I Fiori di Bach: n. 5 – CERATO – INSICUREZZA

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La pianta

Si tratta di una specie originaria della zona himalayana, ma è coltivata nei giardini europei. Non è dunque selvatico, contrariamente agli altri fiori di Bach.
Da noi esiste una specie analoga, la piombaggine, ad andamento rampicante, che può crescere anche in vaso, all’esterno.

Habitat

È una pianta che si è adattata ai nostri climi. La sua altezza varia a seconda della latitudine a cui viene coltivata, aggirandosi comunque intorno ai 50-60 centimetri.

Il fiore

È azzurro-blu, tubolare, con cinque petali, lungo circa un centimetro. La raccolta avviene da giugno a fine agosto. La preparazione richiede il metodo del sole.

Commento di Bach

“Per quelli che non hanno sufficiente fiducia in se stessi per fare quello che hanno deciso. Essi chiedono costantemente consigli agli altri e spesso vengono fuorviati.”

Parole-chiave

Incertezza e sfiducia riguardo le proprie capacità di giudizio; ricerca continua di consigli e conferme da parte degli altri; avidità di informazioni, petulanza; incostanza, labilità di comportamenti e opinioni; credulità; loquacità, anche futile; costanti dubbi dopo una decisione; tendenza a “seguire il gregge”, a uniformare il proprio comportamento alle mode o alle convenzioni vigenti; difficoltà di sentirsi nel giusto.

Stato positivo

Intuito; fidarsi delle proprie sensazioni; lasciarsi guidare dalla propria interiorità; auto-conoscenza; capacità di elaborare autonomamente le informazioni raccolte.

Psicologia

L’aspetto negativo di Cerato rappresenta l’intuito bloccato, fuorviato da stimoli esterni. In realtà, una persona in stato Cerato (e può esserlo cronicamente) manifesta la sua insicurezza riguardo il proprio modo di essere e di sentire con la ricerca di chiarimenti e di delucidazioni dall’esterno, che facciano luce dentro di lui. Ad esempio, nel caso abbia un problema fisico, cercherà sempre di informarsi, magari leggendo libri o riviste che riguardino i suoi sintomi, e si rivolgerà a diversi medici, chiedendo continuamente pareri e rassicurazioni, in modo spesso insistente e avido di particolari. Si fermerà solo da colui il cui consiglio coincide con quello che voleva sentirsi dare. Non di rado Cerato, per questo suo atteggiamento, può essere tacciato di ipocondria.
D’altra parte, è comunque una persona molto fragile, che avverte il bisogno di cercare qua e là le sicurezze che gli mancano interiormente. I suoi dubbi sono in particolare di ordine intellettuale e morale. Di fronte a una scelta che riguardi tali ambiti, Cerato ascolta in verità tutti i pareri possibili, ma poi fa di testa sua. È cioè alla ricerca di una rassicurazione sulle idee che di fatto, benché inconsapevolmente, ha già dentro di sé.
In effetti, nello stato positivo Cerato è un soggetto particolarmente pronto nelle sue intuizioni, benché talvolta non nutra grande fiducia nelle sue sensazioni.

Usi particolari

Cerato può essere utile anche quando siamo soliti avere una prima impressione circa un problema, una situazione, una persona, e dopo aver fatto un lungo percorso in cui magari abbiamo cambiato idea più volte dobbiamo ritornare (anche a malincuore) all’intuizione originale. Oppure, può servire nel caso in cui tendiamo a bloccare l’espressione del nostro punto di vista perché ci sembra troppo controcorrente, e quindi inaccettabile per gli altri, anche se in fondo avvertiamo la nostra estraneità ai parametri consueti e alle convenzioni cui ci sforziamo di aderire. Ancora, Cerato va somministrato alle persone troppo credule, che si lasciano facilmente abbindolare da informazioni, idee, opinioni false o estranee alle loro.

Bambini

Si riconoscono facilmente perché li si può ad esempio sorprendere a ricorreggere in continuazione ciò che hanno scritto, anche quando questo è giusto. Possono avere problemi di inserimento in quanto la loro insicurezza li fa sentire estranei e diversi dai loro compagni.

Diagnosi differenziale

La loquacità, caratteristica talvolta sfoggiata da Cerato, è presente anche in altri rimedi, tra cui soprattutto Heather. In questo caso, però, il soggetto non è spinto tanto a parlare dei propri dubbi, né a cercare esplicitamente consigli o pareri, ma descrive piuttosto quanto gli è successo e/o ricerca soprattutto comprensione e aiuto. Inoltre, Heather è difficilmente interessato ai consigli, contrariamente a Cerato (che comunque raramente li mette in pratica). Molti dubbi ha anche Gentian, in cui prevale lo scoraggiamento e lo scetticismo. A differenza di Cerato, però, Gentian è sempre piuttosto deciso e tempestivo nello svalutare l’opinione o il consiglio ricevuto, anzi, a dire il vero di solito non ha proprio dubbi circa la loro non validità. Inoltre, difficilmente Gentian richiede l’appoggio o l’opinione altrui.
L’indecisione manifestata da Cerato è poi dissimile da quella di Scleranthus: quest’ultimo è infatti indeciso tra due scelte, soluzioni, atteggiamenti opposti ed equivalenti, mentre Cerato può esprimere le sue perplessità su una più ampia gamma di opportunità, non necessariamente contrapposte. D’altra parte, Cerato ha la peculiarità di coinvolgere gli altri nel suo dibattito interiore, mentre per Scleranthus ciò non è essenziale.
Sempre riguardo all’incertezza, si dovrà invece pensare a Wild Oat quando questa riguardi non tanto idee o questioni morali, ma piuttosto le motivazioni personali: mentre Cerato apparentemente non sa bene quello che vuole, ma in realtà è solo scollegato dalla sua intuizione, Wild Oat è confuso circa le sue vere capacità, e davvero fatica a cogliere ciò che sarebbe più attinente alla sua natura. Infine, la suggestionabilità di Walnut non va confusa con l’incertezza di Cerato: il primo si fa infatti influenzare dagli altri in periodi particolari della sua vita per eccesso di ricettività, mentre l’influenzabilità dell’altro è più che altro apparente, non così sostanziale come si potrebbe credere.

