Torn & Frayedsottomarini di superficie |
Dopo che il Parsi fu sparito, avvenne che fossi io colui che le Parche destinarono a prodiere di Achab, quando quel prodiere prese il posto vacante; e sempre io colui che, quando l'ultimo giorno i tre uomini furono sbalzati fuori dalla lancia rollante, fu sbattuto a poppa. Così, galleggiando ai bordi della scena che seguì ed essendone in tutto spettatore, quando il risucchio affievolito della nave affondata mi raggiunse, allora venni trascinato, ma lentamente, verso il vortice che si chiudeva. Quando vi giunsi, si era placato in una pozza di lattea schiuma. In tondo, allora, sempre in tondo a circoli via via più stretti che mi avvicinavano alla bolla nera simile a un bottone, sull'asse di quel cerchio che roteava lento, novello Issione io girai. Infine, toccando quel centro vitale, la bolla nera scoppiò; e allora, liberata dalla sua molla ingegnosa e risalita con gran forza, per la sua leggerezza, alla superficie, la bara-salvagente sfrecciò in tutta la sua lunghezza fuor d'acqua, ricadde, e mi galleggiò accanto. Tenuto su da quella bara, quasi per tutto il corso d'un giorno e d'una notte fluttuai su di un oceano molle e funereo. Inoffensivi, i pescicani mi guizzavano accanto come se avessero un catenaccio alla bocca; i selvaggi falchi marini trascorrevano via col becco inguainato. Il secondo giorno, un veliero si avvicinò e mi raccolse, finalmente. Era la «Rachele» che incrociava raminga e che, tornando sui suoi passi alla ricerca dei figli perduti, trovò solo un altro orfano.
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Post n°21 pubblicato il 28 Ottobre 2014 da call.me.Ishmael
Ventesimo giorno di navigazione Attraversammo una landa desolata sempre alle calcagna dello strano individuo con il cadavere sulle spalle. Avvicinandoglisi più strettamente potemmo notare che la sua giubba bianca era lercia e strappata in più punti e tracce di terra fresca gli si staccavano dal corpo per rotolare al suolo senza un tonfo. La scena era quanto mai paradossale: Noi eravamo distribuiti a raggera alla sua schiena e non perdevamo un movimento dello strano sciacallo, mentre Lui, ignaro di tutto e sicuro di sé avanzava per nulla imbarazzato dal peso nudo che si trascinava addosso. Aveva acceso la pipa e dava grossi sbuffi mentre, nelle pause, intonava fischiettando una marcetta di guerra. Fu quando superò una cengia che lo perdemmo di vista e ci guardammo Tutti negli occhi. Tenendoci bassi arrivammo alla cengia ed infine strisciammo fino alla sommità della cresta, poi ci piazzammo ben celati ad osservare quello che ci si parava di fronte. Era un vero e proprio accampamento. Vedemmo il nostro uomo avanzare fino a una pila di cadaveri e rovesciare il suo alla sommità. Ogni corpo era stato spogliato accuratamente e insieme formavano una piramide di alcuni metri. tutto intorno brulicava l'attività e un raggruppamento di diversi predoni era intento alle pratiche più svariate. V'era chi girava su spiedi giganteschi quelli che sembravano essere lunghi maiali, altri grigliavano su improvvisate graticole robusti pezzi di carne, e un odore decisamente nauseabondo si sollevava da tutto l'accampamento e lo impregnava brutalmente. I membri di quella orrenda combriccola erano quanto mai diversi ed uguali: si percepiva nettamente che un tempo avevano fatto parte della stessa Comunità di bucanieri ma ora, pur mostrando ancora segni di contiguità e confidenza tra loro, erano uno spettacolo variegato e particolare, come se ognuno fosse silenziosamente intento al proprio compito e non si curasse più di tanto dell'opinione o della facezia del compagno. In poche parole: impegnati nella propria singola attività non facevano caso al movimento altrui e si attenevano a uno stretto codice di indifferenza. La loro stessa espressione era vacua e ipnotica. Non si agitavano né acceleravano il passo per nessuna ragione. Portavano a termine il loro compito quasi fossero avvolti dai fumi dell'oppio. Fu lì che vedemmo per la prima volta il capitano Stringfellow. Stava discosto da tutto l'andirivieni della sua ciurma e fissava ora una vecchia mappa, ora i volti vuoti e inconsistenti degli uomini che gli transitavano a fianco. Tutto dava l'aria di un Consiglio di guerra con un solo, unico e riconosciuto Comandante. E questi, con le braccia conserte era più intento ad astruse meditazioni che a pianificare complessi progetti di battaglia. Si trattava di un uomo ancora giovane e mortalmente pallido, una delicata peluria biondo-cenere gli copriva a chiazze le guance e le labbra mentre i capelli sottili e lunghi erano raccolti in una coda tenuta insieme da un nastro rosso. Il naso era lungo e terminante in un piccolo e non fastidioso becco mentre le sopracciglia era folte e bizzarramente vitali. Aveva una bocca sottile e ben disegnata, così precisa da sembrare disegnata da una matita di carbone. Una fredda cicatrice gli calava lungo tutto lo zigomo sinistro ma non riusciva ad alterare i tratti complessivamente gradevoli della sua fisionomia. Restammo a visionare il fervore delle attività nel campo provvisorio e mentalmente facemmo tutti due calcoli: eravamo ben armati e, diversamente dalle ferraglie che tutti i pirati si portavano addosso, le nostre armi erano ultimo modello, agili e mortalmente efficienti. Ci guardammo tutti e capimmo immediatamente di recare lo stesso pensiero: Non sarebbe stato un problema sopraffare l'equipaggio che ci stava di fronte e gettare a mare quella ciurmaglia con tutti i suoi riti bizzarri e maledetti. Ma il problema era che dovevamo prima capire, Finora ci avevano tirato per la giacchetta in ogni modo su quell'Isola misteriosa senza farci comprendere nulla. Era il momento di dipanare il mistero e potevamo farlo in una sola maniera. MI sollevai in piedi senza fucile e agitai le braccia verso il campo. |
Inviato da: cassetta2
il 11/11/2020 alle 18:29
Inviato da: several1
il 07/11/2019 alle 17:08
Inviato da: Lutero_Pagano
il 02/11/2019 alle 09:52
Inviato da: Estelle_k
il 31/10/2019 alle 14:09
Inviato da: Indicativoimperfetto
il 31/10/2019 alle 14:05