17 dicembre 2022

Il vuoto radioso del Nulla mi dona una felicità senza pari. Il quotidiano calvario dell’incontro col mondo mi fa percepire che sono nato invano. Il decadimento rende la mia esistenza compiuta. Le ore in cui non ho fatto nulla diventano un patrimonio inestimabile: nella vita conta solo ciò che non ho fatto. Colgo l’essenziale solo quando soffro; compiendo i miei gesti quotidiani vengo a patti con il vuoto: sono fiero solo di ciò che non ho fatto. Solo il dolore getta un pò di luce in ciò che ignoro di me stesso. La Verità si scopre sulla soglia della disperazione . Incarno ogni giorno una illusione esaurita, ciò che non è straziante è superfluo. Sono quotidianamente maturo per dialogare con nessuno, solo la rinuncia è il tipo di azione che non sia avvilente. Le illusioni mi rendono l’esistenza tollerabile , l’unica ragione di vivere sta nella consapevolezza che la vita non ha alcun senso. La malefica presenza del mio io mi tormenta allora mi porto verso l’estremo di me stesso per dimenticare di avere un corpo: non sono fatto per vivere durante la mia esistenza, ogni attimo è un avanzo di vita.

13 dicembre 2022

Quando ragiono con il cuore confondo il buio con la morte, se ragiono con il cervello considero inutile l’anima. Non ho nessuna illusione che di me resti qualcosa, una voce polverosa me lo ricorda continuamente e aggiunge che non vale la pena vivere. La realtà, tutta la realtà è solo quella del mondo interiore. Una perenne nostalgia mi rode la vita, cala la sera sulla mia solitudine, tutto ciò che esiste riflette la morte del sole. Nell’atto triste di provare a volare i miei pensieri vanno sempre meno in alto. Senza niente sono più vero, ho l’angoscia di esistere incatenata in me stesso, sono tenerezza, paura e desolazione; il  mondo è metafisicamente mio. Su tutto ciò che esiste si posa il chiarore della luna e in questo momento lunare mi ignoro sapendo di esistere. Mi accarezza la certezza dell’annullamento, l’inutile mi si offre ogni giorno come un fiore , ho nostalgia perfino di ciò che non è stato nulla per me; non ho l’ossessione di una vita mancata: la mia sete di polvere mi uccide.

11 dicembre 2022

Sono incantato dall’andamento ritmico e dolente del Tempo. Vivo in una patria informe chiamata universo , ogni sensazione che provo è un cadavere insepolto. Sprofondo in una nostalgia che è l’essenza di ogni mio atto d’esistenza, la mia anima stanca del corpo fissa il Nulla che ha come sfondo una moltitudine di stelle. Non ho modo di sapere se esisto, le cose della vita reale si trasformano in fantasmi, nutro la mente di cose che non esistono. Ho da sempre a che fare con le ombre, anche io mi sono tramutato in ombra: è ombra ciò che penso, ombra ciò che sento, è ,cioè, ombra ciò che sono; consegno ciò che sono a questo mormorio d’alberi, vivo o fingo di vivere? L’importante è dimenticarsi di tutto. Tutto ciò che accade è qualcosa che finge di esistere, per questo per il mondo ho una indifferenza sottile e profonda: chi muore gira l’angolo e non si vede più. Il mondo è un pò di sole ,un pò di brezza, alberi che incorniciano l’orizzonte, è una verità incerta e sempre da scoprire: nient’altro, nulla di più. La mia anima transita dentro un’ombra che oscura verità ignote ,tutto mi è estraneo,tutto passa tranne il dolore di esistere: l’unica speranza è che tutto sia nulla e che il nulla sia tutto.

5 dicembre 2022

Mi turbo e fremo per cose insignificanti in questa giornata grigia e fiacca. Voltandomi indietro sulla strada senza ritorno osservo di non averla seguita come avrei voluto. Soffro per una nube che passa davanti al sole ,il mio isolamento è un annullamento, una modesta rinuncia alla vita. Le mie ore più felici sono quelle in cui non penso a nulla ,in cui non ho desiderio di nulla; sono perso in un torpore vegetale come un muschio che cresce sulla superficie della vita. Assaporo senza amarezza la coscienza di non essere nulla ,pregusto la morte ed il dissolvimento. Mi escludo dagli scopi e dai moti della vita, perseguo la rottura del contatto con le cose. Non voglio sentire la vita né toccare le cose , non voglio essere contagiato dal mondo. Faccio poco, mi accontento di respirare, vivere mi opprime. Mi sento liberato quando cesso di esistere, tutto diventa una vaga penombra. Questa giornata trascorre pigra e soave ,nuvolosa e mite, guardo senza speranza un cielo anonimo pallidamente azzurro, assisto attento ad uno spettacolo che non c’è. La vita scorre inutile e senza ragione , sono consapevole di non essere consapevole di niente, tutto si spegne in un vago bagliore. E’ un vago soffio ciò che non oso vivere, ciò che penso è un sussurro inutile: figlio del caos vado verso l’abisso ricordando che anche Dio è qualcosa che passa e non rimane.

4 dicembre 2022

La vita è una circostanza infelice dell’esserci, è un incidente di percorso per la mia serenità interiore. In questo mondo volente o nolente sono un viaggiatore fra il Nulla e il Nulla , sono un passeggero del mondo che non dà troppo peso ai contrattempi del viaggio e alle asperità del tragitto. Non so se c’è davvero qualcosa in cui trovare consolazione ,comunque ogni consolazione diventa Verità se è fittizia; m’è consolazione l’alto cielo azzurro in cui fluttuano nuvole imperfette , m’è consolazione la brezza che agita i rami degli alberi, mi sono di consolazione i ricordi con le loro nostalgie e speranze. Busso alla porta di ciò che sono, ristagno in una incerta rinuncia al mondo, nel frattempo scivola via la variata monotonia dei giorni, la mai identica successione delle ore, nel frattempo scivola via la vita. Assisto allo spettacolo di me stesso nei vari travestimenti in cui vivo, di ciò che muta possiedo quello che resta sempre uguale, di tutto ciò che è possiedo ciò che è nulla. Viaggiando dentro di me mi sposto in remote distanze interiori, non era un altro il mio io che viveva nell’infanzia, ora mi tramuto nella finzione di me stesso: il conoscermi diviene il non pensare più a me. Esistere significa,per me, dimenticarmi, attorno a me tramonti sconosciuti indorano, morendo, paesaggi che non vedrò mai. Nella leggera foschia di questo mattino il sole sorge lentamente, rabbrividisco ancora per il freddo ormai passato della notte , l’aria comincia a schiarirsi ,una scia dorata preannuncia il giorno, l’azzurro si fa più intenso, la bruma si assottiglia : ogni giorno è un albeggiare alla vita sempre uguale di pensieri che girovagano senza meta. La vita è un tragitto ozioso, la mia anima si nega al mondo: sono qualcosa di più quando il mio astratto osservare è una negazione. Ogni istante della mia esistenza smentisce la vita , contemplo le cose e l’unico rapporto che ho con esse è il vedere, non ho imparato, dalla nascita in poi, a dare un senso alle cose esse sono unicamente fioriture della Realtà. Mi stupisco di fronte alla banalità che esistano le ore, frontiere dell’astratto, limite dell’ignoto. Una nebbia mi ha impregnato l’anima e intriso il lato recondito delle cose: quella che vedo non è la Realtà  ma la Vita, la Realtà esiste affrancata dal tempo, immagine assoluta della Verità.