30agosto2019

Mi ero appoggiato ad un’aria nera,una vena tremava nel fondo dell’anima come uno stelo alla burrasca.La mano non si distolse dal buio ma si fece più fredda,la pioggia si disciolse sui miei capelli,avevo un cumulo di sabbia sul cuore che giunse a soffocare la tua voce,la croce si trasformà in polpa marcita,fra noi si frappose il sorriso di un teschio,una ruota minacciosa apparve tra riflessi d’aurora ,i petali del pesco divennero di sangue ,su di me scese il tuo artiglio.Una folta nuvola bianca di farfalle impazzite turbinava attorno a scilabi fanali. L’estate alla fine sprigionava i primi geli notturni su questo golfo mistico;ho sprangato il mio cuore a questa stagione che ignora il sangue dei vivi che festeggiano la sagra di miti carnefici,l’acqua che seguita a rodere le sponde non fa nessuno incolpevole.Candele sbiancavano l’orizzonte in attesa della lugubre orda.Una gemma rigò l’aria stillando su ghiacci:nessuno semina più l’avvenire.Questa piagata stagione è festa se raggela in morte questa morte.Guarda in alto il tuo destino fino a che il cieco sole che porti in te distrugga tutti.Rintocchi salutano i mostri della sera e quel suono slegato dal cielo scende col respiro dell’alba nel tuo cuore:il dono dell’alba si riaffaccia su un doamni senza ali per non volare su un deserto raccappriccio.

25agosto2019

Non ci si può opporre al dominio dell’esistente,rifiutare il sorgere di una vita migliore;ci si affida così alla natura cioè al corso spontaneo delle cose ,rifiutando il conflitto con una realtà mortificante.

La Natura è muta.

Il bisogno è fonte di vizio,il vizio è fonte di bisogno.

Tendere a ciò che è nobile è un impulso irrazionale ,tutto ciò che è nobile fa da ponte fra la ragione e il desiderio.

Un uomo può realizzare tutto tranne le proprie perfezioni perchè non ne ha.

Der mut zum sein (Il coraggio di esistere).

Interdipendenza fra la paura della morte e la paura della vita,interdipendenza fra il coraggio di morire  e il coraggio di vivere.

Libido moriendi (Seneca)

L’istinto di morte è l’aspetto negativo degli impulsi mai soddisfatti della libido.(Freud)

La raccomandazione stoica del suicidio non è diretta a quelli che sono vinti dalla vita ma a quelli che vinta la vita sono in grado di vivere e morire e possono scegliere liberamente fra l’una e l’altra cosa:il suicidio come fuga dettata dalla paura è in contaddizione con il coraggio stoico di vivere.Il coraggio stoico è coraggio di esistere e si basa sul dominio della ragione nell’uomo.

Il Logos per gli stoici è significato e struttura della realtà.

Nascendo non per nostra volontà non si può affermare che la vita è qualcosa di accidentale.

Ogni giorno ci viene tolta un pò della nostra vita,cioè non viviamo ogni giorno ma moriamo ogni giorno,l’ultima ora in cui cessiamo d’esistere non porta con sè la morte ,semplicemente completa il processo mortale.strappiamo la maschera spaventevole dell’angoscia della morte e scoprimero un volto sereno e felice:siamo infelici d’essere vivi e felici d’esere morti.

La maschera d’infelicità con la quale recitiamo la vita di ogni giorno è creata e messa sul volto degli uomini dai loro desideri incontrollati.

La felicità è l’espressione emozionale del coraggioso “sì” al nostro vero essere.

Una risposta vera è quella che crea più interrogativi di quelli a cui risponde.