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I Fiori di Bach: n. 4 – CENTAURY – IPERSENSIBILITA'

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La pianta

È alta 10-50 cm, con fusto eretto quadrangolare, una rosetta di foglie basali, foglie oblunghe, fitta fioritura a mazzetti di colore rosa o rosso. In erboristeria si utilizzano le sommità fiorite come depurativo per fegato e reni, febbrifugo, antispasmodico. L’infuso si può usare anche localmente, come dopo-shampoo per curare e lucidare i capelli scuri.
La leggenda dice che Chirone, il centauro precettore di eroi, guarì Ercole da una ferita con questa pianta.

Habitat

Cresce in campi asciutti e radure nelle zone marittime e montane fino ai 1400 metri. In Italia è prevalentemente annua, nell’Europa settentrionale e centrale è biennale.

Il fiore

La sommità della pianta forma una specie di piccolo ombrello di mazzetti di fiori rosa-rossi, con calice tubolare e corolla di cinque petali. La fioritura avviene da giugno a settembre. Il rimedio si prepara con il metodo del sole.

Commento di Bach

“Buoni, tranquilli, gentili, sono persone estremamente ansiose di servire gli altri, che abusano e pretendono troppo dalle loro forze. Il loro desiderio di assecondare il prossimo è così sviluppato che diventano più servi che aiutanti. La loro buona natura li porta ad assumere più della parte di lavoro che gli spetta e, così facendo, trascurano la propria particolare missione nella vita.”

Parole-chiave

Sottomissione; influenzabilità; incapacità di dire di no; debolezza di volontà; rinuncia a seguire la propria natura a causa della forte volontà altrui; condizionamento, attaccamento alle convenzioni.

Stato positivo

Capacità di collaborare senza essere strumentalizzati; dedizione consapevole; capacità di trattare da pari; sostenere il proprio punto di vista.

Psicologia

L’infermiera, la suora, la madre, il missionario, il medico, il sacerdote, l’insegnante nella loro accezione più elevata e spirituale, di chi cioè antepone il bene altrui al proprio, sacrificandosi con il sorriso sulle labbra: questo è l’ideale di vita di Centaury. Peccato che spesso, nello stato negativo, la spinta al sacrificio non sia una libera scelta, ma piuttosto una costrizione di sé o una reazione di adattamento allo spadroneggiare di qualcun altro. Centaury può diventare così la vittima designata, il servo, l’ultimo della fila, quello a cui delegare le mansioni più umili e antipatiche, lo sfruttato.

Questo rimedio trova indicazione soprattutto tra le donne, forse perché è a loro in particolare che viene insegnata una qualità d’amore che si avvicina al sacrificio: sono amato/a in quanto sono gradito o utile agli altri; sono come mi volete. Insomma, siamo Centaury ogni volta ( che rinunciamo all’espressione del nostro vero io in favore di un riconoscimento immediato dagli altri.

L’immagine o l’affermazione alla base di questo atteggiamento è dunque quella di un amore condizionato, falsato. In Chicory questo si manifesta con una generosità che si pretende contraccambiata, mentre in Centaury si esprime con il bisogno di servire o essere approvato da una figura che lo sovrasti, che sia insieme un punto di riferimento e un ambito in cui essere accolto e contenuto.

Centaury in stato negativo è fondamentalmente una persona ansiosa e insicura. La sua filosofia di vita gli fa preferire di stare sotto l’ala di qualcuno che poi magari Io schiaccia e lo servilizza piuttosto che affrontare il mondo e prendersi la piena responsabilità delle sue scelte, dove c’è un superiore Vine (accentratore, direttivo, amante del potere) ci può essere un subalterno Centaury che adora il tiranno, lo serve, se ne fa strumentalizzare rasentando il masochismo ma ottiene il vantaggio di sentirsi protetto, con un molo sicuro benché di secondo piano.

Centaury potrebbe anche essere una persona che inconsapevolmente ambisce, con il suo atteggiamento umile e servile, a rendersi indispensabile, insinuandosi piano piano nell’orizzonte altrui fino a diventare un elemento insostituibile. Potrebbe manifestare questa modalità ad esempio incaricandosi di sbrigare mansioni umili o che altri svolgono malvolentieri, ma rimane poi malissimo ogni volta che si accorge che il suo impegno è sottovalutato o il suo sacrificio incompreso. Di solito, comunque, Centaury appare talmente dimesso e indifeso che viene spontaneo soccorrerlo: in questo senso, potrebbe essere sottilmente manipolatorio. Non pretende apparentemente nulla dagli altri, ma in realtà si aspetta perlomeno un “grazie”.

Sinergie

Si dimostra spesso utile con Walnut quando la persona stenta a liberarsi dell’influenza di qualcuno e non riesce a difendere i propri spazi dall’invadenza o dalla prepotenza altrui, a seguire insomma la propria strada o indole. In particolare, questa sinergia è utile nelle crisi degli adolescenti o della menopausa, oppure quando si mediti un distacco significativo da una situazione ormai sterile.

Bambini

Sono ubbidienti, docili, servizievoli, ma fin troppo ligi e ansiosi di compiacere gli adulti. È facile ferirli, e sono talvolta lo zimbello dei coetanei per la loro incapacità di essere aggressivi.

Diagnosi differenziale

Come Chicory, Centaury può apparire come una vittima, ma Chicory è manipolatorio in modo più diretto: pretende infatti qualcosa in cambio della sua generosità e rinfaccia quello che fa per gli altri, modalità che non appartiene certo a Centaury.
Una volontà debole può in certi casi essere confusa con uno stato Walnut, ma quest’ultimo è in realtà solo suggestionabile, e lo è transitoriamente. Inoltre, il suo intento non è compiacere o servire e di solito non si fa apertamente strumentalizzare.

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I Fiori di Bach: Le Otto Regole

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LE OTTO REGOLE
Per chi si avvicina per la prima volta ai Fiori di Bach e desidera ottenere il massimo beneficio da essi.
Il metodo originale cosi’ come e’ stato tramandato nel corso di tutti questi decenni.

