30 marzo 2022

Un guizzo di vita , superbo e stordente,  fa si che la mia anima afferri il vuoto. Ascoltando me stesso avverto un rumore lieve e incomprensibile. Questa soffice meraviglia crepuscolare  mi fa sentire estraneo al mondo, mi sospinge ai margini dell’esistenza da cui spicco il salto verso la cieca vertigine di uno spazio vuoto. Oggi finalmente mi sento alleggerito dal peso della mia anima. Il paesaggio si agita silenzioso intorno a me ,avverto soltanto la mia nullità, la mia inconsistenza ,sono solo un agitarsi confuso verso qualcosa, sono un moncone che si agita nel vuoto. I moti ombrosi della mia anima  determinano la sobria consapevolezza d’essere indifferente alla Realtà fatta di contorni spettrali. I confini del mio essere si allargano, il mio crepuscolo interiore è un mormorio confuso che ostinatamente rifiuta il Vero. Ogni cosa esiste ottusa e quieta, ogni cosa possiede una forza pietrificata, semplice e spaventosa, tutto esiste come fiocchi di schiuma pallida accovacciato nelle profonde cavità del mondo il cui ordine è sconosciuto e indicibile. Sono lontano da me stesso avvolto da un velo di gelido silenzio, un Nulla ,ruvido e gocciolante, mi culla ,ho come un sentore infinito di polvere. Il passo cauto dei miei pensieri mi conduce ad un livello più profondo, ad uno sbilanciamento verso una vertigine dove il Tempo dialoga con se stesso. Sprofondo in una nuvola di spossatezza, fremo al luccichio remoto delle stelle la cui spettrale armonia mi inghiotte. Una nebbiosa cupezza nasconde la sconfinata informe miseria della vita che si ritrae di giorno in giorno senza nessun bagliore di nostalgia: con tenerezza disarmante colgo che il tempo che mi appartiene è ,ormai, dietro di me.

23 marzo 2022

Oggi il sole trattiene il respiro, il Tempo attraversa il mondo come un filo infinito, come qualcosa di solitario e irripetibile. Un crepitio di pensieri raccontano la parte perduta della mia vita, di essa permane la sua parte inconsistente illuminata da una luce annebbiata , monotona e indifferente. Alcuni pensieri si ritirano dentro di me  e cercano di raggiungere il passato, un’aria crepuscolare ed incerta mi delizia il viso mentre la vita mi accompagna col suo fastidioso ronzio. Sono immerso in un mondo irreale come fatto di sogno e di vetro, le ombre del sole di marzo si allungano sulla terra tormentata dalla primavera. Un pensiero non pensato fino in fondo è una impalcatura scarna  e priva di anima che prova a sentire l’inconoscibile. L’appassire morbido e asciutto della mia esistenza mi fa diventare un essere irreale  ghermito dalla propria eco che irradia sul mondo un bagliore spezzato che risplende ripudiato e scollegato da tutto. Sto in un silenzio confuso privo delle sponde dei fatti: niente mi riguarda, sono avvolto dalla oscillazione immateriale del silenzio, non capisco se sto vivendo o precipitando.

17 marzo 2022

L’indifferenza impregna il mondo, Dio è l’anima dei bruti, l’istinto guida gli esseri umani, pensare e parlare sono istinti come gli altri. L’imperfezione domina le cose , considerato il male che c’è nel mondo non si può accettare l’esistenza di una intelligenza creatrice di una bontà infinita. L’incedere del mondo non ha un ritmo metafisico da cui deriva la nostra imperfezione e la ragione dell’esistenza del Male: se fossimo il frutto di un Dio buono il Male non esisterebbe. Accettiamo come un dono la non conoscenza di noi stessi: nessuno si amerebbe se si conoscesse; accettiamo come un dono la non conoscenza degli altri: se si conoscessero gli altri si riconoscerebbe in essi un intimo metafisico nemico. L’animo umano è un abisso oscuro e vischioso, un pozzo da non usare nella vita di tutti i giorni. Ci capiamo quando ci ignoriamo, siamo felici quando ignoriamo i nostri desideri frustrati. La vita che viviamo è un fluido fraintendimento, una media fra tristezza e felicità. Siamo i servi dell’inganno, danziamo sopra la Verità credendo solo alla sua parodia, del nostro corpo sopravviveranno solo gli stracci da cui è avvolto.Una maschera copre il nostro pensare e il nostro fare, nessuno vede che ciò che siamo è ciò che non siamo, viviamo come bambini che prendono sul serio i loro giochi. Spogliamo l’universo e creiamo una religione che indossiamo come una maschera che dimentichiamo di avere.Viviamo futili e seri al suono della grande orchestra degli astri inconsapevoli d’esser preda delle illusioni che la religione ci ha donato.

15 marzo 2022

Tutto è vano e vuoto quindi è una falsa possibilità comunicare ogni mia emozione. L’obbrobrio del mondo non smette di toccarmi l’anima ,la tristezza non scarseggia nella mia vita, sono capace solo di sbagliare. Sono previdente quando prevedo ciò che sdegnerò: ciò si chiama vivere. La vita pratica è il suicidio meno comodo, agire è, per me, la condanna più violenta; l’agire è fatto di una sostanza più nebulosa dei miei vaneggiamenti. La Realtà è il desolatamente incomprensibile,solo con l’anima posso pervenire ad una idea di Verità. Mi astengo dal collaborare all’esistenza del mondo, mi disinteresso completamente delle cose del mondo, poiché non mi interessa niente del mondo non c’è nessuna ragione che mi porta a modificarlo. Il vento del Tempo soffia nel mio profondo e lo sconvolge: fa sempre più male il contatto della vita con l’anima allora mi intrattengo nella contemplazione innocente delle cose. Giaccio nella mia vita come un cadavere nato per speranze da non realizzare. Credo nella miscredenza, posso sedermi al sole senza pensieri nascosti così,pensando, agisco: solo nel vaneggiamento assoluto realizzo me stesso, mi realizzo dove non interviene niente di attivo e,dove la coscienza si impantana nel fango, raggiungo un caldo e umido non-essere, l’abdicazione totale di me stesso. Non voglio comprendere nulla, sono solo Natura, guardo le mie impressioni come si guarda un campo, ho il sacro istinto di non avere teorie sul mondo.

