Torn & Frayedsottomarini di superficie |
Dopo che il Parsi fu sparito, avvenne che fossi io colui che le Parche destinarono a prodiere di Achab, quando quel prodiere prese il posto vacante; e sempre io colui che, quando l'ultimo giorno i tre uomini furono sbalzati fuori dalla lancia rollante, fu sbattuto a poppa. Così, galleggiando ai bordi della scena che seguì ed essendone in tutto spettatore, quando il risucchio affievolito della nave affondata mi raggiunse, allora venni trascinato, ma lentamente, verso il vortice che si chiudeva. Quando vi giunsi, si era placato in una pozza di lattea schiuma. In tondo, allora, sempre in tondo a circoli via via più stretti che mi avvicinavano alla bolla nera simile a un bottone, sull'asse di quel cerchio che roteava lento, novello Issione io girai. Infine, toccando quel centro vitale, la bolla nera scoppiò; e allora, liberata dalla sua molla ingegnosa e risalita con gran forza, per la sua leggerezza, alla superficie, la bara-salvagente sfrecciò in tutta la sua lunghezza fuor d'acqua, ricadde, e mi galleggiò accanto. Tenuto su da quella bara, quasi per tutto il corso d'un giorno e d'una notte fluttuai su di un oceano molle e funereo. Inoffensivi, i pescicani mi guizzavano accanto come se avessero un catenaccio alla bocca; i selvaggi falchi marini trascorrevano via col becco inguainato. Il secondo giorno, un veliero si avvicinò e mi raccolse, finalmente. Era la «Rachele» che incrociava raminga e che, tornando sui suoi passi alla ricerca dei figli perduti, trovò solo un altro orfano.
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Post n°106 pubblicato il 14 Marzo 2017 da call.me.Ishmael
La Casa di Paglia XXIII Maccani uscì tardi dal suo ufficio insieme a Giuseppe Involsi. La pioggia si era fatta più rada e tutti i protagonisti dello psicodramma avevano già fatto ritorno alle loro basi: Radice e Giustiniani in macchina non riuscivano ad articolare parola anche se i loro cervelli lavoravano a pieno regime. Adebanke Adhiambo aveva fatto ritorno nel convento delle Orsoline sopraffatta dalla parola "Casa", che ripeteva senza sosta a fior di labbra. La sua splendida fronte era bagnata dal sudore, che donava alla pelle la consistenza elegante del cuoio conciato. Involsi teneva l'ombrello sopra la figura di Maccani: "è una situazione complicata." Insisteva a ripetere, facendo drizzare i capelli in testa al suo superiore, il quale di tutto aveva bisogno tranne di qualcuno che gli ricordasse ogni momento il ginepraio nel quale era rotolato. "Ci sono in ballo troppe questioni." Rispose sconsolato "E Radice ha altre mire, molto più in alto." "è evidente" riprese Involsi "Per lui la Casa di Paglia in questo momento è la punta di lancia per squarciarle il petto. Politica mente parlando." Il questore guardò di sottecchi l'uomo che lo riparava dalla pioggia: "La parte peggiore della faccenda è che sto passando dalla parte del torto...Io, che cerco solo una sistemazione per quei poveri derelitti africani. Ma ognuno tira acqua al suo mulino e Io, che desidero solo un accordo, verrò tacciato di personalità autoritaria ed ambiziosa." Radice e Giustiniani parcheggiarono sotto il filare di vite che donava un'impressione sinistra in quella notte scarmigliata e misteriosa. Chiusa la portiera Matteo lanciò un'occhiata all'altra parte con uno scoramento che minacciava di afferrargli i nervi già provati: "Non ci abbandonerai vero, Emanuele? Cos'erano quei discorsi strani su ambizioni personali, vanità, mire politiche e tutto il resto? Tu ci vuoi ancora bene, vero? Siamo ancora la tua famiglia?" Radice nell'oscurità abbassò lo sguardo non visto, poi rialzò la fronte con il suo solito modo di fare, deciso ed intraprendente: "Questa struttura l'ho plasmata Io. C'ho messo l'anima ed il cuore. Anni fa, quando i matti erano ancora matti, ne ho fatto una Casa dove si sviluppassero le eccellenze degli psicotici, la loro creatività, la fantasia, l'attività lavorativa, l'intelligenza. Sono stato il primo in questo Paese a non credere agli elettroshock, alle costrizioni fisiche, alle stanze nude dalle porte imbottite. E mi sono trovato davanti un muro da parte delle Istituzioni, dei colleghi, della gente comune. Poi però, questo muro l'ho sgretolato un poco alla volta. Ho fatto di Voi degli esseri umani, non dei pazzi emarginati, ho provato che la cosiddetta follia non è altro che una variante di reazione alle situazioni oppressive ed isteriche che di troviamo ad affrontare ogni giorno. è un sistema di autodifesa, di preservazione. è una garanzia contro l'autodistruzione e il segno che le cose debbono cambiare nella Società se non vogliamo che tutto finisca in un bagno di sangue. La cosiddetta deviazione psichica è l'ultima spiaggia: là fuori aspettano migliaia di persone sopraffatte dai ritmi urbani e spersonalizzanti. Aumenta la disperazione e l'alienazione e l'individuo veramente sensibile si rifugia nel rifiuto e nella risposta negativa agli ordini subiti. Esce dalla truppa. Voi, Matteo, non siete semplicemente degli individui da curare e da reinserire nelle attività ritenute normali. Siete una porta aperta su un altro mondo possibile, una finestra spalancata per fare entrare aria fresca in un mondo stantio e basato sullo schiavismo tecnologico. Voi siete l'uomo nuovo quando si sarà liberato dai meccanismi di produzione e riproduzione. Senza il vostro campanello d'allarme il Mondo correrebbe come un pazzo verso le attività allucinate." Radice si toccò la mano e la trovò cosparsa di elettricità statica. Stava calandosi nella pelle di un condottiero. "E poi vieni a sospettare che Io possa abbandonarvi...Non mi starai tornando a diventare pazzo come vogliono Maccani e soci?" (Continua) |
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