1) La Preparazione del mix dei Fiori

Il boccettino del mix puo’ contenere al massimo 7 Fiori, questo perche’ altrimenti l’efficacia dei singoli Fiori diminuirebbe notevolmente. Se vi vengono proposti piu’ di 7 fiori vuol dire che la persona che vi sta consigliando e’ inesperta e non sa che pesci prendere quindi vi mettera’ un po’ di tutto.

2) Quante gocce prendere dal boccettino?

L’assunzione risulta molto semplice: 4 gocce, non importa se sopra o sotto la lingua, per 4 volte al giorno…semplice…4 gocce, non di meno perche’ perderebbero di efficacia e non di piu’ perche’ ne bastano 4, (consumeremmo inutilmente e piu’ velocemente il contenuto del mix)…per 4 volte al giorno…non di meno e non di piu’ perche’ sarebbe inutile.

3) Vicino o lontano dai pasti?

I Fiori di Bach cosi’ come tutta la floriterapia NON sono prodotti omeopatici e di conseguenza non vanno trattati come tali. Quando vi dicono di non prendere le gocce vicino ai pasti o dopo aver bevuto il caffe’ o dopo aver lavato i denti, vi dicono delle sonore stupidate. Potete prendere i Fiori quando vi pare e piace, l’importante e’ distanziare un’assunzione dall’altra in modo che passino alcune ore. Spesso e’ piu’ facile ricordarsi di prendere le gocce proprio se leghiamo il gesto ad un pasto…ad es. colazione, pranzo, meta’ pomeriggio e cena oppure prima di andare a letto.

4) Come conservarli?

Il mix dei Fiori contiene una piccola quantita’ di Brandy che ha la funzione di conservare il preparato, in tal modo possiamo tenere tranquillamente il boccettino del mix in borsa e portarcelo ovunque senza problemi, viceversa se il mix per qualsiasi motivo viene preparato senza alcool allora bisogna conservarlo in frigorifero altrimenti perde di efficacia. Attenzione lontano dai cellulari!

5) Interazioni con medicinali

I Fiori di Bach non provocano nessuna interazione con i medicinali, sia che si tratti di medicine allopatiche sia che si tratti di rimedi omeopatici. Non hanno effetto biochimico, non e’ necessario smettere di prendere i Fiori se ci si ammala e si deve iniziare una cura, si puo’ continuare a prendere la pillola anticoncezionale o le pastiglie per la pressione o qualsiasi medicina il medico ci ha prescritto. Se riusciamo ad individuare gli stati d’animo negativi che affiorano quando ci ammaliamo, possiamo combattere meglio la malattia e guarire piu’ in fretta. Il Dott. Bach era giunto alla conclusione che chi normalmente fa uso dei Fiori di Bach si ammala molto meno.

6) I Fiori di Bach danno allergia?

La preparazione della Tintura Madre dei Fiori avviene senza l’uso di parti della pianta o del fiore che possa causare stati allergici, nei Fiori di Bach non c’e’ presenza di pollini, non si possono accomunare i Fiori di Bach con qualsiasi altra pianta che puo’ comunemente dare allergia.

7) Possono utilizzarli i neonati le persone anziane e le donne in gravidanza?

I Fiori di Bach sono per tutti, i bambini piccoli sono molto ricettivi e traggono molto beneficio dall’uso dei Fiori. Ai neonati si possono dare le goccine dei Fiori nel biberon insieme al latte o all’acqua o alla tisana o al succo, ai bambini che sono gia’ abituati a mangiare con il cucchiaino si possono mettere le 4 goccine proprio nel cucchiaino, mentre i bambini piu’ grandicelli prenderanno i Fiori direttamente con il contagocce. Le persone anziane troveranno grande giovamento dall’uso dei Fiori, basta spiegargli bene cosa sono e far superare loro la reticenza nell’usare un prodotto che non viene indicato direttamente dal medico. Per quanto riguarda le donne in gravidanza non ci sono assolutamente problemi ad assumere Fiori anzi risolvono molte emozioni legate proprio allo stato particolare che attraversa la donna durante i nove mesi, paure, ansie, stanchezza, sensi di colpa etc.

8 ) … Il Rescue Remedy…

Il Rescue Remedy e’ una combinazione di 5 Fiori di Bach, si trova gia’ pronto in commercio. Non si usa come un’unico Fiore da miscelare agli altri nel mix che viene preparato, si usa da solo, altrimenti si rischierebbe di unire altri 5 Fiori a quelli che contiene gia’ il nostro mix. Il Rescue Remedy e’ un rimedio d’emergenza pertanto si usa solo in determinate situazioni e non in modo continuativo.

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I Fiori di Bach: n. 3 – BEECH – ECCESSIVA CURA

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La pianta

Albero maestoso, che può raggiungere parecchi secoli di vita, con tronco diritto, corteccia liscia e sottile. Le foglie sono picciolate e alterne, ovali, appuntite, caduche; la chioma diventa così fitta che al di sotto non riescono a crescervi nient’altro che le primule, le asperule e l’epatica, che però hanno vita breve.
In fitoterapia si usa il legno per farne carbone vegetale, le foglie per trattare gengiviti e stomatiti e come diuretico, la corteccia come febbrifugo, le gemme come ipo-colesterolemizzante e nelle ipogammaglobulinemie (anche da shock psichico), o per stimolare la diuresi nella ritenzione idrica e nella calcolosi renale.

Habitat

Il faggio è un albero presente soltanto nell’emisfero settentrionale nelle regioni fresche e temperate. Ama la pioggia e la nebbia, e cresce bene, in montagna, accanto alle conifere. In Italia è presente soprattutto suIl’Appennino.

Il fiore

Il faggio ha amenti maschili e femminili sulla stessa pianta, biancastri, a glomeruli penduli quelli maschili, eretti quelli femminili. I fiori compaiono in aprile-maggio, insieme alle foglie. Il rimedio si prepara con il metodo della bollitura, tagliando i rametti con i loro fiori attaccati.

Commento di Bach

“Per coloro che hanno bisogno di vedere più bontà e bellezza in tutto ciò che li circonda e, anche se molte cose appaiono sbagliate, riescono a distinguere quanto c’è di buono. Per essere più tolleranti e indulgenti e comprendere meglio le vie differenti imboccate da ogni individuo e da tutte le cose per arrivare alla propria perfezione finale.”