18agosto2019

La mia vita è una foglia caduta a un colpo di vento,ora , a terra,si stinge e scompare.Un riso che non mi appartiene colpisce il mio petto,scuote e punge le vene.Un’ombra deforme s’allunga ,disfatto di me ossute radici sporgono dalla mia esistenza , il mio dio prediletto è il “forse”che si lagna dal chiuso dei miei pensieri oltre lo spumoso confine della vita  nerocupa di dolori folgorati dalla luce della prima stella della notte.Un cieco incubo mi cresce alla morte,ogni passo mi fa pulsare le vene in questo intrico di strade .Non so se la mano che mi sfiora la spalla è quella di un tempo,l’ora della tortura e dei lamenti si abbatte sul mondo,l’ora che leggevo chiara ora è opaca ,il gallo annuncia il giorno dell’ira che divide l’anima.Un sentiero fatto d’aria rende arido il mio labbro, a stento distinguo le mie membra ,niente smorza la sete dei morenti,le sfere del quadrante infocano i vivi,furie di demoni invadono lo spazio degli uomini,un disco già inciso guida il mio destino.

14agosto2019

Solo il dolore parla all’uomo, trovare le parole per dire gioiosamente quale è la condizione umana: l’inseparabilità assoluta tra Bene e Male.

Contemplo la terribilità della dissoluzione.

Il destino dell’umanità è un’ombra che splende.

Guardare l’assoluta devastazione della morte e soffermarsi presso di essa.

Impegnarsi a ricostruire una idealità della vita che trascorre vuota,salvare l’esistenza umana con il rifiuto del proprio tempo,indisponibili a qualsiasi patto con il destino.

Il pieno godimento è quello consentito dall’eticità.

Come i novizi: imparare a vivere dagli usignoli.

Riducendo la vita si amplia l’esistenza.

Nella grotta dell’interiorità si custodiscono i propri aneliti.

Arroccarsi in una interiorità libera da compressi col mondo,presentendo,così, l’aroma di una più nobile esistenza.

Prendere la strada disperata dell’entusiasmo per la vita è pura follia.

Il conflitto tra i due mondi interiore ed esteriore è insanabile.

Esistiamo nel supplizio di tendere verso la vita senza poterla mai raggiungere.

Solo se l’esistenza non scorre vuota si sfugge al rischio della consolazione in una più nobile esistenza interiore esiliandosi dal mondo.

Vivere è volere il proprio soffrire.Amare è volere il proprio soffrire.

Alla stregua di come sento me stesso valuto gli altri.

Dolore:intensificazione della capacità di sentire la vita.

08agosto2019

Il tuo lampo mutava in vischio i miei pensieri,sillabavo la legge per te sola  e l’arco del tuo ciglio si spegneva al primo buio che nascondeva frange di alberi scossi.Ora non ho latra prova che Dio mi vede e che le tue pupille d’acqua marina guardano per lui.Un gregge di nuvole brucano l’azzurro,i volti scarni della luna e del sole si fondono;sono sceso dal cielo e un’unghiata alla gola m’avvertì che m’avresti rapito,i tuoi denti affondarono in un cuore rattrappito.Lasciai cime di aurore disumane ,entrai in un gelido museo di mummie ,poi si levò una scintilla e fui di nuovo incenerito.Vivi e cisì disfiori cadendo nel nero ghiaccio dell’asfalto, il tuo volo sarà più terribile se alzato da queste ali di polline per perderti in questo alone scarlatto in cui tu credi:serva del tuo primo pensiero e schiava del sole.Resta libera nell’isola del mio pensiero ,una fiamma leggera t’avvolge,vibra più forte l’amorosa cicala sul ciliegio del tuo giardino.Intorno il mondo stinge,attendi di scoprire l’ora leggera che ti ha fidanzata al tuo dio.La lotta mi sospinge in un ossario,zafiri celesti sono quanto di te giunge dal naufragio,un fuoco di gelo porta alla memoria questo suolo che è tuo ,una vampa di resina e di bacche t’ha investito.Cuore d’altri non è simile al tuo ma li credi uguali se t’avventuri fuori dall’ombra della mia anima ;poi ti dileguasti in altre luci ,in quel nimbo di pungitopo e ti facesti condurre nella notte del mondo,oltre il miraggio dei fiori del deserto.Se appari mi riporti all’ombra dell’arcobaleno,il sole stempera di nero il tuo volto e quando torni non sei tu,è mutata la tua storia terrena ,non attendi più te stessa ,non hai più una meta da raggiungere,un approdo per salvarti,non hai più sguardi:nessuna opera deve essere più continuata .Caute gocce stillano felici ,vince il tuo sogno non la tua vita.Intriso di te ,la tua forma è il mio respiro rescosto,l’oscuro pensiero di Dio scende sui pochi viventi e su globi sospesi di fulmini.

