Torn & Frayedsottomarini di superficie |
Dopo che il Parsi fu sparito, avvenne che fossi io colui che le Parche destinarono a prodiere di Achab, quando quel prodiere prese il posto vacante; e sempre io colui che, quando l'ultimo giorno i tre uomini furono sbalzati fuori dalla lancia rollante, fu sbattuto a poppa. Così, galleggiando ai bordi della scena che seguì ed essendone in tutto spettatore, quando il risucchio affievolito della nave affondata mi raggiunse, allora venni trascinato, ma lentamente, verso il vortice che si chiudeva. Quando vi giunsi, si era placato in una pozza di lattea schiuma. In tondo, allora, sempre in tondo a circoli via via più stretti che mi avvicinavano alla bolla nera simile a un bottone, sull'asse di quel cerchio che roteava lento, novello Issione io girai. Infine, toccando quel centro vitale, la bolla nera scoppiò; e allora, liberata dalla sua molla ingegnosa e risalita con gran forza, per la sua leggerezza, alla superficie, la bara-salvagente sfrecciò in tutta la sua lunghezza fuor d'acqua, ricadde, e mi galleggiò accanto. Tenuto su da quella bara, quasi per tutto il corso d'un giorno e d'una notte fluttuai su di un oceano molle e funereo. Inoffensivi, i pescicani mi guizzavano accanto come se avessero un catenaccio alla bocca; i selvaggi falchi marini trascorrevano via col becco inguainato. Il secondo giorno, un veliero si avvicinò e mi raccolse, finalmente. Era la «Rachele» che incrociava raminga e che, tornando sui suoi passi alla ricerca dei figli perduti, trovò solo un altro orfano.
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Post n°38 pubblicato il 26 Marzo 2015 da call.me.Ishmael
Trentasettesimo giorno di navigazione Reynolds Mi si avvicinò stravolto, gli occhi vitrei e un sorriso idiota, che si avviava a diventare sempiterno, stampato proprio sotto la fronte ora sgombra di rughe preoccupate. Mi diede una mano per rialzarmi, di malavoglia, dal sasso su cui mi ero lasciato cadere, e Mi abbracciò forte. "Quella banda di mostri" Balbettò "Annientata, distrutta...mi pare quasi di non crederci". E mi tenne stretto per diversi minuti mentre Io non riuscivo a distogliere lo sguardo dalla distesa di cadaveri, folgorati dalla fine nelle più strane posizioni. "Ma la vicenda non è ancora conclusa" Mormorò improvvisamente mentre mi sfilava il kriss malese dalla cintura e si spiccava dalla mia persona in un baleno, mettendosi a camminare, di buona lena, verso Stringfellow. "No!" riuscì a urlare al massimo della mia voce appassita. Ma era troppo tardi. Padre Reynolds aveva affondato il kriss nel dorso del comandante ancora catatonico e immerso profondamente nel suo lutto. Questi, in un secondo, aveva subito realizzato la tragedia ed estratto istintivamente la pistola dal fodero in madreperla dove la custodiva, poi era caduto in ginocchio mentre il sacerdote troneggiava sopra di Lui, vittoriosamente. Un colpo, un ultimo colpo sinistro era risuonato e Reynolds era rinculato, prima verso l'alto, poi accasciandosi, sul terreno con un gemito terrificante. A quel punto Stringfellow aveva perso definitivamente coscienza ed era rotolato esanime vicino al prete. Nessuno del Mio equipaggio era accorso per valutare la situazione, così Mi mossi Io, ancora frastornato. Rovesciai sul dorso Padre Reynolds e notai immediatamente che la ferita inflittagli dal Capitano pirata non era mortale. Gli aveva infatti trapassato il braccio brutalmente, ma la palla era sortita e quindi con qualche impacco e l'arresto dell'emorragia, si sarebbe cauterizzata. "Morirò?" Arrivò a sussurrare il religioso. "Non credo proprio. è una brutta botta al braccio ma guarirà, Pastore." Feci una pausa silenziosa, fissandolo negli occhi cisposi "Ma perché ha fatto quello che ha fatto? Stringfellow andava assicurato a una qualche forma di giustizia. Perché Lei, Uomo seguace del Cristo e dell'Amore, lo ha pugnalato? Che motivo v'era se non la cieca e ottusa rivalsa, la pura e semplice vendetta umana?" Reynolds gemette e non smise di rotolarsi nella sofferenza della ferita. Compresi che le mie domande sarebbero cadute nel vuoto e urlai a Osterberg di venire a prendersi cura del prete. Il Mio Secondo aveva studiato medicina prima di imbarcarsi sulle navi di medio e lungo cabotaggio e spesso c'eravamo serviti di Lui per curare qualche banale malanno a bordo. Ora Gli chiedevo uno sforzo maggiore per accudire quella bizzarra figura di sacerdote invasato, mezzo pazzo e con istinti omicidi. Io, senza volerlo perché non era mia intenzione, Mi piegai su Stringfellow e Lo osservai mentre la Morte lo aveva colto con le braccia raccolte sul proprio petto intorno alla lama insanguinata che appena fuoriusciva. Gli radunai le mani a cupola sul cuore e mormorai una preghiera. Cercavo di rendere la sua anima oscura più leggera di fronte al grande balzo, e riflettei che se non l'avessi fatto Io, nessuno avrebbe speso una parola di fede per il Comandante di quella ciurma di Senza Dio. Mi sentivo in dovere di non spendere la mia pia intenzione solo per Chi era in buona posizione per vedersi spalancate le porte della Vita Eterna, ma anche per Chi avrebbe, forse, camminato nell'oscurità per eoni. Dopo avergli abbassato le palpebre mi rialzai ricoprendo con un pugno di sabbia il cadavere del Comandante Stringfellow, Bucaniere di Sua Maestà e cannibale per imperscrutabili scelte del Destino. Poi, ancora sentendo con un brivido i frammenti della statua della Vergine che barcollavano frantumati all'interno della Mia sacca, Mi avviai verso il resto dell'equipaggio, che si leccava le ferite e risparmiava sui sorrisi vittoriosi. |
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