COVID: Sotrovimab l’anticorpo monoclonale con cui è stato curato il virologo Massimo Galli

Sotrovimab

L’anticorpo monoclonale Sotrovimab è efficace anche nei confronti della variante Omicron di SARS-CoV-2, ma deve essere somministrato entro 5 giorni dall’insorgenza dei sintomi di COVID – La stragrande maggioranza dei pazienti con forma grave di COVID non viene sottoposta a questa terapia anticorpale

In tempi rapidi ( meno di 24 ore dal parere positivo del Comitato scientifico, CHMP, dell’EMA ( European Medicines Agency ] ), la Commissione Europea ha concesso, a dicembre, l’autorizzazione alla commercializzazione di Sotrovimab ( Xevudy ) per il trattamento di COVID-19.

L’anticorpo monoclonale Sotrovimab può essere utilizzato a partire dai 12 anni ( e con almeno un peso corporeo di 40 kg ) nelle persone che abbiano appena contratto il COVID ( entro 5 giorni dai sintomi ) e siano a un elevato rischio di sviluppare una forma grave di malattia, ma non hanno ancora bisogno di Ossigeno.

L’anticorpo monoclonale si lega a una porzione ( epitopo ) altamente conservata del virus SARS-CoV-2 presente anche nel virus responsabile della SARS del 2003 ( SARS-CoV-1 ).

Questo legame rende difficile che si sviluppino fenomeni di resistenza o evasione da parte di varianti del virus.

L’approzione di Sotrovimab si basa sui dati dello studio di fase III COMET-ICE, da cui è emerso che il trattamento con l’anticorpo monoclonale riduce del 79% il rischio di ricovero per più di 24 ore o di morte.

A seguito della somministrazione di Sotrovimab sono state segnalate reazioni di ipersensibilità, inclusa anafilassi. Nel caso dovessero verificarsi segni e sintomi clinicamente significativi di una reazione di ipersensibilità o anafilassi, la somministrazione deve essere immediatamente interrotta e si deve avviare una terapia appropriata e/o cure di supporto.

Inoltre, possono anche presentarsi reazioni correlate all’infusione, tra cui: febbre, respirazione difficoltosa, ridotta saturazione dell’ossigeno, brividi, nausea, aritmia ( ad esempio fibrillazione atriale ), tachicardia, bradicardia, dolore o fastidio al torace, debolezza, stato mentale alterato, cefalea, broncospasmo, ipotensione, ipertensione, angioedema, irritazione della gola, eruzione cutanea compresa orticaria, prurito, mialgia, vertigini, stanchezza e diaforesi.

Sotrovimab deve essere usato durante la gravidanza solo se il beneficio atteso per la madre giustifica il potenziale rischio per il feto.

Fonte: EMA

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Aggiornamento in Infettivologia: ACE inibitori & COVID

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Aggiornamento in Medicina

COVID-19: interruzione versus continuazione degli inibitori del sistema renina-angiotensina. Studio ACEI-COVID

L’ingresso del virus SARS-CoV-2 nelle cellule umane dipende dall’enzima di conversione dell’angiotensina 2 ( ACE2 ), che può essere sovraregolato dagli inibitori del sistema renina-angiotensina ( RAS ).
È stata esaminata l’ipotesi secondo cui l’interruzione del trattamento cronico con ACE-inibitori ( ACEI ) o bloccanti del recettore dell’angiotensina II ( ARB; sartani ) attenui il decorso della COVID-19 di recente insorgenza.
ACEI-COVID era uno studio a gruppi paralleli, randomizzato, controllato, in aperto, condotto in 35 Centri in Austria e Germania.
Sono stati arruolati pazienti di età pari o superiore a 18 anni che presentavano una recente infezione sintomatica da virus SARS-CoV-2 e venivano trattati cronicamente con inibitori ACE o sartani.
I pazienti sono stati assegnati in modo casuale all’interruzione o alla continuazione dell’inibizione di RAS per 30 giorni.

CONTINUA SU INFETTIVOLOGIA.NET – LINK: https://www.infettivologia.net/articolo/covid-19-interruzione-versus-continuazione-degli-inibitori-del-sistema-renina-angiotensina-studio-acei-covid

 

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Ricoverati non per il coronavirus ma con il coronavirus. Indagine di FIASO ( Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere )

Ospedale.2

FIASO: Covid, infezione non significa per forza malattiaIl 34% dei pazienti positivi al virus ricoverati non è malato di Covid ma è in ospedale per altre patologie

Il 34% dei pazienti positivi ricoverati non è malato Covid: non è in ospedale per sindromi respiratorie o polmonari e non ha sviluppato la malattia da Covid ma richiede assistenza sanitaria per altre patologie e al momento del tampone pre-ricovero risulta positivo a SARS-CoV-2. Uno su tre, dunque, sia pur con infezione accertata al virus SARS-CoV-2, viene ospedalizzato per curare tutt’altro: traumi, infarti, emorragie, scompensi, tumori.