Parole-chiave

Pregiudizio; ipercritica nei confronti degli altri; arroganza; pignoleria; fastidio per dettagli che non corrispondono alle regole o alle aspettative; sensazione che tutto quanto sia “storto” o da rifare.

Stato positivo

Tolleranza; capacità di comprensione e giudizio equilibrato; riconoscimento dei propri limiti; capacità diagnostica; occhio clinico, senso estetico, buon gusto per forme, colori, sapori.

Psicologia

Beech nota immediatamente e riassesta i quadri storti, si accorge e ci comunica della macchiolina sulla nostra camicia, commenta la nostra acconciatura e ci suggerisce l’indirizzo di un buon parrucchiere, non sopporta l’uso meno che impeccabile dei congiuntivi e corregge chi li sbaglia, ci dice come avremmo dovuto cuocere il cibo che stiamo mangiando. Beech in stato negativo non sopporta che un modo di fare e un tipo di ordine: il suo. Tutto il resto, è discutibile e ovviamente di pessimo gusto o sbagliato. Il suo problema principale è il dettaglio. È infatti nella sua natura (anche quando è in stato positivo) l’attenzione e l’amore per i dettagli, il che può renderlo un prezioso consigliere se si tratta di un acquisto importante, o di arredare uno spazio, o anche di stabilire una diagnosi medica. Ma quando è in stato negativo, critica, giudica prima di osservare, emette sentenze. Può rivelarsi una persona piena di pregiudizi, che quindi non riuscirà a imparare nulla di nuovo. Un insegnante in stato Beech negativo, ad esempio, è sicuramente deleterio nei confronti di molti allievi, perché tenderà a valutare la persona non nel suo complesso, ma solo rispetto agli errori che compie.
Sono principalmente due i rischi che Beech corre: di perdersi nel dettaglio, senza avere una visione di insieme della realtà, osservata quasi al microscopio, e che la sua intransigenza alla lunga lo isoli, rendendolo ancora più “acido” nei confronti degli altri.
In realtà, Beech è attirato dal dettaglio negativo in quanto è una proiezione di qualcosa che è in lui ma che non è in grado di accettare fino in fondo e quindi di attribuirsi. D’altra parte, il soggetto Beech rivela di solito un senso pratico ben sviluppato, e un’ottima organizzazione spaziale e mentale. Peccato che sprechi tutte le sue energie a criticare gli altri (senza fare suo, evidentemente, il detto evangelico su chi vede la pagliuzza nell’occhio del fratello e non vede la trave nel proprio).
Il rimedio floreale funziona comunque abbastanza velocemente, anche perché Beech è di solito piuttosto reattivo.

Usi particolari

Può essere utile a persone che devono integrarsi velocemente in luoghi o situazioni molto diverse da quelle abituali (lavoro con stranieri o in luoghi con culture e sistemi di valori diversi dai propri), magari insieme a Walnut se vi è anche un cambiamento di abitudini o di luogo. Inotre, è spesso utile nei disturbi cervicali e visivi, nell’ipertensione, nelle aritmie cardiache, nelle calcolosi.

Sinergie

Oltre che con Walnut nel caso sopra citato, Beech è spesso utile con Impatiens nei soggetti che non tollerano il modo di fare altrui in generale.
Con Honeysuckle quando si continuano a fare paragoni con il passato e si concentrano le critiche sul presente o sulle novità.
Con Rock Water se è accentuata la severità anche verso se stessi e si immagina di poter “raddrizzare” gli altri, correggendo i loro presunti errori.

Bambini

Rigidi e irritabili, vedono il “pelo nell’uovo”. Spesso prepotenti, pretendono di avere sempre l’ultima parola.

Diagnosi differenziale

Beech ha dei lati in comune con altri rimedi della stessa famiglia, in particolare Vine, Vervain, Rock Water. Come per Vine, c’è spesso una forte volontà, ma se in Beech prevale l’intolleranza verso gli errori altrui, in Vine è la determinazione a dominare.
Come Vervain, pensa di essere nel giusto, ma quest’ultimo tende a cercare di convincere gli altri alle proprie idee, mentre Beech si limita a criticare. Anche Rock Water è intransigente, ma ama insegnare la retta via con il suo buon esempio, aspetto non presente in Beech.

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I Fiori di Bach: 2- ASPEN – PAURA

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La pianta

È un piccolo albero con foglie ovali tremule e corteccia argentea grigio-verde.
I semi, che compaiono verso maggio, sono racchiusi in una lanugine bianca che viene trasportata dal vento, a volte in quantità tali da sembrare una nevicata argentea. Nell’antichità era noto un olio medicato a base di gemme di pioppo per curare le ferite.
Oggi in fito-gemmoterapia si utilizzano le gemme e i giovani rami nelle affezioni delle vie respiratorie e urinarie e nell’insufficienza arteriosa degli arti inferiori (claudicatio intermittens).

Habitat

E’ un albero molto frequente in Inghilterra. In Italia il pioppo nero è largamente presente, sia allo stato sponta che coltivato, nei terreni umidi e freschi, fino ai 1800 metri.

Il fiore

La fioritura avviene all’inizio della primavera, in marzo-aprile, quando l’albero è ancora privo delle foglie. I fiori sono distinti in maschili (amenti penduli, con stami rossi e femminili (amenti penduli, con stami verdastri), presenti sulla stessa pianta e poco appariscenti. Si raccolgono i fiori con i loro rametti, comprese le gemme delle foglie, e si prepara il rimedio con il metodo della bollitura.

Commento di Bach

“La paura di un’operazione, di una visita dal dentista, un temporale, un fuoco o un incidente sono paure fisiche, e sono di per sé un male. Ma non sono nulla rispetto a una paura mentale ignota che arriva sopra di voi come una nuvola, portando paura, terrore, angoscia e addirittura panico senza la minima ragione. Questa paura è spesso accompagnata da tremore e sudorazione e dall’intimo timore di qualcosa di sconosciuto. Aspen è il rimedio per questo tipo di paura.”

Parole-chiave

Paure vaghe di origine sconosciuta; presagi angosciosi; apprensione senza oggetto; timori superstiziosi; “paura della paura”.

