26settembre2019

Il non-Essere è onnipresente sta dietro la nostra esperienza di essere spinti dal passato verso il futuro.

La vita felice è nell’ozio e nell’isolamento.

La pienezza della vita coincide con la sospensione dell’agire,l’esistenza sembra,a questo punto,toccare la non-esistenza.

Il sentimento della vita può descriversi più per negazioni che per affermazioni.

Dove c’è sovrabbondanza di vita c’è dolore,dove c’è carenza di vita c’è un’esistenza più acuta e sensibile.

Si sprofonda nella vita come in un abisso dal quale si riemerge solo con la morte.

Il “sè” indiviso,la pura unità di sè con se stesso si ottiene nella assoluta solitudine: “beata solitudo, o sola beatitudo”.

Dimenticare se stessi,cancellare le determinatezze stabilite dall’azione significa rivelarsi a sè.L’oblio dell’azione intensifica il sentimento della propria esistenza ,si è risucchiati nel gorgo della propria interiorità.Si crea così un pulsare,un oscillare lento e continuo del sentimento di sè,si spegne così la fame di realtà,si fa tacere per sembre la brama di ignoto.

Il vero sentimento d’esistenza nasce dal puro,semplice,fisiologico vivere,così possiamo ricongiungerci a noi stessi.Il vero esistere non nasce dal porsi degli scopi o dal superare gli ostacoli:il Nulla è indispensabile alla felicità e alla vita.

La vita più alta e perfetta non è che un puro vegetare.

Si perde il senso della vita se ci si rapporta alla natura in termini di pura utilità: l’ozio ristabilisce l’equilibrio turbato,il clamore dei nostri intessi pratici non è tutto.

Essere e nient’altro,farsi coprire dalla polvere del tempo per sfociare così nella propria origine :siamo emersi dal Nulla.

Un essere ammorba il mondo: l’uomo!

20settembre2019

So che un raggio di sole(di Dio?) mi sveglierà domattina,getterai il tuo volto contro il mio qui al buio che trasforma la rondine in falco.Hai dato il mio nome ad un albero,non è poco ma non mi rassegno a restare ombra di un abbandono.E’ crudo il gioco della sorte ,è sovrumana la fiducia con cui parlasti al rospo uscito dalla fogna senza orrore,pietà o tripudio.Il respiro del tuo labbro riesce a creare un fiore o uno scoglio mentre la pioggia spollina i carnosi petali del trifoglio.Il volo del tuo passo unisce e divide ,sconvolge e rinfranca ,fai vibrare chi ti è vicino felice e vinto.Diffondi un’onda luminosa dalle mandorle degli occhi,i tuoi pronti stupori sono astuzia,sono uno strazio di piume lacerate.Ti hanno assomigliato a un carnivoro biondo ,al genio perfido delle fratte ,cichi non videro sulle tue scapole gracili ali,non videro il presagio della tua fronte incandescente ,non videro il solco che graffi a sangue,ogni tua parola vale perdizione e salvezza,ma dove seppellirò l’oro e la brace che in me porto se lasciandomi ti volgi alle scale?

19settembre2019

Non è più il tempo della cicala,l’ombra degli alberi si sfoltisce.Il tempo divora gli uomini,si muore ad ogni batter d’ali così ogni nemico è un trastullo.Comincia la via più dura,gli altri arretrano e si piegano,la vuota scorza di chi cantava sarà presto polvere di vetro sotto i piedi; l’ombra si fa livida ,è l’autunno,è l’oltrecielo in cui mi getto e salto al novilunio.Una vove ribolle ,io brucio nel fosso. E’ più dolce morire che affondare in questo magma,è più facile disfarsi al vento.Ho nel petto una piaga,di me non rimarrà che qualche goccia di brina.Le gemme delle piante luccicano al buio,una sirena sale dal profondo e penetra sempre più nel cuore del macigno finchè un giorno una luce scoccata dai castagni accenderà un guizzo:è l’anima che cerca la vita là dove morde l’arsura e la desolazione ,questa scintilla dice che tutto comincia quando tutto pare incarbonirsi.

15settembre2019

L’Essere abbraccia se stesso e il non-Essere.L’Essere ha all’interno di se il non-Essere ma anche il non-Essere ha all’interno di sè l’Essere:Essere e non-Essere esternamente si superano.Il fondamento di tutto ciò che è si fonda su ciò che non-è per mezzo di una eterna creatività:il non-Essere crea l’Essere e l’Essere crea il non-Essere.Il non.Essere vince l’Essere e l’Essere vince il non-Essere.

Il coraggio è il potere che ha la mente di superare la paura.

