Torn & Frayedsottomarini di superficie |
Dopo che il Parsi fu sparito, avvenne che fossi io colui che le Parche destinarono a prodiere di Achab, quando quel prodiere prese il posto vacante; e sempre io colui che, quando l'ultimo giorno i tre uomini furono sbalzati fuori dalla lancia rollante, fu sbattuto a poppa. Così, galleggiando ai bordi della scena che seguì ed essendone in tutto spettatore, quando il risucchio affievolito della nave affondata mi raggiunse, allora venni trascinato, ma lentamente, verso il vortice che si chiudeva. Quando vi giunsi, si era placato in una pozza di lattea schiuma. In tondo, allora, sempre in tondo a circoli via via più stretti che mi avvicinavano alla bolla nera simile a un bottone, sull'asse di quel cerchio che roteava lento, novello Issione io girai. Infine, toccando quel centro vitale, la bolla nera scoppiò; e allora, liberata dalla sua molla ingegnosa e risalita con gran forza, per la sua leggerezza, alla superficie, la bara-salvagente sfrecciò in tutta la sua lunghezza fuor d'acqua, ricadde, e mi galleggiò accanto. Tenuto su da quella bara, quasi per tutto il corso d'un giorno e d'una notte fluttuai su di un oceano molle e funereo. Inoffensivi, i pescicani mi guizzavano accanto come se avessero un catenaccio alla bocca; i selvaggi falchi marini trascorrevano via col becco inguainato. Il secondo giorno, un veliero si avvicinò e mi raccolse, finalmente. Era la «Rachele» che incrociava raminga e che, tornando sui suoi passi alla ricerca dei figli perduti, trovò solo un altro orfano.
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Post n°105 pubblicato il 09 Marzo 2017 da call.me.Ishmael
La Casa di Paglia XXII Maccani si sedette sulla poltrona ed incrociò le braccia: "L'unica cosa chiara è che qualcuno, per ragioni elettorali, ha promesso accoglienza e cure avanguardistiche per il gruppo di disabili africani. Tutto senza preoccuparsi di fornire un'effettiva e certificata sistemazione ai pazienti. è stato un gioco sporco e qualcuno ora se la sta ridendo mentre noi finiamo con lo strangolarci. C'hanno abbandonato a regolare la questione nel più assoluto isolamento e Io mi sono trovato a firmare lo sgombero della Casa di Paglia senza avere una seria alternativa. L'unica rimane il centro di San Giorgio, che sarà calpestabile dalla settimana prossima." Radice fischiettava senza pietà e si sentiva pronto per girare il coltello nella piaga: "Allora non vuoi proprio affidarci i tuoi disabili africani, dottor Maccani, mi pare di capire. Lo spazio disponibile è ancora enorme. Loro potrebbero avere un proprio settore ed essere seguiti con la giusta cura e le giuste attenzioni. Fossi in te ci penserei. Anche la signorina Adhiambo è d'accordo." Il questore si guardò intorno, poi fece avvicinare Involsi e lasciò sussurrare qualcosa nell'orecchio. Matteo Giustiniani era sempre seduto per terra ma aveva rilasciato le braccia e adesso era spento, con lo sguardo nel vuoto. Involsi drizzò la schiena e disse che se entro la settimana successiva la Casa di Paglia non fosse stata sgomberata lui stesso avrebbe fatto intervenire le truppe antisommossa. "Pura idiozia." Mormorò Radice. "I politici mi hanno lasciato la patata bollente e sicuramente mi scotterò le dita, ma non posso fare altrimenti. So già di essere l'agnello sacrificale, il capro espiatorio. I degenti africani sono stati fatti arrivare con la promessa di uno scambio medico alla pari. Qualcuno li ha usati come carne da macello. Ma Io non starò a lasciarli andare alla deriva circondati da xenofobi, fascisti, pazzoidi e politici ambiziosi. Darò loro un centro per tutto il tempo che necessiteranno. La Casa di Paglia andrà benissimo. E gli ospiti presso la Casa di Paglia si troveranno magnificamente nella nuova struttura di San Giorgio. Penso di non avere altro da aggiungere." "Cosa ne penserà il sindaco e tutta la giunta comunale?" Pianse Giustiniani. "Vi rendo noto quello che mi è stato sussurrato poco fa da Involsi: La struttura politica del paese è stata disciolta per manifeste infiltrazioni mafiose. Ora non esiste autorità nella zona che non sia la mia. E agirò di conseguenza. "è pericoloso." Bofonchiò Radice. "Non capisco." Sospirò Adebanke."Non c'è molto da capire" Rispose Radice "Il questore qui presente adesso è la massima autorità politica della città. è stato nominato commissario straordinario e dovrà stabilire il giorno di nuove elezioni." "Ma noi cosa c'entriamo in quanto malati?" "Vi troverà una collocazione adeguata. E sappiamo già quale." Adebanke chiuse gli occhi ed esalò: "Non lo faccia, signor Maccani." Il questore si levò dalla poltrona e si mosse verso la finestra. Stava cominciando a piovere forte: "Ora resta a me di aggiustare gli errori e le storture provocati dai nostri politici. La Casa di Paglia passa ai degenti appena giunti dall'Africa. I malati psichici verranno trasferiti alla struttura San Giorgio nei prossimi giorni con tutta la calma e la tranquillità possibili." "E una volta tornati nel loro continente che ne sarà della Casa?" Domandò enigmatico Radice. "Verrà riadattata. Magari a struttura per ex tossicodipendenti. O magari verrà abbattuta per fare spazio a nuove speculazioni." Maccani sorrise amaro: "Non sono cose che mi riguardano. Saranno decise dalla prossima giunta entrante in carica." "Un lavoro di anni. Smantellato in poche ore. Tutto il sangue che vi abbiamo messo, la fatica, l'impegno le tragedie e la gioia mandati al diavolo." Matteo Giustiniani sembrava respirare a fatica mentre i singhiozzi lo soffocavano e il viso era inondato di lacrime. "Comunque Io sarò lì, questore. In cima alle cariche. Mi troverà proprio in quel posto." Poi i ragazzo prese il suo giubbotto e uscì dall'ufficio. Mentre passava a fianco di Adebanke questi cercò di trattenerlo "Non abbiamo niente da dirci" Fece lui "Aspetta. Non gettarci addosso una colpa che non abbiamo. Nessuno di noi ha insistito per farvi traslocare e ognuno di noi ha visto abbastanza violenza nel suo Paese per volerla vedere ripetersi in questa nazione. La violenza è nella mano dell'uomo, ma la salvezza è nel suo spirito." Matteo sputò ai piedi della disabile e si allontanò nel più completo silenzio. (Continua) |
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