Stato positivo

Calma, lucidità; coraggio e serenità nell’affrontare l’ignoto e nell’accettare la propria sensibilità; ispirazione.

Psicologia

Come la chioma del pioppo trema a ogni minimo alito di vento, così Aspen è percorso da brividi ogni volta che capta qualcosa di misterioso e inafferrabile. Aspen è il sensitivo, colui che ha, come si suol dire, una pelle di meno, nel momento in cui avverte sensazioni vaghe e poco descrivibili, che possono mutarsi in apprensione.
È Aspen la sensazione, precisa e spesso carica d’angoscia che stia per capitare qualcosa di indecifrabile, qualcosa che non è alla nostra portata. È avvertire presenze impalpabili e sentirsi alla loro mercé. Ma è anche la paura del buio, è avere la notte infestata da incubi, è l’inspiegabile apprensione che prende lo stomaco senza una ragione evidente.
Le persone tipicamente Aspen non di rado hanno, in stato positivo, fenomeni di premonizione e telepatia, quasi fossero dotati di sensibilissime “antenne”, in grado di ricevere stimolazioni sottili, impercettibili ai più.
I bambini sono tra coloro che più di frequente manifestano stati Aspen, dove si possono cogliere le paure ancestrali e in effetti questo è uno dei rimedi più prescritti ai piccoli. Ma è indicato anche per gli adulti impressionabili, per esempio a persone che avendo visto un film carico di violenza o di orrore non riescono poi a prendere sonno.
Aspen è un vero “accalappia-fantasmi”, in grado di aiutarci a fugare anche timori inconsapevoli e inespressi, o magari inconfessati solo perché non vogliamo farci prendere per infantili o un po’ matti.

Usi particolari

È tra i rimedi più interessanti nell’insonnia, quella che interviene senza disagi o preoccupazioni specifiche, ma che ci fa comunque rimanere per ore con gli occhi sbarrati nel buio.
È utile anche nelle insonnie delle persone anziane. Anche palpitazioni e tachicardia nervosa possono essere annoverate tra le manifestazioni dello stato Aspen.
È indicato inoltre per trattare i semi appena deposti nel terreno, per aiutarli a germinare, venendo alla luce.

Sinergie

Può essere abbinato a Star of Bethlehem quando lo stato d’animo attuale abbia avuto origine in un’occasione specifica, di solito traumatica, quando cioè si riesca a ricordare la prima volta che abbiamo provato quello stesso tipo di paura.
Con Clematis quando la persona appare chiusa in un mondo tutto suo, dal quale ha timore di distaccarsi, perché tutto appare vagamente ostile e minaccioso.

Bambini

Aspen è utile ai bambini facilmente impressionabili, che si fanno coinvolgere fin troppo e si immedesimano con i personaggi delle favole che vengono loro raccontate, e che appaiono pallidi e spaventati quando entra in scena l’orco o la strega. Spesso facili alle lacrime, riferiscono sogni angosciosi e hanno paura del buio, dei fantasmi, dei mostri e di rimanere soli.
Può essere abbinato con Heather quando si svegliano spesso di notte piagnucolando e vogliono essere presi in braccio e cullati o essere ospitati nel letto dei genitori.

Diagnosi differenziale

È difficile confondere lo stato Aspen con gli altri. L’ipersensibilità di cui è connotato potrebbe in effetti essere attribuita anche a Walnut, ma gli stimoli esterni a cui è sensibile quest’ultimo non gli trasmettono paura, bensì insicurezza.

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I Fiori di Bach: 1 – AGRIMONY – IPERSENSIBILITA'

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La pianta

E’ una pianta perenne, alta dai 40 ai 70 cm, dal fusto singolo, vellutato, eretto, cilindrico. Le foglie sono dentellate, con la parte inferiore grigiastra.
I semi sono coperti da una tonaca ruvida provvista di piccoli uncini che rimangono attaccati al pelo degli animali che la sfiorano passando.
Nell’antichità era impiegata per le sue proprietà oftalmiche, come depurativo del fegato, addirittura come antidoto del veleno dei serpenti.
Attualmente è considerata soprattutto una pianta epatica, astringente e antinfiammatoria. Ancor oggi viene usata da attori e cantanti per migliorare la voce.

Habitat

E’ comune nell’Europa settentrionale, su terreni soleggiati e argillosi. Si trova frequentemente anche in Italia lungo i fossi, le strade, i pascoli fino ai 1000 metri.

Il fiore

Fiorisce da giugno a settembre-ottobre. I fiorellini sono gialli, raggruppati in spighe allungate, con con cinque petali e fitti stami giallo-rossastri. Vivono per tre soli giorni. La raccolta e la preparazione dei fiori avviene sopratutto nel periodo estivo, col metodo del sole.

Commento di Bach

“Per le persone gioviali, allegre, di buon umore, che amano la pace e sono così addolorate dalle discussioni e dai litigi da essere pronte a concedere molto per evitarli. Anche se generalmente non mancano loro dei disturbi e sono inquieti e agitati, nascondono le loro preoccupazioni dietro il buon umore e la giocondità, e sono considerati degli ottimi amici da frequentare. Spesso abusano di alcol e di sostanze per stimolarsi e riuscire a sopportare le loro prove con allegria.”

Parole-chiave

Tormento interiore; fare buon viso a cattivo gioco; sentirsi in obbligo di minimizzare e sdrammatizzare sempre e comunque; essere disposti a tutto per il quieto vivere; paura della solitudine; cercare rifugio in alcol, droghe, cibo, divertimenti, relazioni sessuali per sviare il proprio tormento interiore.

Stato positivo

Capacità di godere con allegria e serenità la vita; senso dell’umorismo; vedere le preoccupazioni con obbiettività e il giusto distacco; ottimismo; integrazione e superamento delle avversità; abilità diplomatica e capacità di pacificare gli animi; apportatore di allegria e simpatia.