L’angoscia è lo stato in cui un essere è consapevole del suo possibile non-essere.L’angoscia è la consapevolezza esistenziale del non-essere cioè è la consapevolezza che il non-essere è la parte esenziale del nostro essere: c’è un solo destino,un destino di morte.

L’angoscia è la finitezza sperimentata come propria.

Nulla mi parla se non il Nulla.

L’oggetto dell’angoscia è la negazione di ogni oggetto.

E’ un certo tipo di ignoto che viene affrontato con l’angoscia ,è l’ignoto che non può essere conosciuto perchè è il non-Essere.

L’angoscia pura e semplice è l’angoscia della situazione umana come tale cioè l’angoscia del non-Essere,tale angoscia non può essere superata perchè appartiene all’esistenza stessa.

Il non-Essere dipende dall’Essere che esso stesso nega;l’Essere dipende dal non-Essere che esso stesso afferma.

Si può descrivere l’Essere in termini di non-Essere e si può giustificare una simile descrizione che c’è qualcosa e non il Nulla.

Il primitivo Nulla non è Nulla nè qualcosa,esso diventa Nulla solo in contrasto con qualcosa cioè lo stato ontologico del non-Essere dipende dall’Essere.Ma lo stesso discorso si può fare per l’Essere:l’Essere diventa qualcosa in contrasto con il non-Essere cioè lo stato ontologico dell’Essere dipende dal non-Essere.

La qualità dell’Essere dipende da ciò che in esso viene negato cioè dal non-Essere.

Il non-Essere minaccia l’autoaffermazione ontica dell’uomo,relativamente in termini di fato,assolutamente in termini di morte,relativamente in termini di vuotezza,assolutamente in termini di mancanza di significato.

Le cause determinanti della nostra esistenza non hanno necessità assoluta.

La morte sta dietro ogni attimo dell’esistenza cosicchè la condizione esistenziale dell’uomo non può essere che quella dell’angoscia.

11settembre2019

La via percorsa,se mi volgo,è più lunga di quella che ho ancora da percorrere,essa mi porta ad un luogo dove mi scioglierà come cera.Il sangue dei cimiteri non lenisce il cuore,non esco da questo buio,la luce c’è solo a barbagli.Un’ombra mi accompagna alla tua tomba ,essa non ha più peso della tua sepolta,i primi raggi dell’alba la trafiggono,farfalle l’attraversano e non si rattrappisce.Il fuoco interno dell’ombra disincarna questi lunghi anni e dice parole che io non odo.Una larva di memoria si muove verso di me e ritrova la forma in cui bruciava ,poi con un balzo si spegne.Ho pensato per te,ho ricordato per tutti,ora,libero,torni al tuo cielo.La stessa rupe mi tenta da prima che io avessi ali,non si dissolve il pe nsiero del vuoto.Avere memoria non è peccato e io mi ricordo quegli approdi,poi fu un letargo di talpe.Il vento di questo giorno confonde l’ombra e respinge le mie mani,il respiro mi si rompe nella fossa che mi circonda,così mi si svela l’oscuro senso di queste immagini che non possono dirsi a parole ,così mi si apre questo vuoto inabitato che occupammo e che attende di nuovo di colmarsi di noi e così ritrovarci.

06settembre2019

Il saggio vince il desiderio ,la sofferenza e l’angoscia superando Dio stesso.

Non darsi cura di ciò che è estreneo al proprio scopo morale.

La morale ci rende codardi.

La ragione è il potere di avere idee adeguate.

La vita è il processo in cui l’essere passa dalla potenza all’atto.

L’autoaffermazione è l’affermazione della morte che appartiene alla vita.

L’Io possiede se stesso ma al tempo stesso tenta di raggiungersi.

Io sono ciò che deve sempre superare se stesso.

E’ sbagliato parlare di volontà di esistenza,si deve parlare di volontà di potenza cioè di più vita:la vita disposta a superare se stessa è la vita buona.

Obbedire comandando ,l’Io ubbidiente è l’Io che comanda se stesso ,che mette a repentaglio se stesso.Si comanda se stessi secondo le leggi della vita diventando così il proprio giudice e la propria vittima .

Gli enigmatici frammenti della vita diventano un tutt’uno armonico.

Scrutare l’abisso del non-essere in assoluta solitudine.

Non bisogna essere filosofi nella vita ma della vita.

Tutte le cose hanno la loro radice in un “sì” e in un “no”.

Das nichts (Il non-essere).

Il non-essere non è un concetto come gli altri: è la negazione di ogni concetto,quindi il non-essere nega se stesso ma è un inevitabile contenuto del pensiero.