5dicembre2019

Occuparsi degli immediati dintorni della propria esistenza per avviarsi verso un futuro dotato di senso.

Costruire se stessi è una battaglia.

L’uomo è l’animale impraticabile.

L’uomo vive immerso in una morale provvisoria permanente.

La filosofia rende sopportabile la realtà.

Di fronte alla cieca onnipresenza del mondo l’uomo non può che intuirsi come accidentale,qualcosa di indifferente per il mondo.

L’assolutamente formato e determinato non ha che il destino di sparire.

Siccome sappiamo che nella nostra partita col mondo noi usciremo sconfitti,allora tanto vale non giocare questa partita: essere nel mondo ,non del mondo!

L’uomo desidera tutto.

La vita è un insieme di accidentalità.

Nel destarsi alla coscienza l’uomo si costituisce.

La vita ci soffia in faccia ogni giorno l’alito dell’annientamento.

Il puro Io poggia sull’annientamento.

Non è possibile alcun rapporto di opposizione del singolo alla Natura e al Mondo.Per quanto l’individuo possa escogitare forme di agire che lo portano alla sopravvivenza,la Natura continua il suo cammino di necessità che è quello di fare sparire l’individuo,aspetta così il singolo al varco della fine per dare spazio ad altri individui:questo è lo scopo della Natura.

L’universale del mondo si concilia con la singolarità facendola sparire:è sempre ingannevole l’accordo tra la Natura e l’individuo.

L’intuizione religiosa istituisce una organizzazione del Tutto universale in modo tale che il singolo abbia un rapporto con l’Intero,ma l’universale rimane universale per sè e l’individuo sparisce dal mondo e la religione fa ricomparire in un extramondo:ciò che la religione ci consegna è un extramondo,un mondo oltre quello in cui viviamo.

L’uomo intuisce se stesso di contro alla cieca onnipotenza del mondo come qualcosa di accidentale per cui è indifferente a come porsi nel mondo e per il mondo,di qui le caratteristiche umane dell’egoismo e indiffernza.

5dicembre2019ultima modifica: 2019-12-05T11:01:48+01:00da domeniconipaolo