28 febbraio 2024

Sono incapace di pronunciare parole se non i monosillabi dell’infanzia. Ascolto il soffio della terra, cammino senz’ombra ombra io stesso senza lasciare nemmeno un’impronta. La terra è un deserto in cui danza la polvere della mia vita, vedo i campi rotolare in ondate di colore, che confusione: qui una nascita, là una morte. Subisco quotidianamente improvvise e misteriose aggiunte di Essere ,in questo modo mi sono venuto costruendo. La vita scorre imperfetta come una frase incompiuta,nella mente mi si crea uno spazio vuoto, cerco di bucare lo spesso fogliame dell’abitudine. Ogni giorno ha la stessa increspatura, la mia vita non è una sola ma ogni volta torno a me stesso eppure c’è sempre qualcosa del mondo che mi afferra e mi trascina via. Per sentirmi vivo cerco d’essere più che mai parte dell’universo, mi lascio inghiottire dal buio degli alberi, mi sottraggo a una incommensurabile abbondanza di tempo. Godo di questo crepuscolo evanescente ed irreale, passo al di là del tempo, la nebulosità della mia esistenza è offuscata da troppe parole , gli aculei del giorno mi feriscono allora mi aggrappo ad illusioni dure e limpide come il cristallo.

23 febbraio 2024

Mi sovrasta una immensa distesa di silenzio, scosto le tende per guardare la notte: vedo l’oscuro sconosciuto , la vita è certamente un sogno che si accorcia con la marcia maestosa dei giorni. La mia perpetua illusione è credere di trovare un ordine nelle cose, il tempo continua a dare gelide scosse alla disposizione del tutto. Osservo il mare frantumarsi in piccole onde , il tempo ha scavato sul mio volto ghigni beffardi. Odio lo spettacolo turbolento dell’esistenza , cerco di salvarmi dall’informe con le parole, rifuggo l’estasi abbagliante del mondo. La vita si avvita su se stessa nel fango di ogni giorno, incido tacche di dolore sulla curva dell’Essere. Sono avvolto dal senso del destino, dalla inevitabilità del fato, la coscienza della morte e dei miei limiti mi travolge , la vita è più inesorabile di quanto non creda , allora penso: la vita continua, ma perché? Dopo aver viaggiato per milioni di anni la luce di una stella mi cade in una mano, osservo il movimento indolente di una vela solo per metà gonfia di vento, l’ultima crespa di un’onda mi fa ritrovare il senso del tempo, non trovo bellezza che basti nella luna, la natura incomprensibile della vita mi soffoca , ho un’intesa particolare con la morte , brucio la mia esistenza nel desiderio di perfezione così sprofonda l’universale determinazione a vivere.

17 febbraio 2024

Lascio per sempre dietro di me il mio futuro, la vita fa presto a inaridire ,posso sostenere qualcosa di importante solo in solitudine tutto il resto è una interferenza di spazio e tempo. Violente raffiche di vita soffiano da tutte le parti, con una magnifica vitalità gli atomi della mia attenzione si disperdono nel vuoto. Eredito le spoglie del passato, fuori mugghiano forte le forze dell’indifferenza , l’urto complesso e sinistro della vita mi attacca imprevedibile da ogni parte. Sono bramoso di bere l’arida polvere dell’esistenza : non c’è passato né futuro, soltanto il momento presente, l’orrido presente. Ho il senso mistico della compiutezza ,la severità pervade la mia vita. Scoppia una indifferenza assoluta poi c’è il ritorno di una gioia irresponsabile e sconfinata. Sul giorno cala un filtro viola , sono maturo per questa intensa immensità. Ogni giorno compare il popoloso, indifferenziato caos della vita sempre in fermento. Sul bordo di ogni agonia catturo sensazioni remote, non ho grandi speranze né grandi ideali, non ho altra pretesa se non quella di cavarmela. Esisto come una indifferenziata goccia di materia immersa in un tempo che passa, cresce e cambia ma niente accade che possa sollevare il peso di un insopportabile tedio,una noia immensa scende su tutto, compatta e monotona.

14 febbraio 2024

Il cielo mi canta una ninna nanna per cullarmi nel riposo eterno; la simmetria dell’universo si trasforma in assurdo, imparo a difendermi dalle carezze : la natura umana mi disgusta. Un buco mi s’è aperto nella mente, una di quelle trasparenze improvvise da cui si vede tutto. Mi lascio trasportare passivamente dalle cose nonostante tutto seguo il mio corso non quello del mondo. Ogni cosa accade in un secondo ma dura in eterno, mi piace la confusione, l’altezza,l’indifferenza  e la furia, alterno momenti di umiliazione a momenti di vittoria, non mi fido dei progetti di vita belli e precisi: tutto è peso e profondità. L’oscurità rotola le sue onde sui miei pensieri che vibrano e procedono a cascate. Ascolto un mormorio costante d’aria passata, luci vaganti aprono dei cunei piumati tra strade invisibili: cielo e mare diventano indistinguibili.

10 febbraio 2024

Sono semplicemente un corpo che procede fianco a fianco ad altri corpi,l’unico modo per rendere sopportabile la vita è diventare tutt’uno col fiume.Voglio ritornare nelle oscure umidità materne dalle quali sono stato strappato,tutto il resto è disgustoso.Ogni giorno ricomincia tutta intera la follia dell’esistenza,risorgono dalle tenebre mille e mille giorni passati,immediatamente ogni mio proposito vacilla,mi fido soltanto della solitudine e della morte,sì, devo essere abbastanza forte da introdurre la morte nella mia vita. Le stelle e i morti mi mandano messaggi confusi,una marea di oscurità monta nella mia anima, sono lacerato dalle zanne del Tempo,persiste solo un precario guizzo di luce che chiamo pensiero. Stelle tremanti appaiono nel limpido cielo,mi estinguo disperso nell’abisso del tempo,sento i venti ululanti dell’oscurità e il mondo che rimbomba spaventoso.