Psicologia

Agrimony è l’amico malato che andiamo a trovare e che ci racconta qualcosa di divertente per tirarci su. E’ l’adolescente o il giovane pieno di imbarazzi e di contrasti irrisolti che tiene banco nella compagnia con i suoi lazzi e le sue intemperanze, e che magari piange e si avvilisce nel chiuso della sua camera. E’ il riso forzato quando dentro al cuore c’è invece un grande dolore inesplorato.
Agrimony è il rimedio contro i tormenti nascosti. La sua caratteristica forse più saliente, anche a una prima occhiata, è che si sente sempre in dovere di sdrammatizzare, di alleggerire l’ambiente o la situazione in cui si trova, anche quando lo sforzo per ottenere ciò fosse immane, perchè semplicemente non ne può fare almeno. Questo atteggiamento si evidenzia sia che i problemi con cui viene a contatto e che tanto lo tormentano riguardino la sua persona sia quando le cause siano esterne. In sostanza dal punto di vista psicologico Agrimony rappresenta la tendenza a negare, per difendersene, l’esistenza o la gravità dei problemi e delle tensioni. Il tipo Agrimony si addossa insomma il ruolo di cuscinetto o di brillante buffone perchè non riesce ad ammettere o accettare di stare male. E se, una volta solo, si fa prendere dallo sconforto, tenta comunque di allontanare da sè questa consapevolezza, con metodi che sono però tutti destinati a rilevarsi controproducenti. Nella sua ricerca di una via di fuga o di una possibilità di anestesia, Agrimony tende infatti ad annegare il proprio dispiacere nell’alcol, nel cibo, nella ricerca di sensazioni forti.Tutte soluzioni illusorie e momentanee, però, che non contribuiscono certo a mutare in positivo la situazione. L’atteggiamento di Agrimony potrebbe dunque essere interpretato come una sorta di equivoco, spesso originato già nella mentalità infantile, che recita pressappoco: “se propongo o evidenzio un problema in famiglia o altrove, iostesso verrò considerato un problema, e mi verranno tolti l’affetto e la considerazione di cui ho bisogno. Ma se faccio conto, malgrato le mie sofferenze, che non esista alcun problema, saranno tutti felici e io sarò l’artefice di questo”.
Nello stato positivo Agrimony è invece una persona dotata di uno spiccato senso dell’umorismo, ottimista e vitale. Potrebbe darsi, però, nello stato negativo, che usi questo suo ottimismo in modo incongruo. Ovvero, on come trampolino per la sua maturazione ed evoluzione, ma piuttosto per tamponare una situazione che sarebbe invece più opportuno lasciar precipitare o, a seconda dei casi, condurre alla discussione e al chiarimento definitivo.

Usi particolari

Agrimony si può somministrare anche quando si pensa sia il momento di prendere coscienza dei nostri veri problemi e di affrontarli. Agrimony dà il coraggio di smettere di far finta di niente, aiuta a gettare la maschera con se stessi e con gli altri. Ma attenzione: se la persona non è stata sufficientemente preparata, dopo un certo periodo potrebbe rifiutarsi (o “dimenticarsi”) di continuare ad assumere il rimedio. Questo perchè Agrimony attiva una possibilità o apre una porta che quell’individuo potrebbe invece voler continuare a tenere ben chiusa. Questo fiore è inoltre utile per una amplissima varietà di sintomi fisici; anzi, si può dire che rappresenti uno dei rimedi principi delle somatizzazioni. Sintomi d’ansia, insonnia, nevrosi cardiaca, cefalea, dolori muscolari, ma anche disturbi digestivi e (dall’ulcera gastrica o duodenale alle emorroidi), prurito, disturbi visivi, e soprattutto le dipendenze da cibo, alcol, farmaci psicotropi, sono tra le evenienze che possono trarre giovamento da Agrimony. E’ poi da tenere sempre presente nei casi in cui il dolore o il prurito siano particolarmente tormentosi.

Sinergie

In ogni caso, Agrimony è uno ottimo “ansiolitico”, e si può consigliare anche a chi vuole evitare di prendere troppi psicofarmaci sintetici, eventualmente in combinazione con Crab Apple per favorire la disintossicazione dell’organismo da queste sostanze.

Bambini

Il bambino Agrimony può essere il classico “pagliaccio”, ed esibirsi ad esempio in vere e proprie scenette con grida, salti, balli, scherzi e tutto quanto è in grado (almeno nelle sue intenzioni) di divertire e distrarre gli adulti, rompendo un’atmosfera tesa in famiglia. Anche se i suoi sforzi, ovviamente, non riescono a risolvere in profondità i conflitti esistenti. Oppure, è un “cuor contento”, che non si lamenta neppure quando è malato. Questo fiore risulta indicato anche quando abbiamo a che fare con un bambino iperattivo, “con l’argento vivo addosso”, che si lancia in attività frenetiche e sempre nuove, ma che interiormente e molto solo e infelice. Talvolta lo stato Agrimony si manifesta invece con enuresi notturna, pavor nocturnus (risveglio improvviso provocato da sogni terrorizzanti, spesso accompagnato da atteggiamenti difensivi e dà senso di disorientamento) o sonnambulismo.

Diagnosi differenziale

Spesso Agrimony, che pure non sopporta la sua stessa sofferenza, si addossa paradossalmente quella degli altri, nel tentativo di arginarla e dimenticarla. può avere dei punti in comune con l’ Red Chestnut, iper-preoccupato per il benessere dei propri cari, e con Walnut, il quale è una specie di “spugna” delle emozioni altrui, che volta finisce per attribuire a se stesso, generandone confusione. In questi non è però presente il tormento che agita Agrimony. Inoltre, Red Chestnut non fa nulla per nascondere la sua apprensione, né Walnut si sente spinto a forzare la sua allegria. Anche Impatiens può avere degli spunti in comune con Agrimony: stato di tensione, iperattività. Ma l’iperattività di Agrimony è dolorosa, cela una pena segreta, mentre per Inpatiens è costituzionale, fine a se stessa. Nulla vieta, comunque, quando il caso lo richieda, di associarli.

