Torn & Frayedsottomarini di superficie |
Dopo che il Parsi fu sparito, avvenne che fossi io colui che le Parche destinarono a prodiere di Achab, quando quel prodiere prese il posto vacante; e sempre io colui che, quando l'ultimo giorno i tre uomini furono sbalzati fuori dalla lancia rollante, fu sbattuto a poppa. Così, galleggiando ai bordi della scena che seguì ed essendone in tutto spettatore, quando il risucchio affievolito della nave affondata mi raggiunse, allora venni trascinato, ma lentamente, verso il vortice che si chiudeva. Quando vi giunsi, si era placato in una pozza di lattea schiuma. In tondo, allora, sempre in tondo a circoli via via più stretti che mi avvicinavano alla bolla nera simile a un bottone, sull'asse di quel cerchio che roteava lento, novello Issione io girai. Infine, toccando quel centro vitale, la bolla nera scoppiò; e allora, liberata dalla sua molla ingegnosa e risalita con gran forza, per la sua leggerezza, alla superficie, la bara-salvagente sfrecciò in tutta la sua lunghezza fuor d'acqua, ricadde, e mi galleggiò accanto. Tenuto su da quella bara, quasi per tutto il corso d'un giorno e d'una notte fluttuai su di un oceano molle e funereo. Inoffensivi, i pescicani mi guizzavano accanto come se avessero un catenaccio alla bocca; i selvaggi falchi marini trascorrevano via col becco inguainato. Il secondo giorno, un veliero si avvicinò e mi raccolse, finalmente. Era la «Rachele» che incrociava raminga e che, tornando sui suoi passi alla ricerca dei figli perduti, trovò solo un altro orfano.
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Post n°45 pubblicato il 11 Giugno 2015 da call.me.Ishmael
Giorni a terra. V. Erano voci di bambini e, per il poco che potessi occhieggiare dalla fessura, si accompagnavano a espressioni smarrite è sguardi spenti degli stessi. Erano seduti in circolo, appena illuminati dalla luce che il crepuscolo stava infiltrando, spossato, dall'ingresso principale. Formavano una tiepida corona lucida e discutevano ad alta voce ma senza levare le braccia in gesti plateali o accompagnare i loro discorsi con mimiche decise. Parevano troppo stanchi per azzannarsi ma, di certo, quella a cui assistevo era una lite in piena regola. Anche se sostenuta solo dalle espressioni verbali. Talvolta mi sfuggiva una lunga sezione delle requisitorie ma, con il passare dei minuti, mi risultava abbastanza chiara l'architettura centrale delle aspre diatribe. Punto fondamentale era che i ragazzi (Tutti provenienti dall'isola di San Juan de la Réunion) Non riuscivano più a sostenere i ritmi implacabili con cui Padre Reynolds Li costringeva a battere le strade per vendere le loro mercanzie e raggranellare il denaro che, diceva, sarebbe servito ai loro genitori ancora presenti sull'Isola. Erano stravolti e rivoltosi, arrabbiati e vendicativi. Non volevano più saperne del Pastore e dei suoi miserabili espedienti. Intendevano ribellarsi. L'unico inconveniente è che non sapevano come: ad allontanarsi, semplicemente, dal Pastore si correva il rischio di finire dalla padella nelle braci, preda di sfruttatori senza misericordia o assassini senza scrupoli. Un'eventualità che faceva rabbrividire più della familiare figura dello strozzino Reynolds. Così, un sacco di iniziative veniva posto sul terreno: Chi proponeva di strangolare il pastore, di infilarlo in un sacco e scaraventarlo nell'oceano, Chi proponeva di minacciarlo armati e di costringerlo a restituire tutto il maltolto che aveva messo da parte, Chi, addirittura, proponeva di imbarcarsi come clandestini sulla prima nave che faceva rotta attraverso l'isola di San Juan de la Réunion, e poi, giunti nei pressi, di impadronirsene con un colpo di mano. "Siamo bambini" si levò una voce spaventosa da un angolo della caverna che, sconvolto, non riuscivo a illuminare con lo sguardo. Poi ancora si andò avanti per una buona mezzora finché i fanciulli decisero di aggiornare la seduta a data da destinarsi e si levarono tutti assieme in piedi spegnendo il mozzicone di candela che, fino a quel punto, aveva illuminato la bizzarra scena della Cospirazione. Malcerto, scesi dal mio trespolo e mi nascosi dietro un cespuglio di rovi per osservare i ragazzini mentre uscivano dalla grotta e si recavano chissà dove, forse alcuni dei dormitori per giovani indigenti sparsi per la Città. Quando la colonna fu sortita completamente, allungai l'occhio sui due ragazzini che avevo colto in piazza a vendere statuette della Vergine, e, illuminato da chissà quale rivelazione o, forse, solo da semplice intuito, decisi di appuntare su di Loro le mie attenzioni e di seguirli negli spostamenti che, chissà! avrebbero potuto condurli in posti per Me rivelatori. Così, balzando di albero in albero e, raggiunta una delle vie periferiche della Cittadina, di stradina in stradina, mi posi a un deciso e dissimulato inseguimento. I ragazzi camminavano svelti e parevano conoscere come le loro tasche il gomitolo di stradine che si intrecciavano verso il Centro. Più volte, stordito, corsi il rischio di perderli di vista mentre sfrecciavano da un vicolo maleodorante all'altro. Finché, finalmente, raggiungemmo uno stretto porticato coperto da volte a botte e i giovanotti si infilarono per una strettissima scalinata che conduceva ai piani alti di una lurida stamberga che si fregiava fraudolentemente del titolo di Locanda. |
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