I dati emergono da uno studio fatto da FIASO sui ricoveri di 6 grandi aziende ospedaliere e sanitarie: Asst Spedali civili di Brescia, Irccs Ospedale Policlinico San Martino di Genova, Irccs Aou di Bologna, Policlinico Tor Vergata, Ospedale San Giuseppe Moscati di Avellino e Policlinico di Bari.

In tutto sono stati analizzati 550 pazienti ricoverati nelle aree Covid dei sei ospedali: un campione pari al 4% del totale dei ricoverati negli ospedali italiani. La rilevazione è stata effettuata in data 5 gennaio. Dei complessivi 550 pazienti monitorati, 363 ( 66% ) sono ospedalizzati con diagnosi da infezione polmonare. Mentre 187 ( 34% ) non manifestano segni clinici, radiografici e laboratoristici di interessamento polmonare: ovvero sono stati ricoverati non per il virus ma con il virus.

Per lo più si tratta di pazienti arrivati in ospedale o al Pronto soccorso per altri problemi e che, al momento del ricovero che prevede il tampone, vengono trovati portatori dell’infezione da SARS-CoV-2 ma senza sintomi di malattia.

La diagnosi da infezione da SARS-CoV-2 è dunque occasionale.

Per la stragrande maggioranza, il 36% del totale dei ricoverati positivi ma senza sintomi respiratori, si tratta di donne in gravidanza che necessitano di assistenza ostetrica e ginecologica. Il 33%, invece, è composto da pazienti che hanno subito uno scompenso della condizione internistica derivante da diabete o altre malattie metaboliche, da patologie cardiovascolari, neurologiche, oncologiche o broncopneumopatie croniche.

Un’altra quota, pari all’8%, riguarda pazienti con ischemie, ictus, emorragie cerebrali o infarti. Un altro 8%, invece, è rappresentato da quei pazienti che devono sottoporsi a un intervento chirurgico urgente e indifferibile pur se positivi al Covid. C’è inoltre una parte, complessivamente il 6% del totale, di pazienti che arrivano al Pronto soccorso a causa di incidenti e richiedono assistenza per vari traumi e fratture.

Fonte: FIASO

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Aggiornamento in Ematologia: Trombocitopenia immunitaria & Vaccinazione anti-COVID

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Aggiornamento in Medicina

Quanto è sicura la vaccinazione contro SARS-CoV-2 per i pazienti con trombocitopenia immunitaria de novo e preesistente ?

Uno studio ha descritto gli effetti della vaccinazione contro SARS-CoV-2 sulla conta piastrinica dei pazienti con trombocitopenia immunitaria ( ITP ) de novo e preesistente, compresi gli esiti dello sviluppo o dell’esacerbazione della trombocitopenia immunitaria secondaria alla somministrazione di vaccini a RNA messaggero ( mRNA ).
I risultati supportano la sicurezza dei vaccini contro SARS-CoV-2 per i pazienti con trombocitopenia immunitaria de novo e preesistente, poiché l’incidenza di grave trombocitopenia e sanguinamento è bassa, e i pazienti possono essere gestiti con approcci terapeutici standard e, occasionalmente, intensificati.
Per identificare i potenziali casi di trombocitopenia immunitaria de novo dopo la vaccinazione contro SARS-CoV-2, i ricercatori hanno preso in esame i dati del sistema VAERS ( Vaccine Adverse Event Reporting System ), un programma di vaccinosorveglianza negli USA co-sponsorizzato da CDC e FDA.
Inoltre, i ricercatori hanno anche ottenuto dati anonimi sui pazienti …..

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Pfizer. a marzo pronto il vaccino contro la variante Omicron che andrà a sostituire gli attuali vaccini disegnati contro il coronavirus di Wuhan che non circola più

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Pfizer, vaccino contro la variante Omicron pronto a marzo

In un’intervista alla Cnbc l’amministratore delegato di Pfizer, Albert Bourla, ha dichiarato che il nuovo vaccino contro Omicron «sarà pronto a marzo» e ha detto di non sapere se una quarta dose sarà necessaria. «La speranza è raggiungere qualcosa che ci garantisca una migliore protezione, in particolare contro il contagio, perché la protezione dal ricovero e dai sintomi gravi è già ragionevole, in questo momento, con gli attuali vaccini, fintanto che si fa la terza dose», ha spiegato.

Bourla, CEO di Pfizer: Il vaccino Covid specifico per Omicron sarà pronto entro marzo

Il CEO di Pfizer Albert Bourla ha affermato che un vaccino che prende di mira la variante Omicron di SARS-CoV-2 sarà pronto a marzo e l’Azienda ha già iniziato a produrre le dosi.