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I FIORI DI BACH

fiori

01) Agrimony
02) Aspen
03) Beech
04) Centaury
05) Cerato
06) Cherry Plum
07) Chestnut Bud
08) Chicory
09) Clematis
10) Crab Apple
11) Elm
12) Gentian
13) Gorse
14) Heather
15) Holly
16) Honeysuckle
17) Hornbeam
18) Impatiens
19) Larch
20) Mimulus
21) Mustard
22) Oak
23) Olive
24) Pine
25) Red Chestnut
26) Rock Rose
27) Rock Water
28) Scleranthus
29) Star of Bethlehem
30) Sweet Chestnut
31) Vervain
32) Vine
33) Walnut
34) Water Violet
35) White Chestnut
36) Wild Oat
37) Wild Rose
38) Willow
39) Rescue Remedy

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LA SCOPERTA DEI FIORI DI BACH E LA STORIA DEL LORO SCOPRITORE, EDWARD BACH

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La scoperta dei fiori di Bach, nasce da un’intuizione avuta dal dott. Edward Bach, un inglese nato il 24 settembre 1886 a Moseley, un paese a pochi chilometri da Birmingham. Era il primo di tre figli di una famiglia di origini gallesi. Sin da bambino era affascinato dalla natura e dalla sofferenza delle persone.

University College Hospital di Londra
A diciasette anni decise di interrompere gli studi e di lavorare nella fabbrica di ottone del padre per non essere di peso alla famiglia ma vivendo a stretto contatto con gli operai e ascoltanto i loro problemi, compresi quelli di salute, si rese conto di voler dedicare la sua vita allo studio della medica e così decise di riprendere gli studi e si iscrisse alla facoltà di medicina dell’Università di Birmingham dove si laureò nel 1913. Nello stesso anno inizia a lavorare presso l’University College Hospital di Londra (foto al lato) ed ottiene l’incarico di responsabile del pronto soccorso e successivamente quello di responsabile del reparto di chirurgia d’urgenza al National Temperance Hospital. Dopo poco tempo inizia però a manifestare insofferenza nel suo lavoro perchè inzia a rendersi conto che la medicina tradizionale teneva conto solo della malattia e non anche della complessità della persona infatti sempre più si rende conto che “nel trattamento di una qualsiasi patologia, la personalità dell’individuo gioca un ruolo più importante del corpo”.

Lascia così la professione di chirurgo e inizia ad occuparsi di batteriologia ed immunologia ottenendo tra l’altro importanti successi riuscendo infatti a collegare alcuni batteri intestinali con alcune malattie croniche cosa che lo porteranno, alcuni anni più tardi, ad importanti scoperte.

Siamo nel 1914 e scoppia la prima guerra mondiale. Alla visita di leva Edward Bach viene riformato a causa delle sue non buone condizioni di salute. Nonostante ciò viene nominato responsabile di oltre 400 posti letto per i reduci di guerra presso l’ospedale universitario così, oltre al lavoro al reparto di batteriologia e a quello di assistente presso l’ospedale della scuola medica ha questa ulteriore responsabilità. Il lavoro frenetico che svolge portano il suo fisico a debilitarsi sempre più tanto che nel giugno del 1917 ha una emoraggia e così scopre di avere un tumore (sembra alla milza) e ancora incosciente viene operato d’urgenza. I medici, nonostante abbiano asportato il tumore, gli danno non più di tre mesi di vita (aveva 31 anni). Rendendosi conto che non ha più il tempo di fare tutte le cose che desiderava realizzare, dopo un breve periodo di depressione, si butta nel lavoro a capofitto per cercare di portare a termine i suoi progetti …. ed intanto i tre mesi erano ampiamente passati e la sua malattia era regredita In conseguenza di questo Edward Bach concluse che uno spirito positivo e una grande voglia di vivere erano fondamentali per il processo di guarigione e che “un interesse totale, un grande amore, una finalità precisa sono fattori decisivi per la felicità dell’uomo sulla terra”.

Samuel Hahnemann padre dell’Omeopatia
Samuel Hahnemann Nel 1919 entra a lavorare come batteriologo presso l’Homoeopathic Hospital dove ebbe modo di conoscere meglio il lavoro di Samuel Hahnemann (foto al lato), il padre dell’Omeopatia vissuto un secolo prima e resta affascinato dalle sue teorie e dai suoi studi e leggendo il suo “Organon” pensò che se avesse unito le conoscenze di Hahnemann con le sue, sicuramente avrebbe potuto raggiungere degli ottimi risultati.
Fu infatti di quel periodo la scoperta dei vaccini omeopatici chiamati in seguito “I sette nosodi di Bach” che dovevano essere somministrati per bocca e grazie ai quali risolse centinaia di casi di malattie croniche. Nello stesso periodo inizia a studiare il carattere dei suoi pazienti e si rende conto che la comprensione profonda della loro psicologia gli poteva fornire fondamentali informazioni per impostare una corretta terapia basata sulla loro personalità.

Nel 1922 si trasferisce in un laboratorio in Park Crescent sempre a Londra, per continuare più tranquillamente le sue ricerche pur continuando a lavorare nel suo studio di Harley Street aperto anche ai bisognosi e alle persone che non potevano permettersi un medico.

Nel 1924 pubblica uno studio dal titolo Intestinal toxaemia in its relation to the cancer (“La tossemia intestinale nella sua relazione con il cancro”) ed altri.

Nonostante il successo oramai in tutto il mondo dei suoi nosodi, Edward Bach è molto insoddisfatto in quando desiderava trovare qualcosa di diverso, cioè qualcosa che andasse oltre la malattia e pertanto si mette a cercare dei rimedi universali, studiando le proprietà e le virtù delle piante.

Nel 1928 mentre si trovava nel Galles, accadde un fatto importante. Mentre partecipava ad una festa, si rese conto, osservando le persone, che queste potevano essere raggruppate in gruppi omogenei psicologici che quindi potevano reagire nei confronti delle malattie in maniera simile: “l’umanità è composta da un preciso numero di gruppi tipologici” affermava. Fu pertanto da quella sera che i pazienti saranno studiati ed i rimedi saranno somministrati in base al loro carattere. Verso la fine dello stesso anno inizia a preparare i primi rimedi a base dei fiori, Impatiens (IMP), Mimulus (MIM) e poco più tardi Clematis (CLE) e le prepara con lo stesso metodo utilizzato per i vaccini orali e li prescrive ad alcuni pazienti in base al loro profilo psicologico ottenendo dei risultati notevoli.