3agosto2019

La Natura è vita indipendente dalla nostra volontà.

Il giardino è la natura umanizzata.

Non siamo del cielo ma di noi stessi,così viviamo come un dio.

Non dobbiamo avere paura del buio ma della troppa luce: vivere è bendarsi gli occhi.

Qualunque cosa che gli uomini si dicono l’un l’altro è materia da ardere.

Chi cerca il vivente trova un ignoto indecifrabile;chi chiede di superare i limiti dell’esistenza trova uno spaventoso dio Terminus del non plus ultra.

Gli impulsi individuali non si possono trasformare in rapporti sociali appaganti.

Staccare l’ideale dalla vita ,in questo consiste l’entusiasmo.

Chi intende cambiare il mondo deve essere infedele al passato,ma il ricordo è più necessario dell’oblio.

Morte e oblio sono forme di negazione tragica del presente.

Sublime è colui che si procura una cecità volontaria per non vedere gli spigolosi contorni della realtà.

I risultati delle azioni umane non sono mai diversi dalla saturazioni dei possibili che la specifica situazione storica permette.

Passo l’esistenza a logorarmi in nobili rimpianti,votato così a una morte perpetua!

Esistere è votarsi a una morte perpetua : una volta nati siamo,sempre,già morti.

Le contraddizioni non sono altro che possibilità in guerra.Le contraddizioni non sono sinonimi di sofferenza e scissione ma strumenti per comprendere e operare.

 

1agosto2019

Un chiarore subacqueo fluisce tra te e me.Entri senz’orma nel mezzo della mia anima,ogni tuo passo ricolma ogni solco.Quest’aria scende e sigilla il torpore dei massi.Io cedo al sortilegio di non riconoscere di me più nulla fuori di me ,ogni mio gesto si spezza come un cristallo e decanta in una impallidita memoria.Se parlo ascolto la mia voce attonito,poi si spegne nell’aria che non la sostiene.Un punto della mia vita resiste all’ultima consunzione del giorno,dura in eterno lo smarrimento.Poi un soffio risolleva le valli in un frenetico moto,cadono tra noi parole leggere,ti guardo in un molle riverbero e non so se ti riconosco,so che non fui mai diviso da te come in questo tardo ritorno:pochi istanti hanno bruciato tutto di noi,rimangono due maschere sforzate di un amaro sorriso.Un coperchio chiude il mondo,ascolto il tuo profondo respiro,un dio getta la sua maschera e annusa la vita,un sospiro sale dai neri ipogei,la caraffa è vuota i bicchieri sono pieni di cenere e di bucce,non è più guerra nè pace.Il cielo s’annida sotto cuspidi di pensieri,albe e luci sospese,ho amato il sole e il colore del miele ora chiedo il fuoco,il tuo sguardo sfida questa tomba .Nafta e nubi sospese sui canali,fumate di gabbiani,catene s’allentano ma le tue le ignoravo,oscene risa prima che tu apparissi al tuo schiavo.Il ponte non porta a te ma t’avrei raggiunta anche navigando anche nelle chiaviche a tuo comando,rimasi disorientato alla tua domanda:”sai dov’è Dio?”,la risposat mi sollevò in alto,sulla pece!