Torn & Frayedsottomarini di superficie |
Dopo che il Parsi fu sparito, avvenne che fossi io colui che le Parche destinarono a prodiere di Achab, quando quel prodiere prese il posto vacante; e sempre io colui che, quando l'ultimo giorno i tre uomini furono sbalzati fuori dalla lancia rollante, fu sbattuto a poppa. Così, galleggiando ai bordi della scena che seguì ed essendone in tutto spettatore, quando il risucchio affievolito della nave affondata mi raggiunse, allora venni trascinato, ma lentamente, verso il vortice che si chiudeva. Quando vi giunsi, si era placato in una pozza di lattea schiuma. In tondo, allora, sempre in tondo a circoli via via più stretti che mi avvicinavano alla bolla nera simile a un bottone, sull'asse di quel cerchio che roteava lento, novello Issione io girai. Infine, toccando quel centro vitale, la bolla nera scoppiò; e allora, liberata dalla sua molla ingegnosa e risalita con gran forza, per la sua leggerezza, alla superficie, la bara-salvagente sfrecciò in tutta la sua lunghezza fuor d'acqua, ricadde, e mi galleggiò accanto. Tenuto su da quella bara, quasi per tutto il corso d'un giorno e d'una notte fluttuai su di un oceano molle e funereo. Inoffensivi, i pescicani mi guizzavano accanto come se avessero un catenaccio alla bocca; i selvaggi falchi marini trascorrevano via col becco inguainato. Il secondo giorno, un veliero si avvicinò e mi raccolse, finalmente. Era la «Rachele» che incrociava raminga e che, tornando sui suoi passi alla ricerca dei figli perduti, trovò solo un altro orfano.
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Post n°113 pubblicato il 26 Aprile 2017 da call.me.Ishmael
La Casa di Paglia XXX La luce filtrava a stento attraverso le finestre sporche che davano sulle cantine della Casa di Paglia. Seduto sopra un piccolo tavolino di plastico solcato dalla polvere stava Emanuele Radice, con in grembo una risma di carte fittamente scritte. Aspettava semplicemente che arrivassero le unità antisommossa e lo portassero fuori tra il tripudio generale dei suoi degenti. Sulla carta, durante una notte insonne aveva trascritto un memoriale sulla sua esperienza nel centro e una sorta di programma politico che lo avrebbe proiettato nell'arena dei partiti e dei movimenti sociali. Sapeva benissimo cosa sarebbe stato di Matteo Giustiniani e il suo progetto era di farne un personaggio in piena regola: la dimostrazione vivente che i metodi del dottor Radice funzionavano e potevano riportare dall'oscurità della malattia alla luce della funzionalità creativa. Ma perché impiegavano tanto tempo? Che fosse successo qualche contrattempo e Matteo avesse ceduto al suo lato autodistruttivo? Lo aveva incaricato di recarsi al portone e di proclamare la resa della Casa di Paglia. Doveva essere una mossa sorprendente e di grande impatto mediatico; avrebbe spalancato a entrambi la gloria e la popolarità...In un Paese sempre più affetto da soggetti con disturbi di natura psichica la vista di un edificio popolato da pazienti tranquilli che prendono la via dell'uscita cedendo al diktat di uno stupido questore si sarebbe rivelata vincente e lui e Matteo sarebbero diventati delle celebrità. Avrebbero creato un partito politico nuovo di zecca e avrebbero attinto a bacino elettorale degli insicuri, dei perdenti, dei fragili, dei deboli, dei suggestionabili e avrebbero dato la scalata al potere con un programma fortemente xenofobo, reazionario e conservatore. Quella casella era vuota e loro l'avrebbero riempita con populismo e demagogia: un'irresistibile ascesa. Finalmente udì il rumore di scarponi chiodati sulle scale che conducevano alle cantine. Aveva chiuso la porta leggera per dare più sostanza alla sceneggiata, e quando gli anfibi si arrestarono di fronte all'ingresso sentì levarsi un fitto bisbigliare, poi un calcio poderoso fece svellere dai cardini la sottile barriera. Il capitano Pierfrancesco Osso entrò per primo e si diresse verso Radice per afferrarlo e trascinarlo all'aperto. Il medico non oppose resistenza ma si lasciò mettere in mezzo da due imponenti bestioni in divisa. Fu spinto lungo le scale e poi fuori all'aperto. La luce del sole gli ferì gli occhi mentre metteva a fuoco lo spettacolo dei suoi degenti immobili su pullman gran turismo diretti alla nuova struttura di San Giorgio. Ma c'era qualcosa che non tornava in quello spettacolo: Innanzitutto la pozza di sangue ai suoi piedi e poi la presenza del Commissario del Governo Maria Teresa Pastrugno e di altri funzionari ufficiali. Radice si arrestò sopra il sangue che colmava gli spazi intorno ai sanpietrini. "Ma..." Riuscì unicamente a balbettare. "Ci dispiace..." Fece la Pastrugno."Matteo Giustiniani ha reagito brutalmente e ha tentato di colpire a morte il questore. Ne è nata una colluttazione e il suo paziente è caduto a terra. Abbiamo saputo da poco che purtroppo..." La vista si annebbiò a Emanuele Radice e cominciò a tremare dalla radice dei capelli sino ai piedi. "Comunque la informiamo che il trasferimento degli utenti della Casa del Sole alla nuova struttura è stata sospesa su precisa disposizione del governo centrale, e che il questore Maccani è stato sollevato dal suo incarico." Il dottore non rispose nulla. Non fece altro che inginocchiarsi, immergere le dita nel sangue di Matteo e portarsele alle labbra. (Continua) |
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