tutti i presenti si fissarono, finché James Frampton, il mio carissimo amico di una vita, prese la parola guardandomi fisso nelle pupille stanche. "è presto detto, amico. Ti eri imbarcato su una nave di lungo diporto, che faceva rotta attraverso l'Atlantico, e aveva tappa in un arcipelago di isole chiamato San Juan de la Réunion. Lì ti sei beccato la malaria e sei stato in deliquio sulla nave fino al tuo ritorno in Inghilterra. Il chinino ti ha probabilmente salvato ma eri talmente malridotto che sei tornato nella tua casa avita da Nantucket su un postale, per trascorrervi gli ultimi giorni di agonia. Si pensava fosse la scelta migliore: farti raggiungere la Casa di Dio partendo dalla tua abitazione terrena. E invece eccoci qui. Merito del dottor Carson, vecchia pellaccia!" Abbassai gli occhi e cercai di trovare dentro me stesso tutti i frammenti del sogno e di incastrarli con precisione sino a formare un quadro completo. E...sorpresa: la cosa mi riusciva perfettamente. In modo diverso rispetto al risveglio, che tutto cancella delle avventure oniriche notturne, Io ero in grado di ricostruire ognuno dei miei fantastici eventi, concatenati e precisi. Come se li avessi vissuti veramente giusto pochi istanti prima. |
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