11 marzo 2022

Quello che ho di fronte,non è il mondo,è buio e nient’altro,non è reale.Questa notte le tenebre sono talmente fitte da sembrare solide,lo spazio esplode in un vento opaco,il sussurro della vita convoca la morte,occupa lo spazio appartenuto al silenzio. Sono un modo finito della materia,una particella finita della Natura.Il destino del mio corpo è quello di nutrire vermi e allevarli per corpi altrui. Sono la zavorra del mondo,l’abisso del dubbio si getta nella mia anima,essa è una scintilla che si spegne perché non esiste in se stessa. Tutto è vissuto, tutto è già stato,è già passato:chi avrebbe detto che la vita sarebbe stata così? Da sveglio non mi appartengo, se mi trovo sono destinato a perdermi. E’ l’alba ,un triste filo di pallida luce inizia a far sparire l’ombra dell’orizzonte ,anche questo giorno che sta nascendo mi urla che tutto è destino. La futilità tragica della vita mi lascia in uno stato di inutile pena,mi siedo qui dove vedo più cielo,mi consola questa enorme estensione stellata: la vita vista dal cielo fa meno male.

04 marzo 2022

Non credo in nessuna verità,qualora esistesse una verità non crederei nell’utilità della sua conoscenza: questo è il modo in cui faccio scorrere la mia vita.Ogni ideale,qualsiasi credo è una prigione: essere significa essere libero,libero da me come dagli altri.Sono un contemplativo senza estasi,un pensatore senza conclusioni,il mio più intenso desiderio è non sperare più in nulla,non trovare vie di fuga.In assoluto la vita è impossibile,non lo è in maniera relativa quando mi accontento di vivere quotidianamente.La vita è la ricerca dell’impossibile attraverso l’inutile,sono condannato all’altro ma non c’è nessuno che meriti una carezza o una nostalgia,sono stanco di tutto.Sono dolorosamente cosciente del mondo,tutto tarda indefinitamente,niente si realizza,unica speranza è la disillusione su tutto:in me faccio entrare il silenzio,chiudo il mio cuore come i petali di un fiore infreddolito.

03 marzo 2022

L’esistenza s’increspa di luce, è sbagliata da ogni parte, staziona in un duro silenzio, emigro,allora,nel Profondo : la Realtà è solo immaginazione, non esiste ciò che chiamo mondo. I ricordi si trasformano in angosce ,quando mi distraggo vedo nitidamente ciò che mi circonda. Nel momento in cui ho la visione del mondo esso scompare, la vita è un intervallo fra il nulla e il nulla. Provo nostalgia per ogni cosa, il cielo è Tutto così remoto ed eterno ,ad esso non posso sfuggire tanto è vuoto ed infinito.Mi pesa sentire che sento, chi mi salverà dall’esistere? Niente di ciò che mi circonda è reale , tanto l’universo è un mistero impalpabile quanto volgare e bassa è la vita. Morire non è sparire è diventare un’altra cosa, esistere è sottrarsi alla vita. Sono un predicatore della rinuncia, ho imparato solo ad abdicare. Vivendo adempio ad un castigo. La vita può essere vissuta solo negandola, può essere vissuta solo nella sua totale assenza.La non-vita mi rende felice , sazio del mondo niente mi consola. Non sono niente ma posso diventare tutto abitato da una calma solenne.Posso amare solo morendo, mi sento umano senza esserlo,non cerco nulla mi basta l’inconsistente monotonia della vita.

02 marzo 2022

La mia anima si complica di labirinti. Tutto ciò che mi dà dolorosamente la nozione di Realtà e di finta esistenza si esprime in sillabe incomprensibili, in mormorii sussurati che ondeggiano verso la mia coscienza. Ombre rappresentano entità ignote al cospetto di un tempo eterno e di uno spazio infinito. Con una terrificante chiarezza mi sento estraneo e confuso, il semplice esser qui è una immensa stanchezza, non vivo affondo in un oceano immenso di non-senso che non ha misura né nome ; l’istinto del Reale scompare, il Reale non è nemmeno degno d’essere pensato, esso è inutile e vuoto. Mi sento come uno strano insetto che vaga nel buio e cerca invano il caldo ricordo della luce. Sono orgoglioso delle mie sconfitte, dei  miei vaneggiamenti, sono il testimone casuale di quello che ho creduto d’essere, non ho mai dato credito a quello in cui ho creduto. Vivo in un perpetuo straniamento , sono quello che sono con una certa oscurità, preferisco non darmi un nome: sono, non volendo altro, lo spettatore di me stesso. Toni lunari illuminano la mia esistenza, sono ciò che non ricordo d’essere, esisto in uno spazio falso fra ciò che sono stato e quello che sono, ciò che sarò non mi riguarda: resto murato in me stesso.