E’ di quegli anni che Edward Bach si accorge d’avere doti da pranoterapeuta e che in certi casi è in grado di guarire le persone con la semplice imposizioni delle mani.

Storia di Edward Bach
Dato il successo dei suoi nuovi metodi terapeutici, Edward Bach pubblica sul The Homoepathic World un articolo dal titolo Alcuni nuovi usi e rimedi ed è dello stesso periodo la sua decisione di chiudere lo studio di Harley Street nonostante gli permetta di avere degli ottimi guadagni (circa 5.000 sterline l’anno) per dedicarsi ai nuovi interessi.

Fu così quindi che nel 1930 Edward Bach si trasferisce nella campagna gallese, inziando una nuova vita: lui e la natura. Dedica molto tempo a passeggiare in assoluta solitudine e sembra che riesca a percepire le proprietà terapeutiche delle piante tanto che inizia a preparare altri sei rimedi floreali: Chicory (CHI), Agrimony (AGR), Vervain (VER), Cerato (CER), Centaury (CER) e Scleranthus (SCL), arrivando così ad avere nove rimedi. Per la loro preparazione usa anche un nuovo sistema, quello “della solarizzazione” per “trasferire la vibrazione del fiore nell’acqua dove sono poste le corolle”.

Guarisci te stesso di Edward Bach
Da quel momento e fino alla fine della sua vita, Edward Bach non chiederà più una sterlina ai propri pazienti ma vivrà solo con le donazioni che gli vengono elargite.

E’ di quel periodo l’idea che, osservando un campo pieno di fiori bagnato di rugiada che quelle gocce d’acqua dovessere contenere l’essenza dei fiori, tutta la loro carica vitale e che il calore del sole doveva magnetizzare l’acqua con i suoi principi attivi. Da quel momento impiegherà solo ed esclusivamente il “metodo della solarizzazione” per preparare i suoi rimedi.

Nel 1931 pubblica il suo più famoso volume “Heal Thyself” (Guarisci te stesso) che in pratica si può definire come il libro che ha decretato la nascita della floroterapia. Sempre nello stesso anno scopre gli ultimi tre rimedi della serie “I dodici guaritori” con Water Violet (WVI), Gentian (GEN) e Rock Rose (RRO).

Successivamente soggiorna a Cromer in Inghilterra dove si dedica sempre più attivamente alla cura delle persone usando i dodici principi da lui scoperti partendo dall’assunto che persone diverse pur con la stessa malattia, richiedevano una terapia diversa perchè avevano personalità diverse e questo le rendeva reattive nei confronti della malattia e quindi delle terapie in maniera differente. Era convinto infatti che per guarire una persona bisognasse agire sugli stati d’animo negativi in quanto la cosa più importante era far ritrovare l’armonia perduta.

Pubblica numerosi articoli sul “The Homoeopatic World “sui diversi rimedi floreali da lui scoperti e sulle possibilità che offrivano le sue terapie. In conseguenza di tutti questi articoli e delle sue nuove teorie l’ordine dei medici nel 1932 minaccia di radiarlo perchè tutto ciò, a loro avviso, era in contrasto con l’etica professionale anche in considerazione del fatto che consentiva a persone non laureate in medicina di usare i suoi metodi di cura insegnandogli come fare. Poco tempo dopo viene radiato. A questo Edward Bach reagisce dicendo che rinunciava con gioia al titolo di medico per essere un semplice erborista anche perchè, come aveva sempre sostenuto, la cosa che più gli interessava era alleviare le sofferenze della gente.

Storia di Edward Bach In quel periodo scopre anche gli altri quattro rimedi che chiamerà “Rimedi di aiuto”: Gorse (GOR), Oak (OAK), Heather (HEA), Rock Water (RWA) chiamati così perchè li considera importanti per quelle persone dove l’angoscia e la preoccupazione per la malattia sono diventati parte integrante della loro stessa personalità. E’ di quel periodo l’invio di due serie complete dei suoi rimedi alle principali farmacie di Londra con la preghiera di venderle al minor prezzo possibile.
Nell’autunno del 1933 pubblica il manoscritto “The Twelve healers & Seven Helpers” (I dodici guaritori e i quattro aiuti) e nella sua ininterrotta ricerca scopre altri tre rimedi: Wild Oat (WOA), Olive (OLI) e Vine (VIN) ed è di quel periodo la nascita della RESCUE REMEDY, una miscela di rapido intervento composta da tre fiori, Clematis, Impatiens, Rock Rose.

Un anno dopo Edward Bach lascia Cromer e dopo diverse ricerche si stabilisce nel villaggio di Sotwell, in una casa chiamata Mount Vernon, che diventerà il suo quartiere generale e che oggi è la sede del Bach centre a lui dedicato.

Nel 1935 scopre altri due rimedi: il Cherry Plum (CHP) e Star of Bethlehem. . Nel giro di pochi mesi scopre i restanti 19 fiori che compongono il suo sistema floreale e dato che è primavera ed il sole è tiepido, decide, ad eccezione di White Chestnut (WHC), di far bollire i ramoscelli in fiore, lentamente per un’ora e poi far raffreddare il liquido, filtrarlo e prepararlo come gli altri rimedi.

Nel 1936 scrive e pubblica il libro “The Twelve healers and other remedies” (I dodici guaritori ed altri rimedi) e lavora alla conferenza intitolata “Le erbe guaritrici”, che espone il giorno del suo cinquantesimo compleanno. A quel punto Edward Bach si rende conto che il lavoro è finito. Inizia ad istruire i suoi assistenti così da lasciare alle generazioni future tutte le informazioni che lui aveva messo appunto nei lunghi anni della sua vita in modo che nulla andasse perduto e tutti potessero beneficiare dei suoi rimedi. Muore il 27 novembre di quell’anno a soli 50 anni, sembra per un attacco di cuore, nel sonno.

Dalla sua morte i suoi assistenti, in particolare Nora Weeks e Victor Bullen hanno continuato la sua opera fondando il Bach Center nella sua casa nel Sotwell nell’Oxfordshire dove ha tuttora sede.

Fonte: http://www.elicriso.it/it/fiori_di_bach/edward_bach/

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