Torn & Frayedsottomarini di superficie |
Dopo che il Parsi fu sparito, avvenne che fossi io colui che le Parche destinarono a prodiere di Achab, quando quel prodiere prese il posto vacante; e sempre io colui che, quando l'ultimo giorno i tre uomini furono sbalzati fuori dalla lancia rollante, fu sbattuto a poppa. Così, galleggiando ai bordi della scena che seguì ed essendone in tutto spettatore, quando il risucchio affievolito della nave affondata mi raggiunse, allora venni trascinato, ma lentamente, verso il vortice che si chiudeva. Quando vi giunsi, si era placato in una pozza di lattea schiuma. In tondo, allora, sempre in tondo a circoli via via più stretti che mi avvicinavano alla bolla nera simile a un bottone, sull'asse di quel cerchio che roteava lento, novello Issione io girai. Infine, toccando quel centro vitale, la bolla nera scoppiò; e allora, liberata dalla sua molla ingegnosa e risalita con gran forza, per la sua leggerezza, alla superficie, la bara-salvagente sfrecciò in tutta la sua lunghezza fuor d'acqua, ricadde, e mi galleggiò accanto. Tenuto su da quella bara, quasi per tutto il corso d'un giorno e d'una notte fluttuai su di un oceano molle e funereo. Inoffensivi, i pescicani mi guizzavano accanto come se avessero un catenaccio alla bocca; i selvaggi falchi marini trascorrevano via col becco inguainato. Il secondo giorno, un veliero si avvicinò e mi raccolse, finalmente. Era la «Rachele» che incrociava raminga e che, tornando sui suoi passi alla ricerca dei figli perduti, trovò solo un altro orfano.
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Giorni a terra. XXIII.
Post n°63 pubblicato il 29 Ottobre 2015 da call.me.Ishmael
Giorni a terra. XXIII Iniziammo a girare per il porto spargendo la voce che la Lebanon sarebbe stata pronta nuovamente a salpare e che si cercava un equipaggio disposto ad affrontare una rotta transoceanica verso l'isola di San Juan de la Réunion. Appendemmo nelle bettole annunci nei quali Il Capitano Thompson in persona si faceva garante di questa spedizione insieme al suo secondo James Mitchell Osterberg. Poi ci sedemmo, Io, Osterberg e Philipps il gabbiere ad attendere in una taverna che avevamo scelto come recapito dalle 20 di sera fino a mezzanotte. E fu in questa maniera che recuperammo una fetta dell'equipaggio che aveva condiviso la nostra avventura sull'Isola e che nutriva per il sottoscritto sentimenti simili alla venerazione. Recuperammo Easter il cuoco, due mozzi, Pawlowski e Gretton, il carpentiere Stein, e rimediammo buona parte degli altri semplici marinai che erano sopravvissuti alle battaglie e agli scontri su quel lembo desolato di terra. In nessuno vidi l'ombra della paura e realizzai subito che i pensieri che mi avevano attraversato nelle lunghe notti a terra erano gli stessi che agitavano i giorni dei mie ragazzi ritrovati. E in essi v'era la consapevolezza di non avere portato a termine pienamente il proprio lavoro, bensì, al contrario la certezza che molto v'era ancora da operare per regolare tutti i conti lasciati in sospeso a San Juan de la Réunion. Compresi subito che non era la sete di un ingaggio a muoverli (avrebbero potuto trovare di meglio e di più sicuro su qualsiasi altra imbarcazione) ma l'affetto verso la propria vecchia crew e il suo giovane capitano, la determinazione a non campare sino alla morte con il senso di colpa di avere potuto compiere molto senza esservi riusciti. E la paura di castighi eterni per avere abbandonato alla miseria e al Demonio quei poveri Selvaggi da poco cristianizzati. Realizzai da subito di avere una truppa molto morigerata, qualcuno che la solitudine e troppi bicchieri di gin avevano ancor più temprato e reso follemente determinato, qualcuno che mi osservava da dietro le barbe e la pelle bruciata con una bibbia in mano e una pistola nell'altra. In pochi giorni disponemmo le ultime incombenze, radunammo i marmocchi di padre Reynolds e li disponemmo nella stiva con una certa libertà di movimento e le loro statuine artigianali, Issammo a bordo il pastore che ci avrebbe fatto anche da cappellano, firmammo le ultime incombenze, salutammo dalla riva il Signor Dawson e la signora Elizabeth, che piangeva e sventolava un fazzoletto bianco. Poi, il 25 luglio levammo gli ormeggi e ci dirigemmo in mare aperto. |
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