Bourla ha affermato che il vaccino prenderà di mira anche le altre varianti che stanno circolando. Ha detto che non è ancora chiaro se sia necessario o meno un vaccino contro la variante Omicron, ma Pfizer avrà pronte alcune dosi poiché alcuni Paesi lo vogliono pronto il prima possibile.

I dati del mondo reale dal Regno Unito hanno dimostrato che i vaccini di Pfizer e Moderna sono efficaci solo per il 10% circa nel prevenire l’infezione sintomatica da Omicron 20 settimane dopo la seconda dose, secondo uno studio dell’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito. Tuttavia, lo studio ha rilevato che le due dosi basate sul virus di Wuhan forniscono ancora una buona protezione contro malattie gravi.

Le dosi di richiamo sono efficaci fino al 75% nel prevenire l’infezione sintomatica, secondo lo studio.

Il consigliere medico capo della Casa Bianca, il dottor Anthony Fauci, ha affermato a dicembre che non è necessario una dose di richiamo che miri specificamente alla variante Omicron, perché gli attuali booster funzionano bene contro la variante.

Il CEO di Moderna Stephane Bancel ha detto alla CNBC che la società sta lavorando a un booster per questo autunno che prende di mira la variante Omicron e che entrerà presto in studi clinici.

Bourla ha detto che non è chiaro se sia necessaria una quarta dose. Ha detto che Pfizer condurrà esperimenti per determinare se è necessaria un’altra dose.

Israele ha reso disponibile una quarta dose del vaccino Pfizer e BioNTech a persone di età superiore ai 60 anni, persone con sistema immunitario compromesso e operatori sanitari.

Israele ha scoperto che una quarta dose del vaccino aumenta di cinque volte gli anticorpi che proteggono dal virus una settimana dopo aver ricevuto l’iniezione.

Fonte: CNBC [ LINK: https://www.cnbc.com/2022/01/10/covid-vaccine-pfizer-ceo-says-omicron-vaccine-will-be-ready-in-march.html ]

Gran Bretagna: calano i contagi. Raggiunto probabilmente il picco

Gran Bretagna.2

Covid, stiamo uscendo dalla pandemia ? Ecco cosa ci dice l’esempio del Regno Unito dove da giorni i contagi sono in calo

Per il quinto giorno di fila i dati sui contagi nel Regno Unito indicano una rassicurante discesa. Restano sempre alti, ma il calo lascia intravedere una via d’uscita e, in un questo contesto, sembra dare ragione a chi ritiene che il Paese abbia raggiunto il picco. Merito di Omicron ? E cosa si sa davvero della nuova variante che pur essendo molto contagiosa non implica necessariamente un’impennata di ricoveri e morti ? Di fatto il Regno Unito, primo Paese europeo a subire l’invasione dei contagi da Omicron, diventa una sorta di cartina di tornasole per il resto dell’Europa, Italia compresa oggi alle prese con una forte ascesa dei casi di Covid.

Fonte: La Stampa [ LINK: https://www.lastampa.it/esteri/2022/01/10/news/covid_stiamo_uscendo_dalla_pandemia_ecco_cosa_ci_dice_l_esempio_del_regno_unito_dove_da_giorni_i_contagi_sono_in_calo-2824923/?ref=LSHBBC-BH-I0-PM5-S6-T1 ]

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Spesso i disturbi sono di origine funzionale ( bruciore di stomaco, difficoltà digestive, dolori addominali, gonfiore e meteorismo, diarrea ), compromettono il benessere e alterano l’equilibrio di tut … leggi










Diabete mellito di tipo 2: esiti cardiovascolari e renali con Efpeglenatide

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Aggiornamento in Medicina

Diabete mellito di tipo 2: esiti cardiovascolari e renali con Efpeglenatide 

È stato dimostrato che quattro agonisti del recettore di GLP-1 ( glucagon-like peptide 1 ) strutturalmente simili al GLP-1 umano riducono il rischio di eventi cardiovascolari avversi tra le persone con diabete di tipo 2.

L’effetto di un agonista del recettore GLP-1 a base di exendina, Efpeglenatide, sugli esiti cardiovascolari e renali nei pazienti con diabete di tipo 2 che sono anche ad alto rischio di eventi cardiovascolari avversi è incerto.

In uno studio randomizzato, controllato con placebo condotto in 344 centri in 28 Paesi, è stato valutato l’Efpeglenatide nei partecipanti con diabete mellito di tipo 2 e una storia di malattia cardiovascolare o malattia renale in corso ( definita come una velocità di filtrazione glomerulare stimata [ eGFR ] da 25.0 a 59.9 ml per minuto per 1.73 m2 di superficie corporea ) più almeno un altro fattore di rischio cardiovascolare.
I partecipanti sono stati assegnati in modo casuale a ricevere iniezioni sottocutanee settimanali di Efpeglenatide alla dose di 4 o 6 mg oppure placebo.

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