Torn & Frayedsottomarini di superficie |
Dopo che il Parsi fu sparito, avvenne che fossi io colui che le Parche destinarono a prodiere di Achab, quando quel prodiere prese il posto vacante; e sempre io colui che, quando l'ultimo giorno i tre uomini furono sbalzati fuori dalla lancia rollante, fu sbattuto a poppa. Così, galleggiando ai bordi della scena che seguì ed essendone in tutto spettatore, quando il risucchio affievolito della nave affondata mi raggiunse, allora venni trascinato, ma lentamente, verso il vortice che si chiudeva. Quando vi giunsi, si era placato in una pozza di lattea schiuma. In tondo, allora, sempre in tondo a circoli via via più stretti che mi avvicinavano alla bolla nera simile a un bottone, sull'asse di quel cerchio che roteava lento, novello Issione io girai. Infine, toccando quel centro vitale, la bolla nera scoppiò; e allora, liberata dalla sua molla ingegnosa e risalita con gran forza, per la sua leggerezza, alla superficie, la bara-salvagente sfrecciò in tutta la sua lunghezza fuor d'acqua, ricadde, e mi galleggiò accanto. Tenuto su da quella bara, quasi per tutto il corso d'un giorno e d'una notte fluttuai su di un oceano molle e funereo. Inoffensivi, i pescicani mi guizzavano accanto come se avessero un catenaccio alla bocca; i selvaggi falchi marini trascorrevano via col becco inguainato. Il secondo giorno, un veliero si avvicinò e mi raccolse, finalmente. Era la «Rachele» che incrociava raminga e che, tornando sui suoi passi alla ricerca dei figli perduti, trovò solo un altro orfano.
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Post n°19 pubblicato il 14 Ottobre 2014 da call.me.Ishmael
Diciottesimo giorno di navigazione "Sento la violenza e percepisco l'odio" Disse Geremia a un certo punto tendendo l'orecchio rattrappito, "Ma di nessuna di queste cose mi considero colpevole. Io ero il custode di un equipaggio dannato di bucanieri feroci. Come la stirpe dei Giganti li avevamo sepolti vivi sotto tonnellate di pietra e passavamo loro acqua e cibo appena sufficiente per sfamarsi e dissetarsi. E talvolta udivo il rumore di una pugna feroce che occorreva fra di Loro. Alla sommità della collina di massi che fungeva da cancello alle pratiche infernali di quegli esseri violenti, avevo collocato la statua della vergine, ed era scritto che, una volta scomparsa questa Io avrei aperto la botola e ne avrei lasciato scaturire i pirati perché l'Isola si sarebbe trovata in grande pericolo. Così ho fatto, disse indicando una fenditura nell' imponente frana, appena sufficiente per farvi passare un uomo di modesta statura alla volta. "Pazzo!" Gridò Reynolds "Tu hai gettato la popolazione in balìa di quegli esseri che non sono più uomini ma nemmeno bestie! Tu hai radunato individui condannati alla morte fisica e alla dannazione eterna, e gli hai dato nuova linfa facendoli uscire a quella luce che gli era stata preclusa per anni e che tale doveva restare sino alla loro completa estinzione per sfinimento e fame. Avrebbero dovuto sbranarsi le carni l'un l'altro e Tu gli hai offerto un nutrimento diverso, gettando fra le loro unghie adunche le sorti del nostro pacifico gregge." "Così era scritto" Replicò, calmo Geremia "Io non ho fatto altro che seguire le profezie e gli ammaestramenti di Chi, nella notte dei tempi, aveva previsto questi eventi, tali come si sono svolti." A queste parole il Pastore Reynolds perse definitivamente il ben del l'intelletto e si scagliò con tutte le sue forze sul piccolo e incartapecorito fraticello. Prima che Uno di Noi potesse intervenire già stavano rotolando insieme sul terreno, strappandosi le poche chiome, scambiandosi feroci colpi e insultandosi con termini che avrebbero fatto arrossire il più navigato e spietato dei corsari. Li osservammo intrecciati e scatenati nella loro rissa personale e solo dopo alcuni minuti riuscimmo a intervenire separando i contendenti, contusi, sbrecciati e ansimanti. Li rimettemmo in piedi e ancora si guardavano come due gatti selvatici, soffiando, sfoderando gli artigli e rizzando il pelo sulla schiena. "Ora basta!" Urlai sconvolto "Ho mantenuto il mio equipaggio nel timore di Dio e nel rispetto delle sue sacre parole, e ora mi ritrovo due suoi accorati rappresentanti, seppure di collegi diversi, a compiere gesti di guerra e a ferirsi non solo con le parole ma anche con gli atti. è inammissibile. Non voglio che la mia gente prenda la strada dello scetticismo e della blasfemia in seguito al pessimo esempio che Voi, come uomini di Chiesa, state fornendo." A queste mie parole i due religiosi parvero comprimersi e calmarsi. Abbandonarono gli atteggiamenti bellicosi e minacciosi e, pur continuando a scrutarsi in cagnesco, si ritirarono in buon ordine a diversi e opposti lati dell'immensa costruzione sotterranea. Mi avvicinai a Osterberg, il mio secondo, e gli sussurrai "Tu c'hai compreso qualcosa?". "Parola mia" Replicò "Se non è un linguaggio oscuro e denso d'allusioni. Qualcosa sotto lo strato di ampollose metafore si può ben decifrare ma Essi dovrebbero abbandonare l'odio reciproco che oscura i loro cervelli e spiegarsi più chiaramente." "Osterberg" Gli dissi "Puoi sentire gli spari e i colpi farsi più vicini, sopra. Di una cosa siamo certi: I Fantasmi non imbracciano colubrine, moschetti o schioppi e qualcuno, là fuori, sta facendo strage e imponendo la violenza. Ed è cosa ben concreta. Abbiamo il dovere di risalire alla superficie e vedere con questi nostri occhi una Realtà che potrebbe sconvolgerci più di tutti gli avvenimenti, già eccezionali, sperimentati finora. Evidentemente chi poteva spiegarci di questi due preti è andato fuori di senno e, per il momento non possiamo aspettarci una luce storica sugli eventi occorsi. Risaliamo dunque al sole, con le mani alle nostre armi, e cerchiamo di dipanare la matassa ingarbugliata di queste tristi faccende." |
Inviato da: cassetta2
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Inviato da: several1
il 07/11/2019 alle 17:08
Inviato da: Lutero_Pagano
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Inviato da: Estelle_k
il 31/10/2019 alle 14:09
Inviato da: Indicativoimperfetto
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